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Autore: Francesco La Tessa
Le tue caviglie
Thriller Erotico
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Le tue caviglie
Non sono neanche certo di dove sia avvenuto l'omicidio. Mi ricordo che in quel periodo avevo diversi incarichi e lo stress di tutte queste situazioni vissute doveva essere stata di certo una delle cause della mia decisione di lasciare tutto.
In questo momento mi trovo a Napoli, e ho già fatto
la mia scorpacciata di mozzarella. Non ricordo però se
Michael Do, sia morto qui sul lungo mare di Via Caracciolo,e questo significherebbe quando sparai dal castello, o sul lungo Lago di Lugano e cioè quando sparai da quell'alberghetto con la vista spettacolare.
Devo concentrarmi e pensare, rivisitare il tutto.
Ricominciamo. Il primo contatto con la madre di Do
è avvenuto per caso, in una palestra. Lei, Andrea, si accascia per un improvviso dolore alla caviglia destra,
forse per via di una storta. Io me ne accorgo, l'avevo già notata e spiata durante il suo allenamento, il tutto con l'utilizzo preziosissimo della vista laterale, meglio nota come coda dell'occhio, quella che senza puntare l'obiettivo ti permette di scrutare i satelliti la notte. Provaci. Salverai la faccia e potrai scrutarne ogni movimento e ogni lineamento che ti resterà impresso per sempre quale suggerimento speciale per i tuoi sogni bagnati e le tue seghe speciali. Mi avvicino per soccorrerla, il dolore sembra forte e le chiedo .
Mentre le prendo la caviglia e comincio a massaggiare
E lei Cazzo! Penso. Non mi sono neanche reso conto. Le prendo l'altra caviglia e comincio a massaggiargliela. Dev'essere questo il motivo di un ricorrente sogno erotico fatto in questi anni. Io le massaggio la caviglia, lei mi guarda maliziosamente come fece allora, io divento di vari colori e la mia è un' espressione sempre più imbarazzata. Più aumenta l'eccitazione, più la mia espressione diventa imbarazzata ed il suo sorrisino da stronzetta sempre più malizioso, finché ti lascio immaginare il seguito.
Cercherò di essere più dettagliato in un secondo momento, ma nel caso in cui mi dovessi dimenticare, meglio che ti lasci un paio di input, tanto per capire di cosa stiamo parlando.
Il pene è al massimo della sua eccitazione, lei comincia a massaggiarlo col piede sano e cioè il sinistro. Indossa una calza a rete e quella calza nel giro di pochi minuti diventerà un preservativo. E poi si parlava di sogni bagnati per cui la conclusione è scontata.
Non si può dire che nella realtà sia andata diversamente. E' mancato il finale certo. Ma ora che l'ho incontrata di nuovo ed il mio obiettivo è al sicuro, finalmente avrò l'occasione di trasformare quel sogno in realtà.
Non prima d'averne portato a termine un altro più importante.
Immagina un mondo nel quale irrompano insurrezioni
rivolte e proteste d'ogni tipo.
La situazione era già iperpreoccupante allora e adesso
è diventata insopportabile per l'intera popolazione mondiale. Tutti sembrano aver capito di essere vittime di un sistema che sta implodendo e crollando per via della bieca ambizione di quei pochi signori che nel nome della crescita hanno avidamente compromesso la sopravvivenza del genere umano, perseverando in una politica deleteria anche per se stessi.
