Quel giorno Giulia mi disse: "Marco, Che ne pensi se facciamo un bel bimbo?" Pensavo scherzasse e stetti al gioco: "d'accordo!" le risposi. “Prima però dobbiamo sposarci!” C'eravamo conosciuti qualche anno prima, durante alcune lezioni di ballo, e dopo qualche tempo avevamo pensato di condividere la nostra vita. Mi trasferii a casa sua invadendo la sua privacy. Quando conosci una persona non sempre scatta la scintilla dell'innamoramento, almeno con Giulia non andò così. Ci pizzicavamo e il maestro di ballo che ci proponeva come coppia ci costrinse in un certo senso a legare, almeno nel ballo. Ma questo spesso è l'anticamera dell'attrazione fra due diversi. Le impressioni che avevamo l'uno dell'altra non lasciavano prevedere una futura attrazione tra di noi. Lei aveva un carattere bizzarro, stravagante, a volte folle. I suoi capelli sparati all'aria come dopo uno shampoo senza balsamo mi facevano ridere. Magra come un filo d'erba. Si muoveva dentro dei pantaloni ripiegati ai fianchi, sostenuti da uno spillone. Gambe snelle e lunghe da modella. Forse è l'attrazione verso questo genere di donne che mi trascina verso conclusioni imprevedibili. I nostri amici il giorno del nostro matrimonio ci fecero una dedica: "ballando ballando vi state sposando!"
LA VITA CONTINUA, L'AMORE RESTA... Erano passati diversi anni da quando Gaia aveva deciso di sposare Luca e la mia vita aveva ripreso il suo percorso scorrendo un po' alla giornata e senza un vero programma. Aggiungevo altre avventure e altre delusioni. Non fu facile, nonostante me ne rendessi conto, amare un'altra donna che non fosse lei o che non le rassomigliasse. Rientravo a casa la sera e, nonostante cercassi un motivo per distrarmi, non riuscivo a colmare quel vuoto che avevo dentro il mio cuore. La decisone di Gaia di sposare Luca aveva chiuso ogni possibilità e la speranza di in un suo ritorno nella mia vita. Cercavo di dare un significato alle mie giornate, ma ogni mia scelta non era mai quella giusta.
BALLANDO, BALLANDO E' nel momento in cui pensi che la vita sia segnata che, improvvisamente, ti propone quello che ritenevi imprevedibile. La vita sembra ripartire, la possibilità che abbiamo richiede una scelta che solo il futuro potrà dirci se è stata giusta o sbagliata. Chiuderci in noi serve solo a nasconderci in un mondo patetico e senza speranza. L'incontro con Giulia marcò una linea netta tra il mio passato e il mio futuro. La decisione di sposarmi avrebbe chiuso definitivamente il capitolo “ho amato Gaia” e tracciato un nuovo percorso con Giulia. Entrai nella sua vita “stravolgendo” le sue abitudini e... anche le mie. Iniziare una convivenza non è mai facile quando sei abituato a gestire da solo i tuoi tempi. La vita di coppia ha sempre bisogno di un periodo di rodaggio per capire se le nostre abitudini coincidono con quelle della persona che ci sta accanto. Sia io che Giulia abbiamo affrontato questo ciclo senza molte difficoltà. Ed è stato questo che ha dato valore alla nostra coppia. Ci ha fatto capire che insieme potevamo affrontare momenti anche più difficili.
L'INIZIO Partimmo in campeggio insieme ad alcuni amici. Tra di noi c'era una tacita intesa, ma ancora nulla che ci avrebbe fatto immaginare un percorso così importante della nostra vita. La prima sera, un disguido ci portò a litigare e il giorno dopo decisi di fare rientro a casa, da solo. Se avessi dato ascolto al mio orgoglio, avrei chiuso qui la mia storia con Giulia. Non ci sentimmo e vedemmo per alcuni giorni. Erano in circolazione i primi cellulari e io avevo orgogliosamente il mio che, improvvisamente, squillò. Era Giulia “Hai chiamato a casa? Perché è squillato il telefono per pochi secondi ma non sono riuscita a prenderlo in tempo” “Veramente, no! - risposi – Sicuramente non io” Forse fu la scusa per sentirmi, senz'altro fu l'occasione per chiarirci. “Cosa fai stasera?” le chiesi. Uscimmo con gli amici e poi la riaccompagnai a casa. Ci ritrovammo soli nella mia auto, una certa tensione si avvertiva nell'aria. Non era nervosismo, piuttosto una sospensione del tempo, come se da lì a poco fosse dovuto accadere qualcosa. Per un attimo il mio cervello cancellò il ricordo di Gaia e lasciai che prendesse il sopravvento e la sensazione che stavo provando non fosse condizionato da nient'altro. “Mi dai un bacio?” le chiesi. GIULIA Unire la mia vita a quella di Giulia significava dimenticare il mio passato sentimentale e donarmi totalmente a lei. Era impossibile eliminare dal mio cuore quella piccola parte che a tutti i costi desiderava rimanere viva. Lasciai a Gaia un piccolo, inaccessibile, angolo del mio cuore e ripresi il cammino della mia vita. Giulia era una ragazza brillante, intelligente, vivace, determinata, indipendente, ma incredibilmente testarda. Non era capace di dire no a chiunque le chiedesse un aiuto un sostegno emotivo e questo per lei rappresentava un pregio ma anche un difetto perché la rendeva debole davanti a chi approfittava della sua disponibilità. A 19 anni decise di chiudere la porta di casa dei genitori per aprirne una indipendente. Qualche dissidio familiare le toglieva però la serenità. Iniziammo la convivenza e questa le diede maggiore stabilità. La forte attrazione fisica consolidava la nostra intesa. Sentire il suo desiderio nei miei confronti mi diede la forza sufficiente per riempire quei vuoti che mi avevano accompagnato negli ultimi anni.
