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Autore: Sandra Mayer
Il Club
Erotico
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Il Club

Lei era Olivia Roche, trentotto anni, sconosciuta ai più, giornalista e scrittrice d'assalto, spregiudicata e testarda. Bionda, antipatica a tutti, fino a qualche mese prima si vociferava negli ambienti letterari che fosse anche lesbica. La sua vita cambiò radicalmente a causa di un fortunato paparazzo che riuscì a beccarla in una situazione ad alto tasso erotico, affacciata dalla finestra di una lussuosa camera d'hotel. Di quel servizio uscirono soltanto alcune foto. I più maliziosi dissero che qualcuno avesse pagato per fare in modo che gli scatti venissero parzialmente sfuocati, affinché non si avesse la certezza di riconoscere il volto del politico che c'era accanto a lei.

Per la verità, l'evidente manipolazione dei fotogrammi fece scoppiare una vera e propria caccia alle streghe, finché intervennero i servizi di sicurezza francesi e misero tutto a tacere. Si parlò di un politico ad alto livello, sposato, e al di sopra di qualsiasi sospetto. La giornalista fu assunta da una rivista britannica e spedita rapidamente oltre Manica. Dopo sei mesi divenne l'amante dell'editore, un uomo molto potente, abituato a creare scandali senza curarsi delle conseguenze. Fu lui, Tyson Khan, a proporle di tornare nel vecchio continente per indagare su un giro di escort di lusso in cui erano coinvolte personalità di spicco di entrambe le nazioni.

Per convincerla ad accettare l'incarico, le passò il contatto di un hacker che aveva violato illegalmente gli account di alcuni di loro, mettendola così al corrente del possibile scandalo che ne sarebbe derivato se fosse riuscita a provare il loro coinvolgimento personale. Dopo tre settimane di noioso lavoro per mettere insieme i riferimenti comuni, si ritrovò con in mano un nome altisonante: Orchid Club.

Per quanto provasse a cercarle informazioni in rete, Google non restituiva alcun riferimento diretto se non un insignificante riferimento su una vecchia pagina, ormai cancellata, appartenente a uno studio estetico di Amsterdam. Incuriosita dall'abbinamento che poteva anche essere di natura puramente casuale, contattò la dottoressa Van Leeuwen, il cui profilo appariva in bella vista sulla homepage del sito.

L'impatto fu decisamente cordiale, ma appena Olivia provò a menzionare l'Orchid Club, la donna si mostrò molto prudente nel continuare la conversazione, limitandosi a invitarla di persona per una semplice chiacchierata conoscitiva. Nonostante le perplessità, decise di perseguire quella flebile traccia e, d'accordo con Khan, prenotò un volo per il giorno successivo.

Amsterdam - Grand Hotel Krasnapolsky

La dottoressa Van Leeuwen arrivò in perfetto orario. Si presentò senza perdere tempo e le propose di salire a chiacchierare in camera per non dare troppo nell'occhio. Aveva una quarantina d'anni, ma si presentava in splendida forma con un seno marmoreo e un modo di camminare che attirava irrimediabilmente gli sguardi della gente. La proposta di incontrarsi in un luogo pubblico invece che in studio, avvalorò la tesi che la discussione sarebbe stata molto riservata, confermando il legame del centro estetico con l'innominabile Orchid Club. «

«Sono un chirurgo,» esordì la dottoressa «quindi non deve avere alcuna remora nei miei confronti. Considerato che dobbiamo collaborare per un certo periodo di tempo, potremmo passare a un tono più confidenziale. Se non le dispiace, può chiamarmi semplicemente Dyonne.»

«Io sono Olivia.» abbozzò un sorriso di circostanza «Non amo molto le premesse e gli inutili giri di parole,» bluffò «la persona che mi ha consigliato di chiamarti mi ha anche tranquillizzata sul fatto che non ci saranno complicazioni di sorta.»

La dottoressa si fece subito seria: «Personalmente non ho mai riscontrato alcun problema,» affermò «ma devo premettere che il mio intervento ha un costo molto elevato.»

«Quello non è un problema,» finse di stare al gioco «se sono venuta sin qui è perché sono convinta di ciò che sto facendo. Ti sarei grata se mi illustrassi nei dettagli a cosa dovrò andare incontro.»

Fu allora che Dyonne prese dalla borsa un tablet e si collegò a uno strano sito che aveva come suffisso la dicitura Onion. «Il mio lavoro consiste nel verificare che tu appartenga al tipo di persona che può sottoporsi all'intervento.»

