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Autore: Ornella Stocco
La sposa in grigio perla
Letteratura contemporanea
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La sposa in grigio perla
Quante cose erano accadute: la scoperta del tradimento di Daniele, il nuovo lavoro come segretaria, il conseguente prevedibile corteggiamento di Enrico, l'ingresso nella nuova casa, l'incontro con l'amore. Quello vero. Un figlio. Il matrimonio.
Un sogno da realizzare.
Enrico osservava la sua sposa, rapito da quel misto di grazia e sensualità. Apprezzava in silenzio ciò che aveva davanti agli occhi. Fece un cenno con il capo ma mai avrebbe dato a Paola la soddisfazione che meritava e che lei in qualche modo si aspettava. Sarebbe stato bello sentirgli dire che la trovava bellissima nel suo abito grigio perla, ma lui sembrava sempre più assente, sempre più indifferente.
Si comportava come il proprietario di un bell'oggetto intento a gratificare la sua smisurata vanità.
Paola aveva personalmente seguito tutte le fasi dei preparativi. I tavoli rotondi erano stati allestiti con lunghe tovaglie nella stessa nuance dell'abito della sposa. Per i coprimacchia la scelta era caduta su un tessuto di una tenue tonalità di rosa, stesso colore per la deliziosa composizione di roselline che adornava elegantemente il centro di ogni tavolo.
Posate in argento.

L'effetto finale, scenografia raffinata di un pranzo di nozze, fu molto apprezzato da tutti gli invitati che si congratularono calorosamente con la sposa.
Tutto in lei era armonioso. Quando era innamorata e felice le ombre del passato sembravano ricordi sempre più lontani. Sempre meno presenti nel suo animo. Un'inaspettata assenza di sofferenza che contribuiva a renderla serena.
Da sempre appassionata di arredo, si era divertita a organizzare il suo matrimonio senza l'aiuto di nessuno. Di questo era particolarmente orgogliosa mentre lo confidava alle signore presenti le quali, con larghi sorrisi e delicate strette di mano, cercavano di carpire il segreto del suo talento.
- Paola, il tuo gusto è così raffinato... hai organizzato questo matrimonio in modo splendido...come fai, dove hai imparato mia cara... e in questo bel pancino, chi si nasconde, un maschietto o una femminuccia?
La signora Liliana Solvati, moglie del notaio di fiducia di Enrico, ricca ma priva di classe, ammirò dapprima l'abito di Paola e poi il modo in cui era stata allestita la sala da pranzo. Nella sua voce stridula una punta d'invidia non passò inosservata al consorte, seduto al suo fianco, che la fulminò con lo sguardo liquido di un uomo anziano.
- Cara signora, in realtà ho seguito dei corsi di arredamento, i suoi complimenti mi lusingano... dentro a questo pancino ancora non si sa chi ci sia... Enrico desidera un maschio, ma tutti, io compresa, pronostichiamo una bambina...vedremo... spero che il pranzo sia di suo gradimento...
Liliana Solvati lasciò le mani della sposa che aveva trattenuto tra le sue per tutto il discorso.
- Il pranzo è assolutamente perfetto, vero, caro?
- Sì, cara. Complimenti Paola, lei è una futura mamma davvero affascinante, quella scollatura poi è... è... insomma le dona tantissimo, vero, cara?
A Paola non era sfuggita la gomitata della moglie al marito che non toglieva gli occhi dal décolleté della sposa. Sarà stata la gravidanza, il colore del vestito, il fatto che era innamorata, ma quel giorno era davvero splendida.
Il tavolo degli sposi, l'unico per otto commensali, era posto al centro dell'ampia sala da pranzo, altri cinque tavoli più piccoli erano stati posizionati attorno come petali.
Paola era seduta tra Enrico e Tommaso.
E non poteva essere che così.
Oscurati dalla lunga tovaglia, potevano sfiorarsi. I loro piedi si cercavano mentre conversavano affabilmente con gli altri commensali.
Paola era preda di un amore viscerale per l'uomo che le dava la forza e la serenità di cui lei, soprattutto in quel particolare momento della vita, sentiva di avere estremo bisogno.
Un bisogno che nasceva dalla mancanza di affetti nella sua infanzia; un padre mai conosciuto e una madre disattenta avevano minato il suo equilibrio provocandole profonde crisi di angoscia che si trasformavano in acuti stati d'ansia.
