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Writer Officina Blog
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Erri De Luca. Nato a Napoli nel 1950, ha scritto narrativa,
teatro, traduzioni, poesia. Il nome, Erri, è la versione italiana
di Harry, il nome dello zio. Il suo primo romanzo, Non ora, non
qui, è stato pubblicato in Italia nel 1989. I suoi libri
sono stati tradotti in oltre 30 lingue. Autodidatta in inglese, francese,
swahili, russo, yiddish e ebraico antico, ha tradotto con metodo letterale
alcune parti dellAntico Testamento. Vive nella campagna romana dove
ha piantato e continua a piantare alberi. Il suo ultimo libro è "A
grandezza naturale", edito da Feltrinelli. |
Maurizio de Giovanni (Napoli, 1958) ha raggiunto la fama
con i romanzi che hanno come protagonista il commissario Ricciardi,
attivo nella Napoli degli anni Trenta. Su questo personaggio si incentrano
Il senso del dolore, La condanna del sangue, Il posto di
ognuno, Il giorno dei morti, Per mano mia, Vipera
(Premio Viareggio, Premio Camaiore), In fondo al tuo cuore, Anime
di vetro, Serenata senza nome, Rondini d'inverno, Il
purgatorio dell'angelo e Il pianto dell'alba (tutti pubblicati
da Einaudi Stile Libero). |
Lisa Ginzburg, figlia di Carlo Ginzburg e Anna Rossi-Doria,
si è laureata in Filosofia presso la Sapienza di Roma e perfezionata
alla Normale di Pisa. Nipote d'arte, tra i suoi lavori come traduttrice
emerge L'imperatore Giuliano e l'arte della scrittura di Alexandre
Kojève, e Pene d'amor perdute di William Shakespeare. Ha collaborato
a giornali e riviste quali "Il Messaggero" e "Domus".
Ha curato, con Cesare Garboli È difficile parlare di sé,
conversazione a più voci condotta da Marino Sinibaldi. Il suo ultimo
libro è Cara pace ed è tra i 12 finalisti del Premio
Strega 2021. |
Altre interviste su Writer
Officina Magazine
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Manuale di pubblicazione Amazon KDP. Sempre più autori
emergenti decidono di pubblicarse il proprio libro in Self su Amazon KDP,
ma spesso vengono intimoriti dalle possibili complicazioni tecniche. Questo
articolo offre una spiegazione semplice e dettagliata delle procedure da
seguire e permette il download di alcun file di esempio, sia per il testo
già formattato che per la copertina. |
Self Publishing. In passato è stato il sogno nascosto
di ogni autore che, allo stesso tempo, lo considerava un ripiego. Se da
un lato poteva essere finalmente la soluzione ai propri sogni artistici,
dall'altro aveva il retrogusto di un accomodamento fatto in casa, un piacere
derivante da una sorta di onanismo disperato, atto a certificare la proprie
capacità senza la necessità di un partner, identificato nella
figura di un Editore. |
Scrittori si nasce. Siamo operai della parola, oratori,
arringatori di folle, tribuni dalla parlantina sciolta, con impresso nel
DNA il dono della chiacchiera e la capacità di assumere le vesti
di ignoti raccontastorie, sbucati misteriosamente dalla foresta. Siamo figli
della dialettica, fratelli dell'ignoto, noi siamo gli agricoltori delle
favole antiche e seminiamo di sogni l'altopiano della fantasia. |
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Clara in Guatemala
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Nella giungla con i tacchi a spillo. Incontro con Clara.
- Clara, Clara, Clara, cosa dobbiamo fare con te? - Questa frase l'ho sentita milioni di volte, sia dalla bocca della signora Pinson, la mia insegnante delle medie che da quella del prof di storia del liceo che pensava che, visti i miei voti nella sua materia, non sarei mai riuscita ad ottenere il diploma. La mia maestra di danza mi diceva che avevo la grazia di un elefante e che avrei dovuto pensare ad iscrivermi alla squadra di calcio. Questa frase l'ho sentita quando sono stata licenziata dal mio lavoro estivo, in un ristorante, dopo aver lasciato cadere un piatto su un cliente che stavo servendo. Va bene, devo ammettere che non era la prima volta e che, ovviamente, non era un lavoro per me. Questa frase la sento oggi dalla bocca del mio attuale capo. Lavoro come freelance per una rivista per ragazze adolescenti e scrivo articoli per tappare i buchi. Non ho una rubrica tutta mia e guadagno una miseria. Quando hanno bisogno di un articolo sulla salute o di qualche riga per le pagine di moda, io ci provo. - Clara, Clara, Clara, cosa dobbiamo fare con te? Sei qui da più di sei mesi, dovresti iniziare a sapere chi è il nostro pubblico target! Francamente, il tuo paragrafo sulle emorroidi per degli adolescenti dai dodici ai quindici anni non è un granché. - Ok, ho davvero esagerato. A volte mi diverto a piazzare argomenti o parole leggermente insoliti. Per il momento, ero abbastanza orgogliosa dei miei articoli su - Le spalline sono tornate di moda - o anche su - Il tip tap è l'ultima tendenza - . Non avevo idea che, effettivamente, le spalline avrebbero davvero rivissuto il loro periodo di massimo splendore e che, con tutti questi musical, il tip tap era tornato alla ribalta. Tanto meglio, altrimenti sarei stata licenziata prima! Ma è vero che questi argomenti non erano ancora abbastanza audaci rispetto all'argomento delle emorroidi. Ammetto di aver avuto l'idea mentre guardavo una pubblicità alla tele e che non avevo nient'altro da proporre. Ok, avrei dovuto scavare più a fondo nella mia testa. Al suo - Clara, Clara, Clara, cosa dobbiamo fare con te? - ho risposto che avrei potuto scrivere un altro articolo, ma lui mi ha ribattuto che avrebbe potuto prendere un altro freelance. Ho capito che quella stessa sera, durante la nostra cena settimanale, avrei dovuto dire ai miei genitori che non avevo più il lavoro. Sapevo anche che avrei sentito per l'ennesima volta un - Clara, Clara, Clara, cosa dobbiamo fare con te? -
Penso che dopo queste poche righe abbiate già capito con chi avete a che fare. Vi darò comunque ancora qualche dettaglio sulla mia vita in modo che voi possiate formarvi un'opinione (un po' più positiva) di me. Allora, effettivamente, sono una persona caotica al lavoro, ma è perché non ho ancora trovato il lavoro dei miei sogni, quello in cui potrei realizzarmi completamente. Quindi, cambio lavoro abbastanza spesso. Punto positivo: ho esperienza in molti campi. Punto negativo: per i datori di lavoro, non dovrei mettere tutto nel mio CV. Sono stata una donna delle pulizie, una cameriera, ho lavorato come segretaria in un'agenzia pubblicitaria, come commessa in un negozio di dischi e anche come selezionatrice di noccioline. Poi ho studiato per diventare contabile e questo è stato il mio primo vero lavoro. Ma non ero a mio agio. Ero troppo sorridente, troppo aperta, un po' troppo sexy, troppo loquace e probabilmente non abbastanza seria per quel lavoro. Non si scherza con i numeri, anche se si indossa bene il tailleur. Sono stata abbastanza brava all'inizio, ma poi ho lasciato troppo spazio alla mia creatività e, siccome da cosa nasce cosa, - sono tornata la vera Clara - . Anche questa è un'espressione che spesso emerge dalla bocca di coloro che mi circondano. A quanto pare significa che ho lasciato perdere tutto per pigrizia e/o mancanza di interesse. Quello che voglio più di ogni altra cosa è guadagnarmi da vivere attraverso un lavoro interessante, dove succedano tante cose e che non mi annoi. È per questo motivo che ho provato a scrivere sulle riviste. Ma non è il modo migliore per iniziare, se non si ha esperienza e non si esce da una scuola di giornalismo. Ho avuto la fortuna di aver trovato un principale che si è fidato di me e mi ha messo alla prova. Avevo intenzione di iniziare in questa rivista per adolescenti, per poi lavorare per un quotidiano nazionale e infine provare a entrare nella televisione. Mi vedevo come un'inviata di guerra. In tutta onestà, ho anche un lato che la gente chiama - viziatella - , che