Si sono dati all'inseguimento della macchina con a bordo i due individui con indosso il passamontagna, ma, dopo aver percorso qualche miglio a gran velocità, ben presto ci si rende conto che è inutile proseguire, visto che se ne sono perse le tracce. La berlina si ferma. - Ce l'ho messa tutta – dice Ted, al volante della vettura - Non è colpa tua ... e nemmeno sua – replica Parker, seduto a fianco, riferendosi all'inseparabile quattro ruote. – Avevano un buon vantaggio e l'hanno sfruttato nel miglior modo possibile. – - Un inizio scoppiettante, non c'è che dire – osserva Ted. - Non potevamo pretendere di meglio – replica il detective. - Una cosa però è certa, sanno che sta qui e se lo desiderassero potrebbero eliminarlo in qualsiasi momento. – - Già, e ti starai chiedendo come mai finora non l'abbiano fatto. – - Proprio così. – - Hai perfettamente ragione, è alquanto strano. Forse, non hanno in mente di eliminarlo, quantomeno, non nell'immediato. Sappiamo ancora poco per esprimerci al riguardo. –
I due investigatori ritornano al casolare. - Come sta? – chiede Parker. - ... bene, sono ancora vivo, anche se ... non è che mi faccia molto piacere. Se avessi un po' di coraggio, la farei finita – risponde Morris. - Quantomeno risparmierebbe il nostro onorario – replica il detective, cercando di sdrammatizzare. – Comunque, se ci ha ingaggiato non credo proprio che abbia voglia di interrompere il suo passaggio sulla terra. Io e il mio collega siamo altresì convinti che non ha nulla da temere riguardo la sua incolumità. Certo, non sappiamo fin dove i suoi nemici possono spingersi, oltre a metterle paura, intendo. – - E quegli spari? – dice l'uomo, in piedi, volgendo lo sguardo alla vetrata andata in frantumi dal proiettile esploso. - Uno spettacolo degno di nota, niente di che – risponde Parker. - E ciò dovrebbe tranquillizzarmi? – - Non ho detto questo, me ne guarderei bene. Non conosciamo i loro piani, perciò non possiamo sapere come si evolverà la situazione, ci atteniamo esclusivamente sulla nostra esperienza sul campo. Ha un'idea chi possono essere? Sì, quelli di poco fa che ci hanno accolto a suon di pistolettate. – - Non lo so, potrebbero essere ... - - Sì? – - Chiunque. – - Sarebbero? – - I due fratelli della mia compagna, altri parenti, amici, la lista è lunga. – - Tutte persone che l'accusano di essere il responsabile della scomparsa della donna insieme alla figlia di otto anni. – - Sì. Ma come ho già detto ... - - Lei non c'entra con la loro scomparsa. Già, altrimenti non avrebbe avuto senso rivolgersi a noi. – - Esatto. Amo le mie bambine ... sì, anche mia moglie, è così che spesso mi piace chiamarla. – - Bene; sono convinto che dica la verità, perché ... - - Lo scoprireste in ogni caso. – - Proprio così. – - Allora, confido in voi. – - Ci dispiace per il cane. – - Già; sono sempre più solo. –
- Due persone non spariscono nel nulla come d'incanto – dice Ted. - Già; si potrebbe pensare di staccare la spina e di cambiare aria, come si suol dire, ma non dare proprie notizie da più di un mese mi sembra alquanto esagerato – replica Parker, al volante della berlina. – Vorresti sapere consa ne penso di questa storia. – - Riesci a leggermi nel pensiero – risponde l'amico, seduto a fianco. - Siamo alle solite, sappiamo che una persona che ha commesso un crimine fa di tutto per non farsi scoprire. – - E non va di certo a rivolgersi all'agenzia investigativa Parker. – - Esatto! Ma spesso, lo sai benissimo, veniamo considerati dei dilettanti. – - Peggio per loro. – - Sì, non diciamoglielo, potrebbero insospettirsi. Detto questo, non saprei cos'altro aggiungere; ne scopriremo delle belle. – - Adoro le sorprese! -
