Se mi fossi trasferita a Londra, oggi avrei avuto un lavoro di successo, un armadio colmo di tailleur e scarpe col tacco, un'agenda fitta di impegni e una vita sociale e amorosa di tutto rispetto. Invece io, Jenny Curry (sì, Curry è il mio cognome reale per chi non lo sapesse), ho preferito restare lì dove sono nata e cresciuta, a Bakewell, contea del Derbyshire. Ho messo da parte i sogni di gloria, le critiche della gente pian piano me le sono fatte scivolare addosso e ho scelto di continuare a vivere accanto alla mia famiglia, nel nostro piccolo mondo ricco di semplicità e tradizioni. Certo, non è nulla in confronto alla sfavillante Londra, ma per me va benissimo così. La mia famiglia gestisce da generazioni il laboratorio dolciario di Bakewell. Sono cresciuta tra i profumi e i dolci sapori, sempre con gli occhi puntati sui miei genitori, veri e propri artisti, due umili persone che credono nella loro missione di regalare un momento piacevole a quanti vengono a trovarci. Da anni sono loro aiutante, il nostro è un mestiere complicato, non esiste alcun computer che possa semplificarci il lavoro. Le creazioni alle quali diamo vita ci rendono fieri e ogni giorno ci danno gli stimoli giusti per poter andare avanti, per migliorare e per credere sempre più fermamente nella nostra scelta di vita. Tra il Bakewell pudding e la Bakewell tort, che hanno reso celebre il nostro territorio, e i gustosi cioccolatini non c'è mai tempo di annoiarsi e ogni sera andiamo a letto col sorriso sulle labbra. Insomma, non ho nulla da invidiare alle mie coetanee cittadine del mondo, io. Qui a Bakewell ci conosciamo tutti, siamo un piccolo clan formato da persone che sanno di poter contare reciprocamente le une sulle altre. È nella via principale che si svolge la vita sociale: qui avvengono incontri, scambi di pettegolezzi, proposte di matrimonio ed eventi di grande portata, tra cui figura la riunione del comitato organizzativo. La presidente, la signora Lizzie, convoca periodicamente tutti noi membri e insieme, a seconda del periodo dell'anno in cui ci troviamo, mettiamo su qualcosa di speciale, che sia in grado di attirare i turisti. Maggiore sarà la loro presenza, maggiore sarà il guadagno per le nostre attività. Devo ammettere che finora il suo genio creativo non ha mai sbagliato un colpo. Bakewell sa sempre come aprire le proprie porte.
A bordo della mia bicicletta rosa pedalo immersa nel verde lungo le stradine che costeggiano il fiume. Il freddo invernale sembra stia facendo le valigie, la natura pian piano sta iniziando a risvegliarsi e la Pasqua è sempre più vicina. Questa festività per noi artisti dolciari significa produzione di uova di cioccolato di diversi formati e varietà. È la sottoscritta in persona a preoccuparsi delle sorprese da nascondere al loro interno, nulla viene lasciato al caso, noi Curry curiamo ogni più piccolo dettaglio. Man mano che mi avvicino alla via principale, non posso fare a meno di notare un gran fermento. In preda alla curiosità, freno, scendo dalla bici, la appoggio al tronco di un albero e mi avvicino al chiassoso assembramento. - Oh Jenny, eccoti! - . Ad accogliermi è la mia amica Brooke, la proprietaria della cartolibreria nonché la “donna informata sui fatti” di Bakewell. - Cos'è successo? - domando con una nota di apprensione nella voce. Se non fossi certa che i miei genitori in questo momento stanno bene, sarei morta sul colpo a causa dell'ansia. - Guarda tu stessa - esclama la mia amica, indicando un punto non meglio identificato davanti a sé. - C'è troppa gente, non vedo nulla. - - Aspetta un attimo. - Brooke mi afferra la mano e mi trascina sull'asfalto. Con passo militaresco si avvicina alla folla, urlando a squarciagola: - Fate largo! Fate largo a Jenny la pasticcera! - . - Brooke, che modi sono questi? Non sono mica un personaggio pubblico. - Osservo i volti dei miei compaesani e urlo a mia volta: - Scusatela, Brooke la cartolaia ama l'esagerazione. - - Non ascoltatela, gente. Questa è un'emergenza! - . La folla all'unisono si sposta, creando un varco che ci permette di passare e di raggiungere il fulcro della scena, dove la signora Lizzie è già operativa. - Jenny, sta' calma, ti prego - mi sussurra Brooke. - Non capisco cosa... - m'interrompo bruscamente. Sollevo lo sguardo, apro la bocca per lo stupore e, temendo un mancamento, mi sostengo al braccio della mia