preferisco descrivere come segue: faccio attenzione al mio aspetto e mi piace avere i miei comfort. Non mi si vedrà mai fare del campeggio e sono appassionata degli hotel con un certo numero di stelle. Comunque, tutti intorno a me sapevano che non avrei fatto carriera nei reportage di guerra e che era ancora una delle mie fissazioni passeggere. All'epoca ci credevo davvero. Questa è anche una delle mie caratteristiche che rendono la mia vita un po' meno monotona. Non resisto neanche sei mesi a fare la stessa cosa e ogni volta mi impegno a fondo (all'inizio) e poi mi arrendo facendo la vera Clara, come dicono. Da un punto di vista lavorativo, non si può contare su di me. D'altra parte, la mia famiglia e i miei amici sanno che possono chiamarmi in qualsiasi momento del giorno o della notte. Rispondo sempre “presente”. Le mie amiche lo sanno bene, ho un orecchio attento per tutte le delusioni d'amore. Non è perché mi piacciano i pettegolezzi, ma ci sono passata io stessa, più spesso di quanto mi sarebbe piaciuto. Ho accumulato molta esperienza in questo settore e so come confortare. Va bene, affronto l'argomento perché vi sento trepidare d'impazienza: non solo sono dipendente dagli uomini, ma li spavento anche. Sono il tipo che si attacca troppo velocemente e soprattutto troppo presto. Diciamo che grazie al mio fisico da sogno (e non sto esagerando, sono ore di palestra, Pilates e dieta che mi rendono ciò che sono oggi), attiro molti uomini. Credono che io sia una preda difficile da catturare, perché ho molti pretendenti. Sfortunatamente, si rendono presto conto che ho un - crescente bisogno di amore e divento appiccicosa e insopportabile - . Ho appena citato le parole del mio ultimo compagno in ordine di tempo. Mi ha gentilmente dato buca una mattina, quando mi avrebbe dovuto accompagnare al matrimonio di mia cugina. Siamo stati insieme per due mesi. Per me, tutto andava bene. Non l'avevo costretto a venire a questo matrimonio, avrebbe potuto rifiutare. Lui aveva pensato che io avrei approfittato di quest'occasione per passare alle presentazioni ufficiali. Io volevo solo dimostrare ai miei cari che ero in grado di tenere un uomo. Così all'improvviso sono di nuovo single e cerco il grande amore. I miei genitori diranno che ho bisogno di stabilità. Continuano a ripetermi: - Una volta trovato il lavoro giusto, un bravo ragazzo busserà alla tua porta; e se invece prima trovi l'uomo perfetto, troverai il lavoro dei tuoi sogni perché respirerai benessere e serenità durante i tuoi colloqui di lavoro - . Bella teoria, ma finora non ha ancora funzionato. Bella come sono, naturalmente incontro molte persone, ma è anche perché mi piace uscire. Preferisco locali notturni e bar a musei e degustazioni di vini. Penso di essere ancora giovane. A ventinove anni, non mi sento comunque pronta a sistemarmi, quindi preferisco pensare che il mio futuro marito potrebbe essere tra i nottambuli, piuttosto che tra gli amanti dei buoni vini. Per uscire e vestirmi, non esito a spendere soldi. Mi piacciono le cose belle, ma riesco a controllarmi. Diciamo che alcune persone spendono il loro stipendio in viaggi o in attrezzatura informatica, io preferisco spendere per scarpe e borse. Sto attenta, visto che sono regolarmente disoccupata e che sono stata una contabile nella mia - vita precedente - . Mi considero piuttosto ragionevole. È anche uno dei miei tratti caratteriali. Non spenderò mai cinquemila euro per una borsa, in primo luogo perché non li ho, e in secondo luogo... perché spesso perdo le mie cose. Ecco fatto, l'ho confessato. La mia banca realizza tutto il suo fatturato grazie a me quando perdo la mia carta di credito. Il mio operatore telefonico non sa quante volte ha dovuto bloccare la mia carta SIM. La cosa peggiore è che, quando chiamo, semplicemente sentendo il mio nome, il mio interlocutore sa perché sono al telefono. La mia carta d'identità è stata rifatta almeno cinque volte negli ultimi due anni. Non ho più carte fedeltà dei miei negozi preferiti, sono già esausta solo alla vista dei moduli per rinnovarle. Per lo meno, la cosa bella delle scarpe è che le hai ai piedi... non puoi perderle! Ho dovuto descrivere la mia personalità, in modo che voi abbiate stima di me. Adesso, spazio alla mia storia! (Attenzione spoiler: ci saranno bei ragazzi, paesaggi splendidi, amore, avventura e persino tacchini ocellati!)
Ma chi è zia Flor?
Questo fine settimana sono andata a trovare mia zia Flor. È la sorella di mia madre. Dato che non ha mai avuto figli e non ha altri nipoti, io sono un po', in un certo senso, la sua protetta. Mi piace questo status perché zia Flor si schiera sempre dalla mia parte nei confronti dei miei genitori e crede nel mio potenziale. È l'unica persona che mi supporta quando dico che voglio fare l'attrice o quando decido, più o meno, di andare ad aiutare gli orfani in Nepal. Lei crede in me più quanto ci creda io. È convinta che ci sia una via tracciata per me, devo solo lasciarmi guidare dal tempo. Ho già tentato di fare molte cose, questo l'avete capito. Ho dimostrato di avere un dono per la scrittura. La carriera di scrittrice mi aveva tentata per un breve periodo, ma non riesco a rimanere concentrata sullo stesso progetto a lungo. Ecco perché il giornalismo mi si adattava perfettamente. Un articolo al giorno e hop! Il gioco è fatto! Non so se mi conviene inviare candidature ad altri giornali... L'ho detto ai miei genitori quando abbiamo cenato insieme l'ultima volta. Immediatamente, mi hanno consigliato di muovere il culo per non rimanere disoccupata per troppo tempo. Penso che abbiano paura che io torni a installarmi a casa loro, a mangiare a sbafo e a dormire davanti alla tele per ore e ore. Non posso biasimarli, l'ho già fatto due volte in passato. Basti dire che l'ultima volta mia madre ha finito per inviare dei CV per me. È grazie a lei che ho ottenuto questo lavoro alla rivista. Lei direbbe che non è vero. Non ho ottenuto questo lavoro grazie a lei, ma grazie alle mie capacità, che apparentemente sottovaluto...
Ho annunciato la notizia della settimana a zia Flor, alla presenza dei miei genitori. Era addolorata per me e non ha fatto la faccia di chi sapeva che sarebbe finita così. Mia madre non ha potuto fare a meno di intromettersi, dicendo la sua opinione... io la conosco già e volevo sentire quella di zia Flor. A volte mi dico che dovremmo stabilire la durata degli interventi come durante i dibattiti televisivi per le elezioni presidenziali. Farei la presentatrice. Non sarei per nulla imparziale e potrei indossare dei tailleur ben fatti. Stopperei mia madre se dicesse cose che mi danno sui nervi e lascerei parlare Flor per molto tempo. Certo, non è così facile. Vi farò indovinare quale idea geniale ha avuto mia madre... E se andassi a scusarmi con il mio capo? E perché non tirare in ballo una zia malata, per esempio? Flor ha decretato che quest'idea avrebbe portato sfortuna. Ha aggiunto che se avessi dovuto mentire, avrei potuto dire che mia madre era in cattive condizioni di salute, visto che era stata una sua idea. Allora mia madre non ha trovato carino che Flor volesse che si ammalasse. Le ho lasciate discutere su questi due affascinanti argomenti: chi delle due avrebbe dovuto essere ammalata e se il licenziamento era giusto o no, poiché l'articolo sulle emorroidi non era nemmeno stato pubblicato. Intanto io e mio padre siamo andati in cucina a mangiare gli avanzi della torta di mezzogiorno. E poi tra due bocconi di foresta nera, ho avuto il diritto di sapere l'opinione di mio padre, che ha sempre un'opinione contraria a quella di mia madre, ma non osa dirla di fronte a lei. Mi ha detto che se avessi avuto un minimo di orgoglio, non avrei dovuto strisciare ai piedi del mio capo. Sono totalmente d'accordo con lui, ma sono debole. Faccio sempre ciò che mia madre mi ordina...
