La luce soffusa nello studio elegantemente arredato crea un'atmosfera intima; il silenzio della stanza cede a caldi sospiri. Accanto al tavolo da disegno, sopra una morbida coperta messa sul parquet di noce chiaro, due corpi nudi si sfiorano, si avvinghiano, finché non crollano esausti. La donna, giovane e bella, poggia la sua guancia sul dorso dell'uomo. - Desideri veramente che sia una femmina? – domanda Maria. - ... sì; e che somigli a te – risponde Andrea. - Sono felice per la decisione presa. Crescerà bene ... e avrà un buon padre! – replica lei. - E una buona mamma! – dice Andrea, mentre accarezza i lunghi capelli castani con riflessi dorati della sua donna. - Spero che le tue parole corrispondano a verità. – - Cosa c'è, non ti fidi di te? – - Non volevo dire questo ... e che la vita è così imprevedibile ... - - Non mi piace questa vena di pessimismo. – - Scusami, ho rovinato tutto! – - Non pensiamoci più – suggerisce Andrea, baciandola teneramente sulla fronte. - Ok! –
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Lo studio è illuminato dalla luce del giorno; l'architetto Andrea Genovesi è intento a lavorare sul suo tavolo da disegno, quando entra sua moglie, Maria, con addosso una vestaglia color bianco neve, mentre porta un vassoio con sopra due tazze di caffè caldo. L'uomo prende la tazza e sorseggia il suo caffè. - Grazie! - esclama Andrea, rinfrancato dal sapore stimolante della bevanda. - È proprio quello che ci voleva. - Maria poggia il vassoio sopra la scrivania, prende la tazza e si avvicina al suo uomo. - Lo so; ogni tuo desiderio ... lo esaudisco con piacere. – - Sei un tesoro! – - È una villa panoramica ... il tuo cliente ha parecchi soldi da spendere - osserva la donna, riferendosi al disegno su cui sta lavorando Andrea. - Già! Non è uno squattrinato. Ti piace? - - Si! Ma non ci abiterei, se intendi questo; è troppo grande, non saprei cosa farmene. Come tu ben sai, abito in un appartamento di quattro vani, tre di questi sono poco utilizzati, perché mangio, faccio l'amore e dormo nello studio di mio marito. - La coppia si guarda con reciproca intensità. - Direi che è stimolante – replica Andrea. - A me sta bene così, perché l'amo! - continua la donna. Le labbra di Andrea si avvicinano lentamente a quelle di Maria, fino a unirsi in un sensuale bacio, il tutto reso grottesco dalle loro braccia, lontane dal corpo, immobili, preoccupati solo di non allentare la morsa delle dita, per non far cadere per terra le rispettive tazze di caffè.
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L'uomo non si è spostato tutta la mattinata di un attimo dal tavolo di lavoro. Maria, in procinto di uscire, l'osserva con un dolce sorriso sulle labbra. - Esco! – - Oh, sei qui! Dove vai? – - A fare un po' di spesa. Ho visto che la nostra dispensa è alquanto vuota e se a pranzo vogliamo sederci a tavola è bene che io vada al supermercato. – - Vuoi che venga con te? – - Non è necessario. – - Non voglio che ti affatichi. – - Stai tranquillo, non devo svuotare il supermercato; prenderò il necessario per la nostra sopravvivenza – risponde con tono ironico la donna. - Va bene. Ma, mi raccomando, niente pesi azzardati! – - Te lo prometto! –
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- Oggi, per la seconda volta, ho sentito odore di gas. – - Intendi a casa? – - No, appena fuori; l'ho riscontrato venendo dal supermercato – dice Maria, seduta con il marito a tavola. - Sì, qualcosa ho sentito anch'io – risponde Andrea. - Magari non sarà nulla di importante. – - Per precauzione lo faremo presente all'azienda del gas. – - Sì, sono d'accordo; li informerò io. – - Ottimo questo preparato di carne. – - Si era fatto tardi, così ho voluto fare una cosa veloce ... - - Dico sul serio! – - Davvero? – - Sicuro! Ha un buon sapore. – - Be', allora sono stata fortunata a comprarla, e per giunta a prezzo scontato. Ho fiuto per certe cose – afferma compiaciuta la donna. - Fin quando non saremo diventati ricchi, fare economia è una saggia decisione – replica sorridente Andrea.
