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Autore: Flavio Deri
Appunti di un Sussurro
Weird Horror Narrativa
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Appunti di un Sussurro
Pochi anni prima mi ero laureato alla prestigiosa Brown University e in quegli anni stavo effettuando la specialistica in oncologia.
Un brillante futuro mi si parava dinnanzi – questo fino a che non ho trovato quel messaggio registrato.
Reputo importante procedere per gradi nello sviluppo di questo mio resoconto – in maniera particolare riguardo i fatti che sono seguiti alla mia scoperta.

Il tutto avvenne durante il mio tirocinio presso il prestigiosissimo studio medico privato “Reinholds Association”. Inutile dire che per un ragazzo che proviene dal Rhode Island - non da una famiglia agiata - era un onore poter apprendere in uno degli studi medici più affermati in America negli ultimi trent'anni.
Mi venne assegnato un piccolo ufficio dove poter continuare il lavoro sulla mia tesi e poter effettuare i miei studi su determinati tumori che venivano curati presso lo studio medico.

In quel momento trovai qualcosa che non mi aspettavo – un vecchio filofono.
L'apparecchio era dotato di due bobine contenenti il filo, che scorreva venendo magnetizzato da una speciale testina che permetteva la registrazione dei suoni. Questa bobina in particolare aveva un'etichetta: “Registrazione vocale della memoria di Alan Reinholds” Il famoso medico delle celebrità e di tutti quegli uomini che potevano pagare le migliori cure dello Stato, colui che si narrava fosse riuscito a ingannare la morte alcune volte per determinati pazienti. Sapevo che si era ritirato dalla professione medica per aver superato i limiti di età l'anno scorso. Chissà quali segreti aveva lasciato in quella pellicola! Chissà quanto avrei potuto imparare dalle sue parole!

Una cosa però mi saltò all'occhio – la bobina non era riavvolta; quindi, la registrazione probabilmente non era terminata, oppure non era stata riavvolta così da poter scollegare l'apparecchio. In entrambi i casi, se avessi voluto ascoltarla avrei dovuto mandare tutto indietro.
Dentro di me vi era un valzer di emozioni, la dicotomia tra giusto e sbagliato. Una parte di me sapeva benissimo che forse era un errore, ma l'altro mio io bramava il sapere del luminare. Ho riavvolto il nastro.

Era un modello italiano, della marca “Geloso”, e per l'avviamento aveva una manopola nera settata su on e off. Girarla su on mi donò un'emozione idilliaca, un misto tra paura e brama di conoscenza.
“Buongiorno. È la mattina del 4 dicembre 1945. Un martedì. Gli Stati Uniti sono appena entrati all'interno delle Nazioni unite così da insegnare alle presunte democrazie europee il significato della parola predominio e potere.”

La voce del luminare era potente e autoritaria. Il tono era quello della persona profondamente istruita e, anche se erano ben note le sue prese di posizione tanto nazionalistiche da far sbiancare il più fervente repubblicano, quella semplice frase era impreziosita da una facondia rara.
“Immagino che chiunque sia all'ascolto in questo momento sia un membro dello staff del mio studio medico. Potrei essere adirato per il tuo peccato di gola verso quello che poteva essere il mio lascito e/o le mie conoscenze, ma lodo le prese di posizione e te ne renderò merito. Non narrerò delle mie prodezze in campo medico o del mio profondo sapere riguardo il corpo umano, ma bensì di una mia esperienza che mi ha portato a essere la persona che sono oggi,
di come ho conosciuto quello che è diventato il mio maestro, di come ho appreso segreti misterici e incantesimi per poter riportare in vita i morti, di come ho appreso della chiave, della soglia e la Porta.”

Cosa diamine sto ascoltando? Ma di cosa sta parlando? Incantesimi? La porta?

