È un risveglio come tutti gli altri. Un nuovo giorno come tutti gli altri. Maledettamente come tutti gli altri. Con passo lento l'uomo attraversa la grande rimessa, si avvicina all'autobus di colore giallo, come tutti gli altri, vi sale e accende il motore, spezzando un silenzio a dire il vero mai pretenzioso. L'autista, accomodatosi sul posto di guida, tira le ultime due boccate di fumo di sigaretta come sua personale risposta al bistrattato divieto, dopodiché butta il mozzicone fuori, per terra, preme il pulsante di chiusura della bussola e mette lentamente in marcia l'automezzo.
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Alcuni fogli di carta dattiloscritti vengono adagiati sul tavolo della cucina, sopra il quale due vassoi mostrano i segni inequivocabili di una colazione consumata. Romina si siede, mentre risponde all'interlocutrice attraverso il cordless. - Già! Hai ragione. È la mia grande occasione...- La giovane donna avvicina la tazza alle labbra e beve l'ultimo sorso di latte macchiato con caffè. - Ho sempre desiderato recitare a fianco di attori famosi...- Romina trattiene il respiro. - Ma la realtà supera ogni più rosea aspettativa; Enzo Craveri, è semplicemente una divinità del palcoscenico, ed io sto per raggiungerlo all'olimpo. È meraviglioso! - La donna è visibilmente raggiante. - Stamattina ho un incontro con lui, insieme ad altri componenti della compagnia. Servirà anche per definire il mio contratto... - Romina ascolta l'interlocutrice. - Sì, nessun problema. Semplice formalità. Pensa, ho annotato per iscritto tutte le mie esperienze fatte in teatro, una specie di curriculum che farò leggere a Craveri. Non mi è stato chiesto - Puntualizza Romina. - Il divino dice di conoscere, quanto basta, le mie doti recitative. - Entra in cucina Rosario, il suo compagno, e la bacia sulle labbra. - Rosario è qui. Già, avrebbe dovuto essere al lavoro; non gli è partita la macchina - dice la donna, prima della pausa concessale dall'amica al telefono. Poi riprende il discorso - Non è possibile, ho portato la mia macchina l'altro ieri dal carrozziere per riparare la parte posteriore danneggiatasi nell'incidente di cui ti ho già parlato. No, niente taxi. Abbiamo deciso che prenderemo l'autobus insieme, come ai tempi del liceo... - l'uomo le elargisce un dolce sorriso. - Ok, ti farò sapere – Romina chiude la conversazione dopo aver salutato l'amica. La mano di Rosario si allunga per posarsi amorevolmente sul viso della sua donna. - Era Giliola? – - Già. Ti saluta. – - È un tesoro; immagino che ti avrà fatto tanti in “bocca al lupo”. – Romina annuisce. - Lei ha sempre creduto che prima o poi avrei fatto il salto di qualità... come te, d'altronde. – - Credo di essere stato il tuo primo fan... – - Le recite all'oratorio. – - Eri già bravissima. – - Mi sembravi interessato a ben altro, se non ricordo male. – - I tuoi occhi mi facevano sognare... non riuscivo a distogliere il mio sguardo dalla tua bellezza. – - Rammento bene – dice con un'espressione sorridente, Romina. -... è così ancora oggi – ammette Rosario, con un'aria da rubacuori. - Lo vedo... –
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È una bella mattina di primavera inoltrata. Sulle strade la quiete comincia tristemente a dissolversi contemporaneamente al progressivo aumento del traffico. Il bus giallo si accosta per fermarsi dinanzi alla pensilina; i primi viaggiatori vi salgono con la sufficiente calma che contraddistingue l'inizio di ogni giorno e si accomodano sui sedili. L'autista, dopo aver chiuso la bussola e rispettato il rito di guardare, attraverso lo specchietto retrovisore, all'interno del mezzo di trasporto dietro le sue spalle, mastica amaro, in attesa di giungere al capolinea, per non poter fumare la “bionda”.
