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Autore: Marcella Nardi
Morte all'Ombra dello Space Needle
Legal Thriller
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Morte all'Ombra dello Space Needle
Le indagini dell'avvocato Joe Spark.

L'ho uccisa molti anni fa...

Joe Spark si fermò di colpo.
Stava uscendo dal tribunale, quando una mano sulla spalla destra lo bloccò e una voce disse: - Aspetti... signor Spark, vorrei parlarle a proposito di un omicidio - .
Voltando il capo per vedere chi lo avesse bloccato, Joe si trovò davanti un vecchio dall'aspetto scheletrico, che indossava un lucido abito blu e una cravatta macchiata, forse di caffè, e logora. Sebbene il vecchio avesse l'affanno per lo sforzo, quella mano ossuta rivelava una notevole forza, come se temesse un'improvvisa fuga da parte di Joe. Le spesse e antiquate lenti dei suoi occhiali, ingrandivano forma e misura degli occhi, rendendoli quasi grotteschi.
Joe pensò che si trattasse di uno di quei tipi bizzarri che se ne stanno seduti mattina e pomeriggio nei corridoi dei tribunali a guardare scene di vita altrui, distorte dagli specchi deformanti dei processi. La maggior parte degli avvocati disdegnava quegli spettatori, che consideravano dei meri guardoni. Erano ovunque: per i corridoi, per le scale e nelle aule. Joe, che invece non li disprezzava, a volte si fermava a scambiare con loro qualche parola. Non poteva fare a meno di provare simpatia per chiunque avesse una vita talmente arida da considerare quei posti come una seconda casa.
- Vuole fare una confessione? - , gli chiese ironicamente.
L'uomo abbandonò la presa e mise a nudo una fila di denti storti in un sorrisetto cospiratorio. Aveva le spalle curve e la pelle rugosa, incartapecorita. In una mano, simile a un artiglio, teneva stretta una vecchia borsa portadocumenti. A Joe parve che l'alito dell'uomo odorasse di libri ammuffiti.
- È di lei che ho bisogno, signor Spark. Nessun altro può aiutarmi - .
Scandì le parole lentamente, ma fu l'urgenza che si notava nel suo tono a suscitare l'interesse di Joe.
- Si trova forse in qualche pasticcio? -
- No, no, non mi fraintenda. L'assassinio di cui voglio parlarle è avvenuto quasi trent'anni fa. Tuttavia, credo che lei sia in grado, se mi passa la frase, di assistermi nelle mie ricerche - .
- Trent'anni fa? - , Joe scosse il capo. - Mi spiace di non poterla aiutare, signor...? -
- Robinson. Mi chiamo Andrew Robinson. Lasci che le spieghi. Io sto riesaminando uno dei crimini più famosi accaduti qui a Seattle. Sono certo che ne avrà sentito parlare. I giornali, con i loro titoli melodrammatici, lo definirono - Lo strangolamento all'ombra dello Space Needle - - .
- Mi sembra di rammentare qualcosa. Ero giovane e non ancora avvocato - , disse Joe, ripensando a delle vecchie inchieste. - Non è quel caso in cui era stata uccisa una ragazza, la figlia di un uomo molto conosciuto? -
- Sì, il delitto aveva suscitato grande scalpore all'epoca. Sandra Taylor, la vittima, aveva solo sedici anni. Il padre era un famoso professore universitario e ricercatore. Al suo attivo aveva delle interessanti pubblicazioni ed era ospite a molte conferenze di sociologia politica, oltre a essere ricco di famiglia. La moglie, la madre di Sandra, era figlia di uno dei più famosi avvocati penalisti dell'epoca. Ma ciò che contribuì a far parlare della giovane, anche molto tempo dopo la sua morte, fu il fatto che appartenesse al jet set di Seattle: era una ragazza molto carina. Le malelingue la descrissero anche come una giovane donna molto disinibita, per quegli anni - .
