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Erri De Luca. Nato a Napoli nel 1950, ha scritto narrativa, teatro, traduzioni, poesia. Il nome, Erri, è la versione italiana di Harry, il nome dello zio. Il suo primo romanzo, “Non ora, non qui”, è stato pubblicato in Italia nel 1989. I suoi libri sono stati tradotti in oltre 30 lingue. Autodidatta in inglese, francese, swahili, russo, yiddish e ebraico antico, ha tradotto con metodo letterale alcune parti dell’Antico Testamento. Vive nella campagna romana dove ha piantato e continua a piantare alberi. Il suo ultimo libro è "A grandezza naturale", edito da Feltrinelli.
Maurizio de Giovanni (Napoli, 1958) ha raggiunto la fama con i romanzi che hanno come protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta. Su questo personaggio si incentrano Il senso del dolore, La condanna del sangue, Il posto di ognuno, Il giorno dei morti, Per mano mia, Vipera (Premio Viareggio, Premio Camaiore), In fondo al tuo cuore, Anime di vetro, Serenata senza nome, Rondini d'inverno, Il purgatorio dell'angelo e Il pianto dell'alba (tutti pubblicati da Einaudi Stile Libero).
Lisa Ginzburg, figlia di Carlo Ginzburg e Anna Rossi-Doria, si è laureata in Filosofia presso la Sapienza di Roma e perfezionata alla Normale di Pisa. Nipote d'arte, tra i suoi lavori come traduttrice emerge L'imperatore Giuliano e l'arte della scrittura di Alexandre Kojève, e Pene d'amor perdute di William Shakespeare. Ha collaborato a giornali e riviste quali "Il Messaggero" e "Domus". Ha curato, con Cesare Garboli È difficile parlare di sé, conversazione a più voci condotta da Marino Sinibaldi. Il suo ultimo libro è Cara pace ed è tra i 12 finalisti del Premio Strega 2021.
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Self Publishing. In passato è stato il sogno nascosto di ogni autore che, allo stesso tempo, lo considerava un ripiego. Se da un lato poteva essere finalmente la soluzione ai propri sogni artistici, dall'altro aveva il retrogusto di un accomodamento fatto in casa, un piacere derivante da una sorta di onanismo disperato, atto a certificare la proprie capacità senza la necessità di un partner, identificato nella figura di un Editore.
Scrittori si nasce. Siamo operai della parola, oratori, arringatori di folle, tribuni dalla parlantina sciolta, con impresso nel DNA il dono della chiacchiera e la capacità di assumere le vesti di ignoti raccontastorie, sbucati misteriosamente dalla foresta. Siamo figli della dialettica, fratelli dell'ignoto, noi siamo gli agricoltori delle favole antiche e seminiamo di sogni l'altopiano della fantasia.
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Writer Officina
Autore: Kiki Scarnassa
Titolo: Pazzi per la Spiaggia
Genere Romanzo Umoristico
Lettori 2850 15 11
Pazzi per la Spiaggia
La signora Erminia esce di corsa dal gabbiotto e comincia a urlare in faccia al marito.
- Ma ti sei rincretinito tutto, te?!? Ci hai dato duecentomila a Leo Viani!?!? Ma ti sei dimenticato che quello lì non lavora più qui da noi, e che l'anno scorso ci ha fatto bere la droga che si fumava lui?!? Come fai a non ricordarti una cosa del genere?!? -
La gente che sta passando sopra si raggruppa tutta incuriosita lungo la ringhiera, per vedere cosa sta succedendo lì sotto.
- Erminia! Eh! Insomma! Lo sai anche te, che io, alla mia età, mica che mi posso ricordar poi propio tutto di tutto alla perfezione di tutte le cose! Eh! Insomma! Non ti ci metter anche te, no?!? - controbatte lui, preso alla sprovvista.
- E non mi hai nemmeno detto che è morta la Titti!!! - prosegue lei inviperita.
Il vecchio la guarda sorpreso.
- Ma, scusa... te come fai a saper della Titti, se io non te l'ho ancora manco detto? -
- Appunto!!!! Me l'ha appena detto lei!!! - la vecchia indica verso la Cassa. - Come pensi che l'ho scoperto, sennò?!? Leggendo i tarocchi?!? - abbaia furiosa.
