In uno dei sobborghi di Londra viveva Robert Durant, tipico ventenne alto, capelli neri e barba incolta che, sin dalla nascita e fino al 1993, aveva sempre vissuto nella casa dei propri genitori. Al e Rosy Durant erano stati sempre genitori molto vicini a Robert e lui non poteva che essere grato per l'educazione ricevuta. Al era il diminutivo di Alphonse che per oltre 30 anni aveva svolto, con estrema passione, il ruolo di professore di storia medioevale alla prestigiosa Università di Oxford. Un uomo sulla sessantina, alto, capelli grigi, occhi verdi e carnagione molto chiara. In definitiva il classico vecchio professore di storia all'apparenza burbero e austero ma che poi, in realtà, si era sempre dimostrato una persona estremamente empatica e disponibile con tutti e in particolare con gli studenti. Rosy, una donna bassina, occhi azzurri, capelli neri e a dispetto dei suoi 60 anni si rivelava essere ancora una bella donna dai tratti gentili. Lei si era dedicata alla vita casalinga ed era stata la persona più vicina al figlio in tutti gli anni che questi aveva trascorso in casa. Il ragazzo, come suo padre, era sempre stato appassionato di storia antica e medioevale e per questo si era convinto a frequentare anche lui la prestigiosa Oxford dove, ad appena 24 anni, aveva conseguito l'importante dottorato che lo catapultava, ora, in una dimensione fantastica qual era la verifica sul campo di ciò che aveva studiato; in una parola la vita reale al di fuori di un'aula universitaria. La tesi discussa dal ragazzo era già tutto un programma: “Vita dei Templari”. Robert era stato sempre appassionato, per non dire rapito, dal periodo storico collocato intorno all'XI secolo e in particolare s'interessò dell'Ordine dei Templari risalente all'anno 1119. In quell'anno, infatti, il cavaliere francese Hugues de Payns decise di dar vita a una organizzazione militare e religiosa che si occupasse di difendere i pellegrinaggi in Terra Santa. Insieme ad altri cavalieri fondò quindi, a Gerusalemme, quest'ordine, il primo tra i differenti ordini nati nel contesto delle crociate. Ovviamente gli studi di Robert abbracciarono l'intero periodo delle crociate e ciò in quanto si era convinto, a giusta ragione peraltro, che non si poteva comprendere appieno il fenomeno templare senza conoscere a fondo le motivazioni sottostanti le spedizioni crociate. In breve tempo Robert diventò uno dei più importanti studiosi di Londra sull'Ordine Templare.
ROBERT CONOSCE FRANK
Robert era sempre stato un vero “topo di biblioteca” e regolarmente frequentava la London Library dove passava delle ore a spulciare vecchi volumi dedicati alla cultura Templare e al periodo Crociato con particolare riferimento alla prima crociata. La prima crociata ufficiale era stata indetta durante il concilio di Clermont da Papa Urbano II nel 1095. L'obiettivo era la riconquista della Terra Santa, in particolare di Gerusalemme, occupata dal 1076 dalla dinastia turca dei Selgiuchidi. La prima crociata terminò con la conquista di Gerusalemme nel 1099 da parte dei crociati capeggiati da diversi nobili, tra i quali Goffredo di Buglione. Il 15 luglio 1099 Goffredo di Buglione entra vittoriosamente in Gerusalemme dalla porta di Erode e viene acclamato “Difensore del Santo Sepolcro”. Rinuncia al titolo di sovrano della città, per fondare l'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Quanto accaduto nella prima crociata affascinava molto Robert, non tanto per l'esito positivo della stessa che aveva portato alla conquista cristiana di Gerusalemme, ma, soprattutto perché giustificava il vero motivo della nascita dell'ordine Templare ovvero la difesa del pellegrinaggio verso la città santa. Nel febbraio del 1994 Robert si trovava alla London Library verso le prime ore del pomeriggio e fu in quella occasione che, casualmente, conobbe un giovane fisico, tale Frank Shaw che si trovava lì intento a cercare una serie di volumi molto particolari. Frank era il tipico ragazzo dal portamento serio e impostato, capelli biondi, occhi verdi, altezza media e vestito sempre con la tipica giacca macchiata di quel gesso bianco utilizzato da coloro che scrivono continuamente sulle lavagne. Il giovane fisico era il tipico “sgobbone da biblioteca”. Robert, invece, si presentava diversamente e, se non ci parlavi, non ti dava proprio l'impressione di una persona di cultura elevata. I due si trovarono fianco a fianco, ognuno preso dai suoi pensieri e riflessioni, quando, improvvisamente, a Robert cadde sul pavimento uno dei volumi che si trovavano sul suo tavolo di lettura. Frank, che si trovava vicino, si abbassò, lo raccolse e lo restituì a Robert che cordialmente ringraziò e si presentò: «Ciao, sono Robert Durant, piacere di fare la tua conoscenza.» Frank non esitò a rispondere: «Piacere mio. Mi chiamo Frank Shaw, sono un fisico e vengo spesso in questa biblioteca perché la ritengo una delle più fornite di Londra.» Robert non perse tempo a informare il nuovo amico del suo dottorato in Storia Medioevale e dei suoi particolari studi sull'ordine dei Templari e il periodo crociato. I due ragazzi fecero subito amicizia tanto che Robert prese l'iniziativa per dire: «Allora Frank, cosa ne pensi se all'uscita dalla Biblioteca andassimo al Pub qui vicino a farci una birra?» A quell'invito Frank, non potendo che dimostrarsi disponibile rispose: «Certamente, è un piacere.» Fu così che i due giovani, senza saperlo, stavano gettando le basi per una grande amicizia che li avrebbe portati molto, molto lontano nel tempo...
