
Tu, quegli occhi rossi, le pupille a spillo e i lividi che sembrano occhiaie. Lui, quella cattiveria impetuosa, l'odio negli occhi, la ferocia su di te.
Un angelo ti ha salvata quel giorno mentre lui ti colpiva. Un angelo ti ha graziata quella sera mentre lui ti picchiava.
Tu, quel viso marchiato, l'espressione da bambina, e i nodi che stringono lo stomaco. Lui, quella faccia pentita, t'implora perdono: “Non succederà più”.
Un angelo ti ha salvata quel giorno mentre lui ti colpiva. Un angelo ti ha graziata quella sera mentre lui ti picchiava.
“Non so che mi è preso, non accadrà più”, lo giurano tutti. E tu, piccolina, nell'inganno sei caduta; ritirati finché sei in tempo!
(Perché) Un angelo ti ha salvata quel giorno, ricordalo. Un angelo ti ha graziata quella sera, ma non sempre si riesce a fuggire...
4 marzo 2019. È una notte fredda e scura. Si odono delle urla provenire dalla strada, accanto al bosco. Un signore si affaccia alla finestra e scorge una ragazzina, disperata, che tenta di scappare da un'ombra che la insegue. Il signore esce di casa e, dietro l'ombra, scopre il ragazzo che abita di fianco a lui: Tiziano. La ragazza, appena 17 anni, è spaventata. Il suo viso è un livido. Tiziano cerca di tapparle la bocca, dicendo al vicino: “È impazzita. È matta. Ha fatto tutto da sola. Adesso la riporto a casa”. Il signore, per nulla convinto della scena a cui ha appena assistito, chiama i soccorsi ed ecco che intervengono sul posto i Carabinieri e l'ambulanza, mentre Tiziano si rifugia in casa, indisturbato. Arriva anche il padre della giovane che, infuriato, cerca di avventarsi verso l'abitazione dell'aggressore per dargli una lezione, ma viene trattenuto dagli agenti. Nessuno sa cosa sia successo tra i due ma i segni su quel volto da bambina sono evidenti. Non mentono. E la ragazzina viene trasportata via con l'ambulanza, in pronto soccorso, mentre gli inquirenti raccolgono la testimonianza del vicino di casa:
Addì 5 marzo 2019, alle ore 00:10. Noi sottoscritti Ufficiali Agenti di Polizia Giudiziaria appartenenti al suddetto reparto diamo atto che è qui presente il signor vicino di casa, che dichiara quanto segue: “Premetto di essere il proprietario dell'abitazione sita nel Comune e nella serata odierna (04 marzo 2019) verso le ore 22:25, mentre mi trovavo nella mia abitazione intento a guardare la televisione con mia figlia, ho sentito delle urla provenire da fuori e subito dopo ho aperto la porta per vedere cosa stesse succedendo e ho visto una ragazza a me sconosciuta che urlava, piangeva e chiedeva aiuto e avvinghiato a lei c'era un ragazzo che la tratteneva. Poiché aveva notato la mia presenza, il ragazzo mi è venuto incontro dicendomi che era stato morsicato dalla ragazza e che la stessa fosse pazza. Io, vedendo e sentendo ciò, gli ho risposto che avrei chiamato i Carabinieri e il ragazzo, sentendo ciò, è scappato via. Successivamente vedendo la ragazza seduta a terra che piangeva ho preso una coperta e l' ho avvolta, vista soprattutto la bassa temperatura della serata, in attesa che arrivassero i Carabinieri. Ammetto che quando ho aperto la porta e ho visto il ragazzo ho ipotizzato che potesse essere il mio vicino di casa. Inoltre, voglio precisare che alla predetta scena ha assistito anche mia moglie che si trovava in bagno. Fatto, letto confermato e sottoscritto in data e luogo di cui sopra”. La persona escussa L'Ufficiale Agente di P.G.
Il 5 marzo 2019 Michela scrive nel gruppo WhatsApp di aver saputo di una brutta lite avvenuta tra Tiziano e la sua ultima ragazza: Tiziano l'ha chiusa dentro casa per un'ora e l'ha pestata. La piccola voleva chiamare i Carabinieri. Lui, per evitarlo, le ha rotto il telefonino. Poi, forse per miracolo, la sventurata è finalmente riuscita a scappare fuori casa, gridando forte e attirando l'attenzione dei vicini che hanno chiamato i soccorsi. La piccola – così la chiamano le ragazze – cerca i contatti delle ex di Tiziano e riceve conforto da Michela, la quale ave- va già saputo dell'accaduto tramite un loro amico in comune. “La piccola”, Agnese il suo nome, invia a Michela una foto del suo volto con l'occhio tumefatto. La sera del 6 marzo 2019 Minerva si ritrova un messaggio su Facebook da parte della ragazzina e lascia a quest'ultima il suo numero di cellulare per potersi sentire con maggiore comodità. Le due parlano scambiandosi alcuni messaggi vocali. “La piccola” era ancora scossa dall'accaduto. Era spaventata e aveva paura di denunciare Tiziano perché questi la minacciava, dicendole: “A me non frega niente delle regole. Prima o poi ti ammazzo”. “La piccola” si era confrontata anche con Michela e Maria, riferendo che Tiziano la importunava di continuo, tra insulti, scuse e poi altri insulti. Le ragazze, le donne, la esortavano a non cedere alle implorazioni di lui, anche se avesse insistito fino allo sfinimento, e le passarono il contatto di Serena, affinché potessero incontrarsi e sostenersi, visto che abitavano a pochi km di distanza. Così, Agnese