Writer Officina - Scrittori Ribelli
Recensione di

Sandra Mayer
Il fiore di Kobane

Il fiore di Kobane è la storia di Nalîn Arslan, una dodicenne curda che viene richiamata dopo la morte della madre dal suo momentaneo rifugio in Europa al villaggio di nascita. Qui viene affidata a Sirwe, una cugina che non aveva mai conosciuto e all'anziano Ziryan, che diventa il suo maestro di vita e le affida la cura di alcuni fiori nati tra le rocce.
In assenza di altri giovani, fa amicizia con Hejar, un giovane pastore che ha perso una gamba su una mina e il suo buffo cane che si chiama Diyarì.
Scopre che la madre era un abile cecchino e che la sua presenza ha lo scopo di riunire la comunità, sfiduciata dopo la scomparsa. Quando comincia a comprendere la tragicità della guerra, viene iniziata come combattente da Boran, che le insegna a maneggiare un fucile. L'arrivo di Alain, un giornalista americano che aveva scritto un libro su sua madre, la spinge a ricoprire il medesimo ruolo allo scopo di ripetere le stesse eroiche imprese.
La storia, scritta in prima persona da Nalîn, ripercorre la sua vita fino alla pubertà, con i timori e l'ironia di una bambina e i sentimenti che la trasformano ben presto in una donna innamorata.

Il fiore di Kobane in biblioteca
 
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