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Autore: Carlos Pérez Casas
Il chirurgo
Fantascienza
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Il chirurgo
Il creatore dell'immortalità giaceva immobile sull'asfalto.
Turbato da quello che aveva appena visto, Gilberto nascose la sua elettroasta all'interno della giacca e percorse la distanza che lo separava dal corpo in una decina di falcate. Il suono di un clacson si intrecciava con il rumoroso serpeggiare dei tubotreni che riportavano i lavoratori alle loro case. I guidatori si fermavano e si sporgevano dai finestrini, cercando di capire cosa fosse successo. I dataslate comparvero ben presto nelle mani eccitate dei passanti che cominciarono a scattare fotografie. Qualcuno era stato investito sul Ponte Europa.
Gli occhi del ferito si muovevano confusi e le sue labbra si aprivano solo per emettere deboli lamenti di dolore. La caviglia girata in posizione innaturale poggiava sul bordo della carreggiata.
Gilberto si inginocchiò per verificare le sue condizioni. Quando gli ebbe sollevato la testa, qualcuno si accorse dell'identità della vittima.
- È il Chirurgo! -
L'interesse crebbe tra i presenti. Sempre più dataslate comparvero per registrare immagini di quello che stava accadendo.
Come molti altri automobilisti, il proprietario del Sander Omega aveva abbandonato la sua vettura per assistere alla scena. L'abbigliamento lo identificava come sacerdote, le mani gli tremavano per lo spavento e le gambe sembravano incapaci di reggerlo. Il forte vento proveniente dal fiume Ebro non era d'aiuto.
Il sacerdote si avvicinò trascinando i piedi e si fermò a distanza di sicurezza.
- Si rimetterà? - chiese con voce tormentata.
Gilberto deglutì. Non aveva il minimo dubbio che il Chirurgo sarebbe morto lì, malgrado le urla isteriche di quelli che chiamavano a gran voce un medico che non arrivava. Solo curiosi giungevano sul luogo dell'incidente.
- Gilberto... - sussurrò il ferito.
Il sacerdote trattenne il fiato, speranzoso.
- Sono qui, senhor - disse Gilberto prendendo la mano del Chirurgo. - Come si sente? -
- Meglio che non si sforzi a parlare - suggerì qualcuno.
Gilberto era d'accordo, c'era qualcosa di innaturale nella forma del cranio e la ferita sanguinava profusamente.
- Da quanto tempo... - chiese il Chirurgo. Le labbra gli tremavano e con gli occhi lo guardava spaventato. - Da quanto tempo sei nella polizia? -
La domanda lo colse di sorpresa e Gilberto non seppe cosa rispondere.
- Lei è un poliziotto? - chiese il sacerdote. - Ha visto cos'è successo, vero? Lui ha attraversato e io non sono riuscito a frenare. Non avrei mai potuto farcela! -
Gilberto fece finta di non sentire. “Sono una spia. Cosa gli fa pensare che possa essere una divisa blu?”
All'estremità opposta del ponte, l'elegante sede della New Life si ergeva al di sopra di qualunque altro edificio di Saragozza. L'ultimo sole del pomeriggio si rifletteva sulle finestre più alte e bastava guardare quella struttura per percepirne il potere e l'influenza che esercitava su coloro che si riparavano alla sua ombra. Gli occhi di Gilberto serpeggiarono sulla sua facciata di cristallo fino al cinquantaquattresimo piano, dove era iniziato quell'inseguimento inaspettato.
“Perché sei fuggito? Perché non hai avvisato la sicurezza quando mi hai sorpreso davanti al tuo computer?” Appena qualche minuto prima, il cervello di Gilberto si era sforzato di inventare una scusa, sperando di guadagnare tempo prima che qualche sorvegliante armato di elettroasta partisse alla sua ricerca. Adesso si sforzava di capire cosa fosse successo: perché il Chirurgo si fosse fatto prendere dal panico alla sola vista di Gilberto di fronte a quello schermo, lo stesso panico che lo aveva spinto in mezzo al traffico del Ponte Europa.
Il paraurti del Sander Omega gocciolava sangue.
“Qui c'è molto più di quello che mi è stato detto”, rifletté Gilberto girandosi verso il ferito. Improvvisamente, nuove domande lo assalirono su ciò che veramente si nascondeva dietro gli straordinari successi del Chirurgo.
- Puoi dire al mondo che non era mia intenzione? - supplicò il moribondo mentre il suo sguardo si perdeva tra i volti di coloro che si erano avvicinati per vederlo. Volti addolorati e sorpresi. - Mi hanno fatto pressione, Gilberto. Mi hanno detto che potevo farlo, e così l'ho fatto. -
La gente si avvicinava sempre di più, man mano che le automobili si fermavano. Gli sforzi di un bot della circolazione stradale per ristabilire l'ordine erano inutili.
- È il Chirurgo - , non facevano che ripetere mentre circondavano il ferito come specchi che proiettano calore su un'agrocupola.
- Non voglio essere un mostro - gemette il Chirurgo.
Piangeva, e non a causa del dolore o nell'imminenza della morte, ma perché aveva paura. “Paura di che cosa? Cos'hai fatto?”
Il sacerdote si inginocchiò lentamente sul moribondo.
- Lei non è un mostro - argomentò con voce solenne. - Ha salvato mio padre due volte: la prima quando scoprì come ingannare la morte, e la seconda liberandolo dai cacciatori di corpi. Nessuno ha fatto tanto quanto lei, per noi. -
- Tuo padre morirà - disse il Chirurgo al sacerdote. Chiuse gli occhi così a lungo che Gilberto credette che non li avrebbe più riaperti, ma alla fine lo fece. - Tutti lo faranno, quando arriverà il loro momento. Ho condannato l'umanità. -
“Sta impallidendo”.
- Ma grazie a lei i nostri figli possono vivere liberi dalla minaccia dei cacciatori di corpi.
Gilberto strinse i denti, indignato all'idea che così tanti prestassero fede alle dolci bugie della stampa. I cacciatori di corpi erano in piena attività, erano solo più sofisticati. Gli orfanotrofi chiudevano perché non c'erano più orfani. E nei campi per rifugiati c'erano solo anziani. Eliminare i cacciatori di corpi era uno dei fattori che aveva spinto Gilberto ad accettare quel lavoro, ma adesso il Chirurgo stava morendo davanti ai suoi occhi. “Ho bisogno del suo segreto dei corpi”.
Malgrado ci fossero in giro troppi testimoni, la spia frugò nelle tasche del Chirurgo in cerca di qualunque cosa che potesse essergli d'aiuto. Trovò un generatore di codici, un arcaico orologio da taschino, il suo dataslate personale e alcuni documenti. Si mise in tasca il generatore e accese il dispositivo, mentre il vento faceva sparire i documenti.
La folla lo osservava con atteggiamento accusatorio.
- Cosa stai facendo? -
- Chi sei? -
“Troppe domande”, pensò Gilberto guardandosi intorno.
Alcuni indicavano la sua divisa da agente della sicurezza della New Life. Si sentiva circondato, aveva bisogno che quella gente lo lasciasse in pace mentre pensava alla prossima mossa. Estrasse il suo identificatore pirata e premette il pulsante per avviare la creazione di un nuovo profilo.
- Sono un ispettore dell'Agenzia delle Entrate per i crimini contro il patrimonio. - Il marchingegno cominciò a generare una nuova identità man mano che parlava. - Stavo lavorando a un'indagine sotto copertura per combattere l'evasione fiscale all'interno della New Life quando ho assistito a quest'incidente. - Appena la sua nuova identità fu configurata, la sollevò in alto in modo che tutti potessero vederla. - Non preoccupatevi, i medici del Pronto Intervento sono in arrivo. -
Gilberto si accorse che, malgrado l'alto numero dei presenti, nessuno si era fatto avanti per medicare le ferite. Lo considerano spacciato. Guardò il dataslate del Chirurgo, su cui spiccava una barra di avanzamento.