Lo scenario è questo, la gente è per strada e distrugge le cose, vive alla giornata e combatte contro quei pochi esponenti delle forze dell'ordine rimasti al servizio di un potere che non esiste più.
Anche i miei ristorantini in Brasile, nati successivamente al quel primo cambiamento di cui ti parlavo, non avranno più motivo di esistere.
Il problema è di facile intuizione. La situazione è
figlia di un banalissimo malinteso. La forza lavoro,
e quindi i dipendenti, e quindi gli schiavi di tutto il mondo, stanno per essere rimpiazzati dalle macchine, e questo inizialmente viene vista come la più terrificante della minacce. In realtà lo stesso strumento approvato dai potenti, che aveva come unico scopo quello di spaventare e far sì che il dipendente temesse ogni giorno di perdere il lavoro, rinunciando così ai propri diritti, e accettando di rimanere strozzato dalle tasse sempre più numerose e sempre più alte, si stava rivelando un bene, e la tecnologia stessa stava per auto candidarsi ad unica soluzione possibile e risolutiva per il resto dell'umanità.
Le macchine avevano incrementato autonomamente i
loro servizi, ciò significa che a breve si sarebbe verificata una disoccupazione di massa su tutto il pianeta, almeno per come concepiamo noi la disoccupazione oggi, e di conseguenza sarebbe sparita, d'un colpo, la colonna portante dell'intero sistema, il consumatore, poiché ogni dipendente che percepisce un salario di solito questo salario l'impegna affinché l'economia giri.
Con l'introduzione delle macchine che ormai sono protagoniste ovunque, si sarebbe verificata la più grande crisi di tutti i tempi, per un po'. Ma alla fine di tutto questo, il risultato è inevitabile, nonché unico possibile. Niente più salari, niente più spesa, niente, più shopping, niente mutui, niente prestiti, e quindi la cancellazione di ogni credito, e di ogni debito. L'economia che non gira più. L'implosione totale.
Il crollo inevitabile, spettacolare e meraviglioso, del sistema monetario e delle banche centrali, fondo monetario e compagnia bella. Niente di tutto ciò sarebbe stato più necessario.
Stavano per capirlo ormai quasi tutti, alcuni spontaneamente e impavidamente abbandonando il proprio lavoro per dedicarsi alle azioni rivoltose, purtroppo a volte inutilmente violente, e alle varie dimostrazioni e manifestazioni da organizzare. Anche tanti dipendenti, che una volta lavoravano al servizio di questo sistema così strutturato e dei Signori che lo controllano in parte ancora oggi, ancora per poco, impiegati di banca, esattori delle tasse, e poliziotti, soldati, stavano disertando il sistema e sul punto di passare, quasi tutti, in alcuni paesi del mondo, dalla parte dei rivoltosi per diventare anch'essi rivoltosi a loro volta, ovvero di nuovo esseri umani, finalmente. La mia crisi, il mio cambiamento viaggia parallelamente con tutto questo.
Sto cambiando io, così come sta cambiando il mondo.
La vera redenzione di tutti noi è alle porte, ed il bello
di tutto ciò, è che altre soluzioni non ce ne sono.
