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Autore: Joe Commoner e Grace Commoner
Blue Sky e il risveglio della magia pura
Fantasy
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Blue Sky e il risveglio della magia pura
«Benvenuto sulle Montagne Invalicabili!».
Il panorama era mozzafiato: da dove si trovavano, Metello poteva vedere ogni angolo del Mondo dell'Apparenza, fino ai suoi confini.
Lo spettacolo non terminava lì: la montagna dove si trovavano era piena di grosse stalagmiti di ghiaccio, trasparenti come il cristallo, che brillavano alla luce del sole e illuminavano piccole caverne nella roccia. Metello avrebbe tanto voluto esplorare il posto e restare un altro po' a guardare il panorama, però i suoi amici erano già partiti verso la casa di Blue Sky.
Trovarono l'ingresso dopo circa un'oretta di camminata: era un'enorme caverna, più grande di qualunque altra incontrata finora, dal cui interno usciva un nuvolone di fumo accompagnato da un buon odore di cioccolata. Seguendo l'invisibile ma profumata scia, i tre entrarono.
«Ciao Blue Sky, siamo io e Pink Fun, abbiamo portato un amico» gridò Brown Goat. La sua voce li precedette lungo il corridoio, sfociando verso una zona luminosa.
«Entrate, stavo giusto preparando la cena!» rispose una voce profonda, ma amichevole, per nulla sorpresa dell'arrivo dei tre compari.
L'atrio della caverna era molto spazioso e il tetto così alto da restare oscurato: al centro un grosso falò era stato acceso e le sue fiamme tingevano di dorato l'ambiente; sul falò bolliva un pentolone grande almeno quanto una macchina e strabordante di cioccolato fuso; ma la cosa più sorprendente era che, seduto con un grosso mestolo di legno in mano e intento a mescolare, ci fosse un... enorme... drago!
Metello era come pietrificato sul posto, riuscì a stento a indicare la grossa figura: il suo corpo era rivestito di scaglie blu chiaro, che sembravano appuntite come spade; muoveva le ali come per cercare di dissolvere tutto il fumo e la coda seguiva i suoi movimenti, fendendo l'aria. Era proprio un vero drago!
Quando la creatura si girò, Metello non si sentì per niente intimorito, anzi gli venne quasi da ridere: sul suo grosso muso stavano in equilibrio un paio di occhiali rossi dalle lenti spesse e tutte appannate dal fumo, che accompagnate dal cappello da chef – leggermente storto sulla testa a causa delle corna – e il grembiule bianco gli davano un aspetto molto buffo.
«Che bella sorpresa che mi avete fatto, proprio bella!» disse il grande drago blu. «Pensavo che alla fine non sareste riusciti a passare, ma per fortuna ho preparato qualcosina in più...».
Pink Fun saltellò più vicino al pentolone e inspirò profondamente: «Sembra buonissima, non vedo l'ora di assaggiarla!».
«Prima dobbiamo presentarti un amico che è venuto con noi» precisò Brown Goat.
«Giusto! Il suo nome è Metello e viene da molto lontano! Ha bisogno del tuo aiuto...».
Il drago si girò intorno, ma non riusciva a individuare il ragazzo: dovette prima togliersi gli occhiali e dargli una bella ripulita.
«Dove...? Ah, eccolo! Ciao, sono Blue Sky, lieto di conoscerti».
«Molto piacere» rispose lui un po' impacciato, non sapendo bene se stringere o meno la mano, cioè la zampa, di Blue Sky.
«Allora, sedetevi pure, così mangiamo e nel frattempo mi raccontate di cosa avete bisogno».
Metello aveva visto tante cose strane quel giorno ma di certo non si aspettava di vedere un vero drago! Per di più, Blue Sky non era “solo” un drago, ma perfino un cuoco eccellente: aveva preparato dell'ottimo pane glassato riempito di cioccolato e crema, che servì loro insieme a cioccolata calda e biscotti ai cereali. Una cena poco convenzionale, questo era vero, però il drago spiegò che in quel periodo stava provando delle ricette che gli avevano insegnato alcuni cuochi del villaggio e tra queste si era interessato particolarmente ai dolci. Dopo che ebbero finito di cenare, Blue Sky ascoltò con molta attenzione tutta la loro storia, senza interrompere, poi si schiarì la gola.
