Incubi notturni. In piena notte Giorgio si sveglia agitato, si sente mancare quasi il respiro. Non ricorda in quel momento di essere a casa dei nonni per il fine settimana e cerca la sua mamma. Nonno Umberto, appena sente il nipote svegliarsi, corre da lui. Lo trova in piedi in mezzo alla stanza, lo abbraccia e gli chiede: «Cosa è successo?» «Scusami nonno, ma ho fatto un incubo orribile. Ho sognato di non essere riconosciuto da nessuno, nemmeno da mamma e papà e dicevo loro urlando e toccandomi il viso: non vedete? Sono io, Giorgio! Loro continuavano a dire di non conoscermi, che non ero il loro bambino, io urlavo e piangevo sempre più forte e cercavo uno specchio per sapere se fosse cambiata la mia immagine riflessa. Poi...» Il nonno lo interrompe, accenna un sorriso per rassicurarlo e gli dice: «Giorgio, non devi aver paura, i tuoi sogni sono al sicuro, più di quanto pensi!» Lo prende per mano e lo accompagna al suo lettino. «Forse è giunto il momento che tu conosca un vecchio racconto, una storia millenaria, assolutamente vera, tramandata dalla notte dei tempi, dai nonni ai nipoti e adesso, purtroppo, quasi scordata.» «E tu come la conosci?» esclama il bambino aggrottando un po' la fronte. «Giusta osservazione. Tu sai che il nonno è un buon vecchio lupo di mare...» «Sì» risponde Giorgio. «Ecco. Viaggiando per il mondo ho ascoltato tante storie, ma questa in particolare mi è stata raccontata, per evitare che andasse persa, da un compagno marinaio che stando poco bene temeva di non toccare più la terraferma. Se ti senti pronto ad ascoltarla, rimettiti giù e comincerò subito a raccontartela». Non ha ancora finito di parlare che il nipote, impaziente, si è già ridisteso sotto le coperte e lo aspetta con le orecchie ben tese. «Questa storia inizia molto, anzi moltissimo tempo fa, con la creazione da parte di Celestia, un pianeta a noi sconosciuto, di due pianeti gemelli durante un lungo sonno creatore. Osservandoli con pazienza e amore non tardò ad accorgersi di quanto fossero diversi. Il primo infatti le appariva circondato da un'aurea limpida e risplendente. Celestia capì che il destino del figlio fosse legato ai sogni dei bambini terrestri, sul cui pianeta rifletteva, insieme al sole la sua luce. Decise di chiamarlo Imago. Il fratello, invece, dava le spalle sia al Sole che alla Terra. La sua superficie era avvolta da enormi e scuri nuvoloni, una sorta di vorticosa nebbia grigia che proveniva dall'interno del pianeta. Più Imago diventava luminoso, più lui si oscurava. La Madre lo esaminava con attenzione giorno dopo giorno, cercando di comprendere con precisione l'indole di questo suo figlio. Il compito però non fu affatto facile e richiese più tempo di quello che si immaginava, forse perché non voleva credere a quello che aveva capito. Ma alla fine, fuori da ogni dubbio, accettò con dolore e preoccupazione il suo stretto collegamento con gli incubi e il fatto che i destini dei suoi figli fossero collegati e opposti.
Celestia giunse alla consapevolezza che in futuro Obscuro, così lo chiamò, per sopravvivere e crescere avrebbe sicuramente dichiarato guerra al fratello, disturbando anche i sogni dei bambini, e dando inizio a una lotta probabilmente destinata a non fermarsi mai. Ben presto i due pianeti cominciarono a essere abitati, il primo dai Guardiani dei sogni e il secondo dagli Oscuri. Nacquero regni e città, che nel tempo prosperarono. Anche se non nutriva preferenze tra i suoi figli, Celestia capì, comprendendo il ruolo speciale di Imago, di doverlo aiutare. Plasmò quindi con i suoi grandi poteri dodici speciali specchi magici, capaci di riflettere tutto ciò che accade su Imago e sulla Terra. Gli specchi vennero portati al cospetto del re Elvio, discendente della Famiglia Fabula che, per quel che sappiamo, tuttora governa sul pianeta. Re Elvio comprese la loro importanza e Lucente, il primo e più importante, venne nominato responsabile delle proiezioni notturne dei sogni che arrivavano dalla Terra e collocato nella sala del trono. Ancora oggi si trova lì, per mostrare e per consigliare. Essendo immortale, è custode della memoria del regno e di una immensa saggezza, accumulata nel corso dei millenni. Sono passati tanti anni da allora e gli Specchi si sono moltiplicati nel corso delle generazioni. Secondo me, oggi, dovrebbero essere all'incirca un migliaio», conclude Nonno Umberto. Si volta e guarda la faccia assonnata del nipote. Ormai l'hai capito, vero? Il compito dei Guardiani, gli abitanti di Imago, è custodire i sogni dei bambini. Questo viene loro insegnato. Il nonno sta per iniziare a spiegare come imparano a farlo, ma Giorgio si è addormentato e russa con un'aria beata.