Progetto_NM/protocollo/eraser_zafra/.
Avanzamento: 4,1 %.

- Sono dati che si stanno cancellando? - chiese al Chirurgo.
Il moribondo non rispose, stava osservando i volti della gente. Alcuni guardavano da un'altra parte come se provassero vergogna, una minoranza stava in rispettoso silenzio, altri piangevano e molti parlavano con i loro comunicatori. In pochi minuti la notizia si sarebbe diffusa in tutto il sistema solare.
Il religioso mormorava a voce bassa.

Avanzamento: 4,3 %.

La lentezza con cui la barra si allungava e il calore emesso dall'apparecchio erano la prova che si trattava di una procedura di grande portata.
- Che cos'è il progetto NM, signore? - chiese.
Gli occhi del Chirurgo smisero di vagare confusi e si concentrarono su Gilberto.
“È terrorizzato”.
- Uno scherzo. Era uno scherzo - gemette. - Avevamo bevuto parecchio e qualcuno propose di mettere la data di scadenza, come era stato fatto con l'acqua. - Il Chirurgo chiuse le palpebre lentamente, quel semplice movimento sembrava una tortura. - È stato uno scherzo... solo uno scherzo. -
La paura assalì Gilberto. Osservò ancora una volta la barra di avanzamento, cercando di scoprirne il significato.
- Che cos'ha fatto, senhor? -
- Non ha più nessuna importanza - si lamentò con una voce appena percettibile. Con la mano indicava il dataslate. - Siamo salvi. Lei cancellerà tutto. -
- ”Lei?” Lei chi? -
Il Chirurgo non rispose. Chiuse gli occhi di nuovo e questa volta non li aprì più.

Capitolo 2

Avanzamento: 5,1 %.