Poi alza lo sguardo sulla passeggiata.
- E voi che cosa ci avete da guardare tutti, lassù, che non sono fatti vostri?!? Andate via!!! Impiccioni!!! - sbraita, mentre la gente si dilegua in un secondo.
Il signor Nini lancia uno sguardo incarognito fin dentro il gabbiotto.
- E te Carmela smetti di farci sempre la spia a mia moglie, pettegola che non sei altro!!! Che se ci devo dirci le cose, io, ce le dico da me, che son capace anch'io!!! - si sfoga sbavando.
Camilla rotea gli occhi. E ti pare che alla fine, gira che ti rigira, la colpa me la becco io?
La signora Erminia scocca un'ultima occhiataccia al marito, poi si dirige verso il bar con l'intenzione di farsi dare qualcosa di dolce. Tanto Antonella sta ancora distribuendo viveri gratuitamente.
- Uff! Quella lì va sempre a dirci le cose a mia moglie, che invece ce lo dicevo io poi dopo, quando me lo ricordavo - mugugna il signor Nini, turbato per averla fatta incazzare.
Rotti si agita sulla sedia.
- Ma lei magari, poverina, non l'ha neanche fatto per far male - accenna timidamente.
Il vecchio lo guarda sospettoso.
- Ma te perché quella Carmela lì te la vuoi sempre difendere? - sbotta. - Sarà mica che ti ci sei innamorato? -
- IO...?!? Ma no! Ma cosa dici?!? - esclama l'altro sconvolto, diventando tutto rosso. - Faccio solo il gentiluomo, quando posso - .
- Beh, vabè - borbotta lui respirando rumorosamente. - Se lo dici te - .
Nel frattempo un ragazzino di dodici anni con i capelli rossi e le lentiggini fa capolino dalla porta del gabbiotto. Ricky Moretti. La peste ufficiale della spiaggia. Quello che ne combina sempre una dietro l'altra.
- Non è che avresti del Vinavil, per favore? - sgrana gli occhioni celesti come se fosse il bambino più buono del mondo.
- Che cosa vuoi fare con il Vinavil? Qualcuno dei tuoi disastri? - gli chiede Camilla con un'occhiata sospettosa.
- Nooo... - lui sorride candidamente. - Devo fare un collage per la fine della scuola. È un compito. Non ho neanche voglia di farlo, figurati - .
Camilla gli allunga lo stick della colla che la vecchia ha usato sui giornaletti porno dei bagnini.
- Allora, se è per un collage, usa questa, che è fatta apposta per la carta - .
Lui la guarda dubbioso, poi scuote la testa.
- No, non va mica bene. È che non uso solo la carta: il mio è un collage artistico, ci sono anche dei pezzetti di legno e delle conchiglie. Mi serve proprio il Vinavil - insiste.
- Okay, allora ti do l'altra colla - Camilla si alza a prendergli il barattolo. - Cerca di non fare casini - .
- Grazie! Te la riporto subito - lui si avvia di corsa verso la spiaggia.
La signora Erminia torna con una confezione enorme di gelato in mano, e va a piazzarsi sulla panca ignorando deliberatamente il marito per fargli capire che è ancora incavolata con lui.
- Cosa voleva quel filibustiere? - piglia una cucchiaiata e se la infila avidamente in bocca.
- Gli ho dato la colla - risponde Camilla. - Deve fare un lavoretto per la scuola - .
- Tzs! Un lavoretto... - ripete l'altra scettica. - Quando mai quello lì ha fatto un compito, in vita sua? Neanche se lo leghi al tavolo! -
Continua a ingozzarsi di gelato.
- Oggi mi sembra più buono del solito - guarda meglio il bidoncino formato famiglia che le sta colando addosso.
Camilla in quindici anni non l'ha mai vista attaccare un gelato così grosso. Pensa malignamente che alla spilorcia sembri più buono solo perché oggi non l'ha dovuto pagare.
