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Autore: Salvatore Scalisi
Notti insonni
Narrativa Contemporanea
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Notti insonni
Il cameriere poggia le due portate di pesce sul tavolo e, augurando buona cena ai clienti, si allontana. Paolo versa del vino bianco nei calici.
- È buono! – dice Carla, una bella trentenne dai capelli lunghi color corvino, sorseggiando la bevanda.
- Sì, niente male – replica con il sorriso sulle labbra Paolo, trentacinquenne, fisico asciutto, capelli ricci tagliati a spazzola. – Conviene andarci piano o finiremo ... -
- Per prenderci una bella sbornia com'è successo meno di un mese fa. –
- Già! Sembra leggero, un bicchiere tira l'altro, ma alla fine si fa sentire. –
- Potrebbe essere una bella scusa ... -
- Per dormire a casa tua? –
- Sì, può darsi. –
- Cos'è un invito? – dice sornione Paolo, avvicinando alle labbra un pezzetto di salmone grigliato.
- A bere? – replica Carla.
- Sì. –
- Pensi che io usi queste strategie per convincerti a rimanere da me? –
- No, hai ragione. –
- Sempre che tu riesca a dormire – dice la donna.
Paolo la guarda negli occhi.
- Ho potuto constatare tutte le volte che sei stato da me che il mio letto non ti aiuti a conciliare il sonno. –
- Mi capita spesso con un letto estraneo – ammette Paolo.
- Lo consideri ancora estraneo? – Ci avrai dormito, be', fatto l'amore, è il termine giusto, decine di volte. –
- Non so cosa dire ... -
- Sei sicuro? –
- Di cosa? –
- Di conoscere la causa? –
- Sì, certo. -
- La cosa strana è che ... succede anche a casa tua, nel tuo letto. Non sarà per caso la mia presenza a turbarti? – chiede sorridente la donna.
- Non credo proprio – risponde sulla stessa falsariga Paolo. – È una cosa passeggera ... sì, è così. –
- Ok. Lo spero bene. –

***

Hanno cercato di porre un limite al vino, così, usciti dal ristorante, organizzano la serata senza essere in balia dei fiumi dell'alcol. Paolo accosta la macchina.
- Sei lucido e questo mi rende tranquilla – dice Carla seduta sul sedile a fianco.
- Se ti fa piacere, potrei rimanere ugualmente – replica Paolo.
- Tu cosa ne pensi? –

***

Come c'era da aspettarsi, Paolo si ferma a casa di Carla. È tardi, la coppia va letto, fanno l'amore e, mentre la donna si addormenta, il compagno socchiude gli occhi sperando che il sonno l'abbia vinta. Si appisola e dopo qualche istante sprofonda nei suoi incubi.


“Vieni qui – dice l'uomo seduto sul divano. Il bambino, sette anni, gli si avvicina; i due si abbracciano calorosamente.
- È vero che andrai via? – chiede il bambino.
- Chi te l'ha detto? – risponde l'uomo.
- La mamma. –
- Non è vero. Non dipende da me ... -
- Cosa vuoi dire? –
- Tutte le coppie attraversano dei momenti di crisi e noi, purtroppo, non siamo un'eccezione; questo non significa che dobbiamo arrenderci, giusto? –
- Non voglio che tu vada via. –
- Non ti lascerò, stai tranquillo, non potrei mai farlo – l'uomo lo stringe forte a sé, sotto lo sguardo della madre, appena entrata in casa.”

***

Disteso di fianco sul letto, ad un tratto Paolo spalanca gli occhi, incrociando lo sguardo di Carla.
- ... sei sveglia? –
- Sì. –
- Che ore sono? –
- Le quattro. –
- Pensavo che fossi io a non dormire, ed invece ... -
- Ti ho sentito agitare e parlare nel sonno. –
- Andiamo di male in peggio – osserva con sarcasmo Paolo.
- Hai fatto un brutto sogno? – gli chiede Carla.
- Qualcosa di confusionario – risponde l'uomo, non scendendo nello specifico. – Mi dispiace averti disturbato. –
- Non pensarci. –
- Proviamo a riprendere il sonno interrotto. –
- Che fretta c'è?! –
- Hai ragione – dice Paolo stringendosi a lei.