E' una questione di sopravvivenza. Le risorse prima o poi finiranno. L'ottimizzazione delle stesse e la gestione sono l'unica speranza. Energie alternative, pulite o rinnovabili o in qualsivoglia altro modo le si voglia chiamare etc Questo sarebbe stato impensabile tempo fa. Il limite oltre cui gli economisti non riescono mai ad andare. < Non puoi spezzare una catena di produzione o montaggio. Finché il sistema è controllato dalla moneta è inevitabile che lo scopo di alcuni resti il profitto e che l'economia debba girare per questo e a discapito di tanta gente che è costretta vivere male e soffrendo. Puoi divertirti per un po' nel fare il fico e fingere che ti interessi l'ambiente ed attutire, ma sai bene di quanto sia ipocrita il tuo stesso atteggiamento> Mi legge Louisiana
con voce suadente mentre siamo distesi in terrazza sulle mini sdraio, l'uno di fronte all'altra, e mi massaggia lentamente il pene in erezione col piede sinistro fino a farmi arrivare. Era un libricino sconosciuto di macro economia scritto da un'altrettanto sconosciuto professore benemerito,
di cui neanche ricordo il nome, ma meritevole, di almeno 2 degli avvenimenti piacevoli di questa giornata.
. Ed è lì che arrivai
come non succedeva da tempo, incapace di trattenere i 3 schizzi che finirono in sequenza, prima sui seni di lei che intravedevo attraverso quella maglietta aderente che amavo tanto, il secondo un po' sulla copertina di quel libro e un po' sulla mano che lo reggeva, ed il terzo, sulla sua pancia, in prossimità dell'ombelico, tra l'ombelico e il fianco destro, che d'istinto tirò in dentro rendendo la visone ancora più eccitante.
Economia ed ecologia dunque.
Io dico l'una o l'altra. Niente ipocrisie. Grazie.
Andatevene a farvi fottere voi e le vostre finte
politiche ambientaliste. Cominciate a rinunciare
ai vostri beni materiali, alle vostre comodità, alle vostre partite di calcio di questo cavolo, al benessere dei vostri figli, e andate per strada, voi che guadagnate 7/8 mila euro al mese e che credete di essere dei privilegiati, per poi rendervi conto che anche voi siete di questa barca esattamente come gli altri, dopodichè riuscirete ad acquisire, con ogni probabilità, e soltanto ai miei occhi, un 30/40% di credibilità in più.
Ora sono di nuovo in auto, con Lou. Si discute. Si urla.
Non ricordo neanche a proposito di cosa, ma a volte, la verità è che fingiamo di litigare perché c'è chi si diverte così. Ed io A volte si discuteva in totale disaccordo su argomenti diversi che sembravano non avere alcun nesso. In realtà confinavano appena e laddove avessimo trovato il confine avremmo capito di essere sulla stessa lunghezza d'onda e che il mio parere non si scontrava col suo. Al momento della discussione la percezione era che io dicessi la mia su di un argomento e che lei ribattesse dicendo la sua su di un altro come se fossero pareri diversi. Era divertente. Serviva a renderci speciali. In altre parole, ciò di cui si parla non è importante quanto lo siamo noi. Con lei è sempre andata così, e lo sarà sempre, immagino.
Ora l'atmosfera è quella dell'intimità del dopo grande
spettacolare supersesso. Lei mi guarda, sorride intenerita e poi sempre di più, finché il sorriso si trasforma in una risata, mentre siamo stesi di sguincio uno di fronte all'altro ed io tra una frase e l'altra le sbaciucchio le guanciotte famose. .
E mentre lo dice, penso a quanti automobilisti
teste calde siano fortunati per strada. Penso al tizio
nel quale ti capita di imbatterti ogni tanto per strada
che ti suona il clacson nelle orecchie o che ti tampina