- Erminia...? È buono...? - s'informa con cautela il signor Nini, ingoiando a vuoto. - Perché sai. a guardar come che te lo mangi con gusto, mi ci fai venir l'acqua in bocca pure a me - .
- E allora vattene a pigliare uno anche te - gracchia lei acida, senza nemmeno guardarlo. - Tanto è gratis - .
Lui annuisce più volte, convinto.
- Mi sa che ci hai avuto propio una bell'idea giusta, te, quella lì del gelato - dichiara alzandosi. - Ci vado anch'io a farmene dar uno colla nocciola e il torrone, come mi piace a me - .
Fa due passi verso il bar, poi si gira a guardare Rotti.
- Dai, va', vieni anche te, che è gratis! - dice con la magnanimità di uno spendaccione che sta invitando gli amici a farsi una mangiata a spese sue.


Ricky Moretti nel frattempo ha fatto il giro largo dietro alle cabine per raggiungere la sua amica Valentina, che lo aspetta silenziosa fuori dal guardaroba. Dentro, seduto a braccia incrociate su una sedia di legno senza braccioli, c'è Birillo che dorme con la radiolina che gracchia una musica assordante da impasticcati del sabato sera.
- Sei proprio sicuro che dorma? - bisbiglia lei ridacchiando.
Valentina, quando Ricky è nei paraggi, da personcina per bene si trasforma automaticamente in ragazzina pestifera, proprio come Clark Kent che non può fare a meno di trasformarsi in Superman ogni volta che entra in una cabina telefonica.
- Non lo senti come russa? - sghignazza lui mentre versa la colla nel secchiello di plastica dove ha già messo una manciata di sabbia bagnata. - Mischia bene con le mani - le intima poi sottovoce.
- Sei sicuro che dopo non ci ammazza? - Valentina alza il tono di voce senza nemmeno accorgersene.
Lui si porta subito un dito alle labbra e l'ammonisce con lo sguardo.
- Ssshhh..!! Così rischiamo di svegliarlo! - bisbiglia agitato.
In realtà non corrono alcun pericolo, perché quando Birillo dorme non lo svegliano neanche i fanatici che saltano rumorosamente con gli skateboard sulle panchine di marmo della passeggiata sopra la sua testa. Non per niente sta ronfando lo stesso anche con tutto il casino che fa la radio accesa.
Ricky controlla l'impasto con l'aria critica di un esperto di Art Attack.
- Ci metto ancora un pochino d'acqua, che sennò è un po' troppo spesso. Ecco, così è perfetto - dichiara alla fine, soddisfatto. Poi si tira su e si guarda intorno furtivamente.
- Andiamo...? - chiede lei impaziente.
- Tu devi tenermi bene il secchiello, Vale. Sta' attenta a non farlo cadere, mi raccomando! - Ricky aggira il bancone del guardaroba ed entra. - Seguimi. Facciamo piano - .
Una volta dentro Ricky si avvicina con cautela a Birillo e fa segno a Valentina di fare altrettanto. Immerge le dita nel secchiello che lei gli sta tenendo, e con una smorfia schifata inizia a passarle sui capelli bisunti del dormiente, lavorando bene ciocca per ciocca come un parrucchiere professionista.
Birillo si muove inaspettatamente sulla sedia, facendoli pietrificare. Per fortuna, però, dopo qualche versaccio con la bocca e una scoreggia del tutto fuori programma riprende subito a russare pacificamente, segno evidente che sta ancora dormendo. Le due pesti intanto tremano: un po' per le risate soffocate e un po' anche per la paura che questo si svegli di colpo e li becchi sul fatto.
In pochi minuti Ricky finisce il suo capolavoro. Escono cautamente dal guardaroba e poi cominciano a correre verso la spiaggia come due lepri, lasciandosi andare a un torrente di risate convulse.
- Non ci credo che l'abbiamo fatto sul serio! - Valentina ha le lacrime agli occhi dal gran ridere. - Quello ci stacca la testa, quando si sveglia! -
- Vedremo. Tu intanto lava bene il secchiello - le suggerisce lui facendo un respiro profondo e cercando di ricomporsi il più possibile. - Io vado a restituire il barattolo della colla a Camilla e poi ti raggiungo all'ombrellone - .