“Tutto è incominciato prima della Polonia, quando io e i miei allora compagni di studio abbiamo fermato l'avvento dell'ultimo inverno e la vittoria del nichilismo. Quando abbiamo impedito che la Saggezza Stellare portasse a compimento il volere del Faraone Nero. Non ho mai creduto alla magia; l'ho sempre considerata una fandonia che i più abili truffatori vendevano ai creduloni per abbindolarli. Molti dei miei anni post-laurea sono serviti alla realizzazione di testi per confutare le cosiddette medicine alternative e i rimedi miracolosi. Mai avrei pensato che in mezzo a quelle castronerie vi fosse anche la verità. L'umiltà non fa per me, ma so riconoscere quando il mio giudizio può essere stato troppo affrettato, anche se ascrivo la colpa semplicemente alla mia allora scarsa conoscenza delle pratiche occulte.”

E ora parlava di pratiche occulte. Iniziavo seriamente a pensare che quel nastro fosse stato registrato quando la mente del dottore stava vacillando – non potevo credere fosse stato registrato davvero nel 1945!

“Ho promesso di non nominare mai il nome del mio maestro e quindi non lo farò. Egli mi ha aperto le porte di un sapere che va oltre la comprensione della realtà, e ora sarei in grado di spiegare alcuni dei segreti dell'universo, pezzo dopo pezzo. Potrei dimostrare come questo mondo sia un crogiolo pleonastico, una bolla d'ignavia dentro la quale l'essere umano si pasce della sua ignoranza mentre la mente di alcuni pochi eletti come me può scorgere la verità che vi è oltre la porta.” Sembravano i deliri di un pazzo piuttosto che le parole di una delle menti più erudite degli ultimi trent'anni. Vaneggiamenti di un ospite del sanatorio dello stato. Nonostante questo, non riuscivo a smettere di ascoltare. La sua voce era magnetica come l'apparecchio che avevo difronte.

“Per quanto inutili, i miei distinti colleghi e studiosi di occulto, ovvero Anthony Senper, Harry Hammond, Immanuel Sevier e sì, perfino quell'idiota di Anthony Bertok, sono stati fondamentali per impedire l'inizio della fine. In quella landa dimenticata in mezzo alla neve abbiamo affrontato una vecchia strega che ripeteva litanie empie – e una creatura evocata dall'abisso che non tenterò nemmeno di descrivervi perché ancora oggi la mia mente non è riuscita a razionalizzare ciò che ho visto.”

L'ammirazione per la sua fama iniziava a scemare. Quell'uomo era un solipsista innamorato del suo stesso ego che sragionava – era l'unica giustificazione a quello che stavo sentendo:

“Ricordo ancora che ho quasi rischiato la morte quella notte. La fiducia che riponevamo gli uni negli altri era venuta meno prima del nostro arrivo in quella terra. Iniziavamo a guardare con sospetto i comportamenti furtivi di Senper; Immanuel era sempre il solito – tutta teorica e niente pratica; Bertok era semplicemente inutile, mentre Hammond aveva già la mente al di là della soglia del sonno. Tiravamo avanti solamente perché non volevamo morire. Lottavamo per il nostro futuro. Forse gli altri lo facevano anche per l'umanità ma io ero un passo avanti a loro. Confesso però che anche io ho provato un senso di vuoto dopo la nostra vittoria. Nonostante avessimo impedito che il genere umano sprofondasse nell'abisso, avevamo giocato a dadi con forze non concretizzabili dal raziocinio comune, scommettendo l'anima dell'umanità e perdendo.”