coi fari abbaglianti per poi cominciare a gesticolare ed imprecare istericamente e ad insultarti, o di quello che ti da dell'idiota, se a causa dello stress o della stanchezza, dovessi appoggiarti col paraurti della tua auto al parafango della sua in occasione di una manovra di parcheggio difficile,
e penso a quanto siano fortunati ad avermi incontrato oggi e a cosa gli sarebbe successo 7 anni fa o ancora peggio 4.
Come minimo sarebbero finiti in ospedale per mesi con prognosi riservata. Mentre oggi sono qui ad incassare gli insulti e con grande soddisfazione per essere riuscito a farmeli scivolare addosso, provo grande rispetto ed ammirazione per quello che sono diventato. Certo a volte è dura, perché di teste di cazzo se ne trovano tante per strada alla guida di un'auto, gente attaccabrighe che se la va a cercare e che a volte sembra riesca a trovare in quello di litigare in giro, l'unico metodo valido a scacciare l'insofferenza del vivere quotidiano. Bene, con questi è facile, ed è ancora più divertente di quanto non sarebbe stato tempo fa ucciderli con un solo pugno.
E' un metodo che consiglio a tutti.
Quando ti fissano o ti insultano perché ritengono che
stessi andando troppo piano e che ti dovevi spostare,
devi indicare altrove nel vuoto, come a voler scaricare la colpa su qualcosa che non esiste, su di un' entità nascosta
nel vuoto a cui attribuire la colpa di tutta questa situazione. Oppure, allargando le braccia e inclinando il busto in avanti e spalancando gli occhi per tergiversare e col solo aiuto del movimento del corpo sconnesso e privo di significato sull'accaduto. In entrambi i casi l'aggressore non troverà più alcun appiglio perché sarai riuscito a confondergli le idee. L'obiettivo è destabilizzare la sua inclinazione omicida e rimettere tutto in discussione nella sua testa o in ciò che ne rimane. L'importante è convincersi del fatto che, pur essendo una testa di cazzo ed un tipo adatto ad alterare la tua suscettibilità, tanto che anche tu vorresti fargli del male, è anch'egli da considerarsi a tutti gli effetti una vittima di questo sistema e quindi qualcuno a cui va concessa almeno una possibilità.
E semmai dovesse capitarmi qualcuno che ha già oltrepassato i limiti della normalità ed è già un criminale poco disposto a lasciarsi ingannare da queste mie tecniche di depistamento, allora sarò costretto a uccidere, ma lo farò non prima che mi abbia aggredito e davanti a testimoni così che almeno si possa invocare la legittima difesa.
Tanto per intenderci, in passato, io, sottoscritto, Lamon + tanti altri nomi di cui vi dirò in seguito, sono stato una specie di arma letale, un robot dalle sembianze umane a conoscenza di ogni arte marziale, ogni strategia e tecniche di guerra. Avrei potuto affrontare il peggiore degli agenti dell'intelligence o di qualunque altro cavolo di servizio segreto, cosa che peraltro temo d'aver fatto, e massacrarlo in pochi secondi.
Ero una macchina di distruzione. Non ero un vero essere umano. Lavoravo per i più potenti infondo.
Più sei potente, più forte sarà il tuo samurai, perché
te lo potrai permettere.
Tornando a Lou, e alla nostra conversazione, me la ricordo mentre dopo una strana pausa di riflessione, in seguito a ciò che le avevo appena detto: Pausa