Nell'ascoltare quella frase, Olivia trasalì. «Parliamone,» provò a riprendere il filo del discorso con la sua solita determinazione «sono molto curiosa di scoprire i particolari anche se intimamente restia a questo tipo di interventi.»

«Per cominciare,» provò a tranquillizzarla «dovrei soltanto dare un'occhiata alle tue parti intime. Non dimenticare che sono una dottoressa.»

Olivia provò a tenere a freno l'agitazione e maledì il momento in cui aveva deciso di intraprendere questa indagine. «Dobbiamo per forza farlo adesso?» domandò con un filo di voce.

«È inutile andare in studio per sottoporsi a un tipo di valutazione prettamente visiva,» obiettò Dyonne «ci vorrà soltanto qualche secondo.»

L'avrebbe voluta mandare al diavolo, ma a questo punto era chiaro che il riferimento al Club non poteva essere che di natura prettamente sessuale. Si sfilò lentamente la gonna e, mentre cercava dove appoggiarsi per sfilarsi gli slip, la dottoressa la afferrò per i fianchi. «Va bene in piedi,» la rassicurò «non si tratta di una visita ginecologica.»

Fu così che Olivia si ritrovò mezza nuda, appoggiata con la mano sullo schienale della poltrona, mentre l'altra visionava con attenzione il suo pube. «Per prima cosa dobbiamo eliminare il pelo,» esclamò, controllando attentamente la conformazione della grandi labbra e della clitoride «per il resto non vedo complicazioni di sorta, quindi posso assicurarti che potremo fare un buon lavoro.»

«È indispensabile?» le domandò, trattenendo l'imbarazzo.

«Se vuoi essere ammessa all'Orchid Club,» sorrise «non c'è altro modo! Pensavo che fossi già al corrente di questi dettagli e anche profondamente consapevole di prendere questa decisione.»

«Su questo non ci sono dubbi,» continuò il suo bluff «però sono molto apprensiva, vorrei prima capire quali sono i canoni richiesti e come avverrà nei dettagli l'intervento.»

«Dunque... a parte la rasatura del pube che non rappresenta certo un problema, la valutazione è strettamente legata a una conformazione vaginale matura. Per intenderci, non sono ammesse quelle situazioni fisiche per cui l'apparenza della vulva somigli a quella di una bambola.»

«In parole povere, che significa?» sgranò gli occhi.

«Significa che la mancanza di una clitorideo ben pronunciata esclude qualsiasi possibilità dell'intervento.»

«E io come sono messa?»

«Insomma...» sorrise Dyonne «diciamo una via di mezzo, ma comunque più che accettabile. Esteticamente sembri perfetta, ma te lo posso conformare dopo la rasatura.»

Olivia sbuffò platealmente: «Che altro manca?» domandò con impazienza.

«Non so se dirtelo adesso, mi preoccupa la tua reazione.»

«A questo punto sarebbe meglio parlare chiaramente, così magari evito di depilarmi e me ne torno immediatamente a casa col dubbio di non essere ancora pronta per tutto questo.»

«Dovrai sottoporti ad una specie di piercing,» glielo disse tutto d'un fiato «qualcosa che ti identifichi nel club a ogni controllo.»

Dopo qualche secondo di riflessione, Olivia provò ad interrogarla ulteriormente: «La rasatura dobbiamo per forza farla adesso? E l'applicazione del piercing quando e come avverrà?»

«Per quando riguarda la depilazione,» le spiegò «sarebbe meglio provvedere immediatamente, perché devo scattare un foto del tuo pube completamente nudo per sottoporla a chi valuterà la tua richiesta. Per tutto il resto ci rivedremo in caso di risposta positiva.»

Londra - Grosvenor House Suites

Il giorno successivo, di ritorno da Amsterdam, Olivia chiamò Khan, pregandolo di raggiungerla in hotel. Quando finalmente se lo ritrovò davanti, gli rifilò un sonoro ceffone: «Mi hai detto di indagare su un giro di escort di lusso,» gli urlò «e non che sarei dovuta diventare una di loro per poter scrivere l'articolo!»

Passata la buriana, lo mise al corrente di ciò che aveva scoperto, soffermandosi sull'imbarazzo provato per la rasatura del pube fatta nel bagno di un hotel, nonché della fastidiosa fotografia delle sue parti intime.

Sandra Mayer

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