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Autore: Alessio Russo
Il Clima che verrà: glaciazione o global warming?
Letteratura Scientifica
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Il Clima che verrà: glaciazione o global warming?
In questo mini saggio tratteremo la tendenza per il prossimo triennio 2023/2026, in quanto molto probabilmente vedra' una svolta climatica a livello globale. Partiremo innanzitutto da dati analizzati e certi ricavati da importanti centri di ricerca, con relative proiezioni di alcuni importanti fattori (attività solare, fasi Enso, andamento circolazione termoalina(AMOC).
Poi, come ben si sa, il clima e' ciclico ed ogni tot anni si ripetono le stesse situazioni climatiche: per tale motivo "passeremo alla lente" eventi climatici chiave del passato, proprio per comprendere al meglio cosa ci prospetta il clima nei prossimi anni, e quali sono i meccanismi e le dinamiche alla base di tali cambiamenti climatici. Daremo poi una statistica delle principali configurazioni planetarie (con relativo studio a supporto) e conseguenze in termini di modifiche climatiche.
Infine, con tutti queste osservazioni a disposizione, faremo una proiezione per il clima del prossimo triennio a livello generale, e una per le principali macroaree del pianeta con relative conclusioni finali.
Buona lettura .

Cap. 1 Stato attuale e futuro dell'AMOC (Gulf Stream)

Iniziamo questo saggio disquisendo a proposito della corrente del Golfo: come si sa, tale corrente che fa parte della circolazione oceanica globale detta AMOC, negli ultimi anni si e' indebolita parecchio.

Di pari passo alle fluttuazioni del clima terrestre, anche l'AMOC ha dei cicli, di circa 10 mila anni. Ogni 10 mila anni circa tende a rallentare fino a bloccarsi , raggiungendo uno stato di estrema debolezza , divenendo uno dei fattori determinanti le glaciazioni principali.

L'ultima volta che la corrente si arresto', fu nel Dryas recente. Il nord emisfero piombo' nel giro di pochi anni in condizioni estreme glaciali

Negli ultimi anni se ne e' parlato tanto di un suo eventuale blocco e venne pubblicato dal Pentagono Usa anche il documento "An Abrupt climate change ", in cui si faceva una simulazione degli effetti sulla società di un suo eventuale e probabile blocco futuro. Da tale documento venne preso spunto per il film the Day After Tomorrow. Ma alla fine, cosa c'è di vero riguardo lo stato di salute della corrente del Golfo? Stiamo andando realmente verso un suo spegnimento? E se si, tra quanto più o meno?
Vediamo, per fare chiarezza, uno degli studi più recenti e precisi in materia , pubblicato nel febbraio 2021 su Nature.
Per gli autori del documento, lo stop totale della Corrente del Golfo e' molto vicino.
Secondo la ricerca, l'Atlantic Meridional Overturning Circulation (AMOC), responsabile degli equilibri del clima mondiale, ha subito - una perdita quasi completa di stabilità nell'ultimo secolo - . Tale enorme flusso di acqua calda rischia di bloccarsi totalmente, con un impatto profondo sul clima globale : ad esempio, un l'innalzamento del livello dell'oceano Atlantico orientale(East Cost Usa a rischio inondazione ) e un forte raffreddamento nell' emisfero settentrionale. Inoltre il blocco della corrente provocherebbe l'interruzione dei monsoni, i quali sono essenziali per l'agricoltura di Africa ed Asia , dove risiedono più dei due terzi della popolazione mondiale.
I dati mostrano che l'AMOC ha due stati stabili: uno stato in cui e' forte e veloce, avutosi negli ultimi 2 secoli e che ha favorito il progresso moderno, e un altro in cui è lento e debole. L'esistenza dei due stati favorisce transizioni improvvise e rapide tra le due modalità di circolazione.

Ciò significa che la corrente potrebbe indebolirsi ulteriormente nei prossimi anni fino a raggiungere un punto di non ritorno , passando definitivamente dallo stato forte a quello debole. Ed e' proprio ciò che sostengono gli autori dello studio : l'indebolimento attuale della corrente evidenzia una perdita irreversibile di stabilità, non temporanea quindi.
Inoltre, lo stesso Ipcc ha ammesso che vi e' oltre il 50% di probabilità che il Gulf Stream si spenga completamente entro fine secolo (2100).