meriterebbe di morire>







Quando l'atmosfera è quella dell'intimità più sincera,
dopo che il sesso è stato bello e la soddisfazione reciproca, non hai nulla di cui vergognarti, neanche delle porcate più incredibili che puoi aver fatto, tanto più che il partner era tua moglie o tuo marito, e che per l'occasione te ne eri quasi dimenticato o dimenticata, come se avessi fatto l'amore in un'altra dimensione parallela a quella dei problemi del mondo, ma lontana anni luce. Puoi dire tutto, persino la verità. Sei finalmente libero.

Che una frase l'abbia detta io o lei, poco importa, fai tu.

Stimolo Joe parla alla radio:
Tornando a quel momento super intimo e sincero
Mi sussurra
mentre me ne accarezza una. Non ricordo quale.
hai dato uno schiaffo...>


Ed io


Sorridiamo
Ora non siamo più distesi su di un letto di riso, ma sospesi nel vortice delle nostre riflessioni e delle nostre pause necessarie a quei momenti di inevitabile insofferenza durante i quali sai bene che pur essendo una brava persona, potresti esplodere ed uccidere chiunque ti capiti sotto mano. Ci guardiamo e pensiamo che anche se solo per assecondare quel momento di follia potremmo lanciare, lei lo specchietto che sta usando verso di me ed io il telecomando del televisore verso di lei. Non abbiamo litigato. È l'inquietudine del vivere quotidiano che schiavizza gente come noi. Non lo fai davvero. Ma per un attimo ci pensi. E se ora l'uccidessi? E' un gioco. Come quello della monetina, che rientrerà in ballo presto in questa nostra storia. Presumo.
Poi c'è lei che scoppia a ridere. Strano che per un attimo
mi sia sentito aggredito. Disarmato, non avrei potuto far altro che riconfermarle quella terribile verità. Aveva provato a scrutarmi e sembrava avesse capito. Ce l'ho ancora impressa quell'espressione.
Consapevole, rassegnata, e malinconicamente sopraffatta dalla mia volontà di nascondere tutto.
Poi smette di sorridere ed incuriosita, mentre diventa
seria, e mentre mi accarezza e mi bacia la mano, il che mi provoca un'istantanea eccitazione interiore e parzialmente esteriore, presumo per via del mio vanitosissimo ego che viene stuzzicato, e continua a voce bassa. .
Perentorio e definitivo, proprio perché recitato con la calma di un elefante indiano a cui è stata rimossa la memoria.
Lei è seduta in prossimità del suo mini regno fatto di specchi e trucchi che non usa in modo eccessivo perché non serve, ed io sulla sedia di fianco, anche se ci diamo quasi le spalle per poi guardarci solo mentre ci parliamo. Il ventilatore impostato alla velocità minima ci guarda dal soffitto, una candela è accesa da qualche parte perché a lei piace così, le vestaglie sono allacciate alla buona, l'odore di germogli e l'aria che è quella fresca di fine estate, sono una cornice di cui non colgo tutta la bellezza, forse per conservarne un po' da regalare a momenti come questo. Momenti di grande solitudine e di grande espiazione.
La Tv era accesa. Davano un documentario sull'anoressia. O forse era una sfilata di moda. Non ricordo bene. Ma in seguito ad uno zapping frenetico che cominciai per toglierci dall'imbarazzo, mi soffermai per un po' su di un edizione straordinaria del Tg. Ancora una volta c'erano le rivolte in primo piano e c'erano stati dei morti. Tutto ciò ovviamente
veniva condannato dai mass media, che di regola devono fare il gioco del potere e tutte le volte che si può, mistificare e capovolgere i significati, oppure quando non lo fanno, fingere di non essere condizionati e fare l'esatto opposto.
Quello di cui non si parlava mai, e di cui si parla in questi giorni, è il volta faccia degli ex fedelissimi e cioè delle forze dell'ordine.
Attenzione. L'alternanza continua che avviene tra l'uso del passato e quella del presente storico sono inevitabili perché è così che viaggia il mio cervello. Purtroppo.
La mia vita può essere vissuta solo se l'obiettivo è quello di trovare un legame ed un nesso tra tutte le cose.
Internet è un buon veicolo.
Navigo, rinavigo e navigo ancora.
Non vedo l'ora di tornare in Hotel per navigare un po'
.
Il ragazzo alla reception è lento nel darmi la chiave
e con voce imbarazzata mi ricorda che come da accordi devo pagare in anticipo settimana per settimana
Io neanche ci avevo pensato

Recupero i soldi sparpagliati tra le varie tasche: sono 1000. Prendo la chiave e vado

Avevo dimenticato il resto
Mi da 300 euro di resto.
Non li prendo ma ad occhio mi rendo conto all'istante
dell'errore
Gli dico e alzo lo sguardo
Lui rimane a guardare i soldi, incredulo. Credo d'averlo ipnotizzato. Alcuni soffrono molto questa mia strana personalità e si lasciano confondere ed imbrogliare dalla sola mia presenza. Vanno nel pallone. E' sempre stato così. Anche quando avevo una faccia diversa.
<770 euro, 7 notti. Mi devi 230 di resto. 300 è troppo>