Quando mia madre e mia zia litigano, lo fanno sempre in francese. È abbastanza divertente, perché hanno tutte e due un forte accento spagnolo. Sono nate entrambe in Guatemala, in una città coloniale chiamata Antigua. Io non so quasi nulla di questo paese. Mia madre continua a ripetere che è stata molto fortunata quando mio nonno ha trovato lavoro in Francia, così che hanno potuto andarsene tutti da lì. Lei aveva sei anni e Flor sedici. Le informazioni che ho sul Guatemala si possono contare sulle dita di una mano. So solo che il paese è colpito da terremoti e uragani e che non si dovrebbe mettere piede nella capitale, con un nome facile da ricordare, Guatemala City. Mia madre non mi ha mai insegnato lo spagnolo. Ci teneva che parlassi in francese, quindi mi ha sempre parlato in questa lingua con più o meno errori. Ma c'era papà che la correggeva. Anche se Flor aveva insistito molto perché la mia seconda lingua alle superiori fosse lo spagnolo, ho dovuto imparare il tedesco perché così aveva deciso mia madre. Rimane un enigma per me. Perché rifiuta la sua lingua, la sua cultura, le sue radici? Immagino che sia successo qualcosa di terribile, anche per questo non insisto troppo per saperne di più. La mamma ha sempre avuto un rapporto difficile con la sua famiglia e si è gradualmente allontanata da Flor. Ma mia zia è rientrata nella sua vita dopo la morte dei miei nonni e in quel periodo si è infiltrata nella mia, ma non tanto quanto lei ed io avremmo voluto. Mia madre è un po' gelosa della nostra relazione. Zia Flor non si è mai sposata, si è sempre concentrata sul suo lavoro e vive solo per questo. Avermi come nipote le basta. Non ha mai avuto il desiderio di avere figli. Ama ripetere che almeno con me può comportarsi come una zia che vizia, che non ha mai avuto notti insonni e capricci al supermercato, che ha goduto dei miei sorrisi davanti ai regali di Babbo Natale e delle mie labbra piene di gelato al cioccolato. Non ho mai visto zia Flor con un uomo. So che ce n'è stato uno nella sua vita. Tiene una sua foto nel portafoglio, ma non ne parla mai. Ho provato molte volte a sollevare l'argomento. Ho capito che era l'amore della sua vita, ma è tutto ciò che sono riuscita a sapere. Penso che si chiamasse Miguel. Devo ammettere che era un bell'uomo. Questo mi rende triste per Flor, perché non riesco a immaginare una vita senza un uomo o addirittura senza bambini, ma lei sembra felice. Il suo lavoro di fiorista (bisogna dire che era predestinata a questo lavoro, il suo nome significa - fiore - in spagnolo), le porta via molto tempo. Tiene aperto anche nei fine settimana. Durante la stagione dei matrimoni, è stress a gogò. Ho lavorato con lei durante le vacanze. In seguito abbiamo concordato che per il nostro benessere personale e le relazioni future, era meglio evitare la collaborazione professionale. Avevo rotto due vasi e ci stavo provando con il suo dipendente, che alla fine si era rivelato gay.
Curiosoni, probabilmente vi starete chiedendo che aspetto ho con tali origini! Nessuno vede in me una bellezza latina, i miei capelli sono neri come l'ebano, ma la mia pelle è di un bianco splendente, che arrossisce al sole. Non torno mai da una vacanza abbronzata, ma piuttosto diciamo... - vaniglia/fragola - . Ho ereditato la pelle delicata di mio padre. Assomiglio un po' a Biancaneve e ci gioco molto con questa somiglianza, mi metto solo del rossetto rosso! Sono piuttosto alta, supero mia madre di quasi venti centimetri, lei e il suo metro e cinquantadue. Anche Flor è bassa. Tutte e due hanno ereditato il fisico tipico dei nativi del Guatemala. Anche se tutti chiedono loro se non vengano dal Perù o addirittura dall'Ecuador. Bisogna dire che, in realtà, il Guatemala non è un paese di cui si parla molto. Suona come qualcosa di esotico alle orecchie delle persone. Fa pensare all'avventura, ai pappagalli e alle cascate. Nessuno sa situare questo paese su una carta geografica! Tutti credono che sia in Sud America, mentre è in America Centrale, tra Messico, Honduras, El Salvador e Belize. Questo per quanto riguarda la piccola lezione di geografia! Approfondiamo ancora un po'... Tutti sanno che ci sono Indiani lì, ma quali? Gli Incas, i Maya o gli Aztechi? Ebbene, sono i Maya, ho dovuto fare una relazione su questo paese una volta a scuola e allora me lo ricordo! Mi sento francese, non ho alcun legame con il Guatemala, tranne che per Flor che mi racconta alcuni aneddoti della sua infanzia. Lei ha più ricordi della mamma che ha invece cercato di cancellare questo periodo dalla sua memoria. Non ho avuto la fortuna di conoscere i miei nonni materni, sono morti poco prima che io nascessi in un incidente d'auto. Mia madre aveva quasi vent'anni ed era sposata con mio padre. Flor conserva preziosamente alcune foto dei miei nonni e del Guatemala. Per me sono come personaggi di un romanzo e trovo difficile immaginare che appartenessero alla mia famiglia. Potrei avere cugini di secondo grado laggiù, ma Flor non ha alcun contatto con loro, o almeno non ne parla mai. Avrete notato che le relazioni nella mia famiglia non sono delle migliori, ma se questo mi dà l'opportunità di mangiare una torta in cucina con mio padre... — Claraaaaaaaaa! —grida mia madre. Bene, la pausa non è durata così a lungo, dovrò sentire la conclusione di tutte queste discussioni, il cui tono è variato e aumentato soprattutto negli acuti! È pazzesco come due piccole brave donne possano avere una gabbia toracica così sviluppata. — Claraaaaaaaaa! —grida ancora mia madre—. Io e tua zia abbiamo avuto un'idea geniale. Che ne dici di scusarti con il tuo capo? Vista la faccia di zia Flor, è chiaro che non è d'accordo. Ma dopo tutto, posso sempre provare. Chi non risica non rosica. Ma si dice anche che chi osa vince. E poi, se posso avere un po' di pace alla prossima cena di famiglia...