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Il desiderio carnale annichilisce ogni possibile altro pensiero. Indumenti, compresa biancheria intima, sono lasciati cadere frettolosamente sul pavimento della cucina. A cavalcioni sul suo uomo, seduto sulla sedia, sente succhiare i suoi seni come fossero nettare. - Oh, amore, mi fai salire in cielo - dice Romina, tra profondi sospiri ... - Ma, ho paura di dover scendere per non far tardi all'appuntamento. Anche tu rischi di fare tardi... - -... al diavolo l'ufficio! Per quanto riguarda il divino Craveri, aspetterà pazientemente la sua futura prima attrice - replica Rosario, poco incline a parlare, sempre più spinto a perlustrare minuziosamente il magico mondo dell'eros. - Dovrò dare una giustificazione plausibile, e lo sai che non sono molto brava a mentire. – - Digli la verità, sono sicuro che un vero artista come Craveri saprà apprezzarla. – - Finiamola di sprecare fiato... –
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L'apice dell'orgasmo sessuale colora di rosso fuoco i volti della coppia. - Ho veramente toccato il cielo – sussurra Romina, abbracciatasi stretta al suo uomo. - Ne valeva la pena trascurare per alcuni minuti il divino Craveri – osserva Rosario. - Evidentemente sì. Mi sento così bene che rimarrei ancora un po'... ma il tempo fugge via ed è meglio quindi alzare le chiappe – dice la donna. - Sono d'accordo – replica Rosario. Scendiamo insieme. – - Ok. –
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Lo maneggia con delicatezza e lo ammira quasi con incanto; nonostante che con il suo lavoro di rappresentante orafo gliene siano passati fra le mani tanti e di veramente meravigliosi, l'uomo non sembra soffrire di assuefazione. Il rolex d'oro viene adagiato e bloccato nell'apposito spazio sul fondo di una valigetta a fare compagnia ai suoi “fratellini.” La camera d'albergo è accogliente è luminosa. L'uomo, apre il mini frigo, prende una bottiglia di succo di frutta ne toglie il tappo e l'avvicina alle labbra bevendone un po', mentre il televisore acceso posto su una mensola di un armadio a giorno tenta di calamitare l'attenzione con un programma di intrattenimento. “Carissimi telespettatori, è una bellissima giornata, ed è proprio questo che ci fa sentire bene. È il risveglio della natura, che ci avvolge in un tripudio di meravigliose sensazioni.” Il conduttore televisivo ostenta un largo sorriso. ”Quindi, amici miei, godetevela questa bellissima giornata, iniziando a seguire il mio programma, naturalmente!” Spegnere il televisore è la personalissima risposta del rappresentante orafo. - Ho ascoltato abbastanza e non ho in mente di guastarmi questa bellissima giornata con le tue cretinate. - L'uomo, sorseggia il succo di frutta, rimette la bottiglia nel frigo, poi va a richiudere la valigetta appoggiata sul tavolo, prende lì accanto la cintola con all'interno la pistola e se la sistema sotto l'ascella. Che sia una di quelle giornate dove è veramente impossibile non lasciarsi avvolgere da una sensazione di benessere, il rappresentante orafo non ha dubbi mentre osserva dalla finestra e respira quell'aria purificatrice. Sul volto dell'uomo traspare un'espressione di piacere; dopodiché, si allontana dalla finestra, indossa la giacca e si avvia a uscire dalla camera d'albergo con in mano la valigetta.
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Succede spesso che nell'angusto spazio di un ascensore si percepiscano in modo palese gli umori più intimi. - Credo che tu vorresti dirmi qualcosa, non è così? - chiede con dolcezza Romina. - Cosa fai, leggi nei miei pensieri? - risponde con un simpatico sorriso Rosario. - Non mi è difficile capirlo. - - Devo ammettere che sei brava. Come sempre. Forse non lo sono altrettanto io a celare i miei più intimi sentimenti; la mia maschera non ha segreti – continua l'uomo. - Stavo pensando che sarai circondata e ammirata da persone del mondo dello spettacolo, di cultura; insomma, da gente di un certo spessore...- - Oh, mio dio! Sei geloso? – - Qualcosa di simile inizia a farsi sentire... non ci trovo nulla di strano, penso che sia una cosa umanamente normale. – - Be', certo... – dice visibilmente compiaciuta la donna. - Amo recitare, il mio lavoro, anche se non gradisco l'ambiente che lo circonda; ma, soprattutto, amo te. E lo sarà per sempre - afferma Romina, mentre adagia il suo capo sul petto di Rosario. - Mi ritengo fortunato e pienamente soddisfatto del mio grande amore – risponde con dolcezza Rosario. – - La fortuna si posa su chi la merita. –
L'ascensore giunge al piano terra. I due sguardi si specchiano intensamente, le mani si cercano per incrociarsi, stringersi, come gesto tangibile del loro affetto. - Mi sembra di vivere in un'altra vita; sono anni che non riesco a separarmi dalla comoda è disponibile macchina - confessa Rosario, messosi in cammino insieme alla sua compagna. - Nessuno ce lo vieta di riprovarci - dice Romina, in un'atmosfera di condiviso piacere. - Questo è sicuro. È un'ottima idea. –
*** Il semaforo è rosso. L'uomo osserva il display del navigatore satellitare posto sul cruscotto della propria macchina; scatta il verde quando la berlina di colore bianco si rimette in movimento sul percorso cittadino. La congestione del traffico di automezzi è una realtà che si ripete giornalmente ed assume una dimensione da incubo. Per quanto riguarda l'autobus giallo, in alcune strade del centro con corsia preferenziale, ha indubbiamente vita più agevole. La berlina di colore bianco scende in un parcheggio sotterraneo della città. Risparmiata, insieme al conducente, da una condizione a dir il vero insostenibile, l'autovettura viene lasciata nel grande garage. Convinto di aver preso la giusta decisione, il rappresentante orafo scende dalla macchina, la richiude e si avvia a piedi all'uscita dell'autorimessa con in mano la valigetta.