E mi da il resto esatto.
Mi avvio verso l'ascensore

Alzo il braccio mentre vado via. Sono troppo stanco per voltarmi e risalutare. E penso che non sentivo la parola accipicchia dal 77, credo. Ero un bambino. Mi pare d'averlo sentito allora l'ultima volta.
E' bello essere una persona onesta. Per quello che può
valere il denaro ad una tacca dalla più terrificante rivoluzione interplanetaria di tutti i tempi che trasformerà questi pezzi di carta in pezzi di carta e i pezzi di merda in pezzi di merda.
Sul web puoi trovare qualsiasi realtà non avresti mai neanche minimamente immaginato. Le cosiddette bufale. Ovvero verità indicibili di cui altrimenti non sentiremmo mai parlare al notiziario delle 20.
Ed è questo il fascino della rete. Se la bufala più terrificante di tutti i tempi è una cosa che, anche fosse vera sarebbe assolutamente improponibile, in base a quali prove posso darla per certa come bufala piuttosto che come verità assoluta?
Esempio. Questo filmato realizzato da grafici esperti,
tecnici e videografici fotografi etc dimostra di come
non solo l'attentato alle Torri Gemelle sia il frutto di una cospirazione interna e quindi di un complotto,
ma che i media avessero preso parte all'inganno
realizzando un filmato fittizio teso a mistificare storicamente l'evento, poiché nel filmato si dimostra
che nei servizi televisivi, non privi di errori, quegli aerei non fossero davvero aerei, ma missili.
Ora, se questa verità non fosse una bufala, sarebbe una verità non semplicemente scomoda, ma una vera
bomba atomica che i potenti di questo mondo, alcuni dei quali erano i mandanti dei miei delitti, vedrebbero cadere su se stessi. Ed è per questo che non ne sentiremo parlare mai da nessuna parte se non sul web. Ma allora se questo è vero, come faccio a essere sicuro che questa cosa sia falsa?

La gente stava capendo il trucco. Internet, nata come mezzo di diffusione di informazioni per i più, si stava rivelando il peggior nemico del sistema stesso.
Era un robot impazzito che cominciava a muoversi autonomamente e a pensare diversamente
Noi tutti eravamo il robot impazzito.
Tutte le strategie necessarie a tenerci buoni, la politica e i politici che tengono i loro discorsi al fine di tenerci tranquilli, gli avvenimenti di cronaca nera. Omicidi, attentati, talk show nei quali si parlava di queste cose con l'ipocrisia e la crudeltà di cui si serviva chi controllava il tutto.
Lo sport e i terrificanti minuti di silenzio in onore di questa o quell'altra vittima per poi riprendere lo spettacolo fingendo d'aver provato compassione, col politico di turno o presidente di qualsivoglia nazione del cavolo che promette vendetta nei confronti dei presunti cattivi. Gettarci fumo negli occhi. Distrarci con l'avvenimento sportivo o col minuto di silenzio che l'anticipa? Entrambe le cose di certo sembravano efficaci e funzionali a tenere vivo l'ingranaggio.
Stimolo Joe in una delle sue invettive continua:
.
La solitudine di una stanza d'albergo che affaccia su di uno spaccato fatto di roccia di tufo ed acqua, con l'aria condizionata che non va e la temperatura che si aggira attorno ai 27 gradi, seppure fuori sia ancora viva quella strana brezza di fine estate ed un leggero ticchettio di una pioggia che stenta a diventare il solito temporale estivo, una sigaretta non ancora accesa, pensieri confusi che mi riportano indietro a quando ero bambino, mentre cerco di ricordare qualcosa circa le mie speranze, i miei desideri svaniti, mi sembrano gli elementi che più di altre cose vale la pena registrare.
I miei giochini, tra cui quelli delle monete, ed i miei sport, tra i quali la corsa per le scale, di cui ti riparlerò in seguito.
Il tutto, provando a ricordare quali fossero state le mie prime emozioni, la prima caduta dalla bicicletta, la prima volta che stavo per affogare, la prima volta che ho accettato la prepotenza altrui, e i miei pensieri più segreti riguardo alla mia particolare inclinazione di guardarmi attorno pensando , la mia Rosebud, il mio rifugio segreto, il mio lenzuolino porta fortuna che abbracciavo nel sonno, il mio piccolo mini omino amico invisibile, la prima volta che mi accorsi di quanto la caviglia ed il piede di una donna possono essere meravigliosi se rispondono a certi requisiti, e di come fui rapido nel comprenderlo e farlo mio etc. etc. etc.
E' arrivato il momento si sfogare la mia rabbia e lo farò con chi mi capiterà a portata di mano. Non il ragazzetto giù alla reception, cui tocca il turno di notte, ma le zanzare che hanno invaso la stanza e che non hanno resistito al richiamo del mio sudore che emana dna e che costituisce una miscela che per loro è un aroma che sa di preludio. Normalmente lascio che soddisfino i loro bisogni. Ma stasera non ho sonno per cui mi divertirò ad ucciderle tutte. In alcuni casi trovo dei metodi originali come quello di inondare una di loro con la schiuma da barba e lasciarla morire sadicamente. Dopodiché quando lo racconterò a Lou, mi condannerà e litigheremo. Non che sia un animalista convinta. Anche lei sa bene che un essere vivente ostile va eliminato per legittima difesa. Quello che non accetta è il metodo. Ne ho uccise già 42 stasera e continuerò ancora finché non ne avrò uccise 47. E intanto tra una zanzara e l'altra, mi alleno
a recitare varie parti, tra cui quella in cui porto avanti una discussione con qualche animalista.
Andiamo a vedere che ne pensa il ragazzetto alla reception.