Orso, seduto alla bandiera, sintonizza una radiolina sulla stazione locale che ogni settimana trasmette la registrazione del Consiglio Comunale della sera prima.
- T'interessi di politica? - gli chiede Augusto con aria scettica.
Lui mostra il solito ghigno fisso da sindrome del labbro arricciato.
- No. Però so che il tema del giorno aveva qualcosa a che fare con la tutela degli animali: volevo solo sentire di cosa parlavano - .
- Con tutti i problemi che abbiamo in città, questi qui si mettono a pensare agli animali? - sbotta Nano. - E che belin c'entrano, poi? Manco ci avessimo uno zoo, qui. Che animali dovrebbe tutelare, il Comune, scusa? -
- Se stai zitto lo sentiamo - gracchia lui indicando la radio con un gesto nervoso.
- Vorrei presentare una mozione per introdurre un regolamento che preveda di tenere i pesci rossi solo in acquari con gli angoli - sta dicendo un consigliere di centro destra. - Perché nella classica sfera si è scoperto che il pesce, privo di punti di riferimento, è sottoposto a stress e conseguente impazzimento... e questo lo si può notare anche nei pesci del luna park, quando ci tirano la pallina nella boccia per vincerli... poi se li portano a casa e nel giro di due giorni i pesci muoiono - .
I tre bagnini si guardano in faccia uno con l'altro, piuttosto perplessi.
- Sei sicuro che non sia la stazione di Fiorello, quella dove fanno gli scherzi? - chiede conferma Augusto.
- Ssshhh!! - Orso lo zittisce per ascoltare.
- Beh, ma allora sarebbe sufficiente disegnare sulla boccia di vetro con un pennarello indelebile, per creare dei punti di riferimento che il pesce possa usare, così poi non impazzisce più - interviene semplicisticamente un consigliere di centro sinistra. - Non vedo per quale motivo dovremmo obbligare i proprietari di sfere ad acquistare degli acquari rettangolari e spendere altri soldi, se non vogliono farlo! -
- Ma il problema è allargato anche ai ristoranti che tengono i pesci vivi! - insiste il tizio di centro destra. - Ad esempio, quelli che hanno le aragoste. Dobbiamo tutelare la qualità di vita di questi animali, finché sono appunto vivi - .
- Tu intendi quindi vietare l'acquario sferico, che tra parentesi, nei nostri ristoranti qui in città non ce l'ha comunque nessuno, solo per evitare che la povera bestia impazzisca prima di essere crudelmente buttata a morire in modo atroce nell'acqua bollente? - interviene sarcastico un consigliere di Lega Ambiente. - Allora io chiedo formalmente che si metta ai voti una mozione per stordire l'aragosta con una botta in testa prima della bollitura! -
- Per me è tutto uno scherzo - tenta di nuovo Augusto.
- Ssshhh!!! - gli fanno in coro gli altri due. Orso alza ancora un po' il volume.
- Io direi di proibire la milanese nei ristoranti, per non pubblicizzare le altre regioni - azzarda un consigliere della Lista Civica. - Idem per le melanzane alla parmigiana e il ragù alla bolognese: direi invece di spingere solo i prodotti locali come la pasta al pesto o la torta verde, e consiglierei di seguire le direttive anche nelle case private dei cittadini. Beh, quelli delle seconde case, però, possono anche fare diversamente, se credono - .
- Ma cosa c'entra questo, con l'ordine del giorno? - la voce del Sindaco sovrasta il brusio attraverso il microfono. - La prego di attenersi al tema - .
- Beh, parlavate di ristoranti, di aragoste... - la voce di quello della Lista Civica adesso sembra confusa.
- Sì, ma come animali da tutelare, mica come cibo! - sottolinea impaziente il Presidente.
Augusto ride incredulo.
- Ma a ‘sti consiglieri comunali gli drogano le bottigliette d'acqua? Dopo ogni sorsata se ne saltano fuori con una cazzata nuova - .
- Ssshhh!!! Te ne vuoi stare zitto? - Nano ormai si è appassionato alla vicenda proprio come una casalinga ecuadoregna si appassionerebbe a una telenovela brasiliana.
