Roma, Anno del Signore, 1347. Nel monastero di Santa Chiara, l'anziana badessa Lucia se ne stava giorno e notte al capezzale di Beatrice, una giovane novizia malata di peste. Le teneva la mano per cercare di rendere la sua morte più dolce e serena. La neve cadeva pesantemente sul terreno e il medico, avvolto in un mantello di lana, camminava lento faticando ad arrivare al monastero per la vista alla giovane monaca. Beatrice spirò sotto gli occhi lucidi delle consorelle che, nel frattempo, si erano messe intorno al suo letto in preghiera. La badessa alzò lo sguardo colmo di lacrime e invitò le sue consorelle di lasciarla sola, voleva essere lei a sistemare la povera Beatrice per la sepoltura. Quando le sorelle uscirono, la donna tirò fuori da uno scrigno d'argento i frammenti della Sacra Croce e dei sacri Chiodi che le erano state regalate da papa Clemente VI e li sistemò sul petto di Beatrice. Il giorno seguente, la ragazza venne sepolta in una fredda giornata di dicembre sotto una folta nevicata. La sera, mentre le sorelle erano in preghiera nel refettorio, la vecchia e stanca badessa era chiusa nella sua cella ancora addolorata per la morte della giovane monaca. Alla tenue luce delle candele che dissipavano la stanzetta, era china sul piccolo tavolo di legno con in mano una penna d'oca che intinse nel calamaio e iniziò a scrivere una frase in latino. Poi la inserì dentro la Sacra Bibbia, richiuse il libro e ne osservò la copertina consumata nel tempo. Chiunque un giorno l'avesse aperta, avrebbe trovato il documento e il significato. La introdusse dentro una cripta e la nascose con una lastra di pietra. Gli zoccoli dei cavalli calpestavano il terreno. Il furtivo rumore ruppe il silenzio e la strapparono dai suoi pensieri. Si avvicinò alla finestra, ma il cortile era deserto. Il buio si confaceva al suo stato d'animo e pensò che fosse il vento. Sentì bussare esitante al portone del monastero. Uscì dalla stanza e affrettò il passo, mentre il rumore divenne sempre più assordante. Appoggiata al suo bastone e con in mano un candelabro acceso, accorse ad aprire, spingendo di lato il catenaccio e uscì fuori. Nel buio vide delle sagome scure incappucciate. Erano i cavalieri disobbedienti del papa. Le loro spade scintillavano nell'oscurità. Capì immediatamente che non avevano buone intenzioni. Chiese loro di lasciare il monastero, ma non ottenne risposta. Immobile davanti a quei cavalieri, si affrettò a farsi il segno della croce. Le monache erano sotto la protezione di Clemente VI e i cavalieri, approfittando della sua assenza in quel periodo dal Vaticano, presero le religiose e barbaramente le uccisero con le loro spade. Per i cavalieri era un atto di purificazione impedire alle monache la loro fuga perché temevano che avessero la peste e così la malattia non si sarebbe diffusa tra la gente di Roma. Diedero fuoco alle sterpaglie che di lì a poco avrebbe divorato il monastero. Era notte fonda quando le fiamme illuminarono la città. Anche il popolo acclamò quel gesto così crudele dei cavalieri come segno punitivo verso il papa. Il Vaticano si arricchiva, mentre il popolo si sentiva sempre più povero: la gente si era sempre battuta contro la fame, l'ingiustizia, le guerre e la peste, ma il papa non aveva mai ascoltato le loro proteste. La badessa aveva il compito di guidare le consorelle alla preghiera e lodi del mattino, ma in quel monastero si era spento definitivamente. Roma oggi. A distanza di secoli, il mistero della Sacra Croce e dei sacri Chiodi ricomparve. Il francese Ludovic Madinier, uno studioso di libri antichi, si trovava nella città eterna da qualche settimana con sua moglie, Vivien Bardot. Quello che cercavano era un volume scritto in latino dove nel corso della storia era stato inseguito da re, papi e vari studiosi di religione. Lui pensava di sapere dove si trovassero i frammenti dei Sacri Chiodi e della Sacra Croce. Il vaticano era venuto a conoscenza tramite alti prelati della curia e cercò di rintracciare Ludovic pretendendo che, al ritrovamento