LA CONVIVENZA Condividere la propria vita con un'altra persona è una scelta che ha delle incognite, che se non collimano le abitudini di entrambi porta poi alla rottura definitiva. Ma io e Giulia ci incastravamo perfettamente. Entrambi ci desideravamo, l'attrazione fisica non mancava, fondamentale per portare avanti un rapporto. Entrambi desideravamo le stesse cose, o quantomeno ce le facevamo bastare. Lei viveva già in un piccolo appartamento al piano rialzato di un complesso residenziale. Un pergolato copriva un grande terrazzo dove trascorrevamo le serate al fresco e al riparo dal sole. Un'altalena sgangherata faceva da arredamento e ci permetteva di rilassarci, mentre Romeo, un gatto rosso mattone, si accoccolava sulle gambe di Giulia. Da qualche giorno vedevo Giulia silenziosa. Accarezzava Romeo con lo sguardo rivolto nel profondo dei suoi pensieri. “Marco! Ti devo chiedere una cosa?” “Dimmi!” le risposi. “Che ne pensi se facessimo un figlio?” Questa domanda a bruciapelo mi disorientò, così riparai dietro una risposta ironica. “Certo! – Quanti ne vuoi?” “Non scherzare, dico sul serio!” “Come? Ma sei sicura?” “Certo, mi piacerebbe!” Sussultai. Immaginare un figlio nostro mi provocò una sensazione di felicità... “Però prima dobbiamo sposarci” disse.
IL MATRIMONIO Era passato un anno e mezzo da quando avevamo iniziato la nostra convivenza e una scelta così importante, buttata lì quasi per scherzo, probabilmente avrebbe richiesto un altro periodo di “prova” per capire ancora meglio se il nostro rapporto funzionava. Ci lanciammo in questa avventura con un po' di incoscienza, di improvvisazione, di sana follia e... iniziammo i preparativi per il nostro matrimonio.
L'ORGANIZZAZIONE Organizzare un matrimonio è una delle cose più belle e difficili della vita di una coppia. Ci sposammo in estate. Era giunto il momento per questo passo importante. Nonostante tutto filasse secondo programma, non mancarono i litigi per le cose più banali. Due giorni prima del matrimonio avevamo già deciso di mandare tutto a monte. Ma, per quello che so, è così per tutte le coppie del mondo. Fanno eccezione solo pochi. Il giorno del matrimonio attendevo il suo arrivo in cima alle scale della chiesa. Per un attimo mi lasciai prendere dal panico, sudavo freddo, pensai: “Lo sto facendo davvero?”. Giulia mi raggiunse in cima le scale. Il suo vestito di pizzo bianco sobrio e coprente, la scollatura diritta le lasciava scoperto il collo circondato da un collarino di pizzo ricamato a mano. Un velo delicato le copriva il viso mentre uno strascico accennato le dava grazia ed eleganza. Prese una rosa bianca dal suo bouquet di fiori che teneva in mano e la infilò nell'asola della mia giacca. Eravamo entrambi talmente emozionati e confusi che in chiesa ci sedemmo io al posto suo e lei al mio. Ma questo fu un dettaglio al quale nessuno, credo, fece caso.
GLI ANNI PIU' BELLI Crescere i nostri figli è stato il periodo più bello della nostra vita. Il profumo che emanano i bambini ti rimane impresso nel cervello e quando lo richiami con il ricordo si sprigiona per incanto nelle narici. Roberta e Tommaso misero a dura prova noi genitori, ma vederli crescere era il regalo migliore che la vita avesse potuto farci. Passarono gli anni. L'asilo, le scuole elementari, le medie e infine l'iscrizione alle superiori.
