L'eco di un sogno.
...Secoli orsono, nell'oscurita' della Foresta Dimenticata, malvagi Stregoni, conosciuti in tutti i villaggi come “I Perduti”, dominavano e spadroneggiavano sui piu' deboli grazie al potere irradiato da una gemma: la gemma del dominio. I Perduti si servirono della loro potente stregoneria dando alla gemma un potere malefico rendendola utile per i loro scopi diabolici. L'unica possibilita' per contrastarla e annullarne i poteri era la gemma della tolleranza, sua gemella, creata dalle fate della antica Foresta dei Faggi, nel cuore del Regno di Brighland. Fu cosi che il valoroso Re di Goldkingdom, Re Fedrigo, organizzo' battaglioni di impavidi soldati e si addentro' nella Foresta Dimenticata per affrontarli e relegarli nell'oblio. Il fidato mago Varariel, custode del regno, lo accompagno' per contrastare i loro malefici e riprendere la gemma del dominio.
Le fate, donarono al mago la gemma della tolleranza e con l'aiuto di potenti pozioni magiche egli riusci a soggiogare gli Stregoni, messi definitivamente in fuga dagli uomini di Re Fedrigo.
La gemma del dominio fu ripresa e riportata al suo custode : Aiden, Signore della Tundra, uomo saggio e giusto. Egli la ripose al sicuro incastonandola nella fonte della rettitudine e vegliandola giorno e notte. Ma il male e' sempre in agguato...!
Dopo secoli di pace e serenita', un nuovo piu' potente e misterioso maleficio si stava per abbattere nel Regno. Un' oscura forza avvolse il cielo di tutti i villaggi nei pressi del confine della Foresta Dimenticata facendoli schierare gli uni contro gli altri. L'armonia e la pace ben presto furono travolte da invidia e cattiveria trascinandoli in quella che fu denominata la battaglia di San Giusto. Ancora una volta un Re di Goldkingdom, Re Guglielmo, figlio ed erede di Re Fedrigo e quei pochi fedeli alleati rimasti fu chiamato a riportare la pace.
Gli Stregoni Perduti desideravano riprendere ardentemente il potere. Scelsero, per ottenerlo, il modo piu' facile facendo breccia al cuore e alla mente degli uomini: la disonesta'. Con un trucco riuscirono a organizzare un incontro nel cuore della notte con Re Guglielmo nella Foresta Dimenticata riuscendo a fargli firmare un patto segreto: gli promisero di far tornare prosperita' e pace in cambio del loro ritorno nella foresta e dell'uccisione del mago Varariel, loro acerrimo nemico, che li dominava da anni. Fu cosi che in mezzo alla battaglia che infuriava, il Re lascio' al suo destino l'amico fidato, colui che sempre lo aveva aiutato. Il mago Varariel fu affrontato da decine di Perduti a colpi di magie e incantesimi ma dovette cedere agli Stregoni che gli strapparono tutti i suoi poteri e presero, dall' elsa della sua spada, la gemma della tolleranza. Non sazi, lo trafissero senza alcuna pieta'. Non restava altro che recuperare la gemma del dominio e nessuno sarebbe stato piu' in grado di fermarli...
Nella tundra silenziosa, Veltriel, figlia dello stregone Varariel, il cui cuore ormai era nero come la pece, giuro' a se stessa tremenda vendetta per l'amato padre. Avrebbe punito tutti coloro che l' avevano tradito e battuto. Con un incantesimo il suo corpo fu invaso da tenebrosi poteri e cosi carica d'odio essa si diresse verso la fonte della rettitudine per prendersi la gemma del dominio. Le basto'usare tutta la sua bellezza con Aiden per farla arrivare alla fonte senza nessun sospetto per le reali intenzioni. L'amore per lui, suo promesso sposo, consenti'a Veltriel di prendere la gemma e nel momento che cio' avvenne, Aiden vide la sua amata trasformarsi in un mostro crudele capace di calpestare qualunque cosa. Veltriel divenne un essere orrendo in grado di far tremare persino gli astri. Aiden cerco'di dissuaderla dalla sua vendetta ricordandole l'amore che provavano l'uno per l'altra ma ella non gli diede ascolto; il bene non bastava piu' nel reprimere il male. Essa scomparve tra le fiamme dell'ira e della violenza trascinando anche lui ma prima che la tundra venisse inghiottita dalla fauci della terra Aiden riusci' a stringere tra le mani la gemma della tolleranza. Cosi un barlume di speranza affinche' la pace potesse tornare riempi' il suo cuore facendogli sussurare una preghiera di supplichevole aiuto mentre due stelle scomparivano dal firmamento...