«Dunque, ci sono quattro mostri da sconfiggere, uno più difficile dell'altro, per ottenere gli elementi. Il quinto elemento nessuno lo ha mai trovato e con questi elementi, si deve poi trovare e sconfiggere un mostro ancora più potente: una manticora...».
«La manticora» corresse Brown Goat «si tratta di Green Danger, giusto?».
«Già!» si limitò a rispondere Blue Sky. Il suo sorriso si spense e divenne pensieroso per qualche istante, ma questo sembrò notarlo solo Metello.
«Ci potresti aiutare, per favore?» chiese al drago.
«Con te che sei grande e forte potremmo batterli tutti in un attimo» affermò Brown Goat.
«Mi dispiace, ma non posso».
«Come no?» fu la risposta, quasi all'unisono.
Il drago sollevò le spalle. «Dico davvero: purtroppo non posso aiutarvi! Vi potrò accompagnare durante il viaggio e vi darò dei consigli utili, ma non tocca a me battere i mostri: quello è un compito che spetta solo al campione del Torneo dei Campioni!».
«Chi? Io?» sospirò Metello. «Ma come farò? Ho vinto quel torneo solo perché sono stato aiutato dagli altri... e poi mi hanno detto che la man¬ticora è fortissima e pericolosa: ci sono volute tutte le guardie del re per imprigionarla!».
Il saggio drago comprese subito cosa doveva fare in quel momento, così si girò verso Brown Goat e Pink Fun:
«Per favore, potreste preparare voi tre lettini? Si è fatto buio. Restate qui con me per la notte, così domani partiremo tutti insieme. Ora io e Metello usciamo fuori un istante...».
I due capirono subito al volo:
«Ma certo, conta su di noi!».
Metello non sapeva cosa avesse in mente Blue Sky. Lo seguì in silen¬zio fuori dalla caverna: «Suppongo che non hai mai cavalcato un drago, giusto?» esordì Blue Sky.
«Certo, non ne avevo neanche mai visto uno... prima di te! Una volta però sono stato a cavallo...».
Il drago scosse la testa e si sdraiò a terra. «No no, non è la stessa cosa. Forza, sali!».
Metello, affascinato da quella proposta, ma con le gambe un po' tremanti, si arrampicò sulla coda e poi sul corpo del drago, sedendosi in groppa. Blue Sky distese le ali.
«Tieniti forte! Mi raccomando!».
Con un salto si librò in aria: le sue ali si gonfiavano contro il vento come le vele di una nave, facendolo salire sempre più in alto; Metello, stringendo forte il collo del drago, osservava tutto il panorama sotto di lui.
«Ti piace?».
«È stupendo!» gridò lui, mentre scendevano in picchiata.
L'unico rumore che si sentiva era la profonda risata del drago, accompagnata dal battito delle sue ali e dal rumore del vento.
Sotto di loro c'era il Grande Lago, calmo e deserto, mentre a riva erano ormeggiate tutte le barche dei pescatori.
«È da lì che sono arrivato» gli indicò Metello. «Vorrei tanto poter tornare a casa...».
«Ci tornerai, stai sereno. Devi solo avere un poco di pazienza... non so come sei venuto qui, ma tempo fa un altro umano è venuto dal tuo mondo, proprio come te: aveva una missione da compiere e alla fine è riuscita a tornare a casa».
«Chi era?».
«Una ragazza, credo che avesse la tua stessa età. Era... Mir... oh, aspetta, prima di raccontarti questa storia, devo dirti un'altra cosa più importante!».
Blue Sky si fermò proprio sopra al lago e lentamente invertì la rotta.
«Riguarda la missione da compiere, vero?» chiese Metello.
«Certo, devi concentrarti sulla missione».
«Avevi detto che ci sono quattro elementi da raccogliere sorvegliati da terribili mostri, più un quinto elemento che non si sa bene cosa sia, giusto?».
«Sì. Non sono poi così tanti...» osservò il ragazzo. «Sono sicuro che insieme riusciremo a trovare un modo per ottenerli! Ma come batterò i mostri?».