- Io vorrei introdurre il discorso sui gabbiani, signor Presidente - sta dicendo un altro consigliere di destra. - Sono troppi, sporcano e disturbano: dobbiamo fare qualcosa al più presto, per correre ai ripari prima che sia tardi - .
- Allora facciamo come con i topi - suggerisce uno di estrema sinistra. - Derattizziamo. O meglio degabbianizziamo, invece di rompergli le uova nel nido, che è più difficile andarseli a cercare -
- Oppure li convinciamo a non mangiare nelle discariche e a tornare invece al mare a cibarsi solo di pesce come una volta - propone utopisticamente quello di Lega Ambiente.
- E come li convinci, scusa? - sbotta uno di centro destra. - Gli mandi un'ingiunzione dicendogli di mettersi a dieta e di non riprodursi? Ormai sono grossi come tacchini, si mangiano anche tra di loro! Dove abito io non puoi nemmeno più uscire in giardino, perché questi qui te la fanno in testa a raffica come se nevicasse, sembra che lo facciano apposta. E si portano pure via i gatti di due o tre chili, per mangiarseli sui tetti delle case!!! E poi nel mare non c'è manco più pesce, per questo loro si sono messi a mangiare i rifiuti! -
- Allora non derattizziamo nemmeno più e diamogli i topi, da mangiare ai gabbiani - suggerisce quello che voleva vietare la cotoletta.
- Io questa voce la conosco... - dice Nano concentrandosi. - È che adesso non mi viene proprio in mente chi sia - .
- Perché invece non organizziamo delle battute di caccia in mare, con una chiatta carica di spazzatura che attiri tutti i gabbiani, e con gli iscritti posizionati su un rimorchiatore che gli sparano con i fucili? - interviene un consigliere di sinistra, socio della Lega dei Cacciatori. - Facciamo quote dai trenta euro in su, così eliminiamo un po' di quelle bestiacce e contemporaneamente riempiamo di soldi le casse comunali, lanciando anche un nuovo tipo di turismo sportivo che potrebbe attirare nuova gente in città -
- Io voto la mozione solo se tu stai dritto in piedi sulla chiatta insieme ai gabbiani, brutto pezzo di scemo! - ringhia quello di Lega Ambiente, che è anche membro della LAV, della LIPU e del WWF.
- Ordine! Ordine, prego! - sbraita il Presidente.
- Io vorrei parlare dei cani - s'intrufola di nuovo il fanatico della pasta al pesto. - Proporrei di abolire le sanzioni ai proprietari di cani che non raccolgono le deiezioni, ma allo stesso tempo costringerei i cani a fare i bisogni solo nelle aree predisposte per loro - .
- E se al cane gli scappa prima? - chiede qualcuno.
- In quel caso se la deve tenere finché non arriva a destinazione - spiega l'innovatore. - Oppure il padrone gli deve mettere le mutande - .
Nano si tamburella nervosamente le dita su un ginocchio.
- Eppure io questa voce la conosco... - mentre la stazione radio passa un jingle pubblicitario, lui si sforza inutilmente di ricordare a chi appartenga. Ci sta quasi per rinunciare, quando solleva per caso lo sguardo su un signore che sta passando lì davanti con un quotidiano in mano.
- Stava ascoltando il Consiglio Comunale? - gli domanda questo con aria compiaciuta, salutandolo con un cenno. - C'ero anch'io, sa? Ho fatto un paio di proposte - .
- Le ho sentite - risponde lui sorridendo a denti stretti, dopo aver finalmente riconosciuto la voce misteriosa. - Complimenti... -
- Grazie! - l'altro si allontana contento.
- Chi era quello lì? - gracchia Orso sospettoso. - Sembrava lo stesso che vuol mettere le mutande ai cani e ammaestrare i gabbiani facendogli mangiare i topi - indica verso la radio.
Nano annuisce per confermare.
- È il mio medico di base - dichiara perplesso.
Augusto scuote la testa lentamente.
- Io, se fossi in te, lo cambierei - gli suggerisce con uno sguardo eloquente.


