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Lisa Ginzburg, figlia di Carlo Ginzburg e Anna Rossi-Doria, si è laureata in Filosofia presso la Sapienza di Roma e perfezionata alla Normale di Pisa. Nipote d'arte, tra i suoi lavori come traduttrice emerge L'imperatore Giuliano e l'arte della scrittura di Alexandre Kojève, e Pene d'amor perdute di William Shakespeare. Ha collaborato a giornali e riviste quali "Il Messaggero" e "Domus". Ha curato, con Cesare Garboli È difficile parlare di sé, conversazione a più voci condotta da Marino Sinibaldi. Il suo ultimo libro è Cara pace ed è tra i 12 finalisti del Premio Strega 2021.
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Writer Officina
Autore: Nino Campo
Titolo: I mostri negli occhi
Genere Romanzo
Lettori 3536 36 58
I mostri negli occhi
...sia subito se proprio si deve...

in una dolcezza infinita di quel soffio impaurito di parole...

lì... in piedi... ancora vibranti...

un mostro visto aggirarsi in quegli occhi inteneriti.

E poi perplessità... sgomento... ed un abbraccio a confortare...

ed i pensieri a vorticare... ed il non capire...

se lasciare... se restare... se lasciarsi per il non andare.



Di corsa mi aveva raggiunto in bagno... e sulla soglia si era fermata un attimo a guardarmi. E davvero non mi aspettavo di trovarla lì... tutta nuda... al buio di quel freddo corridoio.

Le sorrisi. Era notte... la nostra prima notte... e la credevo sul letto... addormentata... mentre accuratamente mi ricomponevo per tornare a Lei di nuovo lindo e senza più possibili sgradevoli essudati sulla pelle.

Ma in un attimo fu come un soffio accecante di parole.

- Vuoi uccidermi, vero!? - , mi fece con tono impaurito.

Un macigno di un istante...senza peso...come improvviso franato addosso con tutto il fragore di una montagna che si sgretoli.

Stupefatto la guardai in quei suoi occhi infiniti di cielo...non capivo...non credevo...non sapevo. E Lei tutta nuda...per la prima volta ai miei occhi... e bellissima e leggera...vibrante come una foglia scossa da una raffica di vento.

- Uccidimi - , continuò, - ma fallo subito se proprio devi; ed in fretta, senza farmi soffrire - .

La abbracciai... delicato la strinsi a me mentre cercavo di capire cosa stesse accadendo... e soprattutto cosa fare... e cosa dire.

- Ma perché - , le farfugliai, - cosa accade, perché mai dovrei farti del male - .

Il tutto mentre lì...in piedi...nudi al buio di quel corridoio... tenendola tra le braccia sentivo tutto il tepore della sua pelle di luna avvolgere la mia.

Ed increduli intanto i miei pensieri... un incubo magari... un brutto sogno per averla lasciata sola dopo l'amore... Lei...così delicata e così fragile. Oppure magari un pentimento...un rimorso per essersi lasciata andare...e dunque una fuga da quell'amore appena iniziato...appena timidamente delicatissimamente consumato.

- Hai dei mostri negli occhi, li vedo e mi fanno paura - , mi rispose in un soffio...lasciandomi esterrefatto!

Ed un vortice improvviso allora... rivestirsi velocemente ed andar via per tranquillizzarla... oppure no...oppure non lasciarla tutta sola in balia di quei mostri immaginari...di notte... in quella nostra prima notte così bella... e adesso così strana. Attimi di indecisione...di totale confusione...nel non capire se allontanarsi...lasciare quella casa e permetterle di acquietare così la sua ansia...già che ero io a farle paura. Oppure invece restare...ed affrontare quei mostri assieme a Lei...e nei mille sorrisi e negli abbracci più caldi dimostrarle ogni atomo di tutto il mio grande sconfinato amore.