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Una sera di una settimana dopo, i coniugi Genovesi, insieme agli amici Luigi e Agata, vanno a cenare in un noto ristorante della città, il cui nome, “La buona cucina”, fa ben sperare. Il gruppo di amici seduti attorno a un tavolo, sono intenti a consumare la prelibata pietanza. - Per festeggiare qualcosa di importante, non c'è occasione migliore che il lieto evento dell'arrivo di un bambino. Quando Luigi me l'ha detto, non stavo più nella pelle dalla gioia - dice Agata. - Figuriamoci, allora, quando arriverà il vostro turno - risponde con un sorriso Maria. - Credo che ci sarà da aspettare ancora un po' ... il mutuo per la casa ci ha privato delle nostre residue forze - replica Luigi, con l'espressione tra il rammarico e la rassegnazione. - Amico mio, lasciate perdere il mutuo e fateci un pensierino, perché certe cose non è facile averle come si immagina – dice Andrea. - Ha ragione – aggiunge Maria. - Noi a un certo punto non ci speravamo più, poi ... ecco avverarsi il miracolo. – - Be', io direi più che un miracolo è valsa la nostra volontà nel cercare la soluzione in modo costante – afferma sornione il compagno. - Questo è sottinteso! – commenta Luigi. - Stiamo toccando argomenti piccanti, o sbaglio? – interviene Agata. - Non è che io abbia pudore, anzi ... - - La mia cara mogliettina intende dire che, tutto sommato, noi non possiamo lamentarci ... – - ... sì, qualcosa di simile. – - Meraviglioso! – esclama Maria. - Allora, non abbiate timore, prima o poi riceverete anche voi il miracolo di una gravidanza. – - Avere una pancia come la tua non mi dispiacerebbe. – - Sono solo al terzo mese, non ho idea come sarà dopo ... – - A me il pancione non dispiace affatto, ha un qualcosa di sensuale – afferma Luigi. - Non ti soffermerai a guardare le donne incinte? – replica la sua compagna. - Può capitare, ma non come pensi tu. – - Vorrei vedere. - - Non appena mi si ingrosserà il pancione, ti terrò lontano, ci puoi giurare – interviene Maria. - Questo ristorante non sarà famoso per la sua economicità ... ma si mangia veramente bene ... cosa ne dite? - - Sì, sono d'accordo! Ma volete paragonarlo a una scorpacciata del nostro pesce fresco? - le parole escono dalla bocca di Luigi, intervallate dai movimenti lenti ma decisi delle mascelle, intente a maciullare il delizioso boccone. - Più che giusto! – ammette l'amico. - Be', cosa aspettate? Sbrigatevi a pescarlo! - Replica Agata, mentre volge il suo sguardo su Andrea e Luigi; quest'ultimo dà il suo assenso in modo sintetico. - ... niente in contrario. - - Ok! Starò fuori alcuni giorni ... devo consegnare un lavoro; al mio rientro possiamo programmare qualcosa di buono, magari prendere a noleggio il solito fuoribordo e trascorrere insieme l'intero week-end. Sì, è una buona idea! – dice Andrea. - Confermo; ci sta lavorando su come un matto – afferma Maria. - È alle prese con una villa faraonica; dovreste vederla. – - A dire il vero, ho già finito. – - Già. – - Domani parto a consegnare il progetto. – - Peccato! Mi sarebbe piaciuto vederlo – dice Agata. - Lo puoi fare quando vuoi; ne tengo una copia in casa. – - Ok. Lo farò senz'altro. Vedo che viaggi parecchio. – - È vero! Sai, i miei migliori clienti non sono delle nostre parti. - - Tu lo sai, ti sono grande amico, non mi sognerei minimamente di metterti in imbarazzo, ancor più di essere troppo invadente ... ma non riesco a nascondere quello che voglio dire. - Interviene Luigi. - Ecco, sui tuoi continui spostamenti avrei una mia teoria, che prende consistenza se collegata ai tuoi trascorsi di investigatore privato. Mi sembra di vederti: sopra la tua normalissima macchina, occhiali scuri, portamento serio, scendere dalla stessa, salire la rampa di scale fino al primo piano, aprire una porta sulla quale una targhetta recita “investigatore privato”, ed entrarci dentro. - Alla fine della seria e scrupolosa descrizione della teoria fatta dall'uomo, si respira nel gruppo di amici un'aria di divertimento, e ne è la prova una battuta ironica di Maria. - Un'altra delle tue teorie e rischio seriamente di abortire. - - Convincerti è impresa assai ardua. È stata un'esperienza veloce e così lontana nel tempo, da non avermi lasciato nessuna traccia; e poi, più che uno Sherlock Holmes, mi sentivo un garzone tuttofare - replica Andrea. – - Va bene, hai vinto; mi arrendo. Ma devi ammettere che la mia teoria in fondo non è tanto malvagia, in essa è palese un discreto fascino. Ascoltate: sotto le vesti di un nominato architetto, un uomo scava nei labirinti della società per risolvere, aiutato dal suo infallibile fiuto, gli enigmi dell'umanità. Mica male! - L'ulteriore monologo di Luigi, fa scuotere il capo ad Andrea in senso di resa, mentre Maria e Agata con un'espressione sorridente sembrano accettare di buon grado.
***
- È stata una bellissima serata. – - Già. – - Mi sono divertita tanto; e il finale è stato talmente esilarante da riuscire a stento a trattenermi dalle risate – dice Maria, distesa sul letto. - Ti riferisci al mio doppio lavoro di investigatore privato? – risponde Andrea, sotto la coperta a fianco della sua donna. - Sì. – - Il nostro amico Luigi è un mostro di trovate esilaranti, e ieri sera si è esibito in una delle sue più divertenti performance. È stato veramente eccezionale. – - Non mi dispiacerebbe – dice con un'aria compiaciuta Maria, abbracciandosi al suo uomo. - Cosa? – - Se fosse vero. – - Non starai parlando ... - - Del tuo doppio lavoro; forse sarà un po' rischioso, ma lo trovo così affascinante. – - Oh, sei formidabile! Come fantasia non sei da meno di Luigi. Vivete nel mondo dei sogni. – - Per me è fantastico! – - Be', non ho dubbi; è come stare dentro a un film. – - Molto meglio. Potrei decidere di seguirti in uno dei tuoi viaggi di lavoro, e magari rimanere coinvolta in un caso di spionaggio internazionale. – - Avrei un bel da fare per toglierti dai possibili rischi – dice Andrea, attenendosi con piacere al gioco. – - Potrei esserti d'aiuto. – - Perché no. – - Lo dici davvero? – - Certo! Conosco le tue doti. – - E sarebbero? – - Sei una donna piena di vitalità, hai un forte intuito e sei particolarmente attraente, il che non guasta. – - Non pensavo che fosse così importante. – - Lo è per me – dice l'uomo, baciando sulle labbra Maria.
Salvatore Scalisi
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