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Autore: Ponci Gregorio
Indagine in Scozia
Detective Story
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Indagine in Scozia

Il Commissario dell'antico Ordine di Malta, il Conte Giacomo Hugo Enrico Ginori-Orsini, viene chiamato a collaborare alle indagini nelle terre di Scozia, riguardanti fatti inspiegabili intorno alla morte di Sir Timothy Lumsden Dinsdale. Una serie di rivelazioni straordinarie e sbalorditive, insieme a una serrata ricerca scientifica intorno alle prove raccolte, condurranno l'investigatore giovannita a confrontarsi con la locale polizia scozzese, la famosa Poileas Alba, nonché con diversi altri personaggi del posto, quale il parroco che lo ospiterà con gran cura in Inverness, il Reverendo Mark. La prima domanda che sembra doversi porre é: "Omicidio o incidente?". Sempre aiutato e incoraggiato nel suo dovere dal soavissimo Monsignor Fortescuoti, uomo di ingegno e di alta spiritualità, il Conte Ginori-Orsini saprà approfondire tutti gli elementi utili sia attraverso le dichiarazioni dei medici legali che dalle informali bevute di fresca birra scozzese con alcuni abitanti della zona al corrente di circostanze capaci di sconvolgere l'ordinario punto di vista dell'interlocutore. Un libro destinato a fare storia quale unico romanzo scritto nel merito di indagini condotte da un incaricato del millenario e meritevolissimo Ordine Religioso Laicale Internazionale, ovvero da un suo nobile devoto Commissario.

Le cose che si vedono sono fatte di cose che non si vedono. Questo è qualcosa che tutti ormai sanno, eppure ben pochi ci fanno caso nella vita di tutti i giorni. L'uomo contemporaneo pare abbia rinunciato alla sensibilità verso l'invisibile, delegando il suo studio a professionisti specializzati. Eppure la vita quotidiana di ciascuno di noi dipende dall'invisibile, quanto dal visibile. Tutte le cose sono in continuo movimento, non si finirebbe mai di elencarle; gli occhi non si stancano di vederle, né le orecchie di ascoltarle, ma la maggior parte di noi sembra aver difficoltà nel percepirle nella loro interezza, accontentandosi di spiegarle nel modo più semplice possibile. In questo romanzo un Commissario dell'Antico Ordine di Malta è chiamato alla ricerca del vero con cauta avveduta perseveranza, badando a non fermare la propria ricerca entro ristretti confini di comprensione, ma impiegando un ampio metodo discriminativo privo di pregiudizi. Un investigatore spirituale si misurerà così con fatti concreti di estrema durezza e una realtà complessa di non facile interpretazione in una terra del nord che pare non aver dimenticato il proprio selvaggio passato, seppur proiettata anch'essa nelle avanguardie del futuro. Insieme e vicino a lui ci sono le persone che condividono sinceramente il desiderio di comprendere e risolvere nella maniera più armonica e positiva, con spontanea fede e coraggiosa speranza, oltre che con Amore caritatevole, le prove che i nostri tempi ci impongono. Il terribile purtroppo è già accaduto. In questo romanzo deve essere capito, affrontato e risolto. A volte siamo chiamati a fare altrettanto anche nella vita. Buona lettura.

Si ringrazia l'eccellentissimo et amatissimo storico Mons. Fra' Giovanni Scarabelli, archimandrita patriarcale di Monte Athos, Protonotario Apostolico e Cappellano Conventuale di Gran Croce Professo dell'Ordine di Malta, per l'autorevole analisi del testo e il toccante lusinghiero giudizio.