Parker ha ragione quando sostiene che non ha senso affidargli un caso in cui ci si è dentro fino al collo. Affari loro, questo è altrettanto vero. Quindi, si parte dal presupposto che il signor Morris non sia direttamente coinvolto in questa strana vicenda, fino a prova contraria. Sul caso sta indagando la polizia, perciò il detective per correttezza, più volte messa in dubbio, decide di parlarne con l'amico Golden. I due si danno appuntamento in un bar in compagnia della solita birra. - I miei colleghi almeno su una cosa sembra che abbiano le idee chiare – afferma il tenente di polizia, seduto su uno sgabello davanti al bancone del locale. - Cioè? – gli chiede Parker. - Pensano che abbiano fatto una brutta fine, e chissà dove si trovano i loro corpi. – - Quindi, sarebbero stati uccisi, a meno che non si tratti di un caso di omicidio suicidio. Qual è al riguardo il tuo pensiero? – - Così, su due piedi? – dice Golden, sorseggiando la birra dalla bottiglia. - Sì, la tua esperienza varrà pure qualcosa – replica il detective, seguendo il gesto dell'amico con la bevanda. - Sapevo che me l'avresti chiesto; be', non so cosa dirti, se non che mi è difficile pensare che si siano tolte la vita, pur non escludendolo del tutto. – - Rimane l'altra ipotesi. – - Già; in questo caso richiede un gran lavoro investigativo. – - Che i tuoi bravi colleghi staranno facendo. – - Sì, seppur con risultati non ancora soddisfacenti. Ma ora la musica cambierà – afferma Golden, guardando negli occhi Parker con un'espressione di compiacimento. - Ti ringrazio per la stima che poni su di me. – - Conoscendoti so che lascerai la tua impronta, nel bene o nel male. – - Qualcosa bisogna pur sacrificare se si vogliono raggiungere determinati obiettivi. – - Se non fosse per la mia posizione, sarei tentato ad essere d'accordo ... e lo sono. – - Grazie. – - Vedi che questo non significa che tu debba approfittarne – tiene a precisare il tenente di polizia. - Questo era sottinteso – risponde con un sorriso il detective. - Già. –
Nulla di nuovo, bisogna rimboccarsi le maniche come si è sempre fatto, con la consapevolezza che ogni caso ha una storia a sé. Non ci sono molte testimonianze riguardo alla scomparsa della donna e la bambina, e questo pregiudica le indagini, ma bisogna vagliarle approfonditamente nella speranza che salti fuori qualche indizio utile. Un percorso che hanno già svolto gli investigatori di polizia, e proprio per questo non è facile farsi accogliere da chi è stato sottoposto a duri e lunghi interrogatori. Ma questi possono attendere, così si preferisce, su consiglio della bella e brava Jennie, di intraprendere strade alternative, come si suol dire, meno trafficate.
Il fatto che sia stata trascurata nelle indagini della polizia, ci può anche stare, considerando che si tratta di una figura di poco rilievo nel contesto della vicenda, ma non per questo poco importante. La persona in questione è la sorella di Morris. La donna, una bella quarantacinquenne, sembra essersi defilata, mostrandosi addirittura estranea alle vicissitudini non piacevoli che sta attraversando il familiare. Il suo nome è Oneida, ed è un medico presso una struttura ospedaliera. Quando le viene annunciato che c'è una persona che intende parlarle, pensa subito che possa trattarsi di un colloquio attinente al luogo in cui ci si trova. - Il signor Parker? – dice la donna, con indosso il camice bianco da lavoro, entrando in sala d'attesa in compagnia di un collega. - Sì – risponde il detective. - In cosa posso esserle utile? – - Ecco, volevo parlarle in privato e ... l'unico posto dove potevo contattarla è questo; mi dispiace. – - Non riesco a seguirla ... - - Sono venuto a parlarle di suo fratello. – Il collega della donna pensa bene di togliere il disturbo. - Io vado, ci vediamo dopo. – - Va bene, ti raggiungo subito. – L'uomo si allontana. - Cosa? Lei chi è? – chiede con tono risentito la donna. - Sono un investigatore privato. – - E cosa vuole da me? – - Scambiare due parole, se mi è consentito. – - A quale scopo? – - Sono stato ingaggiato da suo fratello per scoprire la verità. – - Scoprire la verità? – - Sì, la verità sulla scomparsa