Minuti di delirio nell'impossibile appeso dai miei sorrisi al suo cuore...ed in quei silenzi palpitanti lasciati scorrere nelle immagini di quei mostri immaginari, come sull'anima dipinti dalle strade imperscrutabili della sua mente...in quel suo biondo rigonfio imbottito di luce a tuffarci le dita...e la sua tanta sconfinata dolcissima bellezza, abbandonata e sovrapposta a quell'amore adesso inutile, ed anzi ai suoi occhi di profondo azzurro, divenuto oramai terribilmente minaccioso ed oscuro,

Ma intanto era il terrore a parlarmi dal suo viso...e tra le braccia la sentivo immobile...come oramai arresa...abbandonata a quel suo terribile immaginario destino.

- Vado subito via - , le feci continuando ad abbracciarla, - sta tranquilla amore mio, nessuno qui vuol farti del male - .

Ma come lasciarla sola...continuavo a pensare...come abbandonarla a quelle sue orribili ombre.

- Andrò subito via - , le sussurrai , - ma non del tutto; resterò giù, in macchina ad aspettare. Così potrai non aver più paura di me, ma nemmeno ti saprai del tutto sola, in balia di questi tuoi strani mostri che adesso vedi nei miei occhi - .



Per mano la condussi in camera da letto... e lì continuando a parlarle piano cominciai a rivestirmi...con gli occhi inchiodati sui suoi... ed i pensieri aguzzi su quel mare di vibrazioni tagliato dai silenzi. E tutto sembrava sciogliersi in quell'amore scosso dal turbine di quei mostri immaginari. Amore e timore...assieme alle nostre rispettive solitudini... a squarciare quella notte bagnata dal nostro esserci amati...come in un fotomontaggio di parole e di vento.

Finii di indossare le mie scarpe ed uscii deciso dalla stanza avviandomi alla porta di casa. Ma lì, proprio sulla soglia, come una nuvola leggera mi raggiunse e prendendomi per mano mi fermò.

- No, ti prego, resta qui. Abbracciami ancora. Non andartene; non andare via! Non so perché ho visto quei mostri nei tuoi occhi. Non so se li vedrò ancora. Ma tu abbracciami. Stringimi forte e baciami se ci riesci ancora. Io tengo chiusi gli occhi... e accada quel che accada - !

E quella notte poi... quella nostra prima notte così strana... accadde compiendosi tutto il magico del nostro amore...trionfante su quei suoi strani mostri visti aggirarsi nei miei occhi.




MAI COSì

...mai prima d'ora... mai così...

mai tanta magia volata su due piazze!

E scolpirle le parole... inchiodarle all'anima profonda...

incredula... rapita.

E mai in questo mare un tanto sublimare la passione...

l'attenzione... l'emozione.

E ripetersi ancora... giorni dopo...

e riprendere a scolpirsi...

a colpirsi... a ferirsi.

Mai prima d'ora...mai così...

mai tanta magia volata ancor meglio tra i sospiri...

tra i discorsi di anime incasuali...

tra le impalpabili certezze.


Tutto a sfiorare... ad appannare di respiro...come rivestire d'umido senza peso quel suo corpo perfetto. Così labbra inumidite a concedere il leggero...così quel ricoprirsi di tremulo di stelle...di salite impetuose e ridiscese...sui sospiri... nel silenzio. Ed ore ed ore su quei centimetri a cercare... interi amori come consumati in un sol fuoco...e senza alcun bisogno di bruciare me stesso... se non prima aver consumato tutto il suo.

Era Lei che cercavo...non me... su quella sua pelle levigata e morbida... ed era per Lei che accendevo ogni volta quel suo vibrare a scorrermi sotto le dita.

Tecniche miste di vapore... di sudore...di raccontarsi nel piacere... di tormentarsi nel calore. E senza sapere...senza nemmeno troppo capire...nel rispondere ai comandi dell'anima profonda...in quei miei gesti e quelle miei attenzioni a Lei interamente dedicate...ed a quei suoi sguardi di luce intenerita... di suadenze alleggerite... nel vibrare altissimo ben oltre i nostri corpi avviluppati nel piacere.

E così fui stupefatto quando quel giorno me lo disse...quando mi confidò forse il suo segreto più profondo.

- Mai prima d'ora mi era accaduto - , mi confidò in un soffio leggero, - mai così - .

Ed io che ancora non comprendevo cosa volesse dire...mi limitai a guardarla incuriosito. Di quel mio sguardo stranito se ne accorse e mi sorrise.