2. Il risveglio La mattina del giorno dopo, Giorgio si alza e fa colazione: deve prepararsi in poco tempo, la mamma verrà a prenderlo tra un'oretta. Mentre sgranocchia le sue fette biscottate spalmate con la marmellata di fragole, guarda il nonno e si ricorda all'improvviso di essersi addormentato nel bel mezzo della storia. «Nonno, scusami per ieri sera! La tua storia era interessante, ma ero stanco e sono crollato prima che tu finissi.» «Finire?» risponde il nonno. «O, mio caro, per nulla! Abbiamo appena cominciato!» «Non puoi anticiparmi qualcosa mentre mi fai compagnia?» Il nonno ci pensa un po'. «Continueremo sabato prossimo, non ti preoccupare. Adesso invece, se ti fa piacere, possiamo disegnare una mappa di quanto già sappiamo.» «Una mappa? Sarebbe bellissimo!» risponde Giorgio, che nell'agitazione fa cadere sul pavimento un pezzo di fetta biscottata. «Stai attento Giorgio, non facciamo arrabbiare nonna Felicia. Tu pulisci, mi raccomando senza farti vedere dalla nonna, e io intanto prendo il necessario.» Con le indicazioni di nonno Umberto, che ogni tanto socchiude un occhio com'è solito fare quando vuole ricordare qualcosa, Giorgio disegna, con le matite colorate,
la Terra, Imago e Obscuro. Gli piace di tanto in tanto, mentre lui parla gesticolando, fermarsi ad osservarlo, guardare i suoi folti riccioli grigi e bianchi e quegli occhi che sembrano sorridere e trasmettere felicità a tutti quelli che lo circondano. Giorgio è così occupato da non si accorgersi che nel frattempo è arrivata la mamma, che dopo averlo salutato gli dice sorridendo: «Ma come, sei ancora in pigiama?» «Sì mamma, vado subito! Tu intanto prendi il tuo solito caffè con i nonni» risponde lui, che corre in camera a cambiarsi.
3. La scuola dei custodi Sabato pomeriggio, subito dopo pranzo, Giorgio parte con la mamma dal piccolo paese medievale in cui vive, Caccamo, per raggiungere la casa dei nonni che abitano a Palermo. A lui piace molto trascorrere il fine settimana con loro e spesso diventa anche un'occasione per vedere la zia Silvia e i cugini Enrico e Pietro. Ogni incontro si trasforma in divertimento puro, creando mille giochi di fantasia, recitando nei panni dei personaggi delle serie dei cartoni animati o sfidandosi coi videogiochi. Questa volta sa che non verranno, eppure Giorgio non è dispiaciuto. Non vuole darlo troppo a vedere, ma il racconto di nonno Umberto l'ha davvero incuriosito. Sarà sul serio una storia assolutamente vera come lui giura che sia? Nell'attesa che arrivi la sera, le prova tutte per far passare il tempo. Gioca on-line con un gruppetto di compagni di classe, mette in ordine le sue cose nella cameretta, finisce addirittura tutti i compiti per la settimana dopo. Finalmente è ora di cena. Dopo aver gustato un delizioso piatto della nonna che lui adora, il gâteau di patate con mozzarella e mortadella, guardano tutti insieme un episodio di una serie Tv avventurosa. Giorgio però continua a guardare l'orologio, sa che appena sarà finita potrà andare a letto, in quella che una volta era la cameretta della sua mamma.
