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Autore: Silvia Devitofrancesco
Buon Natale 2.0
Raccolta umoristica
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Buon Natale 2.0
I preparativi.

Tutti gli eventi più o meno rilevanti della nostra vita dal compleanno festeggiato nella pizzeria all'angolo di casa con tanto di torta, candeline e applausi da parte degli sconosciuti avventori fino al matrimonio in pompa magna in stile - lo devono sapere persino le pietre del Neolitico - necessitano di preparativi.
Il Natale non ne è esente, anzi. Per trascorrere un Natale perfetto degno delle renne e degli elfi sorridenti occorrono giorni d'intensa preparazione psicofisica. Non mi stupirei se fosse organizzato un corso di formazione per perfetti amanti del Natale. Io sarei la prima iscritta, sappiatelo.
Già, perché il Natale è la grande occasione che tutti aspettano, è quella festività che permette di - fare bella figura - agli occhi della suocera, della cognata e della nuora messe insieme, è quel momento che allo stesso tempo fa toccare la stella cometa e precipitare nel muschio al primo passo falso. Insomma, una vera e propria prova di coraggio che obbliga ad almeno tre mesi di vacanza per smaltire lo stress accumulato (da sostituire all'occorrenza con trenta sedute di psicoterapia).
Se invece appartenete all'esercito dei paladini di Babbo Natale, siete pronti a difenderlo a stella filante tratta e vorreste che il 25 dicembre non avesse mai fine, siete sicuramente esenti da disturbi di ogni genere e non fate altro che saltellare da mattina a sera immaginando quel dì fantastico. Vi stimo, amici!
La domanda, a questo punto, sorge spontanea: Come ci si prepara al Natale nell'era 2.0?


Il Calendario dell'Avvento

1 dicembre, ore 7 a.m.
La sveglia suona puntuale come tutte le mattine, fuori dalla finestra il cielo nuvoloso sembra quasi invitare a trascorrere la giornata a letto con il piumone che avvolge tutto il corpo in un tenero abbraccio, una tisana fumante sul comodino e un libro tra le mani.
Purtroppo, è solo utopia, questa. I doveri incombono: la scuola, il lavoro, l'università. È necessaria una massiccia dose di coraggio per farsi leva sui gomiti, scalciare il piumone e abbandonare il letto. Sì, coraggio ma non solo. È il naturale scorrere del tempo a infondere fiducia e ottimismo (ovviamente in quanti amano follemente il Natale).
I folletti natalizi sparsi per tutto il globo accolgono il 1 dicembre come se fosse la personificazione del profeta di una nuova religione. Per un Christmas Lover Doc il 1 dicembre è il vero Capodanno, tutto prende il via da questa giornata che segna il passaggio dal buio alla luce intermittente che si irradia dagli abeti addobbati.
Non solo una semplice data, dunque, ma una ricorrenza da celebrare con tutti i crismi e impossibile da dimenticare.
Provate a introdurvi idealmente nell'abitazione di uno di questi esemplari (spero vivamente mai in via di estinzione), in punta di piedi raggiungete la camera da letto e puntate subito lo sguardo in direzione del comò. Qui nel 99,999% dei casi noterete sistemato tra una boccetta di profumo e un angioletto della buonanotte, ben orientato cosicché lo si scorga da qualsiasi angolazione il soggetto si trovi, un simpatico calendario dell'Avvento.