Clara di fronte al suo futuro
Chi osa vince, dicono. Ma chi osa si fa ridere in faccia, questa non la conoscevamo! Ecco la risposta del mio capo: - Clara, Clara, Clara - . Attenzione lettori, è mio dovere, come narratrice, informarvi che chiunque si rivolga a me e mi dovrà dire qualcosa di spiacevole, inizia sempre la frase con tre Clara. - Clara, Clara, Clara, se mai avrò bisogno di un articolo su come si devono scrivere le candidature per ottenere un nuovo posto di lavoro, ti chiamerò. Ti potresti fare molta esperienza nei prossimi mesi. - No, ma chi si crede di essere?! - La qualità dei tuoi articoli, nel tempo, è diventata sempre più scadente. Ho dovuto trovare un motivo valido per licenziarti, dopo averti dato diverse possibilità. Conosci il lavoro, qui nessuno rimane, nessuno è insostituibile ... - Bene, ha il merito di essere chiaro. Non posso biasimarlo per essere stato onesto. So che ha ragione. Non mi sono impegnata a sufficienza, avrei potuto parlare di acne o dei rischi della depilazione delle gambe col rasoio invece di parlare di emorroidi. Oh, questo mi fa incazzare, le idee mi vengono solo adesso! La parte più difficile deve ancora arrivare, dovrò annunciare la notizia a mia madre. Almeno la cosa positiva è che ho spiegato al mio ex capo che ero meno efficiente del solito perché mia zia era malata. Ho evitato di dire che era mia madre. Da questo punto di vista sono salva perché mia madre è molto superstiziosa. Lui non si è bevuto la mia bugia, ma almeno ho potuto esercitare le mie capacità di recitazione. Mi chiedevo se avrei potuto entrare nella pubblicità televisiva. Non c'è molto testo da imparare, potrei concentrarmi abbastanza a lungo senza alcun problema. Potrei diventare famosa e una sera potrei incontrare l'attore Channing Tatum. In seguito, mi porterebbe nella cerchia ristretta degli attori di Hollywood e magari qualcosa in più. Sarei al centro della cronaca perché Channing è sposato. Diventerei improvvisamente famosa e reciterei in commedie romantiche con altri grandi attori come i supereroi Daniel Craig o Christian Bale. Ma io non voglio recitare nei film d'azione, quindi dovranno adattarsi loro. Cambieranno i loro registri, per avere la possibilità di recitare al mio fianco. Mi dispiace, vi ho persi per strada con la mia immaginazione traboccante. Concorderete sul fatto che è sicuramente più piacevole pensare a questi dèi viventi che alla faccia da piccolo elfo rachitico che farà mia madre tra poco. In momenti come questo, penso che l'annuncio al telefono sia la strategia migliore. Non so cosa sia peggio, immaginare la faccia che farà o avercela davanti... La mamma di Clara
Non vi ho neanche detto come si chiama mia madre. Ha un nome che mi ha sempre dato sui nervi. Si chiama Amalia. Quindi immaginatemi, durante tutti gli anni della scuola, all'inizio dell'anno, quando compilavo il famoso modulo. Il modulo in cui bisogna scrivere il lavoro dei genitori, le proprie passioni, ecc. Decisamente molto indiscreto. Che senso ha, signora maestra, sapere che mia madre lavora alla Poste? (Lei lavora davvero alla Poste.) Non trovate che sia solo curiosità? Cosa può interessare a loro che mia madre si chiami Amalia? Gli insegnanti fanno forse statistiche la sera dell'inizio dell'anno scolastico? Potrebbe essere così: - Ci sono tre madri che si chiamano Jeanne, cinque Marie e oh! un'Amalia! No, la piccola Clara voleva scrivere Émilia o Amélie, ma Amalia non esiste, non è possibile. Avrò qualcosa da raccontare nella sala insegnanti. Ahahah, un'alunna che non sa nemmeno come scrivere il nome di sua madre... ahahah, com'è divertente. - E così, ogni anno, con ogni nuovo insegnante, dovevo spiegare che è un nome straniero. Alla fine, faceva ridere tutti i bambini della classe ma, per me, vi giuro che era una vergogna. In quarta, ho mentito e ho segnato Amélie. Per fortuna, nessuno degli insegnanti ha commentato. Io mi lamento, ma immaginate mia madre quando va a rifare la sua carta d'identità francese o quando ha un appuntamento con un'amministrazione pubblica. Per fortuna ha un certificato di nascita per dimostrare come si chiama! La vita non è sempre stata facile per lei. Soprattutto quando è arrivata in Francia, aveva appena sei anni. È stata iscritta a scuola ma non parlava neanche una parola di francese. Era giovane e avrebbe dovuto adattarsi più velocemente ma, a differenza di Flor, non era molto dotata per le lingue e le mancava la motivazione. Si è fatta degli amici e delle amiche che l'hanno aiutata a scuola ed è rimasta con loro fino alla fine delle superiori. Era chiaro che, dopo il diploma di maturità, non poteva continuare gli studi. Lei avrebbe voluto fermarsi già in terza media e diventare una sarta. I miei nonni non hanno voluto. Volevano che almeno una delle loro figlie frequentasse l'università. Amalia ha fatto un primo semestre alla facoltà di matematica, dove ha incontrato mio padre, dopodiché ha smesso di studiare. Lo ha tenuto nascosto ai miei nonni. Ha dovuto cercare il suo primo lavoro. Così è diventata una postina, grazie alla raccomandazione di una conoscente. Ha migliorato il suo francese a contatto con le persone a cui recapitava la posta. La signora Jeannette, una delle signore anziane a cui consegnava ogni giorno il giornale e che l'aspettava alle 11.32 sulla soglia, la invitava a bere un caffè per festeggiare la fine del giro. La signora Jeannette ha sostenuto molto la mamma. Oggi non è più in questo mondo, ma la mamma va ogni anno sulla sua tomba per ringraziarla. Mia madre ha finito per raccontare ai miei nonni della vita che faceva il giorno in cui ha scoperto di essere incinta. Vale a dire quasi tre anni dopo l'inizio dei - suoi studi - . I miei nonni non erano ciechi. Erano in pensione e giocavano a carte nello stesso club di bridge della signora Jeannette. Erano al corrente di mio padre e del lavoro di postina già da molto tempo. Mia madre li aveva informati solo che aveva incontrato qualcuno e che stava facendo un piccolo lavoro durante gli studi. Doveva alzarsi all'alba. Il suo giro terminava verso mezzogiorno e trascorreva il pomeriggio da mio padre mentre lui era all'università. Una volta che i miei nonni sono stati messi al corrente, hanno dovuto organizzare un matrimonio. Hanno conosciuto, in un colpo solo, sia mio padre Jacques che tutta la famiglia di lui! Fortunatamente, tutti sono andati d'accordo. Il matrimonio è stato organizzato in municipio e poi in chiesa. Nella mia famiglia la religione ha un posto molto importante. Il segreto della mia esistenza è stato tenuto ben nascosto per non scioccare il prete e gli invitati!
Penso che, quando sono nata io, per lei sia stato un periodo abbastanza difficile. All'improvviso si è staccata dal mondo, si prendeva solo cura di me. Penso che si sia rinchiusa su se stessa e su di me, in parte a causa della morte dei suoi genitori. È stato terribile per lei, che avrebbe tanto voluto che mi conoscessero, e loro erano così entusiasti di avere la loro prima nipotina! Il loro incidente d'auto è stato persino riportato al telegiornale delle otto. Un camion era piombato su di loro, facendo precipitare la macchina fuori strada. Un bel volo sopra il guardrail di protezione. L'autista aveva avuto un colpo sonno, che al giorno d'oggi sembra un classico... Mia madre è morta quel giorno, non parlava più e non voleva più mangiare. Flor è venuta a stare da noi fino alla mia nascita. È poi rimasta ancora qualche settimana, su richiesta di mio padre. Mia madre ha ripreso poco a poco gusto per la vita. Zia Flor dice che i miei nonni si sono parzialmente reincarnati in me e che questo mi renderà più forte di fronte alla vita. La mamma ci crede fermamente. Mia madre non ha più molti amici su cui contare. Ha mio padre e mia zia. Penso che le basti. Ora che è in pensione, io sono il suo lavoro a tempo pieno, la sua palla al piede. In ogni caso, se avesse delle amiche, potrebbe farle ridere con le mie storie. Sono consapevole che lei non ha avuto una vita facile e che io ho la fortuna di avere ancora i miei genitori a ventinove anni. Li critico, ma se non ci fossero... sarei completamente persa. La pausa di riflessione
Mi sono presa una pausa dai miei genitori. Mi sono presa quindici giorni per capire cosa voglio fare nella vita, per fissarmi degli obiettivi. Naturalmente, stiamo arrivando alla fine di questo periodo e non ho fatto passi avanti. Mi sono presa una pausa dai miei genitori, ma mia madre non ha preso una pausa da me. Ho ricevuto molte chiamate da lei, che naturalmente io ho ignorato. Lei non rispetta la mia decisione. Durante questo periodo, ne ho approfittato per riallacciare i rapporti con alcune mie amiche e sono andata in discoteca con loro. Ho incontrato Benjamin, che ho rivisto due volte. La seconda notte è andata persino meglio della prima. Mi sono alzata in fretta per lavarmi i denti e per preparare la colazione per Monsieur. Quando sono tornata in camera da letto, c'era un messaggio sul cuscino. Finalmente un ragazzo romantico, è andato a prendere i croissant! In realtà no... Ecco il suo messaggio: - Puoi cancellare il mio numero, non ti richiamerò. Grazie per questa notte. - Sono rimasta a bocca aperta per almeno cinque minuti, quando una telefonata mi ha svegliato dal mio torpore. Benjamin ? No, mia mamma. Mi ha stufato! Non ci penso neanche a rispondere! Che lasci libera la linea perché Benjamin potrebbe chiamare in qualsiasi momento, sicuramente si sta già pentendo del suo messaggio e gli manco troppo! Se avessi saputo che era così, avrei usato la tecnica del cellulare. Vi spiego. Mi sveglio durante la notte, rubo il telefono del ragazzo. Nel novantanove per cento dei casi, questi oggetti si trovano nella tasca posteriore dei jeans di questi uomini. Nascondo il cellulare in uno dei miei cassetti. Il signore, che se ne parte in quarta al mattino presto, non si accorge dell'assenza ed è costretto a tornare a suonare alla mia porta per recuperarlo. Adoro questa tecnica! Dovreste vedere la faccia del ragazzo che ha dovuto andare a comprare i croissant, per scusarsi della sua fuga. Quello che mi piace è che non ha scelta, deve affrontarmi mentre, solo pochi minuti prima, aveva preferito la codardia. Ci risiamo! Ecco mia madre che richiama! Grrr! Ok dai, rispondo. — Clara, è da tanto tempo che cerco di contattarti! —mi dice completamente in preda al panico—. Devi venire, zia Flor ha avuto un ictus. Sbrigati! Ha avuto un ictus mentre tornava dalla panetteria dove era andata a comprare il pane. Una vicina l'ha vista vacillare e si è resa conto che stava per succedere qualcosa di preoccupante. Senza il suo intervento, Flor non sarebbe più in questo mondo. La mamma mi ha spiegato che Flor ha il braccio e la mano sinistra paralizzati ma che col tempo potrebbe migliorare. Andarla a trovare in ospedale sarà davvero una grossa prova per me. Mi metterò a piangere di sicuro. La mamma ha cercato di rassicurarmi e mi ha garantito che Flor si sarebbe ripresa e che dovevamo stare al suo fianco per mostrarle il nostro sostegno. La riabilitazione sarebbe stata lunga e difficile. Mi ha spiegato perché Flor ha avuto questo ictus. Non ho ascoltato, non capivo niente, lei utilizzava molte parole difficili e io non riuscivo a concentrarmi. Mi ci vuole un po' di tempo per digerire questa notizia... All'improvviso, tutto si illumina! Io so perché Flor ha avuto questo incidente! È colpa mia! Sono stata io a portarle sfortuna, quando ho utilizzato la scusa della zia malata per riavere il mio lavoro! È a causa mia se è paralizzata! Devo respirare, sono in iperventilazione. No, no, non c'entra niente. Devo calmarmi. Ok, concentriamoci. Primo: mettiti le scarpe. Secondo: cerca le chiavi della macchina. Terzo: non dimenticare le chiavi di casa. Quarto: vai all'ospedale. Quinto: concentrati sulla respirazione. Sesto: ricorda di acquistare del mascara waterproof per essere sempre al top, anche in questo tipo di situazione. Ecco, chiaramente, trascorrerò almeno venti minuti nel bagno dell'ospedale cercando di togliere tutto il nero che mi colerà sulle guance.