Hai la minima idea di quale modo cruento userebbe
per ucciderti?>
E intanto mi scorrono davanti alcuni dei miei omicidi commessi. Flash improvvisi che mi provocano una fitta al cervello.

Mi tocco la parte della testa interessata ma intanto il dolore è già passato. E continuo
.
Il ragazzetto mi guarda sbigottito. Gli occhi sono spalancati. Non sa se ridere, aver paura o semplicemente assecondare i discorsi di un ospite, solo perché è un ospite e quindi va assecondato. Una cosa che odio. Tra un po' gli dirò di smetterla.
Non ora però.
Quando tornerò lì per il mio sopralluogo, lì dove avvenne il fatto, penso, tornerà tutto chiaro.
Quello che devo fare adesso è buttare giù due righe
ed attuare un piano d'azione.
Devo ricordare dove, innanzitutto. Dov'è che sparai?
Dal Castel dell'ovo a Napoli, e se così fosse, sono nel posto giusto. O da quell'alberghetto sul lungo lago di Lugano? O forse a Londra, nel periodo in cui sono stato crudele come mai nella mia vita?
Devo riflettere

Alzo gli occhi verso di lui come svegliato da un sonno profondo.

Ora penso a Louisiana. Mi allontano per un attimo alla velocità che sarebbe stata propria del bradipo più lento, mentre alzo l'indice verso il ragazzetto come a voler chiedere tregua, non tanto a lui ma alla situazione, e mi accascio sulla poltrona della lobby che dista pochi metri da lì



Ho sentito a stento questa frase, ma i pensieri prevalgono sulla realtà ed il massimo che riesco a concedergli è un no con la testa e la mano aperta in segno di gratitudine, mentre ormai non sono più presente se non con quella parte di me stesso che istintivamente sarebbe pronta a prevedere ed affrontare qualsiasi pericolo improvviso.
Sono i ferri del mestiere. Avere percezione, intuito,
velocità, astuzia, carisma, sono tutto quello di cui avevo bisogno quando portavo a termine gli incarichi,
ed è quello che mi aiuterà, qualora ce ne fosse bisogno, a difendermi e scappare.
Louisiana.
Louisiana. Il pensiero si dirige verso di lei fortemente.
Immagino sia al sicuro. E' nelle mani di gente fidata. I miei migliori amici o presunti amici che forse si riveleranno traditori al mio ritorno. Questo lo scoprirò più in là. Chi può dirlo?
Devo fare in fretta. Pensare in fretta. Mi concedo un anno e non oltre per risolvere tutto. Lou non mi aspetterà tutta la vita, né accetterà che io esca troppo in là da questa prigione che lei stessa è stata così sorprendentemente perspicace da riconoscere come prigione. Louisiana è tremendamente intelligente ed usa la sua intelligenza per comprendere le cose, non per distruggerle come spesso facciamo noi altri.
Che strazio dover vivere questa guerra e scoprire che il mio peggior nemico sono diventato io.
Quello che mi sconvolge e che allo stesso tempo mi
riempie di speranza, è scorgere il nesso. Tutto quello che mi succede, sembra avere un senso. La mia crisi
che determina il mio cambiamento e la mia crescita, viaggia parallelamente alla crisi del mondo intero.
Bene. Avanti così.

