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Autore: Fabio Avena
Universo di storie
Racconti
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Universo di storie
Tony dopo aver raggranellato la sua ultima paghetta lavorativa del mese decide di spendere buona parte del guadagno ricavato nel posto da lui più amato: la sala giochi, presente a pochi isolati di distanza dalla sua abitazione. Quindi il giorno stesso, prima di uscire da casa, controlla ancora una volta se si è ricordato di prendere tutti i soldi che in cuor suo sa già di spendere per la sua grandissima passione videoludica. Successivamente si accerta con metodica cura di aver chiuso bene tutti i chiavistelli, catenacci e lucchetti della porta d'ingresso della sua dimora, sita nella zona più malfamata di uno dei più piccoli quartieri urbani di una ben più vasta metropoli, che si snoda per miglia e miglia di territorio abitato. Sovrappopolazione, sporcizia, smog, malcostume, violente e sanguinolente scorribande offuscano del tutto la maestosità di quella che un tempo era stata la città più abitabile dell'intero Stato, rendendo inevitabilmente vacui i fasti della metropoli, che un tempo poteva davvero essere definita culla delle civiltà moderne. L'agglomerato urbano congloba individui di diversa provenienza etnica e culturale, facenti parte di ceti sociali più disparati tra loro. Giunto nelle vicinanze dell'amata sala giochi, Tony si prepara già mentalmente e con grande gioia a soddisfare i suoi piaceri da videogiocatore incallito. Con fare svelto, si incammina procedendo per le ultime vie che lo separano dall'agognata meta. Oltrepassata la strada adiacente, scorge in lontananza la magnifica e luminosa insegna con la scritta “Coin Op: aspettano solo te!”. Arrivato a destinazione, si precipita con irruente impazienza all'interno della sala giochi. Si dirige alla cassa per farsi scambiare il gruzzolo consistente dei tanto sudati risparmi mensili con una ingente quantità di gettoni luccicanti, su ognuno dei quali si scorge distintamente a chiare lettere la dicitura: “Giocami adesso!”. Il proprietario della sala giochi sa gestire con furbizia e con molta astuzia la sua attività. Per molti clienti abituali, la sala è vista quasi come un piccolo paradiso ludico in Terra; mentre, occhi ben più saggi e pieni di discernimento, la definiscono con disprezzo: “il covo della divertente droga ludica del sistema moderno”. Improvvisamente, mentre Tony è intento a divertirsi con uno dei suoi Arcade preferiti “Sweet Escape”, una mano e un avambraccio sconosciute si accingono a frugare furtivamente tra le tasche posteriori dei jeans del malcapitato. Tony è immerso del tutto nella frenesia motoria, manovrando il consunto joystick del cabinato, schiacciando con foga e maestria i tasti che gli permettono di interagire con il suo alter ego ludico del videogame, che lo catalizza del tutto all'interno della sua “scatola giocosa”, come la definisce lui. Dapprima non si accorge di nulla; ma dopo pochi secondi, Tony scorge con la coda dell'occhio che qualcuno sta frugando, impavido, alle sue spalle. Si volta quindi di scatto, lasciando momentaneamente con un fatidico “dopo riprovo!” i suoi tentativi di evasione ludica, che avrebbero potuto finalmente permettere al personaggio pixellato di “Sweet Escape” di riuscire nel suo intento di fuga per la libertà. Dopo aver visto in volto il furfante, le mani di Tony senza esitare allontanano con una spinta decisa l'operatore del tentativo di rapina: un uomo anziano corpulento e ben messo, dallo sguardo vispo e profondo. «Razza di stronzo! Rivoglio subito i miei gettoni! Potrei benissimo menarti anche adesso, senza pensarci su due volte... ma non oso sporcarmi le mani con il sangue di un Matusa come te!» esclama Tony con furia e rabbia. Per tutta risposta il canuto manigoldo digrigna i denti e poi ridacchia tra sé, come preso da una strana e improvvisa forma di fremito isterico e folle. «Cosa trovi di così divertente in tutto questo, vecchio?» ribadisce Tony. L'anziano dopo pochi minuti arresta finalmente l'eco sonoro della sua risata rivolgendo uno sguardo serio ed accigliato al suo interlocutore. «Questo tizio è proprio fuori di testa!» farfuglia a bassa voce Tony. «Ti ho sentito sai, belloccio! Grazie ancora per avermi dato del Matusa... Non hai alcun rispetto per una persona più grande di te!» esclama ad alta voce, e