«Ragazzo, non tutti i nemici si battono con le spade e gli archi» lo rimproverò Blue Sky – e a Metello ricordò molto il modo con il quale Brown Goat parlava. «Puoi usare l'astuzia o qualche altro compromesso. Dopotutto, la mappa che avete trovato non parlava di duelli all'ultimo sangue...».
La sua risposta sembrava severa ma convincente.
«Ora ripassiamo in ordine le cose da fare: sono sicuro che a poco a poco riuscirai a superare queste sfide. Come dico sempre io: un passo alla volta. Intanto, abbiamo una sfida a nord, una a sud, una a ovest e una a est. Su, giù, sinistra e poi destra. Riesci a ricordare l'ordine?» chiese il drago.
«Uhm, è come il segno della croce!» esclamò Metello.
«Bene! Una volta fatto questo, bisogna dirigersi verso quel famoso triangolo sulla mappa e infine affrontare la manticora... ma andiamo pian piano. Un passo alla volta».
«Ho capito, un passo alla volta» ripeté il ragazzo.
«E poi, quando avrai completato la tua missione, troveremo sicuramente un modo per farti tornare a casa. Ma ricordati che la tua vera missione non si conclude con questo viaggio: il viaggio non è la fine, ma il fine».
«E che vuol dire?».
Blue Sky gli fece l'occhiolino. «Lo capirai... tranquillo! Adesso torniamo alla caverna, domani ci aspetta una lunga giornata».
«Possiamo fare un ultimo giro?» domandò timidamente Metello, facendo ridere Blue Sky.
«Come desideri...».
Mentre tornavano, Metello si godeva il volo: le parole di Blue Sky lo avevano in qualche modo consolato, ma era ancora pensieroso.
«Ehi! Non è che ti sei addormentato, lì dietro?».
«No, stavo solo pensando...».
«A cosa?».
«Alle sfide: e se fossero veramente dei duelli?».
«No, tranquillo! Lo constaterai una volta arrivati» rispose placidamente il drago.
«Sarebbe stato davvero facile se fossi stato tu a combattere!».
«Già. Ma poi sarebbe successa la stessa cosa della storia della farfalla...».
«Di cosa parla? Non l'ho mai sentita!».
«Parla di un uomo che un giorno, mentre camminava nei boschi, vide un bozzolo che si muoveva: stava per nascere una farfalla! Si mise quindi a osservare la farfalla mentre lei, per varie ore, si sforzava per uscire dal piccolo buco che c'era nel bozzolo».
«... e poi?».
«Dopo molto tempo, sembrava che si fosse arresa, come se avesse fatto tutto il possibile, senza avere la possibilità di fare nient'altro. Così, l'uomo decise di aiutare la farfalla: aprì il bozzolo e la farfalla uscì immediatamente».
«Volò via?».
«Purtroppo, no: il suo corpo era troppo esile e le sue ali poco sviluppate si muovevano a stento. Purtroppo, non fu mai capace di volare perché l'uomo, con quel suo gesto di gentilezza, aveva impedito alla farfalla di irrobustire il suo corpo e le sue ali uscendo da sola da quel bozzolo. Era una prova difficile ma è così che funziona».
Metello rimase qualche istante in silenzio, ripensando alla storia. Quando Blue Sky atterrò davanti alla grotta, il ragazzo lo abbracciò.
«Penso di aver capito, adesso. Le prove nella vita non sono ostacoli, ma trampolini di lancio, senza i quali non saremo in grado di spiccare il volo! Grazie mille, Blue Sky!».

Joe Commoner e Grace Commoner

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Erri De Luca Erri De Luca. Nato a Napoli nel 1950, ha scritto narrativa, teatro, traduzioni, poesia. Il nome, Erri, è la versione italiana di Harry, il nome dello zio. Il suo primo romanzo, “Non ora, non qui”, è stato pubblicato in Italia nel 1989. I suoi libri sono stati tradotti in oltre 30 lingue. Autodidatta in inglese, francese, swahili, russo, yiddish e ebraico antico, ha tradotto con metodo letterale alcune parti dell’Antico Testamento. Vive nella campagna romana dove ha piantato e continua a piantare alberi. Il suo ultimo libro è "A grandezza naturale", edito da Feltrinelli.
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