Quando entro nella sua stanza, trovo Flor molto stanca ma anche molto sorridente. Mi fa segno di sedermi accanto a lei. - Cara Clara, non devi piangere! Avrebbe potuto andare peggio di così. Avrei potuto avere dei danni al cervello. Dio mi ha protetto, c'è ancora un futuro per me. Mi ha solo mandato un segno, lui pensa che non approfitto abbastanza del mio tempo libero e che guardo troppe serie in TV - . Chi ha detto che il cervello non è stato colpito? Ha visto la fine del tunnel e Lui le ha parlato o cosa? Flor è molto credente, ma così mi spaventa. Lancio occhiate interrogative a mia madre che non sembra preoccupata. — Flor, cosa ti fa pensare che sia stato a causa delle serie TV che hai avuto questo incidente? —le ho chiesto. — Sono molto credente, dico le mie preghiere, vado a messa, faccio l'elemosina, ecc., ma non aiuto abbastanza il prossimo. Lavoro troppo, decisamente troppo. È davvero l'obiettivo della mia vita guadagnare soldi? Devo davvero continuare a lavorare così tanto? Tua madre è in pensione, tuo padre anche. Ho l'età per andare in pensione, ho abbastanza risparmi. Sono giunta alla conclusione che Dio vuole che io aiuti il prossimo. Mi ha inviato un messaggio. E comincerò con te, Clara! Oh, che si calmi, pensa di essere investita da una missione divina o cosa?! Sono finita nel film L'Esorcista, lei aveva gli occhi quasi strabuzzati quando ha pronunciato il suo piccolo discorso. Mi rivolgo a mia madre, che mi dice in tono completamente naturale: — Clara, sei fortunata! Potrai passare del tempo con Flor in modo che possa aiutarti a trovare la tua strada. — Sì, a proposito Amalia, dovresti andare a prenderci un caffè —le suggerisce Flor. Quando mia mamma esce, ho un po' paura di stare da sola con Flor. Di colpo mi alzo e mi dirigo alla finestra, il posto il più lontano possibile dal letto. Fingo di guardare fuori, ma il mio radar interno studia tutti i movimenti nella stanza. Così vedrò se mi salta addosso per mordermi come un vampiro o cerca di uccidermi se il diavolo si è impossessato del suo corpo. Ma no, non succede nulla di tutto ciò, apre solo la bocca: — Finalmente ci siamo liberate di tua madre! Mi ha fatto tutta una predica sul fatto che non mangiavo abbastanza agrumi, frutti rossi, merluzzo e persino lenticchie. Ora starò attenta... Si direbbe che ti faccio paura... Vieni a sederti accanto a me. Dobbiamo parlare. Devo raccontarti una storia prima che mi succeda di nuovo qualcosa di brutto.
Mi ha parlato di lei, della mamma, del Guatemala, di Miguel e dei suoi genitori. Ha detto che voleva che conoscessi il maggior numero possibile di dettagli. In pochi minuti, ha fatto un riassunto della sua vita.
— Clara, non so perché abbiamo lasciato il Guatemala. Oggi ho più di cinquantotto anni e non so perché i miei genitori siano fuggiti dal paese. Questa storia mi tormenta da sempre. Devo parlarne con te, perché penso che abbia a che fare con tua madre. Una sera, quando avevo appena sedici anni, i miei genitori mi sono venuti a prendere in macchina al corso di danza. Erano silenziosi e avevano lo sguardo spento. Mia sorella —tua madre— se ne stava muta. Era scioccata, era appena successo qualcosa. Ho capito subito che non aveva fatto nessuna sciocchezza, ma che aveva vissuto qualcosa che un bambino non dovrebbe mai vivere. Ho immediatamente immaginato il peggio. Mi sono chiesta cosa le avessero fatto i miei genitori, ma anche loro erano strani. Avevano un'aria addolorata e turbata. Mio padre mi ha fatto sedere in macchina accanto ad Amalia, che mi ha spinto via violentemente la mano quando ho provato a prendere la sua per rassicurarla. Mio padre ci ha spiegato che dovevamo partire al più presto e che avremmo fatto un lungo viaggio. Ha insistito sul fatto che non saremmo mai tornati a casa, che il Guatemala non era più la nostra patria. Ho chiesto il perché. Mio padre ha detto che aveva trovato lavoro in un altro paese e che la nostra vita lì sarebbe stata molto migliore, che era un'ottima opportunità per noi, per imparare una nuova lingua, che ci avrebbe aperto le porte per il nostro futuro. Non ho avuto l'opportunità di prendere i miei effetti personali, i miei genitori si erano presi cura di fare la valigia per me. Io pensavo solo a Miguel, il mio ragazzo. Non volevo lasciarlo. Ho chiesto a mio padre se poteva venire a salutarci. Lui mi ha ribattuto con voce fredda che Miguel non era andato in vacanza come aveva sostenuto. Mio padre lo aveva visto con Melinda, una mia amica, che si tenevano per mano e si baciavano. E per di più in mezzo alla strada, che vergogna! Ero distrutta. Non ci credevo. Volevo andare da lui. Mio padre me lo ha proibito. Adesso che stavamo partendo, avrei potuto ricominciare da capo e incontrare un affascinante francese. Eh sì, stavamo partendo per la Francia. Amalia non mi guardava più negli occhi, fissava i miei genitori con odio. A partire da quel giorno, non ha più mangiato né dormito. Tanto che è andata in ospedale non appena siamo arrivati in Francia. Aveva solo sei anni! Non mi parlava più. Ho provato di tutto. Alcuni anni dopo, i miei genitori l'hanno mandata in collegio, dove ha avuto molta difficoltà ad integrarsi perché non parlava abbastanza bene il francese. Ha avuto problemi in così tante materie che ha dovuto migliorare la sua media grazie allo spagnolo, che parlava solo a lezione, per obbligo. Si è allontanata sempre di più dai miei genitori. Ho vissuto molto male questo periodo. Non ho mai saputo cosa fosse successo quella sera. Sia i miei genitori che mia sorella non mi hanno mai detto niente. Tua madre non ne parla ancora. Le ho chiesto se mio padre l'avesse toccata, se l'avesse picchiata, se qualcun altro le avesse fatto del male. Mi ha risposto solo che non era lei quella che aveva sofferto di più in tutta questa storia. Mio padre continuava a ripetere che non eravamo al sicuro in Guatemala. Nel suo testamento, si scusa per tutto il male che ci ha causato, consapevolmente o meno! Te ne rendi conto? Per tutto questo tempo, mi sono chiesta cosa sia successo quella sera. Non riposerò mai in pace finché non lo saprò. — Hai mai provato a fare delle ricerche o a contattare persone che potrebbero saperne di più? — Sì, ma non ho trovato nulla. La cosa più semplice sarebbe che tua madre parlasse, ma lei rifiuta categoricamente. — Non sapevo che avesse vissuto un evento così traumatico che l'ha segnata per così tanti anni, ma sapevo che mi nascondevate qualcosa. — Sai, è stata fortunata ad incontrare tuo padre. È stato grazie a lui che si è svegliata, se così si può dire. Le ha ridato il gusto per la vita. — Chi ha ridato il gusto alla vita a chi? —chiede mia madre con le mani cariche di muffin e caffè in bicchieri di carta. — Il nuovo amore di Clara —ribatte Flor facendomi l'occhiolino. — Non voglio saperne niente! E il tuo futuro, Clara? Hai avuto due settimane per pensarci e ora, con Flor al tuo fianco, riuscirai solo ad avere successo! Che cosa hai deciso di fare? — Parto per il Guatemala —rispondo. La decisione