***

“Fino a quando questa commedia deve andare avanti? – dice l'uomo, disteso supino sul letto. La moglie a fianco gira il capo guardandolo.
- Hai una bella faccia tosta a chiedermelo – risponde lei. – non sono certo io a voler lasciare la famiglia. –
- Di quale famiglia parli? Tu non stai bene e lo sai benissimo, devi deciderti ad affidarti a uno specialista se non vuoi che la baracca crolli. –
- Non sono malata, o quantomeno, non lo ero, è colpa tua, delle tue storie con altre donne se sono caduta in depressione. –
- Se è quello che pensi, perché non la chiudiamo una volta per sempre? –
- Non ti darò questa soddisfazione – afferma la donna.
- Soddisfazione? –
- Sì, di rifarti una nuova vita, dopo che hai rovinato la nostra; te lo puoi scordare! –
- Sì, hai ragione, mi sono stancato a sentire i tuoi deliri, nei prossimi giorni andrò via. –
- Sì, bravo, fuggi dalle tue responsabilità. –
- Paolo verrà con me. –
- Questo è tutto da vedere, non credi? –
La conversazione potrebbe durare all'infinito, creando un clima di forte tensione; l'uomo è consapevole di ciò, e allora preferisce darci un taglio, voltando le spalle alla moglie la quale, dal canto suo non è che abbia tanta voglia di replicare. Si evitano reciprocamente, sapendo che la soluzione avverrà solo per vie legali.

***

Sono situazioni non piacevoli, e non sarà certo uno studio legale a restituire loro la dovuta serenità. L'avvocato, una vecchia conoscenza, seduto dietro alla sua scrivania cerca di essere il più chiaro possibile.
- Intanto bisogna verificare se sussiste in lei una condizione di instabilità psichica tale da compromettere la sua tutela nei confronti del minore e, da quello che mi hai raccontato, non sembra che ci siano dubbi, ma è importante andarci con molta cautela. –
- La cosa non mi fa piacere, ma ti dico che è malata mentalmente, nel tempo sono affiorati in modo evidente certi disturbi, che reputo preoccupanti per lei e per il bambino – replica l'uomo seduto dinanzi all'avvocato.
- Possiamo chiedere che venga sottoposta a visita psichiatrica, lei inevitabilmente si opporrà con tutte le sue forze, voglio dire, sarà una bella lotta. Il bambino come sta? – chiede l'avvocato.
- Non vive in un clima di serenità, questo è sicuro; ha capito tutto, come il fatto che quanto prima lascerò la casa. Ha paura che io l'abbandoni – risponde l'uomo.
- Alla sua età è comprensibile. –
- Io cerco per quanto mi è possibile di mantenere una condotta di normalità, basti pensare che io e lei continuiamo a condividere lo stesso letto, ignorandoci a vicenda, se non per accusarci del fallimento del nostro matrimonio. Ormai sono al limite della sopportabilità; troverò una sistemazione, anche se provvisoria. Mi dispiace per il piccolo, ma non ho alternative, siamo giunti al capolinea. Mi prenderò alcuni giorni per preparare il mio allontanamento, farò capire a Paolo che non scomparirò, perché lui è mio figlio, che amo tanto, che continueremo a vederci spesso e lo porterò sempre nel mio cuore e che nessuno al mondo potrà dividerci. –
- Ottima cosa! – osserva l'avvocato. – Certo, in queste condizioni dormire nello stesso letto è davvero problematico ... te lo dico da amico. –
- Finora l'ho fatto per Paolo, sperando che la situazione potesse migliorare – afferma l'uomo.
- Cosa non si fa per i figli – replica l'avvocato.”