- Ricordo che l'assassino fosse un suo vicino di casa che l'aveva seguita fino a sera tardi, vero? -
- In effetti, venne arrestato un giovanotto di nome David Bolan, che viveva vicino all'abitazione della famiglia Taylor. E costui, poco dopo, confessò di aver strangolato Sandra, anche se ventiquattr'ore prima dell'inizio del processo tentò di anticipare il suo destino impiccandosi. Ma non era giunto ancora il suo momento: un agente arrivò giusto in tempo e lo staccò dal cappio, in modo da salvarlo per l'ergastolo - .
- Buffo, no? In carcere a vita, ma con un collo sano - .
- Vedo che le piace l'umorismo nero, signor Spark. È il genere migliore, sono d'accordo con lei. Ma credo che non abbia afferrato la cosa essenziale. A quei tempi, stiamo parlando del 1989, come ricorderà, stava iniziando la campagna per l'abolizione della pena di morte nello Stato di Washington, campagna terminata il 16 gennaio del 2017. Le autorità temevano di provocare un incidente che sarebbe finito su tutte le prime pagine dei giornali - .
- Incidente? E di che tipo? -
- Non potevano permettersi che morisse in cella prima del processo. Pensi, signor Spark, come sarebbero andati a nozze i media - .
Gli occhi di Robinson scintillavano mentre parlava e provocarono in Joe un brivido lungo la schiena.
Nel frattempo, sciami di impiegati, avvocati e clienti stavano invadendo l'atrio. La giornata volgeva al termine e molti erano già in coda alle porte rotanti.
Mentre osservava una collega dalle forme seducenti, Joe, che era appoggiato a una delle quattro imponenti colonne di marmo, stava riflettendo su quanto appena ascoltato e fu assalito dalla curiosità. - E cosa successe? -
- Il processo ebbe luogo alla fine di novembre e, naturalmente, Bolan venne condannato a morte, con la scelta per impiccagione o iniezione letale. Ma, come tutti sappiamo, i tempi per l'esecuzione sono lunghissimi - .
- E poi? -
- Bolan riuscì finalmente a suicidarsi in galera. Ancora una volta le autorità furono negligenti, come pare lo siano spesso. Una notte, Bolan si tagliò la gola con un pezzo di vetro, provocandosi uno squarcio alla giugulare - .
Joe si morse il labbro. Aveva un'immaginazione vivida e le parole di Robinson gli fecero accapponare la pelle. Non poteva fare a meno d'immaginarsi quella scena rivoltante: una gran pozza di sangue, l'uomo steso di traverso sul cemento di una cella fredda e silenziosa.
- Be', e io cosa c'entro? - , chiese.
- L'avvocato di Bolan era Eldon Kafca - .
Allora non c'è da stupirsi che sia stato dichiarato colpevole, pensò Joe, mentre quell'idea allentava la tensione. A voce alta rispose solo: - Capisco... - .
- Avvocato Spark, comincia a intuire perché la cosa mi interessa? Ho saputo che il signor Kafca è andato in pensione di recente e il vostro studio legale ha rilevato tutte le sue pratiche. Ecco perché volevo portarle via un po' di tempo per parlarle dell'assassinio di Sandra - .
- Ma non... - .
- Senta - , disse Robinson, - so che il suo attuale caso è stato aggiornato a domani mattina. Ero in aula, poco fa. Mi permette di offrirle un caffè? Così potrò darle un'idea sulle informazioni che sto cercando. Se dopo una mezz'ora lei deciderà che le faccio solo perdere del tempo, non me la prenderò. Cosa mi dice? -
Joe esitò. Ricordava tutto il lavoro che lo attendeva in ufficio. Ma non era soltanto quello: aveva provato una certa repulsione a quella nota di piacere che era apparsa sul volto di Robinson, quando aveva detto: - Si tagliò la gola con un pezzo di vetro, provocando uno squarcio alla giugulare - .
Si voltò per dare un'occhiata all'ingresso del pianterreno del tribunale. La ruota della roulette giudiziaria aveva smesso di girare per quel giorno, lasciando i perdenti a rimuginare nelle loro celle e i vincenti a camminare liberi per strada, pronti a festeggiare.