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Là, dove il mare sembra sconfinare nell'infinito, il sole ha iniziato da qualche ora ad alzarsi. La poca neve che copre l'imponente montagna sul versante nord della città, si ritira a vista d'occhio a causa dell'inevitabile aumento della temperatura. - È una stupenda giornata – osserva Romina, mentre s'incammina con il suo compagno. - Già. Ormai il rigido e piovoso inverno di quest'anno e da considerarsi solo un fastidioso ricordo – replica Rosario. - Adoro la primavera! Se potessi, andrei a vivere in uno di quei posti dove tutto l'anno ci si sta vestiti con una semplice camicetta; niente pullover pesantissimi, coperti da cappotti che, più che indumenti, sembrano delle zavorre. – - Sono d'accordo, anche se non possiamo lamentarci visto come vanno le cose in altre parti del globo. – - È una consolazione abbastanza buona. – - Direi proprio di sì. ***
- Pensavo che stamattina saresti andato a pescare - dice il barista mentre poggia la tazzina sul bancone. - Ricordi bene - risponde l'amico, prima di sorseggiare il caffè caldo. - Ma ieri sera il meteorologo mi ha dissuaso. Diceva che in giornata sarebbe dovuta arrivare una perturbazione con tanta pioggia - continua l'uomo. - Non è la prima volta che non ci azzeccano - replica il barista. - Già! - gli fa eco l'amico. - Ma sono talmente bravi a convincerti che hanno sempre ragione loro. - La giovane aiutante attraversa la sala con un vassoio con sopra un cappuccino e una brioche; lasciata la consumazione sul tavolino, la barista regala un simpatico sorriso al cliente. Il rappresentante orafo ringrazia con un cenno del capo, rimanendo con lo sguardo fisso, deliziato, sulla sinuosa figura femminile che si allontana. - Sarò obbligato a ringraziare il meteorologo - dice il barista, sempre concentrato sul suo lavoro. - Cosa vuoi dire? - replica l'amico, con l'aria di chi sa già la risposta. - Be', credo che oggi siano stati risparmiati molti pesci: un piccolo vantaggio per un povero dilettante come me. Me lo devi concedere - dice sornione il barista. - Ci puoi giurare! C'è del vero in questa tua facile ironia; mai una volta, che io ricordi, abbia goduto a cena del tuo pescato. – - Ricordi perfettamente bene; così come io, al tempo che regolarmente dedichi alla tua amata canna. È una questione di esercizio. – - Già, come il tuo buon caffè. - Il rappresentante orafo esce dal locale lasciando i due amici a confrontarsi sulla loro abilità nella pesca.
***
Dinanzi alla stazione ferroviaria centrale della città, il via vai di persone, taxi, autoveicoli in generale, rende l'atmosfera estremamente convulsa. Una dozzina di autobus sono fermi nella loro corsia prima di ripartire. Il conducente del 429 passeggia lentamente per sgranchirsi le gambe con la desiderabile “bionda” tra le labbra. - È una bellissima giornata - dice un uomo, cinquantenne, prima di salire sul bus. Il conducente annuisce timidamente, mentre lo sguardo si alza in direzione nord-ovest dove, in lontananza, una macchia di nubi scure sembra intenzionata a vestire i panni del guastafeste. - Ciao, come va? – gli chiede un collega, avvicinatosi. - Al solito. Che linea stai facendo? – - Il 536. – - Ti ci sei abbonato a quanto vedo. – - Mi trovo bene e i capi non hanno nessuna difficoltà ad accontentarmi; dopotutto, ormai manca poco per andare in pensione. – - Come ci si sente? – - Non te lo so dire esattamente, prima non vedevo il momento di arrivarci, ora, provo una strana sensazione di tristezza. Forse, fino a quel giorno sarà il caso che io non ci pensi. – - Ehi, non ti sentirai mica vecchio? – dice il conducente del 429, porgendogli il pacchetto di sigarette. L'amico ne sfila una. - Mi sento un leone, ed è questo il problema. – - A mio avviso non esiste nessun problema se non di pensare seriamente a organizzare la tua nuova vita – replica l'uomo mentre si avvia a salire sull'autobus. - Hai visto laggiù quell'ammasso di nuvole nere? – - Sì. Cos'è, ti mettono paura? – - Ho sentito alla radio che oggi potrebbe cadere tanta di quell'acqua da potersi fare il bagno. – - Esagerati, un po' di pioggia non fa male a nessuno. E poi, noi non abbiamo nulla da preoccuparci, non ci bagneremo di sicuro, non credi? – - Avviserò mia moglie di portarsi l'ombrello se dovesse uscire. – - Se la cosa ti fa stare più tranquillo - Il conducente avvia il motore del 429. - Sì, è così. – - Ok, ci sentiamo. – -... ciao. –
Salvatore Scalisi
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