In quei primi momenti, il mondo continuò a seguire il suo corso. Gilberto vedeva gli zeppelin pubblicitari sorvolare la città; i disoccupati che camminavano lungo le rive del fiume osservando con invidia i tubotreni strabordanti di lavoratori; e il sole che proiettava le ombre allungate di coloro che circondavano il cadavere del Chirurgo.
Adesso erano in tanti a piangere. Altri digitavano sui loro comunicatori tentando di vendere qualche titolo alle corporazioni della stampa. Gilberto poteva immaginarli.
Il Chirurgo investito da un'auto sul Ponte Europa.
Il Chirurgo assassinato da un sacerdote.
Saragozza, culla e tomba del Chirurgo.
Il tutto sperando di racimolare qualche credito da quella situazione.

Avanzamento: 5,3 %. Creazione profilo d'accesso.

“Che cos'è questo programma?” Il dataslate non rispondeva. Per quanti pulsanti premesse, il dispositivo non reagiva in alcun modo. Estrasse il suo dataslate personale nell'intento di stabilire una connessione wireless tra i due, ma un codice di sicurezza glielo impedì. “Non posso decifrarlo con quello che ho”. In quel momento si ricordò il generatore di codici del Chirurgo che aveva in tasca e lo estrasse. Era un polimero intelligente che reagiva all'impronta digitale dell'utente, mostrando un codice valido per i successivi quindici secondi.
Gilberto si girò a guardare il cadavere.
Una donna inginocchiata vicino a lui gli aveva coperto il volto e parte del torace con una giacca. Se non fosse stato per la strana posizione di una delle ginocchia, il cadavere avrebbe potuto essere scambiato per un vagabondo che dormiva sull'asfalto. La mano destra era poggiata a terra, con le dita rigide.
“Ho il dataslate e le password. Posso sapere tutto”. Gilberto prese la mano del morto e avvicinò il suo dito indice al generatore di codici; un codice alfanumerico comparve a conferma dell'identità di quel dito. La spia si affrettò a introdurlo nel suo dataslate.
La donna non si accorse di quello che Gilberto stava facendo fino a quando non ebbe introdotto l'ultima cifra.
- Cosa sta facendo? -
- C'è un'operazione in corso - disse Gilberto, mettendo da parte le ultime notifiche via mail. In quel momento gli interessava solo il significato di quella barra di avanzamento. - Forse sta cancellando le prove. -
- Il Chirurgo è morto. A chi importa ormai se ha frodato qualcuno? -
“Non è una frode”.
- Lei cancellerà tutto. - Quelle erano state le sue ultime parole. “Sua figlia? Non credo. Un'impiegata? Forse. Lei... un'intelligenza artificiale?” Tutti sapevano che la New Life usava massicciamente le IA. La barra di avanzamento doveva essere una procedura di cancellazione di tutti i dati incriminanti ed era un'IA che la stava eseguendo. “Dev'essere così”.
La spia continuò a esplorare l'interfaccia del dataslate, senza avere la minima possibilità di annullare quella procedura di eliminazione. Aveva accesso ai messaggi del Chirurgo, ai suoi conti correnti bancari e ad alcuni dei suoi progetti di ricerca. Ogni volta che cercava di aprire un archivio, il tempo di attesa sembrava prolungarsi all'infinito. “Ho bisogno di qualcosa di più potente del mio dataslate”, si disse guardandosi intorno.
A soli quattro metri di distanza, la portiera del Sander Omega era rimasta aperta.
Gilberto si girò verso il sacerdote, alcuni se la stavano prendendo con lui e il gruppetto stava crescendo di numero.
- Ti rendi conto di cosa hai fatto? -
- Stavi andando troppo veloce! -
- Guidavi come un pazzo! -
Prima uno e poi quasi tutti i presenti chiusero il cerchio, questa volta intorno al sacerdote che alzava le mani davanti a sé in segno di discolpa, balbettando che la vittima gli aveva tagliato la strada. Ma le scuse non gli servirono a nulla: le urla erano di tale intensità che riuscivano a coprire il boato del vento. Senza che nessuno muovesse un dito in suo aiuto, gli insulti si trasformarono velocemente in aggressioni.
Qualcuno spinse il sacerdote e questi cadde addosso a Gilberto. Il dataslate gli scivolò dalle dita; lo schianto contro il duro asfalto gli gelò il sangue. Gilberto lo raccolse all'istante e sospirò di sollievo quando vide che lo schermo aveva riportato solo qualche graffio sull'enigmatica barra di avanzamento.

Avanzamento: 5,7 %. Elusione vigilanza passiva...

Carlos Pérez Casas

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Erri De Luca Erri De Luca. Nato a Napoli nel 1950, ha scritto narrativa, teatro, traduzioni, poesia. Il nome, Erri, è la versione italiana di Harry, il nome dello zio. Il suo primo romanzo, “Non ora, non qui”, è stato pubblicato in Italia nel 1989. I suoi libri sono stati tradotti in oltre 30 lingue. Autodidatta in inglese, francese, swahili, russo, yiddish e ebraico antico, ha tradotto con metodo letterale alcune parti dell’Antico Testamento. Vive nella campagna romana dove ha piantato e continua a piantare alberi. Il suo ultimo libro è "A grandezza naturale", edito da Feltrinelli.
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