Un po' d'Ordine a Parma
La delegazione consolare dell'Ordine di Malta a Parma apre nei giorni feriali alle ore 10 in punto. Dieci, non più uno. Sergio, l'assistente alla segreteria, arriva un quarto d'ora prima rimanendo in silenziosa attesa delle colleghe sul pianerottolo del secondo piano che è dedicato interamente alla suddetta sede. Lauretta è quasi sempre la seconda ad arrivare, raramente anticipata da Ornella, la capo-segretaria. Le disposizioni prevedono che si trovino all'interno del consolato sempre non meno di due impiegati, ma solitamente, se non ci sono assenze per ferie o malattia, l'intera segreteria è composta da tre addetti, entra ed esce insieme alle 10 esatte e dopo le 17, salvo necessità speciali o imprevisti che possono far protrarre la loro permanenza più a lungo. In certi casi, per particolari emergenze e con gli opportuni turni, il consolato può essere operativo sino a notte inoltrata. Il Commissario Ginori-Orsini, come al solito, quella mattina arrivò dopo circa 15 minuti dall'apertura: sorridente e ben disposto per iniziare il suo servizio di giornata. «Che piacere respirare», disse allegrissimo salutando Ornella e rivolgendosi a Lauretta per il ritiro delle chiavi dell'ufficio. «Quando respiro bene la mattina mi sento pieno di ottimismo e di desiderio di lodare l'Altissimo per la sua infinita benevolenza». «Ci mancherebbe non respirare bene, la mattina è già così impegnativa senza dover pensare a cose del genere», osservò Sergio. «Si vede che lei ha sempre respirato benissimo», gli rispose il Commissario, «Quando ti va tutto bene sei così assuefatto a quella condizione che nemmeno ti accorgi di quanto possa fare la differenza avere o non avere un mal di denti, una gamba rotta o non respirar bene. Ha mai fatto caso a come ci si abitui facilmente alle cose gradevoli e invece si riesca a farlo con estrema difficoltà al loro opposto?» «Questo è vero», ammise Sergio mentre stava riordinando dei faldoni inerenti a una delle tante iniziative benefiche, «Un inserviente delle pulizie, che lavora nell'ufficio di sotto, ebbe, anni or sono, una fortunatissima vincita alla lotteria governativa di Capodanno e si trasferì, dopo aver ritirato il premio, dalla casa popolare che gli era stata assegnata, a una villa signorile acquistata immediatamente dopo aver ottenuto la liquidità necessaria e poi arredata senza badare a spese. Caso ha voluto che lo incontrassi poco tempo fa e che, domandandogli quanto fosse felice adesso, mi rivelasse invece di aver perduto tutto in avventati investimenti, tra cui un improvvido sostegno finanziario a una squadra di calcio che credeva promettente. Di conseguenza, ritrovandosi nuovamente in cattive acque, aveva dovuto ripresentare la domanda per l'edilizia assistenziale popolare ed era tornato a vivere in condizioni disagiate in uno di quegli edifici dove basterebbe da sola l'incuria degli amministratori pubblici a renderli vere e proprie colonie punitive, alla quale invece si assomma anche l'impunita presenza della diffusa delinquenza privata. Mi raccontò così di quanto rapidamente si fosse adeguato al benessere dopo la vincita, abituandosi a vivere nel lusso in meno di una decina di giorni e viceversa di quanto ancora gli pesasse, dopo due anni, essere tornato in quello che riteneva essere una specie di ghetto. Insomma sembra davvero che la nostra mente sia indotta ad abituarsi rapidamente al meglio e invece a patire lungamente il peggio senza rassegnarsi». «Ecco, esattamente quello che intendevo», soggiunse il Commissario entrando nel proprio ufficio e chiudendo lentamente dietro di sé la porta a vetri che si affacciava sul lungo corridoio. Alle 10.30 la sede era al completo.

A pranzo dal Lupo
Dopo l'ora sesta lo staff è in pausa e può consumare insieme il pasto, servito prevalentemente di magro, nel locale cucina del consolato oppure uscire per pranzare in un locale pubblico scelto solitamente tra quelli più modesti purché dignitosi, attenti all'igiene e alla salubrità dei cibi, come purtroppo ormai sempre più raramente se ne trovano. Con speciale permesso del Delegato, in realtà poco praticato, chi risiede nelle immediate vicinanze, come nel caso del Commissario Ginori-Orsini, può anche ritirarsi per pranzare a casa propria. Il Console Delegato socchiuse la porta dell'ufficio del Commissario facendo capolino solo con la testa: «Hugo, ci fai compagnia a pranzo?» Questi, levando lo sguardo dai documenti che stava visionando, lo osservò un attimo solo per intuire l'esatta natura dell'invito che poteva variare da una semplice colazione insieme a un più formale incontro esteso a terzi. Ricordava ancora il suo primo invito a quella che aveva inteso come una cena informale tra amici del Console, rivelatasi poi invece un incontro con importanti personalità nazionali ed estere, tra cui la sorella Cristiana del Re di Sardegna. Si trovò quindi imbarazzato a calzare degli sportivi mocassini Martegani, decorati con una troppo disinvolta fibbia dorata in bella vista, al cospetto di una così stretta consanguinea con chi vanta ancor oggi, seppur senza valore giurisdizionale, la croce di San Giorgio e le quattro teste di moro nella bandiera inquartata. Il Console, ben conoscendo quello sguardo di muta interrogazione, lo rassicurò: «Siamo solo noi due e Marco». Marco era il vice-console, suo fedelissimo braccio destro e buon amico anche del Commissario. Una brava persona, un po' emotivo e di modi semplici, ma schietto e leale. «Eccoci», rispose prontamente Giacomo Hugo chiudendo e accantonando all'istante la cartellina che aveva di fronte per accingersi a seguirli. «Andiamo dal Lupo?» domandò il Console ricevendo assenso da 5 entrambi. La piccola trattoria scelta era quella usuale, gestita dalla famiglia Luparia e da qui l'abbreviativo di “Lupo”. Al locale denominato “Carnem levare carmen”, ci si riferiva spesso per brevità con: “Dal carmen”. Chi non lo conosceva talvolta lo trasformava erroneamente, ma più comprensibilmente in: “Dalla Carmen”, ripercorrendo così la stessa strada che conduceva a un noto genere di sviste gli antichi copisti. Ecco perché capitava di sentir domandare: “Andiamo nella tana del Lupo?” così da risolvere ogni equivoco. Il proprietario, il Lupo appunto, era aiutato dalla moglie e dalla suocera ai fornelli.