degli oggetti, ne venisse in possesso. La porta della silenziosa e grande biblioteca vaticana si spalancò. Ludovic e Vivien entrarono insieme all'eminenza Massimo Rienzi. All'interno ci si perdeva tra le ombre degli altri scaffali, c'erano tanti volumi antichi scritti secoli fa, alcuni in una lingua incomprensibile e altri in latino. "Siete anche voi interessati a trovare questi reperti così preziosi? E posso sapere il perché di così tanto interesse?" chiese il cardinale in francese a Ludovic. "Noi parliamo in italiano." rispose l'uomo. Il cardinale gli sorrise e attese una sua risposta. "Sulla loro vera autenticità hanno un valore inestimabile." "Quindi voi credete a questa storia? Si narra da secoli, ma ancora nessuno è riuscito a portare alla luce questi reperti. Pensate di riuscirci voi in poco tempo?" "Sì!" affermò Ludovic, convinto. "Bene! Non appena saranno nelle vostre mani, vorrei essere informato per primo. Avete idea da dove cominciare?" "Dipende." non precisò lui, guardando la moglie. Mentre percorrevano i lunghi corridoi del vaticano, il cardinale gli sussurrò una frase alquanto irrequieta. "Se non mi darete retta, vostra moglie morirà." Ludovic si girò indietro e, infatti sua moglie, Vivien era sparita. "Ma..." stava per dire qualcosa, ma il cardinale lo zittì immediatamente. "Vedrà sua moglie solo dopo il nostro accordo. Sssst... acqua in bocca con tutti." terminò il cardinale con sguardo agghiacciante. "Ma non c'è stato alcun accordo tra noi due. Eminenza, non è leale da parte vostra. E' un gesto così meschino. E poi, non è detto che io possa ritrovare quei reperti. Il monastero di Santa Chiara è andato distrutto secoli fa per mano del popolo per la paura che la peste si diffondesse e portasse via altre anime. Quindi sarà difficile la scalata verso il successo." specificò Ludovic, preoccupato per la sorte della moglie. "No, nessun accordo, ma da questo momento in poi, che lo vogliate o no, non si torna indietro. non accetto nessuna scusa, proseguite e basta." si ribellò il cardinale, avvolto nel suo abito color rosso porpora. "Voi siete il diavolo in persona." grugnì Ludovic che malvolentieri dovette accettare. Il cardinale fece spallucce. Era sicuro che a Viven non le sarebbe accaduto nulla, ma non poteva esserne certo. Doveva solo darsi da fare e proseguire nella buona o nella cattiva sorte. Ovviamente non esitò neppure un secondo e cominciò a indagare, setacciando Roma. Si mise alla ricerca delle più antiche biblioteche e ne trovò una che poteva custodire qualche traccia di ogni cosa. Entrò silenzioso e al suo interno notò una biblioteca ben fornita. Cominciò a cercare tra i cumuli di libri ammucchiati. Il vecchio bibliotecario si avvicinò e chiese se poteva essergli utile. Ludovic accennò un mezzo sorriso e continuò silenzioso nella sua ricerca. "Io so cosa state cercando." disse l'anziano uomo che si nascondeva dietro a un paio di occhiali con le lenti spesse. Ludovic alzò lo sguardo da un volume che stava sfogliando e lo fissò con aria interrogativa. "Cosa?" chiese. "La Bibbia. Tutti la cercano perché nelle sue pagine la badessa Lucia introdusse una pergamena scritta da lei che svela il mistero di dove si trovano la Sacra Croce e i sacri Chiodi." "Nell'antico monastero." affermò con precisione Ludovic. "Ma nessuno ha il coraggio di entrarvi perché per secoli è rimasto isolato e la leggenda narra di un sacrilegio fatto dalla stessa badessa Lucia che si aggira come fantasma." rivelò l'uomo che dal vestito sembrava un monaco. "Ma lei come sa tutte queste cose?" si informò Ludovic, stupefatto dalle sue nozioni. "Ma il monastero non è andato distrutto dalle fiamme?" "Non del tutto. da quel giorno, chiunque si è avvicinato ha trovato la morte. Volevano ristrutturalo, riportarlo com'era prima, ma tutto è inutile. La badessa non vuole che si tocchi ciò che è suo, compresa la Sacra Bibbia con il suo prezioso contenuto." affermò lui, rassettando alcuni libri sparsi qua e là.
Anna Vascella
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