Arrivati i titoli di coda, sonnacchioso e mostrandosi almeno un pizzico disinteressato, chiede al nonno di accompagnarlo e di mantenere la promessa fatta: riprendere il racconto da dove si era interrotto. Il nonno non ricorda con precisione in quale punto della storia il nipote si fosse addormentato e chiede: «Eravamo forse al compito dei Guardiani?» «Sì, proprio lì.» «Infatti, infatti...» il nonno sorride, si mette comodo sul bordo del letto e riprende il racconto. «Devi sapere che anche a Imago i bambini come te frequentano la scuola primaria, ma in essa non vengono insegnate soltanto le materie classiche che tutti conosciamo, come la grammatica, la storia, la geografia, la musica, le scienze e la matematica... Nella loro ce n'è una di vitale importanza per la Terra e per la sopravvivenza stessa del loro regno: “Protezione dei sogni dei bambini”. Le lezioni vengono tenute da maestri eccellenti, tra i quali i sovrani del regno di Imago in persona! I diversi aspetti di questa disciplina, tutti fondamentali, vengono spiegati, in base alla loro minore o maggiore difficoltà, nel corso di 5 anni di studi elementari. Seguono, spero di non ricordare male, questa suddivisione: I anno: “Storia di Imago e di suo fratello Obscuro.” II anno: “Ricerca e studio di tutte le paure dei bambini e dei modi per allontanarle.” III anno: “Ricerca e studio dei nemici che si nascondono e attaccano i sogni.” IV anno: “Ricerca e studio delle strategie per trovare e sconfiggere i nemici.” V anno: “Studio dei casi passati, esercitazioni che preparano alla professione di custode dei sogni.”
Infine c'è l'esame finale, preceduto da una prova che ne permette l'accesso.» «C'è addirittura un esame finale?» chiede Giorgio incuriosito. «Certo!» risponde con un tono divertito il nonno, che osserva gli occhi curiosi del nipote. «Superato l'esame si ottengono il diploma e, soprattutto, la licenza ufficiale che serve per svolgere il nobilissimo mestiere di Custode dei Sogni. A ogni alunno, proprio alla tua età, alla fine della classe quinta, sono assegnati cinque bambini che dovranno proteggere nel sonno. Man mano che i custodi crescono, maturano sempre più esperienza e aumenta poco alla volta il numero dei bambini sotto la loro tutela.» «Hai detto che cominciano alla mia età?» prorompe Giorgio, «non è forse troppo presto? Sei sicuro?» «Sì! È proprio così, e devi crederci perché, come ti spiegavo all'inizio, quella che ti sto raccontando è una storia proprio vera!» Si volta verso di lui per continuare ma il nipote, anche questa volta, si è addormentato.
4. La lezione di genealogia Il mercoledì successivo, a lezione, la maestra Vittoria spiega come è avvenuta la creazione del mondo secondo gli antichi greci e, per parlare della nascita degli dèi, utilizza una parola difficile: genealogia. Sentendo questa parola, Giorgio pensa subito a un'altra creazione, che però non si può trovare sui libri ed è sconosciuta quasi a tutti: quella di Imago e Obscuro. Prova a immaginare, anche se in maniera un po' imprecisa, i bambini che vi abitano, che potrebbero essere suoi coetanei e simili a lui sia nell'aspetto che per interessi. «Avrò anch'io un custode?» si domanda, guardando fuori dalla finestra. La maestra Vittoria si accorge dell'aria distratta del suo alunno e gli chiede: «Giorgio, stai seguendo o ti trovi su un altro pianeta?» I compagni sorridono per la domanda divertente della maestra e guardano Giorgio, che arrossendo un po' risponde: «Sì maestra, lo ammetto! Mi sono distratto solo un attimo, pensando alle storie sulla nascita di altri pianeti che mi ha raccontato pochi giorni fa mio nonno.» «Ritorni con noi sulla Terra o vuoi condividere con noi le tue notizie mitologiche?»
«No maestra, scusami, ti prometto che d'ora in poi starò attento.» Giorgio sa che adesso deve ascoltare la maestra e non distrarsi più, così Imago, Obscuro e i misteriosi bambini/allievi improvvisamente scompaiono dai suoi pensieri. Dovranno aspettare i prossimi racconti del nonno e così può ritornare con la mente alla sua classe terrestre.
Cristina Castelluzzo
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