GAIA Mi trovavo all'uscita della scuola di Roberta, il primo giorno di scuola, quando mi sentii chiamare da una voce... che conoscevo bene. “Ciao! Che fai qui?” disse. Gaia. Rivederla mi provocò un sussulto al cuore. “Ciao, mia figlia frequenta questa scuola” cercai di nascondere la mia emozione. Lei sorrideva contenta di rivedermi dopo tanti anni. I suoi occhi cominciarono a girare avvolgendomi e le sue fossette ad aprirsi sul suo viso luminoso. Riconoscevo quel sorriso. Riconoscevo quegli occhi. Riconoscevo quelle fossette. Riconoscevo quel viso luminoso. Accadeva ogni volta che ci incontravamo. Erano passati tantissimi anni, tantissimi dall'ultima volta. Entrambi con una famiglia e dei figli. L'amore resiste nel tempo. Non si arresta. Va avanti, fino all'infinito. Era impossibile non amare una donna che ti guarda in quel modo. Quella piccola fiammella rimasta viva in fondo al mio cuore, improvvisamente esplose nel mio cervello. Avevamo perso la complicità che ci aveva accompagnato negli anni precedenti ai nostri matrimoni, ma i nostri sguardi non avevano dubbi e neanche bisogno di parole. Ci guardavamo come a voler cercare in noi qualche difetto per giustificare la nostra separazione, io non riuscivo a trovarne. Lei era sempre bellissima. L'arrivo dei nostri figli spezzò quel breve incantesimo. “Ciao, è stato bello rivederti!
LA CARRIERA Nonostante la crescita dei figli fosse prioritaria in ogni nostra scelta e nonostante gli impegni, la vita di coppia andava avanti. Giulia iniziò a frequentare un gruppo di attivisti che proponevano la salvaguardia dell'ambiente. Questa attività cominciò a richiedere impegno e dedizione e necessariamente sacrificare un poco anche la famiglia. Era il tempo in cui i nostri figli, Roberta e Tommaso, uscivano dall'infanzia e muovevano i primi passi nella adolescenza. Anni difficili in cui Roberta aveva iniziato il suo distacco che rendeva ancora più complicato il nostro rapporto. E proprio in quegli anni per Giulia si aprì un nuovo mondo. La candidatura alle politiche italiane. Giulia era stata capace di proporsi come riferimento importante nel gruppo di attivisti. Per lei era una passione coltivata fin da giovane. Le sue assenze, soprattutto la sera, cominciavano a intensificarsi. Non volevo condizionare le sue scelte e le sue passioni, ma trovarmi da solo a gestire due ragazzi per me diventò un onere importante. Non fui contento di vederla andare via ogni sera perché avevo l'impressione che la nostra famiglia si stesse disgregando. Iniziarono così le incomprensioni tra di noi e le prese di posizioni di ciascuno. Liti ed urla a cui i ragazzi furono costretti ad assistere. La situazione stava precipitando rovinosamente. Solo la presenza dei figli ci dava la forza di continuare e resistere a tutto quello che stavamo vivendo. Giulia non accettava compromessi e cominciai a desiderare... di andare via. Roberta e Tommaso iniziarono a contestarmi, e contestare quei miei punti di riferimento sui quali mi appoggiavo, che cominciarono invece a sgretolarsi. Combattere contro i miei stessi dubbi e non trovare più un motivo per giustificare la mia nuova vita dove Giulia era altrove, fu il momento più difficile del nostro rapporto. L'ELEZIONE Giulia fu eletta al Parlamento italiano. Dovetti accettare questa separazione forzata perché era impossibile chiederle di rifiutare un'occasione simile. Poter incidere sulla vita politica fu un salto di qualità nella sua vita. Riusciva con merito a guadagnarsi la stima e i consensi di molti. I politici godono di una posizione di privilegio, è vero, ma non si valutano i rischi per una famiglia che è costretta a separarsi. I sentimenti personali subiscono un colpo durissimo, si riducono alla sopravvivenza. La famiglia si sfalda. Non c'è più dialogo e non c'è più contatto fisico, per i troppi impegni e la distanza. Tutto questo portò il rapporto tra me e Giulia ad un distacco emotivo ed un declino irreversibile.
I MIEI FIGLI Quando si vivono esperienze come la nostra la domanda che ci poniamo è “cosa rimane di importante tra noi?” La mia vita e quella di Giulia, o quella dei nostri figli? La scelta non può che ricadere su di loro. Sarebbe stato molto più facile per me abbandonare tutto, con la conseguenza di dividere la loro vita in due famiglie... rotte! “Prendi la decisione, se sei capace. E vai via da questa casa!” Giulia mi provocava perché non riuscivo a prendere questa decisione. Io non riuscivo ad immaginarmi lontano dai ragazzi. Non poterli rivedere, anche per un solo giorno, mi toglieva il respiro. Certo, prima o poi sarebbe successo, come in tutte le famiglie del mondo. Sarebbe successo che, una volta cresciuti, i figli avrebbero preso la loro strada, lasciando soli noi e la casa.
Mauribo
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