- L'amore - , mi sussurrò in un suo bacio, - non mi era mai capitato di farlo così - .

E di nuovo mi sorrise...questa volta come un po' imbarazzata...intimidita. Innamorata! E nuovamente la guardai senza ancora riuscire a capire...confuso...incredulo. Innamorato.

Ed immaginai fosse stato come un regalo quel suo dire... come una lusinga quelle sue parole appassionate...come uno splendido originalissimo volare oltre al semplice - ti amo - .

Ma poi di nuovo accadde... poco tempo dopo... quando facemmo ancora l'amore rivedendoci all'ennesimo suo rientro in Calabria.

Di nuovo quello stesso identico amore delicato...appassionato... intenso. Quel medesimo scorrere di leggero...di calore inumidito...di invisibile agli occhi ma non al cuore. Di nuovo quei suoi rivoli di lava infuocata appena accennati sui sorrisi...a fluire nell'intensità dei suoi sguardi avvolti d'anima...che le mie dita trovavano nel percorrere in salita i meridiani di quel suo corpo levigato... al vibrare della sua anima completamente abbandonato.

- Ancora come l'altra volta - , mi sussurrò fremente, - ed è incredibile, e stavolta non può essere un caso, già che davvero mai prima d'ora mi era successa una cosa così - .

E stavolta mi spiegò...e mi disse di Lei...e di come era fatta... e di come fosse stupefacente e magico e meraviglioso quel nostro fare l'amore per Lei così nuovo e strano...e così diverso. Ne fui estasiato e stupefatto a mia volta...perchè è infrequente sentir parlare di certe emozioni...di profondi rarefatti d'amore che quasi mai si affronta davvero guardandolo in faccia...ma solo si consuma nel provare a spostare le proprie stelle fisse.

Come osservare una rosa fiorita che agli occhi di chi la ammiri abbia già compiuto il suo sforzo...senza poter comprendere il perchè di quel suo esser fiorita.

E quel giorno invece Lei me lo spiegava il suo fiorire...e tecnicamente mi raccontava nel dettaglio di come i suoi petali solitamente si muovessero...diversamente da quelli di altre rose di gran lunga più numerose e consuete....e di come insolitamente si fossero poi mossi sospinti dal sole delle mie attenzioni...nel musicarle addosso quelle note così nuove... e così strane... e così intense...che... - mai prima d'ora, mai così, in tutta la mia vita - .

E nel parlarmi mi guardava ferendomi gli occhi con la luce emanata dai suoi...annegandomi di quegli azzurri cui non osavo sospingere a fondo il mio sguardo...per non soffocare tra le sete del suo mare.

Mi raccontava che mai col - tradizionale - fosse riuscita a toccare le vette dell'amore...e di come invece ogni volta col mio - tradizionale - si fosse persa... in quel mio caldo armonico avvolgerla per poi lasciarla andare...quel mio sfiorarla altalenante di variabili ripetute differenti attenzioni... così leggero ma così intenso e delicato e ruvido al contempo...e accelerato e rallentato fino a spegnere in Lei ogni consapevolezza...ogni attenta presenza del suo essere lì.

- Le tue attenzioni mi hanno smarrita - - mi sussurrava abbracciandomi - - mi sono persa negli umidi rintocchi delle tue labbra e nel fuoco dello scorrermi addosso le tue molte avidità. E non mi era mai accaduto di volare così, di smarrire ogni consapevolezza, fino a ritrovarmi poi ad esplodere come altissima nel cielo - .

La ascoltavo rapito... ma sapevo non la mia presunta bravura fosse stata artefice di quell'estasi...quanto invece bensì l'amore. Perché solo l'amore assoluto può riuscire a portare due anime così innalzate nel cielo...lì dove luce e sospiri si abbracciano nei sorrisi delle stelle.

- Non io, amore mio. E' stato l'amore a portarci così vicini all'idea della bellezza, e così tanto da poterla quasi toccare; da poter assaporarne l'armonia, la gioia, e tutta questa meraviglia che adesso a te sembra così strana - .
Nino Campo
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