GLI STUDI DI FRANK...
La vita di Frank era fatta di formule e numeri, del resto nulla di anormale per un fisico. Già dal primo incontro il suo amico Robert aveva potuto capire, dalla scelta dei libri consultati, che Frank si stava occupando di una materia singolare che, per certi versi, affascinava lo storico che era pur sempre uno studioso del tempo, seppur di quello passato. Frank, ormai da anni, si occupava di ciò che i fisici chiamano “Paradossi temporali” più comunemente detti “Viaggi nel tempo”. Spesso l'argomento era stato oggetto di discussione tra i due ragazzi e Robert non disdegnava di proporre miriadi di domande all'amico Frank sulla reale possibilità che si potesse un giorno viaggiare indietro nel tempo. Le risposte, che Frank dava all'amico, erano sempre molto evasive, perché era difficile spiegargli scientificamente quale fosse la sua reale convinzione. Un giorno alla domanda di Robert: «Dimmi, Frank, com'è possibile viaggiare indietro nel tempo?», Frank rispose: «Robert, sappi che da tempo sto seguendo la nota teoria dei ponti di Einstein-Rosen (i Wormhole). Secondo questa teoria il nostro universo è deformabile. Per farti capire in maniera più semplice ti riporto quanto letto su un interessante scritto dal titolo “I viaggi nel tempo, i paradossi temporali e le possibili soluzioni” dove l'autore2 spiega con chiarezza: “Prendiamo come esempio bidimensionale un telo di stoffa elastica: se ci poniamo una sfera di piombo (una grande massa), esso si deforma, si curva verso il basso (quindi nella terza dimensione). Allo stesso modo, l'universo (a quattro dimensioni x, y, z, t) viene curvato nella quarta dimensione (geometrica) da ogni massa in esso presente; si potrebbe notare un conflitto con la quarta dimensione intesa come tempo, mentre in realtà si deve semplicemente parlare di cinque dimensioni, inter cambiando la quarta dimensione temporale e quella spaziale a piacere (così come la prima dimensione potrebbe essere sia la profondità sia l'altezza sia la larghezza). Se una curvatura è sufficientemente intensa è possibile che si colleghi ad altre curvature e crei un ponte di Einstein-Rosen, vale a dire un tunnel che collega due parti dell'universo. Attraverso questo tunnel si viaggerebbe in poco tempo da un luogo a un altro, anche se fossero molto lontani, si supererebbe in questo modo la velocità della luce e si viaggerebbe indietro nel tempo (ma ci si sposterebbe di moltissimo nello spazio). Un esempio concreto: una formica impiega un certo tempo a percorrere tutta la lunghezza di una sciarpa; se però deformiamo questa sciarpa sufficientemente da collegare due parti lontane della sciarpa, la formica impiegherebbe meno tempo per percorrerla dall'inizio alla fine” «Amico mio, in teoria tutto ciò è possibile, se la fortuna mi aiuta, potrò realizzare il mio sogno...» Quest'ultima affermazione apparve sibillina e anche un po' inquietante agli occhi di Robert che lì per lì non ne comprese il senso ma in futuro sarebbe apparso tutto chiaro...
Giuseppe Mercurio
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