CAPITOLO 1 UN RUZZOLONE IN GIARDINO
In un quartiere residenziale nel nord di Londra, case maestose e ben curate, si affiancano l'una all'altra nell' atmosfera di quiete e serenita' tipica del Natale. Luci dorate, rosse e blu si arrampicano lungo i lampioni delle strade. Un abete immenso, addobbato con balocchi argentati e una splendida stella cometa in cima, troneggiano al centro della piazzetta ad indicare le diramazioni dei vari viali. John e Lily Archer sono i proprietari di una di queste case: giovane coppia di sposi con in comune una cieca passione per i viaggi e per le novita'. A detta di tutti, sono una gran bella squadra; oltre all'amore, sanno infondersi reciprocamente forza e sostegno. Con sacrifici e determinazione sono riusciti ad acquistare la loro casa, ribattezzata “la casa felice”. La casa felice e' in mattoni rossi con alte e imponenti cancellate nere con fregi dorati che mirano al cielo. Nel retro, vi e' una vasta terrazza la cui scalinata, protetta da due maestosi e fieri leoni di gesso, porta ad un giardino disegnato geometricamente, tipico dei giardini italiani. Al centro dell'intreccio di siepi, quasi a sembrar un labirinto, vi e' la statua di una fatina i cui piedini poggiano su un fiore di pietra, somigliante ad una grossa margherita. Gli Archer la trovarono gia' quando acquistarono la casa e decisero di lascercela convinti che avrebbe potuto portar loro sfortuna rimuoverla. Una sera, parcheggiata l' auto nel vialletto ghiacciato, John e Lily infreddoliti e teneramente abbracciati, entrarono e riversarono sopra il tavolo della cucina intagliato in legno di noce, una montagna di doni da incartare. In casa c'era parecchio trambusto ma nessuno dei due aveva voglia di riordinare. Nonostante nel periodo invernale accedere al giardino fosse assai complicato perche'la coltre di neve lo rendeva una nuvola soffice e silenziosa, Lily si scorse in terrazza, era una sua abitudine per assicurarsi che non ci fossero intrusi indesiderati. “...Tutto apposto la fuori, Lily?” chiese John sorridendo per quel rituale della moglie nonostante i tanti allarmi che gli aveva fatto installare. “Si John, non preoccuparti, tutto normale!” rispose Lily e prendendosi per mano si accoccolarono sul bianco divano damascato ad ammirare le luci del loro bell' albero di Natale. Ma a dispetto degli scrupolosi controlli, Lily non si era accorta di due esserini minuscoli che giacevano sotto il fiore di pietra su cui era posata la fatina nel centro del giardino. Erano due gattini. Qualcuno o qualcosa li aveva gettati oltre la cancellata,incurante del freddo e del gelo senza neppure una coperta. I due gattini, dopo quel ruzzolone, si stringevano per darsi calore formando un batuffolo colorato e si guardavano attorno con occhioni languidi e pieni di speranza per quella elengante casa. “Presto corri!.. Corri! O non ci vedranno!” disse quello dalla pelliccia maculata alla gattina che non riusciva proprio a tenere il passo. “Sto arrivando “ rispose ..“ma ho cosi freddo e sono cosi stanca!”. I due micini avevano abbandonato il riparo di fortuna sotto i petali della margherita di pietra ma il freddo pungente li constrinse ad intrufolarsi in fretta nell' incavo di un albero compiacente. “Rifugiatevi nel mio incavo” disse loro la voce profonda dell' albero gentile “e pazientate, perche' qualcuno presto arrivera' e vi vedra'!”