Joe scoprì che l'idea di terminare la giornata dietro la scrivania non gli andava poi tanto. Non era indolente di natura, ma un lungo pomeriggio trascorso in tribunale l'aveva lasciato in uno stato d'animo tale da sentirsi quasi uno schiavo del lavoro. La corrispondenza poteva aspettare e qualcosa da bere l'avrebbe rimesso in sesto. A ogni modo, una chiacchierata non gli avrebbe arrecato alcun danno, per quanto la compagnia potesse essere poco piacevole.
Cominciò a dirigersi verso la porta girevole. - Perché no? -
- Splendido - , disse il signor Robinson, - le sono estremamente grato della sua collaborazione. Se non le spiace, mi fermo al bagno qui, che sicuramente è più pulito di quello del bar. Lei vada avanti. Ci vediamo di fronte allo Starbucks, nel Columbia Center - .
Non appena uscì fuori dal tribunale, Joe fu investito da un vento freddo e pungente. Su entrambi i lati della 5th Avenue, le fredde luci dei grattacieli di Seattle, adibiti a uffici, brillavano nell'oscurità. Pendolari in coda alla fermata battevano i piedi, cercando di mantenere un minimo di calore corporeo mentre attendevano l'arrivo dei loro autobus. La notte prima aveva nevicato un po', lasciando pozze di fanghiglia ovunque. Mentre attraversava in fretta la strada, Joe, nel tentativo di schivare lo spruzzo gelido sollevato da un camion di passaggio, quasi scivolò.
Giunto all'incrocio con la Cherry Street, attese l'arrivo del suo interlocutore.
Quando, infine, quest'ultimo riuscì a districarsi in mezzo al traffico e giunse sano e salvo sul marciapiede, piegò mestamente il capo. - Non sono più giovane come un tempo - .
- A chi lo dice! -
- Ma se ha meno di cinquant'anni! Lei è ancora un giovincello. Chissà quante donne le sbavano dietro - .
- Ora non esageriamo... - .
- E invece sì. Si è mai guardato allo specchio? Guardi, anche se non sono una donna so valutare un uomo, e lei è un bell'uomo: alto, capelli ricci, di un luminoso nero corvino, e quell'accenno malizioso di barbetta e baffi. Ma va là... Come fa a confrontarsi con me? E i suoi occhi, azzurri come il mare. Altro che il sottoscritto, ridotto a un catorcio umano - , osservò, mentre Joe aggrottò la fronte con un fare interrogativo. - Non mi guardi così. Per l'età, e altro, mi sono informato, prima di decidere di chiedere il suo aiuto. Allora entriamo? Sicuro che un caffè vada bene? Preferisce un pub? - , gli chiese Robinson, che respirava a fatica e pareva malfermo sulle gambe. Il risultato, pensò Joe, di troppi giorni, settimane e mesi passati in ambienti angusti, sempre curvo a leggere fogli sbiaditi dal tempo e a vivere una vita per procura.
- Lo Starbucks va benissimo - . Gli lasciò un attimo di tempo per riprendersi e poi gli chiese: - Mi dica, perché le interessa tanto l'assassinio dello Space Needle? -
- Vivo solo, signor Spark. Mia moglie è morta dieci anni fa, sono senza famiglia e ho ben pochi interessi. Ero capo del personale in una piccola tipografia del centro. Da quando sono andato in pensione, ho scoperto di avere un mucchio di tempo a mia disposizione, e bisogna che lo occupi bene, in un modo o nell'altro. Il crimine mi ha sempre affascinato. Mi piace dare spago alla mia curiosità. Il caso dello Space Needle è un esempio superbo nel suo genere. Ha tutti gli ingredienti classici per stuzzicare il mio interesse. Ma entriamo e sediamoci - .