amica. Oh santi numi, questo è l'inizio della fine! - Non è possibile, si tratta di un brutto sogno. Non è così, Brooke? - . La mia amica scrolla la testa con aria affranta. - Quindi è tutto tremendamente reale? - . Brooke annuisce. - No, non può essere. - A passi decisi colmo la poca distanza che intercorre tra la sottoscritta e il luogo incriminato. Tendo le braccia e le mie dita sfiorano la vetrata. Mi stringo nelle spalle, purtroppo è tutto dannatamente vero. - Questa è una tragedia! - urlo, portandomi le mani tra i capelli. - Jenny, non esagerare, magari... - - Cosa, Brooke? Per favore, non indorare la pillola. - Proprio nel bel mezzo della via principale, in un locale che fino a qualche tempo fa ospitava uno studio di tatuaggi, sorgerà una cioccolateria artigianale. Già, per noi Curry questo evento è un duro colpo, non è affatto facile gestire la concorrenza quando la propria attività sorge in un luogo geograficamente poco esteso. Osservo con attenzione la vetrata sulla quale campeggiano numerosi adesivi con la dicitura “Coming soon”. Oggettivamente sarà un posto di classe, bisogna riconoscerlo, mentre per farmi un'idea dei prodotti, dove è la sostanza a contare e non l'apparenza, sarò costretta a compiere una visita in incognito non appena sarà aperta al pubblico e sperare che quei cioccolatini abbiano una nota in meno rispetto ai nostri. Lo so, è un atteggiamento cinico, il mio, ma questa è una sorta di guerra e io devo combattere per difendere la nostra attività di famiglia. - State calmi! Mantenete la calma! - urla la signora Lizzie. Mi si avvicina, mi poggia affettuosamente una mano sulla spalla e, guardandomi negli occhi, esclama: - Tesoro, noi non ti abbandoniamo. Siamo tutti con te, non sei sola. Siamo tutti uniti dalla tua parte. - - Grazie, signora Lizzie. Noi Curry non abbiamo paura della concorrenza, crediamo nella nostra arte e di certo non ci spaventa un cioccolatiere qualunque arrivato da chissà dove. - Un applauso spontaneo si leva dai compaesani. - Brava, Jenny! - urlano tutti all'unisono. Lo so, ho appena dato prova di essere una persona matura che non ha paura dell'avversario perché è sicura delle proprie capacità. Peccato, però, che in realtà non sia proprio così. Se si potesse, cancellerei dalla faccia della Terra questa cioccolateria artigianale o, per essere meno drastica, la teletrasporterei in Australia. - Oh Jenny, dimenticavo - continua la signora Lizzie. - Ti aspetto la prossima settimana nel salone parrocchiale per la riunione straordinaria del comitato. - - Certo, ci sarò. - - Nel mentre io cercherò di compiere alcune indagini top secret - aggiunge, alludendo con lo sguardo alla cioccolateria artigianale di prossima apertura. - Ben fatto, signora Lizzie! - esclamo, stringendole la mano. A essere sincera non so se temere di più la concorrenza o le gesta di Sherlock Holmes in gonnella.
“Il buongiorno si vede dal mattino” recita un celebre detto italiano. Ammetto di non aver mai creduto alla saggezza popolare, ma, forse, dovrei cominciare a ricredermi. Questa mattina non appena varco la soglia del laboratorio, chiudendomi la porta alle spalle, scorgo i miei genitori in difficoltà. - Cosa succede? - domando con apprensione, temendo fortemente che gli effetti deleteri della concorrenza siano già divenuti realtà. - Un ordine improvviso - urla mia madre. - Oddio, è meraviglioso! - esclamo, saltellando sul posto. - Certo, se non fosse che le uova non sono sufficienti. - - Non abbiamo le uova? - domando con tono incredulo. - È assurdo! Mamma, siamo proprietari di un laboratorio dolciario! - - Il fornitore è in arrivo, l'ho contattato per avere conferma, ma occorre iniziare subito la preparazione dell'impasto. Non è che potresti... - - Andare dalla signora Sophie? - la interrompo. - Magari, tesoro, mi faresti un regalo. - Senza darle tempo di aggiungere qualsiasi altra parola, apro la porta, mi precipito fuori e salgo in sella alla mia fidata bicicletta rosa. La fattoria della signora Sophie sorge un po' fuori villaggio, mi occorrerà tanta energia per completare la missione nel più breve tempo possibile. Inspiro ed espiro più volte, prendo fiato e inizio a pedalare mentre prego gli dèi della natura affinché le quasi anziane galline di proprietà della signora Sophie abbiano compiuto il loro dovere.
Silvia Devitofrancesco
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