. Al riparo nell'albero, fratello e sorella guardavano le stelle e la luna che risplendevano alte nel cielo e pregavano dicendo: “Buon Dio mandaci un angelo a proteggerci, mandaci un angelo buono a vegliare su di noi ”. Ad un tratto la luce si accese sull'enorme terrazza ed il micio maculato fecendosi coraggio usci' dal ventre dell'albero e sbircio' con aria spavalda. “Dove stai andando?” Chiese la gattina impaurita, “voglio vedere piu' da vicino chi c'e' in questa casa” rispose lui a bassa voce. Il micino riusci' ad avvicinarsi quasi a ridosso dei leoni di gesso e nascondendosi dietro uno sull'ampia scalinata vide Lily e John felici e radiosi seduti sul divano. Tra se e se penso' che quello potesse essere un buon posto per lui e per la sorellina dove potersi stiracchiare al calduccio ed essere coccolati tutto il giorno magari con un'abbondante ciotola di latte fresco...a gran voce chiamo' sua sorella: “Presto! Presto! Corri qui da me! Vieni a vedere anche tu, non avere paura!”. Ma la micina non ci pensava proprio a lasciare l'incavo dell'albero. Cosi il micino, non vedendola arrivare, decise di andare da solo e corse verso la porta finestra della terrazza da dove si scorgeva il vasto salotto. Comicio' a miagolare e picchiare sul vetro le sue zampette con tutta la forza che aveva cercando di attirare l'attenzione. John, dal divano dov'era accoccolato con Lily, sentendo strani miagolii e tintillenio di vetro volto' lo sguardo verso la terrazza e finalmente vide il micio alzato su due zampette strepitare contro la porta. “A quanto pare avevi controllato proprio bene che non ci fosse nessuno!” disse, sogghignando a Lily che finse di non capire... Entrambi si alzarono dal divano ed aprirono la porta finestra. “Lily! Guarda che bel micio con la pelliccia rossa e bianca! E con quella buffa macchia rossa sul musetto! Oh che tenerezza fa! Chissa' dove saranno i suoi padroni?” penso' John. Guardarono gli occhioni del micino e capirono subito che non ne aveva. “Che tristezza abbandonare un gattino e per di piu' nel periodo di Natale!" esclamo' Lily. Si accovaccio' e lo prese tra le sue braccia dicendo “Questo e' il mio regalo di Natale. La Provvidenza me lo ha donato cosi lo chiemero' Fidelio perche' sara' fedele a chi gli vuole bene e restera' sempre con noi”. John acconsenti' ma proprio mentre stavano rientrando in casa Fidelio comincio' a miagolare cercando di divincolarsi dal tenero abbraccio di Lily. John, che seguiva da dietro Lily, accortosi che Fidelio si era riportato verso la porta finestra della terrazza, si accorse che in realta' stava attirando l'attenzione di entrambi per la sorellina ancora in giardino. La bellissima gattina nera dagli occhi verdi nascosta dietro uno dei due leoni di gesso si mimetizzava nel buoi della sera ma la luce degli addobbi la illuminava ad intermittenza. John le ando' incontro e con una sola mano la strinse a se'. La micina non aveva mai sentito tanto calore prima d'ora ... “ e tu chi sei? Da dove salti fuori?!” esclamo' stupefatto. “Decidi tu il nome per lei” lo incito' Lily, John ci penso su e poi esclamo' “Gertrude!” “Perche' questo nome?” chiese Lily “perche' sembra proprio una aristocratica Lady inglese, non ti pare tesoro? ” E tutti e due scoppiarono in una fragorosa risata. Fu cosi che in una notte d' inverno Lily, John, Fidelio e Gertrude guardarono assieme la luna che risplendeva alta nel cielo. Chiusero la portafinestra alle loro spalle ed entrarono nella loro casa felice mentre la neve, calma, scendeva.
Sara Novello Pinto
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