Sono qui alla reception perché non riesco a dormire ed il ragazzo salta su dalla sedia in piedi quasi sull'attenti.




Prendo una monetina e gli mostro il gioco. L'idea è di mostragliene 2. Sono interessanti. Aiutano in certi casi e ti tengono reattivo, contribuiscono allo sviluppo delle tue abilità reattive, percettive, e creative.
Devi tenere una monetina in piedi col bordo su di una superficie possibilmente ruvida e non troppo liscia bloccandola col dito indice della mano che usi meno.
Se sei destro userai la sinistra. Poi col dito indice e l'aiuto del pollice darai un tiro sul lato della monetina come si fa per le biglie per farla girare ma dosando il colpo per evitare che esca dal perimetro d'azione che hai scelto. In altre parole la monetina non deve uscire dal campo mentre gira come una trottola. Il gioco consiste nel bloccarle la corsa prima che si lasci morire a terra su di una delle 2 facce, testa o croce che sia. Puoi decidere tu il dito che userai per bloccarla. Se la monetina è in piedi e sotto il tuo dito, hai guadagnato un punto. Prima del tiro puoi comunque decidere se scegliere testa o croce. Questo perché il gioco ti riserva una soluzione
alternativa di punteggio e qui subentra l'altro gioco, perché se la monetina dovesse cadere perchè non sei riuscito a bloccarne la corsa e la faccia che vediamo dovesse rivelarsi quella che hai scelto, allora ti sarai guadagnato il bonus che consisterà nel far partire la monetina col dito e farla girare di nuovo, ma stavolta con lo scopo di non arrestarne mai la corsa. Non è facile. Devi continuare a tirare col dito prima che la monetina abbia smesso di girare per accasciarsi al suolo in continuazione e senza mai farla uscire dal campo.
Avrai guadagnato 1 punto per ogni giro extra.

Presumo sia logico pensare che, proprio come nella vita,
non è solo una questione di abilità o meriti, ma che si debba accettare incondizionatamente il fatto che il caso o la combinazione o la fortuna debbano intervenire di tanto in tanto. Sono elementi indissolubilmente legati alla realtà.
Se domattina il Vesuvio dovesse esplodere in seguito ad una serie di circostanze dovute ai movimenti del sottosuolo che non possiamo controllare, di chi sarà stata la colpa?
Dice il ragazzo mentre prova senza successo a bloccare la monetina. Gli ho dato un pezzo da 2 euro, ennesima mancia per lui, che ovviamente non lo sa ancora.
.
Il ragazzetto sorride


Il bamboccio comincia a ridere.
Sono veramente un tipo carismatico.
Ma questo lo sappiamo già

Sempre ridendo Sebastiano continua


Set è magro e leggermente più basso di me ma decisamente meno in carne. Estremamente educato, ma sembrerebbe esserlo per indole piuttosto che perché costretto ad esserlo per deformazione professionale.

Il ragazzo tentenna e poi risponde.



Aspettami qui.

Francesco La Tessa

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Erri De Luca Erri De Luca. Nato a Napoli nel 1950, ha scritto narrativa, teatro, traduzioni, poesia. Il nome, Erri, è la versione italiana di Harry, il nome dello zio. Il suo primo romanzo, “Non ora, non qui”, è stato pubblicato in Italia nel 1989. I suoi libri sono stati tradotti in oltre 30 lingue. Autodidatta in inglese, francese, swahili, russo, yiddish e ebraico antico, ha tradotto con metodo letterale alcune parti dell’Antico Testamento. Vive nella campagna romana dove ha piantato e continua a piantare alberi. Il suo ultimo libro è "A grandezza naturale", edito da Feltrinelli.
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