- Ma di chi è ‘sto bambino che piange così forte? - chiede il signor Nini innervosito. - Non ci possono silenziarlo un po'? Non mi riesco manco a sentirmi di quello che parlo io, da tutto il baccano che sta facendo lui! - borbotta imbrattandosi di gelato sia la faccia che la maglietta.
Questo è già il quarto barattolone, che si divora. Non ha fatto altro che fare avanti e indietro dal bar, ingozzarsi e parlare di stronzate.
Sai dopo, che brutta aria che tira...? pensa con sarcasmo Camilla, guardandogli nauseata la pancia gonfia come una mongolfiera in ascesa. Spera solo che non vada a esplodere lì dentro come al solito.
La signora Erminia si alza per sbirciare il corridoio da dove provengono le urla isteriche.
- È il nipote della marchesa - annuncia tornando a sedersi sulla panca. - C'era la porta della sua cabina aperta - .
Il signor Rotti fa una smorfia infastidita.
- Ma cosa gli stanno facendo, santo cielo? Lo stanno torturando, per farlo urlare così? Spacca i timpani! -
La vecchia scrolla le spalle.
- Lui fa sempre così, quando è da solo con la governante e deve andare via. Urla e strepita solo perché vuole rimanere in spiaggia a giocare - dice con uno sguardo di disapprovazione. - 'Sti mocciosi d'oggi son tutti viziati e mammoni, e quando si comportano così, nessuno fa mai niente per farli smettere - .
- E come si fa a far smettere un bambino che dà fuori di matto? - le chiede Nano interessato, arrivando in quel momento dal bar con un ghiacciolo in mano. - A proposito, poi le devo chiedere il nome di qualche dottore bravo della mutua, lei che li conosce tutti... -
La vecchia fa uno sguardo di sufficienza.
- Per far passare le crisi isteriche ai bambini bisogna mettergli il culo in una tinozza d'acqua gelata - dice risoluta. - Vedi come gli passa subito, la crisi! -
- Sì, però così gli fa venire una congestione - Nano fa una risatina sarcastica.
- Tzs! Fandonie! - insiste la signora Erminia. - Di culo gelato non è mai morto nessuno - .
Nel frattempo le urla si avvicinano. Dopo un secondo sbuca da dietro l'angolo la tata filippina che si trascina per un braccio il piccolo indemoniato.
- Non tsò che fàle, quando bambino cossì! - dice con voce tremula e con i nervi a pezzi.
La signora Erminia si guarda intorno.
- Ma dov'è il fratello? - indaga, non vedendo il passeggino del più piccolo. - La marchesa te n'ha lasciato uno solo, oggi? -
- Altlo bambino, lòtto - la filippina scuote la testa. Poi inizia a spiegare parlando veloce e gesticolando febbrilmente, cercando di farsi sentire al di sopra delle urla del capriccioso. - Caduto pél tèlla e bumm! Lòtto. Ma no colpa mia, pelò! Lui scivlàto da mani pelché tsignòla malchéssa fa méttele tsémple tlòppo olio dopo bagnetto, cossì lui scivlàto via e picchiato giù. Bumm. Lòtto. Tsài come giocattolo che quando cade poi lòtto? Ecco, bambino uguale: lòtto - .
Nano nel frattempo è entrato nel gabbiotto.
- Ma come sarebbe che ci si è rotto il bambino, a questa? - chiede sottovoce a Camilla. - E i nonni? Le hanno ancora lasciato quest'altro qui in custodia? Ma cosa sono? Ubriachi? -
Il moccioso viziato intanto va avanti a spolmonarsi incurante di tutto.
- La smetti di frignare, te, bambino cattivo che non sei altro?!?!? - la signora Erminia gli grida in faccia esasperata, e lui si blocca immediatamente, restando lì a fissarla con gli occhi sbarrati e la bocca aperta.
- Lo sai cosa gli faccio, io, ai bambini cattivi come te che non ubbidiscono alla tata? - lo minaccia stringendo gli occhi in due fessure maligne da strega di Halloween. - Li chiudo al buio dentro una cabina dove c'è un gallo tutto nero col becco grosso che gli becca tutto il culetto! E lo so solo io dov'è quella cabina! Perciò se ti chiudo lì dentro non ti può più trovar nessuno, dopo, neanche se gridi come facevi adesso. Hai capito? Così sei avvisato -
Il bambino si aggrappa con tutte e due le mani al braccio della filippina, chiudendo la bocca e facendo piano segno che sì, ha capito.