Una chiamata dalla Scozia
Per chi cerca avventurosi segreti nell'Ordine di Malta, il primo a cui prestare attenzione è proprio questo: una sincera, discreta, riservata e profonda devozione quotidiana, in mezzo all'allegro o mesto divenire del mondo, con tutte le imperfezioni che pur restano da superare per ciascuno di noi. Un segreto che ben si condivide servendo. Successivamente all'arrivo per via montacarichi dei tortelloni integrali con ripieno di ricotta caprina, spinaci e pinoli e dopo che Giacomo Hugo servizievolmente li ebbe serviti, il Console Delegato gli domandò con apparente indifferenza: «Hugo, sei già stato in Scozia?» «Sono andato a vedere l'anziano di Storr. Sul An Stòr, nell'isola di Skye, nelle Ebridi», rispose il Commissario con un mezzo sorriso. «Chi sarebbe questo anziano di Storr?» domandò Marco con un vice-sguardo sospettoso. «Un duro ben piantato», rispose il Console giocando sull'equivoco del nome dato al monolito di 55 metri sito sul monte Storr. «E che ci sei andato a fare da questo anziano di Storr?» continuò il vice-delegato ancora ben lungi dall'aver compreso che si trattasse di una formazione rocciosa a pinnacolo. «A cercare di farmi pungere il meno possibile dai moscerini», gli rispose Giacomo Hugo senza ancora esaudire la sua curiosità. L'isola di Skye d'estate ne era in effetti infestata la mattina e la sera. Minuscoli ma numerosissimi moscerini degli altopiani: quelli dell'antichissimo altopiano vulcanico di Quiraing esattamente. Succhiano il sangue, anche se privi di uno sviluppato apparato come quello delle zanzare, senza trasmettere malattie iniettando un preventivo liquido organico anti-coagulante, ma procurando molto prurito e un'infinità di macchioline rosse. Applicando generosamente sulla pelle il repellente locale si evitano le punture, ma non il loro fitto depositarsi sulla cute, specialmente del viso, per il quale è assai più indicata la protezione meccanica ottenuta con quella specie di cappelli equatoriali a tesa larga e retina a chiusura elastica.

Ponci Gregorio

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Erri De Luca Erri De Luca. Nato a Napoli nel 1950, ha scritto narrativa, teatro, traduzioni, poesia. Il nome, Erri, è la versione italiana di Harry, il nome dello zio. Il suo primo romanzo, “Non ora, non qui”, è stato pubblicato in Italia nel 1989. I suoi libri sono stati tradotti in oltre 30 lingue. Autodidatta in inglese, francese, swahili, russo, yiddish e ebraico antico, ha tradotto con metodo letterale alcune parti dell’Antico Testamento. Vive nella campagna romana dove ha piantato e continua a piantare alberi. Il suo ultimo libro è "A grandezza naturale", edito da Feltrinelli.
Maurizio de Giovanni Maurizio de Giovanni (Napoli, 1958) ha raggiunto la fama con i romanzi che hanno come protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta. Su questo personaggio si incentrano Il senso del dolore, La condanna del sangue, Il posto di ognuno, Il giorno dei morti, Per mano mia, Vipera (Premio Viareggio, Premio Camaiore), In fondo al tuo cuore, Anime di vetro, Serenata senza nome, Rondini d'inverno, Il purgatorio dell'angelo e Il pianto dell'alba (tutti pubblicati da Einaudi Stile Libero).
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