con insolenza l'uomo. «Cosa?» pronuncia Tony. L'anziano risponde: «Sì, hai sentito proprio bene! Non ti temo, giovanotto! So ovviamente di essere in torto verso te, ma credo sia chiaro che tu non puoi mai sapere il reale perché della mia azione. Non avevo alcuna intenzione di derubarti; non sono un ladro. Ok? Volevo semplicemente vedere più da vicino la scritta stampata su quei gettoni. Ne ho preso più di uno, soltanto per confrontarli tra loro; tutto qui, né più né meno!». Prima che Tony gli risponda, o formuli una qualsivoglia domanda verso di lui, l'uomo riprende dicendo: «Tu non potevi mai saperlo... Sicuramente il mio gesto avventato ha suscitato in te rabbia e ira, ma è giusto che ti dica come stanno davvero le cose. Voglio però parlarti a quattr'occhi, se possibile non qui, ma altrove. Non voglio che altri ascoltino ciò che ho da rivelarti!». Tony non reclamando in alcun modo, incuriosito da quella stramba situazione e dalle parole convincenti dell'anziano, decide quindi di ascoltarlo. Entrambi dopo pochi secondi escono dalla sala giochi. «Hai da accendere? Scusa, ma non conosco ancora il tuo nome!» proferisce Tony con fare amichevole, rivolgendosi all'altro, con l'intenzione di schiarirsi un po' le idee con una meritatissima sigaretta. L'anziano ribatte: «Il mio nome? Beh, a cosa può mai servirti sapere come mi chiamo? Non voglio tergiversare, sia chiaro! Non abbiamo tempo da perdere in inutili chiacchiere da amiconi, o pseudo-tali! C'è ben altro di vitale importanza che devo illustrarti per farti davvero comprendere l'entità dei fatti. Ascoltami, adesso! Non voglio che tu ti preoccupi in alcun modo dei convenevoli, né di altre sciocchezzuole di rito sociale; ma desidero davvero che tu possa prestare attenzione a quanto sto per dirti. Ok? Bene! Comincio dal dirti che so già da tempo chi sei, il tuo nome, le tue passioni, cosa fai nella vita e tanto altro che forse nemmeno tu stesso conosci di te. Mi segui? Non voglio spaventarti, Tony; il mio unico compito è quello di metterti in guardia e destarti del tutto, senza falsi allarmismi o altro. Tony è giunto il tempo! È arrivato il momento di svelarti chiaramente il tuo vero ruolo in questo percorso esistenziale, comune ad ogni essere umano e inumano, terrestre e non. Mio caro giovane, so benissimo a cosa stai pensando adesso! Per prima cosa, lo dico per il tuo bene, evita di fumare ancora! D'ora in avanti, hai ben altro a cui pensare e dedicarti; la sigaretta stessa, in quanto semplice valvola di sfogo per il tuo nervosismo e le tue paturnie, non ti servirà a molto! Sicuramente puoi farne benissimo a meno! So tutto di te! Ti leggo dentro; conosco molto bene il tuo grado di forza di volontà, la tua tenacia quando ti metti d'impegno in ciò che fai o speri, per la realizzazione dei tuoi piccoli grandi obiettivi personali! Su Tony, sei forte dentro! Tornando a noi, senza temporeggiare oltre, voglio dirti che ho profonda stima di te come persona e ammiro la tua personalità, pur con le umane debolezze. Ma hai anche tanti pregi rari! Per questo motivo ritengo sia più che giusto che tu sappia prima di altri ciò che dovrà accadere a breve a tutto il genere umano e non umano, in ogni parte del nostro universo temporale, ma anche in quelli paralleli. Siamo giunti ad una svolta epocale per tutti! La profezia che tanti hanno predetto in svariati punti del Cosmo (non solo in quello terrestre), si sta finalmente per compiere appieno! È l'era della rivoluzione totale, caro Tony! È il tempo che fa il suo giusto decorso, nel bene e nel male. Arriva altra gente! Non voglio che nessuno ascolti, né origli in alcun modo. Andiamo adesso, Tony! Continuerò a rivelarti tutto quello che devi sapere; ma muoviamoci su... così da non avere orecchie curiose, attente al nostro discorso». Quindi i due si incamminano il più lontano possibile dalla sala, dirigendosi senza apparente meta verso altri lidi. Tony, confidando del tutto nelle parole dell'uomo senza nome, si appresta a conoscere infine il motivo di quell'arcano avvertimento sul futuro percependo così nuovi dettagli e più precisi avvertimenti sulla sua stessa esistenza, apprendendo in tal modo come agire sulla sua condotta futura al fine di scampare ogni incombente pericolo per se stesso e per gli altri a lui affidati nel tempo a venire, nel suo personale cammino di vita.

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