Dovete sapere che il calendario dell'Avvento è un vero passaporto per il Natale. Non averlo significa non partire, non sentire dentro il clima festivo, non essere davvero parte dell'atmosfera scintillante che caratterizza questo periodo dell'anno.
Dimmi quale calendario dell'Avvento preferisci e ti dirò chi sei. A ognuno il proprio come se si trattasse di un vestito.
La scelta del calendario dell'Avvento è un'operazione decisamente complessa. È un po' come scegliere un'auto. Non basta semplicemente recarsi in concessionaria e indicare un modello a caso, occorre precisione perché quell'aggeggio a quattro ruote sarà comunque una parte di noi.
Il calendario dell'Avvento non è pertanto solo un segna giorni ma il primo passo verso quello che ci auguriamo potrà diventare un magico Natale. Sarà il nostro punto di riferimento, il nostro secondo migliore amico (il primo, come da tradizione, resta Babbo Natale) durante quei fatidici ventiquattro giorni.
La scelta è molto vasta: si va dai calendari con frasi personalizzate quali citazioni di libri o versi di canzoni celebri, a quelli realizzati con tanto amore dalle manine fatate di mammina ricchi di messaggi a effetto e vere e proprie dichiarazioni d'amore (specie se il tenero pargoletto è un mashietto), passando per quelli in cartoncino formato baby, per finire con le attese - con sorpresa - e magari nella casellina del 24 potreste trovare un solitario di Tiffany.
Un discorso a parte meritano quelli dedicati agli amanti dei dolciumi dove dietro ciascuna casellina si nasconde un cioccolatino. Vi sfido a non correre dinanzi a questa sorta di santuario ogni mattina appena alzati! Sì, saranno anche pericolosi per la glicemia in vista dei dolci che verranno, ma volete davvero stare qui a discutere dei benefici del cioccolato? Ecco, consideratelo pure un calendario dell'Avvento dal duplice scopo che nei tempi di crisi generale andrebbe tenuto in gran considerazione.
Se fino agli anni ‘90 il fulcro della questione era incentrato su quale calendario dell'Avvento scegliere e il Christmas Lover doc era costretto a reprimere continuamente l'impulso irrefrenabile di aprire tutte le caselline per svelarne il contenuto, nell'era degli smartphone, dei tablet e delle tante diavolerie tecnologiche il calendario dell'Avvento viene spesso sostituito da semplici app note come Christmas countdown che con musichette a tema, atmosfere nordiche e pupazzi di neve saltellanti che si nutrono della batteria del povero dispositivo, sono pronte non solo a svolgere le funzioni proprie di un tradizionale calendario dell'Avvento ma sono persino in grado d'informare l'utente riguardo le ore, i minuti e i secondi che mancano per il grande evento. Insomma, più precisi di questi sistemi qui non vi è niente e nessuno e, pensate un po', si esorcizza pure l'ansia. Quando si dice essere versatili!
Stop, fermi un attimo. Alla luce di quanto affermato poc'anzi, la domanda sulla quale i Christmas Lover 2.0 si interrogano è la seguente: - Bisogna aprire le caselline, virtuali o reali che siano, dall'1 al 24 o dal 24 all'1? - . Già, signori, siamo davanti al dilemma del secolo che al confronto l'essere o non essere di Amleto è un indovinello da gita scolastica. La questione, ampiamente dibattuta da luminari ed esperti del settore resta ancora aperta. Ai posteri l'ardua sentenza!
LE DECORAZIONI