Dopo il discorso di Flor, questa decisione mi è sembrata ovvia. La risposta che ho dato a mia madre mi è sembrata logica, è venuta dal profondo del mio cuore, dal mio istinto. Devo sapere. Non devo sapere solo per Flor ma anche per me stessa, voglio sapere di più sulle mie origini. Devo andarci, è ovvio. Esco immediatamente dalla stanza di Flor. Mia madre crede che sia stata lei a mettermi in testa quest'idea. Scappo dall'ospedale. Non posso restare. Non voglio ritrovarmi di fronte a mia madre e subire le sue invettive, i suoi sguardi incendiari o le sue riflessioni come - Non sarebbe meglio se ti iscrivessi a un'agenzia di lavoro interinale, Claretta? - Ah! - Claretta - , il soprannome che odio...
Di solito sono poco riflessiva nelle mie decisioni. Ma è la prima volta che sono davvero convinta di aver fatto la scelta giusta. A parte Flor, nessuno mi supporta in quest'impresa, ma è il solito vecchio ritornello. Persino i miei amici tentano di dissuadermi dal partire. Pensano tutti che tornerò dopo tre giorni, piena di disillusioni. Però la cosa più difficile è ignorare i commenti di mia madre. Lei non sopporta quando le tengo testa. Quando le chiedo perché non dovrei partire o se ha un valido motivo che potrebbe farmi cambiare idea, mi ignora. Ha capito che Flor mi ha raccontato la loro storia e ora ce l'ha con lei, ma non troppo perché Flor si sta ancora riprendendo e ha paura di perderla.
Adesso vi spiego un po' i miei piani. Dopo questa spiegazione, potrete solo essere della mia opinione. Ho bisogno di sostegno morale, perché le reazioni di chi mi circonda non sono quelle che mi ero aspettata, come vedrete. Essendo una lavoratrice alquanto instabile, non sono stata attiva abbastanza a lungo per ricevere qualche indennità dal nostro governo e sono troppo orgogliosa per chiedere aiuto e ricevere la RSA (e probabilmente troppo pigra per compilare i moduli). Quindi ecco il mio piano: approfitto dei miei piccoli risparmi che avevo messo via per la pensione, e che non ho speso in scarpe, per prendere un anno sabbatico. Posso anche essere una spendacciona, ma non ho mai toccato il mio libretto di risparmio! In sintesi, per un anno: non lavorerò a meno che il costo della vita non sia superiore a quello ho calcolato. Voglio ricordarvi che ho studiato contabilità, quindi so cosa devo aspettarmi. Al mio ritorno saprò, in pochissimo tempo, fare un programma per recuperare tutti i miei risparmi. Basterà uscire di meno, abbandonare il mio piano telefonico, quello di Internet, smettere di comprare vestiti, di mangiare patatine, smettere di andare al cinema, rimanere chiusa in casa... smettere di vivere insomma. Se finisco i soldi sul posto, ho due opzioni: • Lavorare come cameriera, nessuno controllerà le mie referenze; • Soluzione di emergenza: supplicare i miei genitori di prestarmi qualcosa.
Nota per dopo: non dire niente a loro prima ma solo quando verrà il momento.
I miei amici hanno avuto da ridire sul mio futuro finanziario. Non guadagnerò niente per un anno, quindi non contribuirò al sistema pensionistico, di conseguenza ritardo l'età della mia pensione. Questo è un argomento valido. Ma io non so cos'ha in serbo il futuro per me. Potrei incontrare un ricco ereditiere che assicurerà il mio stile di vita e non dovrò preoccuparmi di questi problemi monetari. Potrei essere investita da un'auto domani o morire in un attentato terroristico mentre faccio shopping. Penso che adesso o mai più sia il momento di fare qualcosa di folle. Non voglio che l'evento più emozionante della mia settimana sia quello in cui il fattorino mi porta la pizza margherita il sabato sera. È stato così fino ad oggi, ma ora mi sento rinascere grazie a questo progetto, e questa è una cosa molto positiva, giusto? Finalmente prendo in mano le redini della mia vita.
Passiamo al prossimo argomento avanzato dal clan anti-Guatemala (anti-Guaté per gli amici): non parlo spagnolo. Devo dedurre che i miei amici non mi credono abbastanza intelligente da imparare questa lingua. Altrimenti, dove sarebbe il problema? So di avere un certo potenziale che non sfrutto o lo sfrutto poco. Non sono (completamente) superficiale. Mi interesso solo di moda e dei suoi accessori. Ho dei vantaggi che la Signora Qualunque non ha, grazie al mio fisico, e sarei molto stupida a non approfittarne! Tuttavia, con grande sorpresa di qualcuno, anch'io ho un cervello. So anche come usarlo al momento giusto.
Nota per dopo: pensare di cambiare amici
E poi, non rimarrò a lungo senza farmi capire... perché sono di sicuro un tipo loquace. Così ho preso la decisione di iscrivermi a dei corsi di spagnolo non appena sarò arrivata, per non perdere tempo. Potrei conoscere delle persone, così non dovrò fare escursioni da sola nei fine settimana... sarebbe di un triste! In più, confesso che trovo la lingua spagnola molto sexy o sono i tipi latini che trovo sexy o i tipi latini sexy con un accento sexy. Se voglio risparmiare, probabilmente dovrò trovare un latino sexy che mi insegnerà lo spagnolo. Ho sempre sognato di avere un amore straniero! E mi insegnerà posizioni sexy quando indosserò la mia biancheria intima sexy e in effetti non imparerò nessuna nuova parola in spagnolo, perché so già dire - Oh siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! - in modo sexy.
Torniamo a noi... Gli anti-Guaté pensano anche che sia un paese pericoloso. Rispondo che tutto è relativo. Non è - secure - come l'Argentina, ma non vado neanche in Colombia. Dopotutto, dal momento che la mia famiglia è del Guatemala, è più giusto andare lì, altrimenti il mio piano per scoprire di più su di loro... beh, cadrebbe a pezzi. Non parto per capriccio. Ho voglia di rispondere: non sapete nemmeno situare il paese su una carta geografica, quindi... dovrei farmi convincere dalla vostra conoscenza sull'attuale situazione politica...? A dire la verità, penso che molte persone siano ben radicate nel sistema e non riescano a immaginare che si possa uscirne, anche solo per un anno. Il sistema non mi ama, si è visto bene con tutti i diversi lavori che ho provato a fare. Non riesco a vivere inquadrata. Sono stata troppo dipendente dai miei genitori. È tempo per me di prendere il volo, di affrontare le mie responsabilità e di dimostrare a me stessa che posso essere un'adulta. Uso la tecnica dell'affermazione. Mi ripeto frasi già pronte per convincermi della bontà della mia decisione. In ogni caso, questo sembra funzionare su di voi, dal momento che mi supportate già nel mio progetto! L'agenda
Mi sono comprata un'agenda. È da qui che si comincia quando si ha un elenco di cose da fare, o - to-do list - per i puristi. Ammetto di aver buttato giù alcune idee su dei fogli volanti, ma non li ho più ritrovati.