Nonostante tutto, il talento descrittivo mi fece quasi vivere quel momento. Per la prima volta percepii dell'empatia nelle sue parole, anche se mi avevano causato un senso di vuoto interiore. La registrazione si interrompeva qui per alcuni secondi per poi riprendere. La voce sembra più stanca e diversa da principio:
“30 aprile 1947, mercoledì. Tra poche ore dovrò prendere un aereo per recarmi al castello del barone Hauptmann in Romania per festeggiare la notte di Valpurga. Quindi dovrò riprendere celermente ciò che ho interrotto anni addietro. Mi preme fare presente che ormai la concezione stessa di tempo per me è venuta meno cosicché tu ascoltatore possa comprendere.”
Avevo sentito parlare della notte di Valpurga, dei sabba delle streghe e dei sacrifici umani dedicati in quella notte nell'epoca oscura del Medioevo. Si diceva che da quelle parti dell'est Europa si praticassero ancora riti simili, così come accadeva nell'Africa nera o sulle isole sperdute negli oceani. A questo punto mi venne naturale chiedermi se tutto quello che stava raccontando non potesse essere vero, Che lui fosse convinto di essere uno stregone o Dio solo sa cosa.
Un brivido mi corse lungo la schiena mentre mi apprestavo ad ascoltare le parole successive:

“Sono passati anni da quella famosa notte in Polonia e oramai siamo andati avanti con le nostre esistenze – io meglio degli altri. Oggi è stato giustiziato Anthony Bertok. Per quanto unuomo imbolsito e oggettivamente poco utile, è stato un luminare nel suo campo, uno dei primi medici legali degli Stati Uniti. Non è per questo che lo ricordo ora, ma bensì per le sue ultime parole prima che le scariche elettriche della temuta sedia lo folgorassero a morte. - Non lo abbiamo fermato. Il giorno della Bestia sta per tornare. Il Caos primevo ci cancellerà tutti - . Non so se darò credito alle sue ultime parole. Dopo anni di prigionia – e soprattutto dopo quello di cui lo hanno accusato posso ritenere concluso, almeno da parte mia, il capitolo della nostra vita che ci vedeva collaborare, ma chiederò delucidazioni ai membri del culto.”
La registrazione si interruppe di nuovo, ma riprese poco dopo – e, Dio mi aiuti, avrei preferito non sentire quello che seguì:

“Le sue parole sono pura arte eristica. Maledetto stupido misoneista... Lui e la porta, lui conosce la porta, lui è la chiave e il guardiano di porta. Egli sa dove gli Antichi irruppero in tempi remoti, e dove irromperanno un'altra volta. Lui è passato, presente e futuro, perché tutto coesiste in Yog-Shototh.” Le orecchie mi fecero profondamente male sentendo questo pezzo. Un'emicrania fulminante mi colpì, e un senso di profondo male d'essere mi percosse. Non svenni solo perché avevo un fisico forte e allenato.
Il Nastro riprese. Non avevo più idea di che anno di registrazione fosse: “Inizio ad accusare i prodromi di una malattia che mi porterà alla morte. L'incantesimo che concede di portare la mia anima all'interno di un nuovo corpo mi permetterà di procrastinare il giorno della mia dipartita. Ammetto che perfino io inizio ad accusare il peso di questo corpo organico che limita la mia mente. Mi permetto comunque di darti un ultimo insegnamento: visono alcuni segreti che non andrebbero mai portati alla luce – e purtroppo per te io sono un segreto che non sei autorizzato a conoscere. Tuttavia, ti sono grato perché...”

Ancora una volta si interruppe, o almeno così credevo. Il male era giunto, ma ero ipnotizzato da quella voce carismatica e non più savia, al punto di non essere lucido e non accorgermi di lui.

“... Il tuo corpo forte e caparbio ospiterà una delle più grandi menti del mondo. Il tuo sacrificio sarà gradito al mondo e la Porta sarà aperta per la tua essenza.”

Seguì una delle sue formule che non so pronunciare e né tanto meno capire. Non mi ero accorto di non essere più solo. Non mi ero reso conto che il pericolo era in agguato.
Non potevo immaginare che sarebbe finita così. Il corpo di Alan Reinholds sarà ritrovato alla sua scrivania deceduto, come lo stacanovista e l'eroe che si è fatto passare per anni.
La mia anima invece è perduta. Così esce di scena Tom Green.

Flavio Deri

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