Amava una persona speciale. Tra le sue braccia si sentiva serena, protetta, appagata. Lui era l'uomo che ogni donna avrebbe voluto al proprio fianco. Passionale, gentile, affascinante. Insomma perfetto!
- Scusatemi, devo uscire a prendere un po' d'aria.
Paola si alzò dal tavolo, seguita dallo sguardo preoccupato di sua madre e da quello indifferente di suo marito.
-Tesoro, ti senti bene?
-Tutto a posto, mamma, esco solo un attimo.
Emma osservò Enrico, certa di non scorgere nel suo sguardo la benché minima preoccupazione per la moglie.
- Sbrigati, credo sia in arrivo la torta.
Enrico come sempre sembrava lontano anni luce. Si volse verso di lui. Gli occhi di Paola si velarono di delusione e tristezza.
- Enrico, credo che la torta possa attendere... ti preoccupi per il dolce?
Emma abbassò lo sguardo. Conosceva troppo bene suo figlio e non poteva che provare un profondo senso di colpa nei suoi riguardi. Non lo aveva amato quanto Tommaso!
Paola sfilò tra i tavoli. L'applauso spontaneo risuonò festoso.
- Evviva la sposa!
Il fruscio della seta si mescolò al brusio allegro che riempiva la sala da pranzo.
Il ristorante appariva come una perla incastonata tra le colline sinuose. Un posto incantevole.
Lunghi filari di vite costeggiavano la stretta stradina che s'inerpicava sul fiancheggiare della collina fermandosi a ridosso dell'imponente cancello di quella che in tempi lontani era stata una casa rurale. Il sole appena velato si poggiava su grappoli vicini e polposi pennellandoli del colore dorato dell'uva matura; mentre sulla celestiale tavolozza il cielo roseo annunciava un romantico tramonto.
Paola inspirò profondamente. Si sentiva perfettamente in armonia con la natura, con i colori e i profumi di quel luogo. I suoi occhi divennero due fessure mentre ammirava il superbo panorama che offriva Rolle, un delizioso paesino arroccato tra lussureggianti vigneti. L'ora del tramonto rendeva ogni cosa struggente. Irreale. Un quadro di rara perfezione che sarebbe per sempre rimasto nel suo sguardo.
Si strinse nelle spalle pensando al suo amore. Lo aveva avuto seduto vicino e quella era la prima volta che accadeva in pubblico. Sfiorarsi di nascosto, seduti vicino ai rispettivi consorti, aveva scatenato il desiderio.
- Amore mio...
Due braccia forti la cinsero. Un profumo maschile la avvolse. Il suo. Inconfondibile.
- Attento, ci possono vedere.
- Vieni, mettiamoci qui, i filari ci faranno da paravento... Sei bellissima, amore mio, ti amo, lo sai, vero?
Prese il suo viso tra le mani, affondò gli occhi dentro quelli di lei. La lingua prepotente, ingorda, entrò nella sua bocca.
Quando Tommaso la baciava così, dimenticava tutto. Si sentì avvampare di desiderio per quell'uomo che la colmava di amore e attenzioni.
-Ti voglio.
A Tommaso non sapeva resistere. Per tutta la vita aveva desiderato un amore così. Una passione che riusciva a travolgerla come le onde del mare. Voleva annegare in tutto quel desiderio.
- Sì sì, amore, anch'io ti voglio, lo sai che non riesco a dirti no, ne voglio tanto di amore da te, tantissimo.
Tommaso appoggiò delicatamente Paola a un traliccio. Alzò la lunga gonna. Il fruscio della seta sembrò un rumore assordante che si spandeva lungo il declivio della collina coltivata a prosecco. Le labbra carnose di Tommaso scivolarono lungo il collo di Paola. Smaniosa, gli slacciò la cintura. In ginocchio di fronte a lui, senza pudore alzò lo sguardo verso il suo uomo.
- Giurami che non dormi più con Aurora.
- Sì sì, te lo giuro, adesso però amore, ti prego non fermarti...
Erano abituati a rapporti veloci, compiuti nei luoghi più disparati. Qualsiasi posto andava bene, quei pochi attimi valevano una vita di vuoti e solitudine.
Si amarono alla luce struggente del tramonto mescolato al profumo dell'uva matura. Si sentivano due ragazzi in preda ai primi violenti impulsi sessuali. Un amore sbocciato in fretta, il loro, consumato con passione frenetica nell'attesa di un tempo che doveva ancora venire per portare gioia e serenità.