Questa non è la prima volta che la megera tira in ballo il gallo nero col becco grosso: nell'arco di sessant'anni ha terrorizzato intere generazioni di bambini, con questa storia. Molti di loro, crescendo, non sono più riusciti a mangiare il pollo senza farsi tornare gl'incubi.
- Belin, che terapia d'urto! - bisbiglia Nano impressionato.
- Già. Proprio una botta - concorda Camilla. - E pensare che faceva i capricci perché non voleva andare via dalla spiaggia. Adesso, invece, mi sa che qui non ci vorrà più mettere piede, tu che dici? -
Mentre il piccolo sale le scale a passo spedito con la sua tata, Birillo arriva ciabattando dal guardaroba.
- Ma cos'era tutto ‘sto casino? - chiede stralunato. Lui si è svegliato proprio per tutte quelle urla che sovrastavano addirittura la radio accesa, altrimenti avrebbe continuato a dormire chissà per quanto tempo ancora.
- E che belin t'è successo, a te? - Nano lo fissa dalla porta del gabbiotto facendo cadere il ghiacciolo per la sorpresa e scoppiando a ridere come un pazzo. - Ma ti sei guardato? -
Birillo ha tutti i capelli sparati, stile punk.
- Sembri la statua della Libertà, ti manca solo la torcia in mano! - continua il bagnino piegandosi in due.
Camilla sta addirittura piangendo, dalle risate, mentre i vecchi sono lì che lo fissano allibiti.
Lui si guarda nello specchio senza capire quello che vede.
- Caaazzo!!! Ecco, perché!!! C'eran due o tre, qui sopra, che mentre venivo in qua mi guardavano dalla ringhiera e ridevano! Mi credevo solo che eran scemi, e non ci ho dato retta - dice toccandosi i capelli. - Ma... cos..? Ma sono incollati, cazzo! - grida non appena se ne accorge.
La miscela di sabbia e colla vinilica che le due pesti gli hanno applicato con tanta cura si è indurita completamente, creando l'effetto plastica ruvida.
- Ma chi è stato? - chiede lui sempre più confuso.
- La colla ce l'ha chiesta Pel di Carota - spiffera subito la signora Erminia tutta goduta. - Diceva che aveva da fare un lavoretto per la scuola. L'avevo detto, io, che erano tutte balle! -
Birillo si mette a urlare a squarciagola.
- Riiiicky!!!! Dove seeei, brutto pezzo di meeeerda?!? Se ti prendo t'ammazzoooo!!!! Ti spezzo due volte ogni osso che hai, piccolo bastardo figlio di puttaaana!!! - .
La vecchia si alza subito in piedi e gli si piazza davanti con la faccia bisbetica.
- Ahò?!? Ma che modi sono, questi?!? Si può sapere?!? - si mette a gridare ancora più forte di lui. - La smetti di urlare tutte ‘ste parolacce ai figli dei clienti e d'insultare le loro madri?!? Non siamo mica al mercato del pesce, qua!!! -
A rieccola che ricomincia con la storia che al mercato del pesce dicono le parolacce. Camilla si asciuga le lacrime con un fazzolettino, e intanto pensa che farà meglio a informarsi per vedere se alla fine sia vero. Poi guarda di nuovo Birillo e ricomincia a piangere dal ridere, dimenticandosi tutto il resto.
- Ma ha visto cosa mi ha fatto?!? - dice lui alla signora Erminia, indicandosi la testa con tutte e due le mani.
- E allora?!? - ribatte lei acida. - Se te, invece di dormire sul lavoro, stavi sveglio, stai tranquillo che non ti succedeva niente! -
Birillo le lancia un'occhiata carica d'odio.
- Ah, così la colpa sarebbe mia, adesso? -
- Beh, mia non è di sicuro - conclude aspramente la vecchia, restituendogli lo sguardo omicida con gli interessi.
Kiki Scarnassa
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