
Guardo il sole dietro la finestra
Questo libro è dedicato ai miei genitori, Hasan Kurti e Sherife Mezini. L'amore per loro rimarrà sempre lo stesso: forte, inarrestabile, proprio come quando da bambina pronunciai la prima parola...
PREFAZIONE
Irma Kurti, poetessa e scrittrice italo-albanese, con i suoi versi belli e sinceri, che vanno direttamente al cuore del lettore, risponde, tra le altre cose, pure alla domanda se è possibile scrivere e poetare in una lingua diversa da quella propria. Un argomento delicato come lo è anche lo stesso tentativo poetico, ma ben riuscito nel caso della Kurti. La sua è una poesia pura e semplice nella sua sincerità, talmente persuasiva che tocca immediatamente le corde del cuore con una certa “ingenuità”, proprio quella che possiedono solamente i bambini e i poeti. I versi della Kurti viaggiano poeticamente su due binari principali: sul primo domina il tema della solitudine e, di conseguenza, dell'alienazione umana viste attraverso il caleidoscopio lirico dell'anima solitaria della stessa poetessa. Il secondo binario poetico della raccolta, quello più sensibile e più toccante di cui sono permeati tutti i versi della Kurti, è il filone dell'anima che gocciola di dolore descrivendo la grande tristezza e la perdita personale. Infatti, tutta la silloge è dedicata alla memoria dei propri genitori, ormai angeli custodi, partiti per un'altra dimensione da cui ancora ispirano toni e sentimenti profondi e unici, vegliando sempre su ogni passo lirico della poetessa.
Vesna Andrejević Poeta e critico letterario
ATTESA
Un giorno hai detto addio alla città, alle persone e agli amici che vedevi al bar, ai tulipani multicolori e a un parco con le panchine rare qua e là.
Un giorno hai detto addio a noi due, ai nostri incontri, alle conversazioni che condividevamo sovente insieme, alle canzoni che canticchiavi, al libro sullo scaffale con un segnalibro in mezzo.
Ma chissà perché, sempre i miei passi mi portano in un giardino che il sole bacia ogni mattina. Quando il grande orologio suona le dieci, i miei passi si dirigono verso la nostra panchina. Le foglie d'autunno riposano lì, immerse in un sonno profondo e, proprio come me, aspettano il tuo ritorno.
NESSUNO
Il mio appartamento è occupato da altri e le voci dei bambini gli donano gioia e allegria. Progetti nuovi, forse lontani dai nostri. Un'altra famiglia.
L'appartamento non mi appartiene più. Le grida dei bimbi lo svegliano in ogni istante. Non so se i nostri desideri tra le quattro mura continuano a respirare.
Ma so benissimo che nessuno lo amerà come ho fatto io; nessuno gli dedicherà versi di affetto e nostalgia. Nessun altro verserà lacrime pensandolo come sto facendo io in questo momento; non lo renderà parte dei sogni, coprendolo con le braccia ma di più con il cuore.
MI SONO ABITUATA
Mi sono abituata a non chiedere troppo alle giornate, né grandi gioie o felicità, ma soltanto un suono e un cinguettio, un verso di poesia, una luce fioca come la luna nell'oscurità.
Mi sono abituata a non chiedere troppo alle giornate: un cielo con poche nuvole, un sorriso come il cristallo, il profumo di una rosa, un caffè con un po' di schiuma, dove vibra un cuore bianco.
Ma non mi abituerò mai a vivere con poco amore. Voglio un sentimento immenso come l'azzurro nel cielo.
COSA FACCIO DELLA MIA GIORNATA?
Cosa faccio della mia giornata che si prolunga e come ragnatela mi attira verso sé? Il filo dei pensieri si rompe e non sento se fa freddo o caldo, se piove o c'è sole.
Non so cosa fare della mia giornata. Senza di te, mi sembra lunga come una corda. Si muta in ansia, mi spaventa. Io mi dimeno dentro le mura della casa e, come alla fine di un lungo tunnel, tento di trovare un po' di luce. Cosa faccio della mia giornata?
LA VOSTRA FOTOGRAFIA
Tra le mani tengo la vostra fotografia, che trema come una foglia fragile, si bagna con le piogge delle mie lacrime in un autunno interminabile.
La nostalgia non può essere stampata su una carta che il nostro tempo cerca di ingiallire con ogni mezzo. I mesi, gli anni sono un treno che sparisce oltre l'orizzonte. Non posso seguirlo con il il mio sguardo. Prima o poi, il treno si fermerà da me e mi porterà dentro il vostro tenero abbraccio, genitori miei.
UN ALTRO BACIO
Quanta nostalgia, quanta nostalgia! Il cuore gocciola ruscelli di lacrime e affetto. La natura allunga invano le braccia per prendermi in un suo abbraccio.
Il sole non mi riscalda. I fiori con la loro bellezza non mi seducono più. Ignoro le braccia verdi degli alberi e il loro tocco. Non mi bastano più l'amplesso di una foglia fragile e un bacio del sole negli occhi. Io sogno un altro bacio, altre tenere carezze.
Dimmi, in che mondo ti trovi adesso?
Irma Kurti
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