Anno 1985. Quando due persone si incontrano, non è mai solo una questione di trovarsi nel posto giusto. È anche una questione di essere nel momento giusto. Se solo avessero avuto la possibilità di comunicare come oggi, tramite WhatsApp, social o uno smartphone, la distanza non sarebbe mai stata un ostacolo. Avrebbero potuto tenere vive le loro conversazioni, scambiarsi un messaggio a ogni ora, sentirsi vicini nonostante la distanza fisica. Eppure, ciò che sembrava un amore forte si spense come una candela, senza che avessero potuto fare nulla per evitarlo. Non ci sarebbero stati impedimenti per mantenere viva la connessione tra loro, per far sentire la presenza dell'altro anche da lontano, per far percepire quanto fosse importante l'assenza dell'uno per l'altro. La vita è fatta di scelte, certo, ma soprattutto di coincidenze. E la vera magia accade quando le scelte di due persone si incastrano perfettamente, come pezzi di un puzzle destinato a completarsi. Ma quando una di queste opportunità sfugge, quando qualcosa si perde, è come se un ingranaggio fondamentale venisse meno, causando la rottura di un meccanismo che sembrava perfetto. E così accadde tra Marco e Gaia. Marco aveva scelto di lasciare la sua città per inseguire una carriera, ma la sua decisione, unita all'impossibilità di comunicare come avrebbero fatto oggi — tramite uno smartphone, WhatsApp, o magari con una videoconferenza — creò un muro invisibile. Quel muro, seppur impercettibile, spezzò la connessione che li legava. Quello che sembrava un amore forte, un sentimento puro e sincero, svanì in un battito di ciglia. Quando Marco partì, non avrebbe mai potuto immaginare che quella fiamma, che credeva eterna, si sarebbe spenta con una rapidità straziante. I contatti tra di loro divennero sempre più rari, quasi inesistenti, a causa delle limitate possibilità di comunicazione. L'unico momento rimasto per vedersi era il fine settimana, quando Marco tornava nella sua città. Ma, purtroppo, quel tempo non bastò. Era inspiegabile, per entrambi, come la distanza fosse riuscita a influenzare così profondamente il loro amore. Eppure, fu proprio così. Le vite di Marco e Gaia continuarono, ma senza che avessero più la possibilità di incontrarsi. Marco, pur colpito dalla sofferenza della separazione, lasciò alle spalle il peso di quel distacco e, con determinazione, riprese la sua carriera, come se quella pagina fosse ormai da archiviare. Gaia, nel frattempo, intraprese una nuova strada. Cominciò a lavorare per una grande azienda di import ed export, concentrandosi sul suo futuro, con la speranza che, un giorno, il passato potesse diventare solo un ricordo lontano. 15 anni dopo. Quindici anni erano ormai trascorsi. Marco aveva raggiunto traguardi professionali straordinari, affermandosi come Project Manager in un prestigioso ente di accreditamento, specializzato a livello mondiale nella gestione dei progetti e dei relativi corsi di laurea. La sua carriera, che all'inizio sembrava un sogno lontano, era ormai diventata una realtà consolidata, segnata da successi che lo avevano messo in evidenza tra i migliori nel suo settore. La sua carriera sembrava ormai ben definita, una strada solida e ben tracciata. Eppure, dentro di sé, un senso di incompiuto continuava a tormentarlo, lasciandolo con un vuoto incolmabile che nessun successo, nessuna realizzazione professionale riusciva a colmare. Era come se la sua realizzazione professionale non fosse mai davvero completa. Viaggiava in lungo e in largo per il mondo, intratteneva rapporti di lavoro con molte persone, alcune anche con donne affascinanti e sicure di sé, ma nessuna di queste riusciva a cancellare l'immagine che rimaneva incisa nella sua mente, un'ombra indelebile che sembrava rimanere ferma e immutata nel tempo. Anche Gaia, all'interno della sua azienda, aveva raggiunto un livello di professionalità che la portava ad avere contatti e collaborazioni con realtà di tutto il mondo, ma era soprattutto il mercato asiatico quello che più di ogni altro la vedeva protagonista, grazie alla sua competenza, alla sua capacità di costruire ponti tra culture diverse e alle sue abilità linguistiche, che le permettevano di comunicare con una naturalezza che sorprendeva anche i clienti più esigenti. Improvvisamente, per Gaia si aprì un'opportunità irrinunciabile: l'occasione di dirigere una filiale in espansione a Seul, in Corea del Sud. Un'avventura professionale che sembrava fatta su misura per lei, un passo che le avrebbe permesso di mettere alla prova le sue capacità in un contesto internazionale e stimolante, dove cultura, lingua e business si intrecciavano in un modo che solo lei sapeva affrontare con tanto entusiasmo e determinazione. La scelta, pur difficile da prendere, era altrettanto difficile da rinunciare. Accettare quell'incarico le avrebbe permesso non solo di crescere professionalmente, ma anche di fare un salto economico significativo, aprendo la porta a nuove opportunità che avrebbe difficilmente trovato altrove. Ma accettare quella proposta avrebbe significato anche dover rimanere lontano dalla sua città, dalla sua vita di sempre, per chissà quanto tempo. Un sacrificio che, sebbene necessario, le pesava profondamente, poiché significava allontanarsi da tutto ciò che conosceva, dalle sue radici, e da un passato che ancora, in qualche modo, la teneva legata. È strano come, a volte, il destino ci impedisca di incastrare le nostre vite in un determinato luogo, come se mancasse un pezzo del puzzle. Eppure, tutto ciò che cerchiamo sembra accadere altrove, come se le nostre esistenze parallele si incrociassero in un altro tempo e in un altro luogo. Marco, da parte sua, si trovava ad affrontare lo stesso destino: una carriera che si sviluppava lontano da casa, in un contesto che non aveva mai immaginato, ma che sembrava offrirgli le risposte che cercava, proprio mentre lui sentiva quel vuoto che nessun successo riusciva a colmare. La sua azienda conquistò un progetto importante in Corea del Sud, proprio a Seul, un'opportunità che sembrava fatta su misura per Marco. Un'occasione che lo portava, inevitabilmente, a trovarsi nel luogo dove Gaia stava per compiere il suo salto professionale. E, incredibilmente, entrambi erano ignari del destino che li stava lentamente riportando a un contatto imprevedibile, lontano dalle loro città, in un angolo del mondo che nessuno dei due aveva mai considerato come possibile punto d'incontro. Le loro vite, distanti e separate, si stavano preparando a incrociarsi ancora, ma in un modo che né Marco né Gaia avrebbero mai potuto immaginare. Nonostante entrambi avessero preso lo stesso aereo, sembrava che i tempi non fossero favorevoli a un incontro. L'Airbus A380 di Korean Air, l'aereo di linea più grande del mondo, a due piani, li trasportò attraverso l'oceano. Gaia si trovava al piano superiore, mentre Marco viaggiava al piano inferiore, ognuno immerso nel proprio mondo, all'oscuro l'uno dell'altra. Per tutto il tempo del volo, le loro traiettorie si sovrapponevano senza mai incrociarsi, come se il destino avesse scelto di tenerli separati, pur avvicinandoli nel medesimo spazio.
Mauribo
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