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Lisa Ginzburg, figlia di Carlo Ginzburg e Anna Rossi-Doria, si è laureata in Filosofia presso la Sapienza di Roma e perfezionata alla Normale di Pisa. Nipote d'arte, tra i suoi lavori come traduttrice emerge L'imperatore Giuliano e l'arte della scrittura di Alexandre Kojève, e Pene d'amor perdute di William Shakespeare. Ha collaborato a giornali e riviste quali "Il Messaggero" e "Domus". Ha curato, con Cesare Garboli È difficile parlare di sé, conversazione a più voci condotta da Marino Sinibaldi. Il suo ultimo libro è Cara pace ed è tra i 12 finalisti del Premio Strega 2021.
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Autore: Angela Rosauro
Titolo: Lu cuntu de lu brigante Barone
Genere Drammaturgia
Lettori 3364 35 56
Lu cuntu de lu brigante Barone
L'azione si svolge alternativamente in un'aula di tribunale e in una piazzetta sulla quale si affacciano alcuni palazzi. L'epoca di svolgimento è agosto del 1861, prima e durante il processo alla banda Barone. I personaggi, alcuni dei quali di fantasia, altri con nomi alterati rispetto ai reali protagonisti, sono in ordine di apparizione:

Cancelliere
Presidente del tribunale
Procuratore del re
Michelone, I brigante e amico di Barone
I,II,III,IV guardia
Capo piemontese
I,II,III popolano
Sovrintendente
Vincenzo Barone, brigante
Madre di Barone
Segretario dell'Eccellenza
Eccellenza, personaggio muto
Luisa Mollo, amante del Barone
II,III brigante
Ragazzo
Tenente
Araldo e tamburino

Scena: Al centro in alto la sedia del presidente del tribunale che al momento opportuno (cambio scena) effettua un giro di 180°e si trasforma nella poltrona dell'Eccellenza. A destra una struttura stilizzata che evoca il banco imputati nelle scene in tribunale, nelle altre funge da balcone che si affaccia sulla piazzetta.
Quinte 4: due laterali più due di fondo.


Entra il cancelliere che si sistema a sinistra della scena.
Due colpi di martello (fuori scena)


Cancelliere: La corte!

Entrano il presidente, che si siede al centro, il procuratore del re che si sistema a sinistra della scena, l'avvocato difensore che si sistema a destra accanto al banco, due guardie che si sistemano lateralmente al presidente.

Presidente:
L'udienza è aperta. La parola al procuratore del re.

Procuratore:
Eccellentissimo Presidente, i fatti risalgono alla primavera del '61 quando nei territori di Sant'Anastasia, Pollena Trocchia e San Sebastiano si costituì la banda del Barone, colonnello della già dispersa banda Varone. Ne fecero parte gli imputati qui presenti... alcuni dei quali come la Mollo Luisa e il Craparella Michele detto Michelone, ebbero nel processo che oggi qui si discute una posizione centrale. Eccellentissimo presidente in cotal guisa chiamerei l'imputato Craparella Michele a narrare i fatti di sangue che lo vedono oggi imputato.

Presidente:
Si accoglie la richiesta del procuratore del re. Lasciate che l'imputato Craparella Michele raggiunga il banco degli imputati per rendere la sua versione dei fatti.


Viene fatto entrare Michelone, si ferma dietro il banco degli imputati con due guardie accanto.


Cancelliere:
In nome di sua maestà, Vittorio Emanuele III, per grazia di Dio e per volontà della Nazione, giurate di dire tutta la verità, niente altro che la verità. Dite lo giuro!

Michelone:
Lo giuro.

Procuratore:
Craparella Michele... dite davanti a questo eccellentissimo tribunale quando e come si costituì la banda comandata dal brigante Barone Vincenzo?


Cambio scena. Si spengono le luci in tribunale e si accendono in piazzetta.
Ritmo di tamburi, entra da quinta di fondo destra gruppo di guardia nazionale capo piemontese e sovrintendente, gran vociare


I°guardia:
Fate largo, fate largo.

II°guardia:
Ue! Stateve zitte, che chillo adda parlà!

Capo piemontese:
(guarda in malo modo la II° guardia) Brava gente, il nostro amatissimo Sovrano, Vittorio Emanuele...

Tutti:
(applaudono) Viva ‘o rre, viva Vittorio Emmanuele!

II° guardia:
Uè! Assate 'o parlà!

Capo piemontese:
(guarda ancora la II° guardia) Sappiamo che siete sudditi leali e che servite il vostro re con lealtà e abnegazione...

Tutti:
(applaudono)

II° guardia:
‘O cristiano addà parlà!

Capo piemontese:
(guarda ancora la II° guardia) Il vostro sovrano si aspetta da voi collaborazione...

Sovrintendente:
Scusate Eccellenza, questa è povera gente, permettete che ci parlo io? (rivolto al popolo) Uè ‘o eccellenza vo' sapè si ‘e canuscite sti briganti...

I° popolano:
Eccellentissimo eccellenza ‘o sapite nuie simmo povera gente...

II° popolano:
Gente onesta... io vaco a faticà...

III° popolano:
Ve pare ca nu pate ‘e figli faciarria chelle purcarrie...

Capo piemontese:
Capisco... ma c'è qualcuno che sa e non dice... non dovete avere paura...

Barone:
Mò state sbagliando eccellè... è overo, simmo povera gente... popolo vascio che pe' famme và a arrubbà, scanna, accire... ccà non c'è rimasto niente... quattro spruoccoli ‘e nocelle che non bastano manco pe' n'anno... e mò ve venite a piglià pure l'onore! ‘A famme è ‘na malatia ‘e stomaco, che se po' curà, ‘na spiata è ‘na ferita ‘e core e ci sta sulo ‘nu rimedio (imita il movimento del coltello) Non perdete il vostro tempo, ccà nisciuno sape niente.

Tutti:
applaudono.

Capo piemontese:
(stizzito) Bene, siete stati avvisati... andiamo.


La guardia nazionale esce dalla quinta di fondo destra.


Sovrintendente:
Guagliò, vieni a ccà. Mi si piaciuto. Comme te chiamme?


Si appartano sovrintendente e Barone un po' in disparte Michelone.


Barone:
Vincenzo Barone... pecchè?

Sovrintendente:
Le parole che hai detto ti fanno onore... se le venisse a conoscere qualcuno... chissà... potresti guadagnarci qualcosa...

Barone:
Guadagnarci? Ma pecchè c'aggio detto?

Sovrintendente:
Stammi a sentire... Stasera vieni arete ‘o murillo... ci saranno altri amici... amici come te... come me... amici d'o rre... hai capito?

Barone:
me pare... un poco... no.
Angela Rosauro
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