Tommaso non si era tolto nemmeno la giacca. Perfetto in ogni situazione. Lei si sistemò la scollatura, ricompose l'abito da sposa.
- Rientro prima io, tu aspetta qualche minuto, fumati una sigaretta... Amore mio, con te è sempre bellissimo, in questi momenti mi fai sentire la donna più amata del mondo.
Dopo l'amore il grigio dei suoi occhi diventava trasparente come l'acqua marina. La pelle più luminosa, la bocca più carnosa.
- Ma tu sei la donna più amata del mondo, e sei anche la donna più bella del mondo... Come sta il nostro bambino?
-Tutto bene, amore, la nostra piccola si trova bene qui.
Con delicatezza prese la mano di Tommaso.
- Adesso sta dormendo, avrà sentito un po' di trambusto ma sta bene dove si trova e ci vuole rimanere ancora... Mancano tre mesi, la nostra bimba sarà con noi per Natale... ora però rientro altrimenti mia madre è capace di venirmi a cercare... Chiamami domani alla solita ora, ti amo, dimmi che lascerai tua moglie. Dimmelo.
- Ne riparliamo un altro giorno... Paola, adesso vai, sennò Enrico si insospettisce.
- No no, stai tranquillo, lui non si interessa mai a quello che faccio.
Si scambiarono un ultimo bacio. Staccarsi fisicamente da lui era sempre doloroso. Aveva ancora voglia di fare l'amore. Forse era la gravidanza. No, era semplicemente, follemente innamorata di lui. Mai sazia del suo corpo.
Prima di rientrare nel salone corse alla toilette per rinfrescarsi. Decisamente ne aveva bisogno. Il viso radioso svelava una gioia difficile da nascondere.
- Eccomi... Scusate, è risaputo che una donna incinta ha bisogno costantemente del bagno... ma, è arrivata la torta?
Un altro coro festoso accolse la sposa.
- Evviva la sposa... evviva gli sposi!
- Dove sei stata tutto questo tempo?
Enrico sembrava seccato mentre con fare assorto leggeva i messaggi sul telefonino. Ultimamente lo faceva spesso. Un po' troppo spesso.
- Non mi sembra ti stia annoiando, continui a messaggiare. Mi devo per caso preoccupare o lo fai per ingelosirmi?
Quella domanda rimase senza risposta. Non era certo tipo da spiegazioni. Spense il cellulare, si alzò spostando rumorosamente la sedia.
A volte Paola aveva l'impressione che umiliarla, farla sentire inadeguata lo divertisse. Per un momento la gioia che le aveva regalato Tommaso svanì. Ma solo per un momento.
- Paola, hai visto per caso Tommaso?
La vocina di Aurora le penetrò il timpano come un fastidiosissimo insetto.
- No, Aurora, nei bagni delle signore ancora non è concesso agli uomini di entrare, probabilmente Tommaso è uscito a prendere una boccata d'aria... Ecco, vedi, sta tornando.
Francesca fulminò Paola con lo sguardo. Nessuno degli invitati aveva notato l'uscita contemporanea dei due amanti, tranne lei, unica a essere a conoscenza della tresca tra i due.
Notando l'agitazione dell'amica, Paola la rassicurò con un sorriso e con un gesto della mano. Come a dire:- Rilassati, tesoro, è tutto a posto.
Tommaso riprese posto vicino alla donna che amava e a sua moglie, che non la finiva più di fare domande.
E mentre Aurora nervosamente chiedeva spiegazioni, lui, riparato dalla lunga tovaglia, avvinghiava una gamba di Paola con la sua.

Ornella Stocco

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Erri De Luca Erri De Luca. Nato a Napoli nel 1950, ha scritto narrativa, teatro, traduzioni, poesia. Il nome, Erri, è la versione italiana di Harry, il nome dello zio. Il suo primo romanzo, “Non ora, non qui”, è stato pubblicato in Italia nel 1989. I suoi libri sono stati tradotti in oltre 30 lingue. Autodidatta in inglese, francese, swahili, russo, yiddish e ebraico antico, ha tradotto con metodo letterale alcune parti dell’Antico Testamento. Vive nella campagna romana dove ha piantato e continua a piantare alberi. Il suo ultimo libro è "A grandezza naturale", edito da Feltrinelli.
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