Un'agenda è importante. All'interno ci saranno i miei appunti per la preparazione del viaggio, ma anche una parte della mia vita, poiché ho intenzione di scriverci i miei pensieri durante il viaggio, sarà il mio diario di bordo. È stato difficile per me sceglierla. Non ne volevo una nera, poteva portarmi sfortuna. Il verde poteva significare che avevo grandi speranze per questo viaggio e che alla fine non mi avrebbe portato a nulla. Il rosso mi faceva pensare al sangue e alla violenza, il blu agli occhi di Benjamin. Il giallo mi ricordava mia madre, visto che è il suo colore preferito. La mia scelta finale è caduta su un'agenda rosa e marrone, marrone per l'avventura e rosa per le esperienze e forse l'amore!
Dopo alcune ore trascorse nei negozi per trovare il buonumore, mi metto al lavoro e inizio a preparare il viaggio. La parola chiave? Or-ga-niz-za-zio-ne. E cosa potrebbe esserci di meglio di un codice colore per differenziare le cose da fare rapidamente, come prenotare un biglietto aereo, da quelle meno urgenti, come acquistare un nuovo pareo per il lago Atitlán o per la spiaggia? Non ve l'ho detto? In Guatemala, si può fare il bagno nel Mar dei Caraibi! Spero di avere l'occasione di farci un giro.
La prima tappa del mio viaggio sarà Antigua. È la città dove sono nate Flor e mia madre. Hanno vissuto lì per alcuni anni prima di trasferirsi a Guatemala City. Ad Antigua frequenterò un corso di spagnolo. È più tranquilla della capitale e più carina, a quanto pare. Quando saprò cavarmela con la lingua, comincerò a girare. Spero di trovare qualche indizio ad Antigua, anche se Flor pensa che avrò migliori possibilità a Guatemala City. Ha scritto un elenco di nomi sulla mia agenda (l'avevo detto che dovevo comprarne una!) e alcune informazioni che li riguardano. Mi ha anche dato la sola e unica foto di Miguel che aveva e anche le foto della sua famiglia. Sapendo che sono una persona che tende a perdere spesso le cose, ho deciso di scansionare le foto e restituire gli originali a Flor. A volte, nonostante ciò che la maggior parte della gente pensa, riesco ad anticipare quello che potrebbe, sfortunatamente, succedermi.
Ecco l'elenco dei nomi, se vi interessa:
Miguel Sanchez: circa cinquantotto anni, ex fidanzato di Flor Lola e Franco Sanchez: genitori di Miguel Ernesto e Lucinda Corre: circa ottanta / ottantacinque anni, ex vicini di casa dei genitori di Miguel Melinda Luis: la fidanzata di Miguel all'epoca, intorno ai cinquantasette anni José Da Silva: il migliore amico di Miguel, cinquantotto anni
Vivevano tutti a Guatemala City, nel quartiere di Mezquital.
Flor aveva sempre detto che il suo amore di gioventù era morto. Semplicemente voleva evitare l'argomento. Mi ha raccontato che le aveva spezzato il cuore. Aveva sempre saputo che Melinda era pazza di Miguel. Ma lei era lungi dal pensare che lui flirtasse con due ragazze contemporaneamente. Era rimasta delusa e aveva deciso che non ne valeva la pena e che lui, per lei, era morto. Nel profondo, tuttavia, spera che lui rimpianga di non averla scelta. Dato che io vado sul posto e lei è curiosa per natura, vorrebbe che trovassi la risposta a queste due domande: è sposato con Melinda? Ha dei figli? Flor si è appena iscritta su Facebook per vedere com'è diventato, ma senza successo. Ci sono centinaia di persone con lo stesso nome di Miguel. Andare lì e indagare sembra la soluzione più semplice.
Ma prima ho bisogno di un piano di attacco per preparare il mio viaggio e cosa c'è di meglio che scriverlo sulla mia agenda?
Primo passo: informarsi sul Guatemala
Devo imparare qualcosa sul paese. Non sapevo che c'è una stagione delle piogge e il periodo migliore per andarci è da novembre a febbraio. È perfetto, partirò ad ottobre, sono a cavallo. Le notti sono fresche nelle zone più elevate. Dovrò vestirmi più che altro come d'estate ma prevedere dei pile per la sera. Non sto scherzando. Sì, esatto, parlo di quelle maglie che si mettono per passare il tagliaerba o andare a caccia. All'inizio ero molto scettica, ma ne ho visti di moderni con cappuccio e di colore rosa. Confesso di essermi un po' rassicurata. Certo, sto partendo per un'avventura, ma non voglio nemmeno sembrare un sacco!
Secondo passo: la guida di viaggio
Ce ne sono così tante! Naturalmente ho scelto quella che contiene il maggior numero di immagini ma anche la più sintetica. Faccio affidamento sulla gente del posto e su Internet per raccogliere informazioni e consigli sui luoghi da visitare. In un anno dovrei avere il tempo sufficiente per conoscere a memoria il paese! Approfitto della mia visita in libreria per acquistare una super penna da viaggiatrice che pesa solo pochi grammi. Fortunatamente pesa così poco, visto che i produttori di cosmetici non prestano molta attenzione al peso... così spero di non superare i venti chili richiesti. Ho anche messo gli occhi su un mini-dizionario e una mappa del paese, potrò segnare lì le mie tappe.
Terzo passo: il biglietto aereo
Ho voluto acquistarlo il prima possibile e che non fosse né sostituibile né rimborsabile. Un altro modo per fare pressione su me stessa e non potere tornare sulla mia decisione! Non ho preso un biglietto di andata e ritorno, non sapendo per quanto tempo starò lì. Questo si chiama biglietto aereo aperto. Se ne imparano di cose navigando su Internet!
Quarto passo: le questioni amministrative
Non voglio farvi alzare gli occhi al cielo, ma è una tappa obbligatoria. E se tu, lettore, devi partire per un'avventura, ripenserai alle preziose informazioni che ti fornisco qui. Ho deciso di partire senza richiedere un visto. Se rimarrò lì per più di tre mesi, che è quello che attualmente presumo, dovrò andare dalle autorità locali e occuparmene a tempo debito. Dato che sono una fifona, potrei anche tornare da mamma e papà dopo cinque giorni... Quindi per il momento, nessuna spesa che potrebbe rivelarsi superflua in seguito. Ho fatto delle copie di tutti i miei documenti. Me li sono anche inviati via e-mail per essere sicura di non perderli. Nella mia borsa da viaggio, ho messo un foglio di carta con il mio indirizzo, ben visibile. Se il mio bagaglio viene smarrito, può essermi restituito più facilmente. Ho dovuto immergermi in un mondo completamente sconosciuto per me: le assicurazioni. Ho ritrovato tutti i contratti che avevo firmato e che ora devo sospendere. Stavo ancora pagando per un'auto che non possiedo più da due anni. Poi, mi sono dedicata a tutti i miei abbonamenti: tra giornali, Internet, telefono, la scatola di cosmetici che mi arriva ogni mese, non sapevo più dove sbattere la testa.