era stata supportata da tutte le donne che erano passate in quella stessa brutta storia prima di lei. Venerdì 8 marzo 2019, alle ore 9:19, in occasione della Festa della Donna, Minerva riceve come regalo una telefonata inaspettata da parte di Tiziano, ma non gli risponde. Però trema. Cerca di stare tranquilla perché sta accompagnando il suo bambino a prendere il pulmino per andare all'asilo, e lo saluta con un bacio ricambiato gioiosamente. Poco dopo, alle ore 9:32 le arriva un sms: “Brutta puttana. Troia. Bugiarda del cazzo! Ora fa tutto la polizia e la finisci del tutto”, seguito da un altro sms alle ore 9:47: “Ah ah ah, le paghi tutte, ora. Merdaccia. Bugiarda del cazzo. Tutte le paghi, ma tutte. Brutta merda schifosa”. Un regalo ancor più spiacevole, vista la ricorrenza di quella festa dedicata alle donne. Quello stesso pomeriggio, preoccupata di ritrovarsi Tiziano sotto casa, Minerva decide di andare a prendere il figlio all'asilo e di portarlo dai nonni per il fine settimana, per evitargli ogni tipo di pericolo. E avanti con un'altra denuncia, oltre a quella esposta da Agnese il 9 marzo:
Si fa presente che alla stesura del verbale è presente il padre della denunciante. Nel mese di agosto dello scorso anno, in occasione di una festa rap, ho conosciuto due ragazzi, Tiziano e Michela, che all'epoca dei fatti erano fidanzati. Siamo stati assieme tutta la sera, chiacchierando del più e del meno e poi ci siamo persi di vista. Nel mese di ottobre ho ricevuto un messaggio da Tiziano, il quale mi chiedeva se avessi voluto uscire con lui. Ci siamo dati quindi appuntamento e dopo alcuni giorni ci siamo incontrati. In quella circostanza mi ha detto che si era lasciato con Michela, poiché non andavano d'accordo, addossando a lei tutte le colpe di quella relazione finita male. Da quel primo incontro abbiamo iniziato a sentirci regolarmente tutti i giorni e poco dopo abbiamo iniziato a frequentarci come fidanzati. Dopo alcune settimane di frequentazione, di tanto in tanto mi fermavo a dormire da lui. Mi parlava spesso delle ex, facendomi credere di essere stato sempre lui la vittima; oltre che con Michela, aveva avuto una relazione con una tale Minerva dalla quale era nato un bambino e con una tale Maria. Durante i mesi nei quali l'ho frequentato, Tiziano non si era mai mostrato violento; era sempre dolce e gentile. Venerdì 1 marzo sono partita da casa per passare alcuni giorni a casa di Tiziano. Lunedì pomeriggio siamo usciti per un aperitivo; in quella circostanza ricordo che Tiziano ha bevuto un paio di spritz con il campari e una grappa. Verso le ore 19:00 siamo tornati a casa, dove avremmo dovuto cenare. Improvvisamente Tiziano ha iniziato a inveire contro di me, alzando la voce e dicendomi che lui non usciva con le sue ex. Tutto questo perché gli avevo detto che il martedì successivo sarei tornata a casa, in occasione del carnevale, e che avrei chiesto un passaggio a un mio amico, con il quale sono stata tempo fa fidanzata. Vedendolo molto alterato sono stata presa da un attacco di ansia e ho cominciato a piangere; a quel punto sono salita al piano di sopra, dove si trova la stanza da letto, e lui ha iniziato a baciarmi e ha cercato di tranquillizzarmi. Poco dopo mi sono recata in bagno per sciacquarmi il viso; improvvisamente Tiziano è entrato e ha iniziato a urlare dicendomi che ero matta e che non stavo bene. D'un tratto ha cominciato anche a colpirmi con calci e pugni al volto; mi sono seduta sul pavimento coprendomi con le mani e poco dopo mi sono alzata, cercando di scappare. Mi sono diretta verso la scala che porta al piano di sotto ma lui continuava a colpirmi. Giunta a metà della rampa di scale, mi ha spinto facendomi ruzzolare. Presa dal panico e non sapendo cosa fare, ho afferrato un coltello da cucina, ma lui si è avvicinato e me lo ha tolto dalle mani. A quel punto sono tornata al piano di sopra e mi sono sdraiata, dolorante, sul letto. Ho preso il telefono cercando di chiamare qualcuno che potesse venire in mio aiuto, ma lui me lo ha tolto dalle mani e lo ha sbattuto a terra rompendolo. Non contento di quello che mi aveva fatto, ha afferrato un mobiletto che si trovava nella stanza e me lo ha tirato addosso, colpendomi al capo. Nel tentativo di difendermi gli ho tirato un calcio in faccia ma lui ha iniziato nuovamente a colpirmi con dei calci alla schiena; lo pregavo di smettere perché stavo quasi svenendo per il forte dolore. Vedendomi in quelle condizioni si è fermato e io, con la scusa di scendere a prendere un sacchetto per riporvi all'interno alcune cose, sono riuscita a scappare. Mentre correvo in direzione della casa dei vicini lui mi ha raggiunta e mi ha aggredita nuovamente. In quel preciso istante ho iniziato a urlare, cercando di attirare l'attenzione di qualcuno, ma lui ha cercato di tapparmi la bocca; è stato in quell'istante che gli ho dato un morso alla mano. Pochi istanti dopo sono usciti i vicini e Tiziano è scappato in casa, urlando che ero una matta.
Sara Conci
|