della sua attuale compagna e della sua bambina. – - E da me cosa vuole sapere? – - Qualsiasi cosa sia utile a scagionare suo fratello dalle accuse che gli vengono rivolte. – - È stato lui a mandarla da me? – - No, non l'ha nemmeno citata. – - E come ha fatto ad arrivare a me? Già, è un investigatore privato. Non credo che possa esserle d'aiuto. – - Non a me, ma a suo fratello. – - È una faccenda che non mi riguarda; in fondo, se l'è cercata lui. – - Denoto un certo astio nei suoi confronti. – - Immagino che sappia anche il motivo. – - No, a parte il fatto che si è rifiutata di rilasciare una deposizione che potesse in qualche modo avvalorare la versione di suo fratello. – - Ha detto bene, non me la sono sentita di mentire. – - Di mentire? Intende dire ... - - Nulla, qualsiasi pensiero preferisco tenermelo dentro. Siamo responsabili delle nostre azioni, dovrebbe saperlo meglio di me. – - Sì, ma questo non toglie che è molto enigmatica. – - Davvero? – - Già. – - Be', anche questo è nella natura di ognuno di noi. – - Sì, tutte cose risapute, ma qui il discorso è un altro; una donna e la sua bambina sono scomparse e suo fratello, mi perdoni il termine, è nella merda fino al collo, e non ha molti appigli a cui aggrapparsi. – - Se non l'amata sorella, giusto? – - Bisogna pur contare su qualcuno. – - Mi dispiace ... - - È tutto quello che ha da dire? – - Sì. – - In pratica, per lei è una condanna senza mezzi termini. – - Non lo accuso di nessun crimine, ma delle sue scelte. – - Delle sue scelte ... - - Sì. – - Riguardo a che cosa? - - Le sue scelte di vita, tutto qui. Be', ora dovrei tornare al lavoro. – - Certo. Le chiedo soltanto ... se dovesse cambiare idea, di contattarmi. – - Ok. –
Insistere sperando di ottenere di più sarebbe stato alquanto irrispettoso. Ma la cosa che è apparsa fin troppo evidente è l'ostentata critica e menefreghismo della donna nei confronti del fratello. Per carità, può capitare che tra familiari possono sorgere degli screzi, ma in questo caso dà l'impressione che ci sia sotto qualcosa di ben più profondo di un semplice attrito. - Per quanto possono esserci delle incomprensioni, faccio fatica a comprendere un simile atteggiamento in una situazione di tale drammaticità – dice Jennie. - Già, è quello che penso anch'io – replica Parker, seduto dietro alla sua scrivania. - Credi che possa esserci un legame con il caso su cui stiamo indagando? – prosegue la bella segretaria, accomodata dinanzi. - Bella domanda; in verità non sappiamo nulla di quest'odio nei confronti del fratello, e nemmeno se questo insano sentimento sia reciproco. – - Morris della sorella non ne ha accennato nulla – interviene Ted, seduto a fianco di Jennie. – Ed è l'unico familiare stretto che ha. – - Lo so a cosa state pensando, e cioè, le risposte che desideriamo può darcele soltanto Morris – dice il detective. - D'altronde, è nel suo interesse che da questa storia ne esca pulito – sostiene Ted. - Già. Non so, ho la sensazione che ... non la prenderà bene. No, se ci riflettiamo su, l'aveva inclusa. – - Cosa vuoi dire? – - Ricordi quando aveva nominato le persone che ce l'avevano con lui. – - Sì, i due fratelli della compagna e ... altri parenti; la lista è lunga. – - Esatto! Vuoi vedere che ... - - Stesse parlando anche della sorella. – - Già. – - Be', a questo punto ... - - Non ci rimane che una cosa da fare. –
La cosa da fare è andare a parlare con Morris. A bordo della berlina raggiungono il casolare stando attenti, guardandosi attorno, che non abbiano delle brutte sorprese. - Senti, in questo posto non mi sento per nulla tranquillo – dice Ted. - Vuoi rimanere qui? – replica Parker. - Sì, non mi sorprenderebbe se ci stessero osservando, potrebbero uscire fuori da un momento all'altro. Preferisco affrontarli a viso aperto. – - Ok; giusto. – - Occhi aperti anche tu. – - Sicuro! –
Salvatore Scalisi
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