Quinto passo : check-up medico
Secondo i miei amici globetrotter, sembra che prevenire sia meglio che curare. Non volendo ritrovarmi sulla poltrona del dentista in Guatemala a farmi togliere i denti senza anestesia e in pubblico (è così che mi sono immaginata la cosa), sono andata a fare un piccolo controllo prima di partire. Il medico di base, da parte sua, mi ha dato un intero elenco di vaccini da fare, compresa la rabbia, a causa del numero crescente di cani randagi presenti lì. Ho sbagliato con le tre iniezioni, avrei dovuto segnare i miei appuntamenti in agenda. La seconda iniezione è una settimana dopo la prima... e io ho completamente dimenticato di tornare dal dottore, quando in teoria non ho altro da fare. Risultato, ho dovuto vaccinarmi di nuovo. Il cane che mi morderà non apprezzerà la composizione del mio sangue, proprio come le zanzare, d'altra parte! Gli ho anche chiesto un consiglio per prepararmi un kit di medicinali, che non deve occupare più della metà della mia borsa, perché ci sarà anche il kit per il trucco che probabilmente userò molto più spesso! Il medico mi ha prescritto dei farmaci di cui non avevo mai sentito parlare. Sembra anche che non dovrei mangiare frutta e verdura se sono state lavate con dell'acqua di cui non conosco l'origine. Gli effetti collaterali mi rovinerebbero le vacanze... Mia madre me l'aveva già consigliato, ma ho deciso di ignorare tutti i suoi consigli solo per principio. Ammetto anche che non pensavo che ci fossero ancora paesi in cui l'acqua che esce dal rubinetto non è potabile... Queste cose posso confidarle solo a voi, non le direi mai a voce alta. Passerei per un'idiota. Il medico mi ha consigliato di sottoscrivere direttamente un abbonamento 3G quando arriverò sul posto. Dovrò installare un'applicazione sul mio telefono per tradurre simultaneamente ciò che le persone mi diranno. Questo eviterà che mi taglino la gamba sbagliata, se finissi in ospedale... Ho intenzione di sottoscrivere l'abbonamento, io sono una donna moderna e sensata!
Nota per dopo: non dimenticare di prendere il mio telefono vecchio, non voglio farmi rubare il mio iPhone! Altra nota per dopo: se non prendo il mio iPhone, come farò a ricordarmi di prendere la pillola senza la mia app super pratica che me lo ricorda ogni sera?
Sesto passo: rifarmi il guardaroba!
Sono andata in negozi dove non avevo mai messo piede prima. È così che ho scoperto l'esistenza di pile moderni. Mi sono comprata una torcia, dei vestiti color savana, delle infradito, un costume da bagno sexy, un sacco a pelo piccolo ma che tiene caldo, degli occhiali da sole da star, un materassino (ne esistono alcuni che non hanno tutta la lunghezza del corpo. Arrivano fino alle ginocchia e occupano meno spazio) e ovviamente un ottimo zaino da trekking! Le scarpe da ginnastica non erano molto belle, quindi ho rinunciato. Le comprerò sul posto se ne avrò davvero bisogno. Mi sono comprata degli asciugamani che ci stanno quasi in tasca e sono ultra-performanti perché si asciugano in pochissimo tempo. Sto scoprendo un nuovo mondo! Ho aggiunto nel carrello: una giacca a vento, un sapone senz'acqua, pantaloni da pioggia, biancheria intima termo-non-so-cosa che mi permetterà di non avere freddo. Mi è costato una piccola fortuna, ma sembra che sia meglio prevedere troppo che troppo poco.
Settimo passo: rimpinguare le mie finanze
Per aumentare le mie possibilità di evitare di lavorare durante il mio anno sabbatico, ho deciso di cercare nei miei armadi se avessi oggetti da vendere. Vestiti, libri, cd, dvd ed elettrodomestici da cucina che non ho mai usato, tutto è stato passato in rassegna. Vi sento sorridere. Quindi non sono l'unica ad aver comprato una yogurtiera, perché gli yogurt che fa la mia amica Emmie sono deliziosi! Avete ceduto anche voi al fascino della gelatiera che esce una volta all'anno, quando tuo cugino torna a trovarti e ti porta un buon gelato agli M&M's? Ho anche la macchina del pane (MAP per gli amici), un bellissimo e nuovissimo frullatore nella sua confezione originale, delle marmittelle in ghisa che userei solo sotto tortura (potrei tenerle, sono ancora di un rosso super trendy e danno un tocco di vita alla mia cucina!), ho anche uno stampo per mini torte salate, una macchina per fare la pasta. In breve, ho l'intero arsenale della cuoca perfetta, solo che... non cucino. Sono una serial-shopper e non solo per i vestiti!
Ho fatto il giro dei miei armadi, ma non riesco a rassegnarmi a cedere i miei vestiti a una terza persona. Loro fanno parte della mia famiglia. Non posso abbandonarli in quel modo. Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te! Allora, ho solamente messo da parte gli abiti che non ho mai indossato, come questi leggings in pelle, questa gonna con i lustrini che fa male agli occhi talmente brilla e anche delle ballerine con paillettes e persino un cappello in stile bavarese con rose e piume.
Per la mia collezione di DVD, è stato molto semplice... non li guardo mai. Va bene essere romantica, ma non sopporto tutti questi film per ragazze che ricevo a Natale, quindi - bye bye - ! Poi ho organizzato pomeriggi e serate a tema con i miei amici, dove potevano venire e comprarmi alcuni oggetti mentre ci gustavamo un bicchierino (così ho svuotato le mie bottiglie). Guarda caso, non avevano più riserve sul mio progetto una volta che avevano tra le mani un frullatore quasi gratis. Mi sono sbarazzata di tutto ciò che volevo vendere. A volte abbiamo dovuto contrattare parecchio ma, per lo meno ho raccolto abbastanza per sentirmi un po' più sicura finanziariamente. Alcuni di voi borbotteranno che un viaggio come questo va preparato con largo anticipo, che ci vogliono un sacco di soldi, ecc. Avete ragione, ma vorrei ricordarvi che il mio piano B è lavorare. Il vantaggio? Ve l'ho già detto: posso mentire sul mio CV, nessuno controllerà! Il rovescio della medaglia? Se faccio la vera Clara... non riuscirò a mantenere il lavoro a lungo. Ma questa è un'altra storia.
Dato che non vivrò nel mio appartamento per un po', ho deciso di subaffittarlo. Avrei potuto inviare una lettera al proprietario nei tre mesi precedenti alla mia partenza e restituire le chiavi ma... Primo: non sapevo ancora che sarei partita; e secondo: significava che avrei dovuto portare i miei effetti personali a casa dei miei genitori, mentre così, il subinquilino sa che è una situazione temporanea e non si offende se tengo un armadio (o due) per me. Questo subinquilino è stato trovato tramite i social network o piuttosto riscoperto grazie a loro. Sono iscritta a tutti quelli che esistono oggi e, contrariamente a quanto pensa la gente, beh non si tratta solo di raccontare la tua vita e di - mettere like - su ciò che fanno gli altri. Ho semplicemente informato i miei amici virtuali e i miei amici veri che il mio appartamento era libero per un periodo che avrebbe potuto andare da tre mesi a un anno. Sono anche riuscita a guadagnare cinquanta euro sull'affitto mensile, il che non è niente male! Salta fuori che il nuovo inquilino è uno dei miei ex. Vi ricordate il famoso Benjamin dell'inizio della storia che, come ogni macho che si rispetti, se ne era andato dopo due torride notti... beh, eccolo di nuovo! Avreste dovuto vederlo come provava ad ottenere del sesso facile, del tipo - un'ultima volta prima che tu parta - ; - Sei cambiata così tanto dall'ultima volta che ci siamo visti... sembri più libera, più rilassata, più donna... - Il rospo... ma cosa crede? Voi immaginate che io sia caduta nella sua rete? Che io sia debole? Ma c'è un lato positivo. Potrei fare sesso dopo il viaggio, non tutto è perduto. Anch'io posso essere una ragazza che non vuole relazioni stabili e può avere più uomini contemporaneamente nella sua vita.
Nota per dopo: non dimenticare di scrivere e-mail a Benjamin durante il mio anno in Guatemala! Altra nota per dopo: non dimenticare di scrivere nelle e-mail a Benjamin che sono una ragazza indipendente e libera
Ottavo passo: il programma
• Uno o due mesi di corso di spagnolo nella città di Antigua; • Visita di Guatemala City e ricerca in loco di informazioni sulla mia famiglia; • Visite della regione intorno al lago Atitlán, della città di Chichicastenango e il suo famoso mercato, visita di Tikal e delle sue piramidi.
Indubbiamente ci sono ancora molte cose da scrivere su questa agenda, ma per il momento devo concentrarmi sull'annuncio della mia partenza più che imminente ai miei genitori... Mi credono ancora in modalità - colpo di testa - , ma io sono già passata al concreto. |
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