Quando si furono sistemati al tavolo, Robinson abbassò la voce, come se temesse che qualche avventore potesse sentirlo, e prese a elencare i vari punti con le dita: - Una bella ragazza, apparentemente più matura di quanto in realtà non fosse; una morte brutale e improvvisa; le indagini della polizia condotte sotto la luce spietata della stampa e della televisione; un uomo braccato senza pietà e condannato in tutta fretta e, soprattutto, una grave ingiustizia - .
I suoi occhi avevano ripreso a luccicare, come se l'uomo provasse piacere nel rievocare quei fatti. Joe provò di nuovo un'ondata di disgusto, ma non poté fare a meno di porgli la domanda che, ne era certo, Robinson si stava aspettando. - Chi sarebbe la vittima di questa ingiustizia? -
L'anziano signore studiò l'espressione sul volto di Joe, poi annuì, come se fosse soddisfatto di ciò che vi aveva letto: ora l'avvocato sembrava interessato, o almeno incuriosito.
- Ho passato gran parte della giornata ad ascoltare il caso di cui lei, ora, si sta occupando. Come le ho detto prima, ero seduto in fondo all'aula del tribunale. Dev'essere lieto dei progressi raggiunti. Il giudice ha fatto chiaramente capire di non essere d'accordo con la polizia, e non c'è da stupirsene. Il suo cliente, il signor Drake, è stato accusato di un crimine che non ha commesso. Probabilmente, ora cercherà di spuntare un cospicuo risarcimento - .
- Bisognerà vedere come andranno le cose - .
- Da quello che ho sentito, signor Spark, lei è uno a cui interessa fare giustizia - .
Se in quella frase c'era un accenno d'ironia, Joe fu ben lieto d'ignorarlo. Fare l'uomo di legge a Seattle, gli aveva insegnato a non essere tanto suscettibile. - La giustizia è una cosa rara - , concordò. - E vale la pena di cercarla - .
- Mi perdoni se glielo dico, ma temo che quasi tutti gli avvocati pensino più che altro alle loro parcelle. Comunque, lasciamo andare. Per me sarebbe molto importante la sua collaborazione, visto che lei ha accesso agli archivi dell'avvocato di David Bolan. Per Bolan è troppo tardi, ma lei potrebbe ancora aiutarmi a dimostrare che quel poveretto ha subito una tremenda ingiustizia - .
- Si dichiarò innocente al processo? -
- Al contrario, disse che era colpevole - .
- Eppure, lei sostiene che quella confessione fosse falsa, vero? -
Robinson si schiarì la voce. Sembrava un ragazzino che sapesse un mucchio di cose, considerò Joe, e non riuscisse a celare la sua eccitazione pensando a tutto ciò che avrebbe potuto rivelare.
- Infatti. E per me è proprio questo il fascino dell'omicidio di Sandra Taylor. Non voglio sostenere che la mia sia una crociata morale, e non pretendo di condividere la sua dedizione al trionfo della giustizia. Ma trovo il delitto irresistibile... e in particolare il delitto perfetto - .
- Nessuno, da quel che ricordo, ha mai parlato dello strangolamento dello Space Needle come di un delitto perfetto - .
- Lei non vuol capire, signor Spark. Se partiamo dal presupposto che Bolan era innocente, la conclusione è inevitabile - .
Robinson digrignò i denti. - Il vero colpevole la fece franca - .

Marcella Nardi

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Erri De Luca Erri De Luca. Nato a Napoli nel 1950, ha scritto narrativa, teatro, traduzioni, poesia. Il nome, Erri, è la versione italiana di Harry, il nome dello zio. Il suo primo romanzo, “Non ora, non qui”, è stato pubblicato in Italia nel 1989. I suoi libri sono stati tradotti in oltre 30 lingue. Autodidatta in inglese, francese, swahili, russo, yiddish e ebraico antico, ha tradotto con metodo letterale alcune parti dell’Antico Testamento. Vive nella campagna romana dove ha piantato e continua a piantare alberi. Il suo ultimo libro è "A grandezza naturale", edito da Feltrinelli.
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