Per trascorrere un Natale perfetto è necessario che l'ambiente domestico venga adeguatamente preparato all'evento. Poiché anche in questo caso la frase magica è - Vietato sbagliare - , bisogna conoscere alla perfezione le tendenze che la moda impone. Già, anche le decorazioni hanno le loro leggi non solo borse e vestiti.
Addobbare la casa, diciamocelo, è un compito arduo. Non è affatto semplice scegliere il punto esatto in cui posizionare un rametto di vischio (quasi sempre abilmente plastificato tanto da sembrare reale), soprattutto se tra gli invitati al cenone vi sarà qualcuno, ai vostri occhi, particolarmente interessante, per non parlare del Presepe e delle ghirlande, queste ultime discrete ma a effetto.
Insomma, la questione degli addobbi è un vero e proprio problema di Stato la cui discussione avviene durante uno speciale sinodo tra le quote rosa presenti in ogni abitazione.
Riguardo queste particolari riunioni non si hanno notizie precise poiché le fonti non rivelano alcunché. Sappiamo, tuttavia, che la competizione è spietata, è una lotta senza esclusione di colpi che ha come principale obiettivo quello di dare vita a un - apparato decorativo - in grado di rivaleggiare su quello dell'odiosa vicina che non osa mai rivolgere alcun cenno di saluto.
La scelta delle decorazioni non è mai casuale. Occorrono giorni di studio matto e disperatissimo e notti insonni per prendere la fatidica decisione.
Come l'addobbo questa casa? È la domanda ricorrente.
Facciamo un salto indietro nel tempo e torniamo per un attimo negli anni ‘90 (anche ‘80 e ‘70, se volete). Immaginate una giovane donna con indosso un elegante tailleur camminare ancheggiando in direzione dell'edicola del centro, quella che ha un vasto assortimento di periodici, e richiedere con un sorriso a trentadue denti e la fede nuziale ben in vista, nel caso in cui dovessero come per magia comparire la maestra delle elementari o l'amichetta dell'asilo, riviste specializzate nelle decorazioni natalizie. Dopo essersi guardata attorno con aria furtiva e dopo aver infilato una banconota tra le dita dell'edicolante, si allontana con fare cospiratorio stringendo al petto il prezioso bottino. La tensione si allenta solo quando i suoi regali piedini varcano la soglia dell'abitazione fresca di acquisto e la sicurezza della porta blindata e delle finestre col doppio vetro le consente di posare la pila di riviste sul divano potendosi finalmente concedere un ampio sospiro di sollievo.
Non c'è orario. La luce cede il posto al buio, il momento della cena è passato da un pezzo e la tenace mogliettina è ancora lì, china sulle riviste a evidenziare e prendere appunti. Che sia più festoso un albero multicolore? No, la rivista è stata tassativa: vige la moda del monocolore. Guai a disobbedire, cosa penseranno le amiche single che verranno ad augurare buone feste?
La brava sposina con la calcolatrice stretta in mano inserisce cifre e guarda alternativamente la pila colorata al suo fianco e il numero apparso sul display.
Dopotutto è un investimento per il futuro, pensa con una scrollata di spalle, mi sembra di aver sentito la vicina parlare di sconti prenatalizi. Non mi resta che seguirla e soffiarle tutte le palline dorate.
Com'è che diceva la rivista? Ah, sì. - Care lettrici, assicuratevi che le palline decorative da voi scelte abbiano tutte lo stesso diametro. - Dunque, prima che mi dimentichi, fatemi infilare un righello in borsa. Se dovessi combinare qualche disastro non me lo perdonerei mai.
Nell'era 2.0 il mantra del - Vietato sbagliare - assume una nuova sfaccettatura. Nell'epoca della tecnologia ogni situazione è inevitabilmente sottoposta a una dura critica, è sufficiente un commento sul web per distruggere, come uno tzunami, qualsiasi certezza.
Immaginate adesso una giovane donna in tuta, da poco divenuta compagna del suo grande amore, alle prese con la scelta degli addobbi che, immortalati ad hoc, compariranno sui display degli smartphone dei 4999 amici di Facebook provenienti da ogni angolo del mondo come mamma globalizzazione insegna.
Nella continua lotta contro il tempo resta solo un mezzo di facile utilizzo per scoprire le nuove tendenze. Le dita della fanciulla, perfettamente a tema grazie a una natalizia nail art, sfiorano il touch screen, digitano parole chiave e Pinterest esegue. In pochi secondi milioni di abeti addobbati sembrano fare a gara per essere notati.
Tanti, troppi stili, occorre restringere il campo. Ed ecco che la giovane ha un lampo di genio e digita: - Alberi di Natale famosi - . Pinterest, senza fiatare, fa il suo dovere.
Oh, finalmente! Questo sì che è un abete che si rispetti, pensa la giovane salvando l'immagine di un enorme albero illuminato collocato alle spalle di un alto edificio e di fronte a un pista di pattinaggio sul ghiaccio. Se riuscissi a riproporlo, verrei letteralmente inondata di like. Si sa, tutto ciò che è americano fa tendenza e questo qui proviene da New York, la mia città preferita. Io, però, sarò molto più brava, la foto del mio abete verrà retwittata e ripostata, ne parleranno persino a Studio Aperto e La vita in diretta farà un collegamento da qui, da casa mia, anzi forse è meglio che inizi a mettere un po' d'ordine e mi ritocchi lo shatush dovessero presentarsi senza preavviso e poi altro che tendenza, dovrei scappare in Congo travolta dalla vergogna. Mi dispiace solo per il proprietario di questo abete, un certo signor Rockfeller Center, ma l'albero di Natale più copiato sarà il mio.
Con un ampio sorriso sul volto l'innamorata corre tra le braccia del suo compagno sventolando lo smartphone come se fosse un trofeo mentre la mente lavora frenetica cercando di capire se questo tizio di nome faccia Rockfeller o Center.
Hei, amico, posso darti un consiglio? Considerato il Natale imminente, regalale urgentemente un viaggio a New York, la tua donna ha bisogno di chiarirsi le idee.

Silvia Devitofrancesco

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Erri De Luca Erri De Luca. Nato a Napoli nel 1950, ha scritto narrativa, teatro, traduzioni, poesia. Il nome, Erri, è la versione italiana di Harry, il nome dello zio. Il suo primo romanzo, “Non ora, non qui”, è stato pubblicato in Italia nel 1989. I suoi libri sono stati tradotti in oltre 30 lingue. Autodidatta in inglese, francese, swahili, russo, yiddish e ebraico antico, ha tradotto con metodo letterale alcune parti dell’Antico Testamento. Vive nella campagna romana dove ha piantato e continua a piantare alberi. Il suo ultimo libro è "A grandezza naturale", edito da Feltrinelli.
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