***

Apre timidamente gli occhi e vede dinanzi a sé una sagoma umana sfocata, quanto basta a creargli un sussulto al cardiopalma. Il volto sorridente di Carla chinato su di lui lo tranquillizza.
- Un altro brutto sogno? – gli chiede la donna.
- ... no – risponde Paolo, disteso supino a fianco a lei.
- Allora ti ho messo paura – dice Carla con il sorriso sulle labbra.
- Mi hai colto di sorpresa. –
- Sicuro? –
- Sicuro. Mi controlli? –
- Sì, voglio essere sicura che la mia presenza non ti crei problemi. –
- Pensi che potrebbe? – chiede l'uomo in un clima di ilarità.
- Non lo so, tu cosa dici? – risponde la donna.
Paolo la bacia sulle labbra.
- Ok! Mi hai convinta! –
- Su che cosa? –
- Vivere insieme. –
L'uomo rimane senza parole.
- Cosa c'è, ti sei già pentito? –
- È meraviglioso! –
- Naturalmente, non voglio costringerti ... -
- Dico semplicemente che è meraviglioso! –

***

Il grande passo è stato fatto. Ne parlavano da tempo, ora finalmente l'idea di andare a vivere insieme è qualcosa di reale, concreto. È una coppia affiatata e il raggiungimento di tale meta è il naturale epilogo. Paolo si trasferisce a casa di Carla. Il trasloco delle proprie cose personali avviene poco alla volta.
- Credo di non aver dimenticato nulla – afferma Paolo con in mano due scatoloni che poggia sul pavimento.
- Se si esclude una parte della mobilia – dice Carla.
- Già, ma non saprei dove metterli. –
- Hai ragione, qui non ci entra nemmeno uno spillo. –
- Be', li donerò al nuovo inquilino; spero che vengano apprezzati. –
- Che cuore d'oro! – osserva sorridente la donna. – Dovremmo festeggiare. –
Paolo tira fuori da un sacchetto di carta una bottiglia di spumante.
- Non potevo non pensarci. –
La coppia va in cucina; l'uomo stappa la bottiglia e versa due dita di spumante in due bicchieri per brindare al coronamento di un sogno.
- A noi – dice Paolo.
- Sì, a noi – replica Carla.

***

Passano mesi di tranquilla e felice convivenza, in cui nulla fa presagire ad una crisi, seppur marginale, della coppia. Carla, invece, inaspettatamente mostra i primi segnali di immotivata gelosia, facendo scricchiolare le basi di un rapporto che fino a lì sembrava essere indistruttibile. Paolo non riesce a rimanere indifferente, memore anche situazioni familiari vissute in passato. Ogni presenza femminile che si aggiri attorno a Paolo è per Carla una potenziale minaccia.
- Si tratta di una cena di lavoro – dice Paolo, mentre nello studio sistema alcuni documenti all'interno della borsa a tracolla.
- Capita spesso – replica Carla.
- Be', non mi sembra che le cose stiano veramente così; comunque, siamo tutti colleghi ... -
- Già. Immagino che ci sia anche lei. –
- Intendi, Marzia? –
- Sì, l'affascinante collega. –
- Il termine affascinante mi sembra improprio, la definirei interessante; non sarai mica gelosa? –
- E se fosse? –
- Ne abbiamo già parlato. –
- Lo so. –
- Lei è solo una collega di lavoro, oltre questo non rappresenta nulla per me; ma quello che veramente conta è che amo solo te – afferma l'uomo guardando la compagna negli occhi.
- Potrei venire anch'io? In molti casi lo fanno. –
- Non da noi; nessuno può partecipare, né il compagno o compagna che sia, infrangerei le regole. -
- Non voglio certo metterti in cattiva luce; rischi di fare tardi, è meglio che tu vada. –
- A più tardi – dice Paolo, baciando la donna sulle labbra. – Stai tranquilla, ovunque mi trovi, sei sempre nei miei pensieri. –

Salvatore Scalisi

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Erri De Luca Erri De Luca. Nato a Napoli nel 1950, ha scritto narrativa, teatro, traduzioni, poesia. Il nome, Erri, è la versione italiana di Harry, il nome dello zio. Il suo primo romanzo, “Non ora, non qui”, è stato pubblicato in Italia nel 1989. I suoi libri sono stati tradotti in oltre 30 lingue. Autodidatta in inglese, francese, swahili, russo, yiddish e ebraico antico, ha tradotto con metodo letterale alcune parti dell’Antico Testamento. Vive nella campagna romana dove ha piantato e continua a piantare alberi. Il suo ultimo libro è "A grandezza naturale", edito da Feltrinelli.
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