In conclusione , il forte aumento delle precipitazioni e delle nevicate nel nord Atlantico atteso nei prossimi anni, insieme all' incremento atteso degli eventi di El nino, potrebbe bloccare definitivamente l'AMOC e determinare un drammatico rafffreddamento climatico.
Considerando poi il progressivo accumulo , da 30 anni a sta parte, di acqua dolce fredda nell'Artico conseguente il rafforzamento della beaufort gyre e che prima poi verrà giù, alla corrente del Golfo e' rimasto poco sinceramente... 5 anni o 10 anni non si può sapere. Ma può essere anche improvviso e più rapido del previsto (nel giro di pochi mesi), specie se si incastrano i fattori giusti. In sintesi, un ulteriore indizio concreto che nei prossimi anni inizierà a raffreddarsi seriamente il clima terrestre.

Cap. 2 Attività solare prevista

Il Solar Cycle 25 Prediction Panel aveva previsto l'inizio del ciclo 25 tra novembre 2019 e ottobre 2020 e così e' stato. In particolare il ciclo 25 e' iniziato nel novembre 2020.

Prevedere l'attività della nostra stella non è solo di interesse scientifico. Nelle fasi di forte attività, violente eruzioni solari possono influenzare pesantemente la Terra. Possono , se estreme, danneggiare tecnologie satellitari , sistemi elettrici o mettere in pericolo chi viaggia ad alta quota (radiazioni ionizzanti). Inoltre, l'attività solare influenza la circolazione atmosferica attraverso modifiche chimico-fisiche in troposfera/stratosfera , e l'attività vulcanico- tellurica del nostro pianeta, seppur con meccanismi ancora non chiari.
Per quanto riguarda l'attuale ciclo entrante ,il Prediction Panel prevede che sia simile al suo debole predecessore. Il prossimo massimo solare, piuttosto debole, dovrebbe verificarsi tra novembre 2024 e marzo 2026.
Il prof Mauro Messerotti, senior advisor dell'Inaf , e' stato chiaro riguardo il nuovo ciclo: secondo gli esperti della Nasa e del Noaa il minimo del sc 24 si è verificato nel mese di dicembre 2019. Questo identifica convenzionalmente il minimo dell'attività solare, ovvero la fine del Ciclo 24 e l'inizio del nuovo Ciclo 25. Pero' non significa che l'attività solare riprenderà immediatamente con diversi brillamenti(Cme), poiché l'aumento del numero e dell'intensità di questi fenomeni è legato alla presenza in fotosfera di gruppi di macchie con distribuzione e polarità complesse. Gli esperti prevedono che il nuovo Ciclo 25 sarà ancora di modesta intensità, continuando la tendenza a indebolirsi degli ultimi 4 cicli, senza che questo tolga la possibilità di avere fenomeni molto intensi. Anzi, va ricordato che spesso le tempeste solari estreme si sono verificat in cicli a bassa intensità. Infine, se il ciclo solare sarà modesto determinerà l'entrata di una maggior quantità di raggi cosmici in atmosfera . E quindi una maggiore copertura nuvolosa e precipitazioni.
Insomma, attività solare in ripresa, con un massimo modesto ma che probabilmente porterà a tempeste solari molto forti nella fase di salita verso il massimo(2023-2024).
Nei minimi di Maunder, Wolf e Dalton , in un contesto di poche macchie ed attività solare molto bassa, non sono affatto mancate tempeste solari estreme nei periodi prossimi ai massimi solari. Tant'è ciò spiegherebbe l' elevato numero di forti eruzioni vulcaniche ravvicinate : dopo mesi e mesi, se non anni, con macchie nulle ed assenti, all'improvviso si scatenato in successione diverse tempeste di classe X che vanno ad impattare sulla magnetosfera molto indebolita da anni di attività solare molto bassa. Gran parte della perturbazione solare non viene così filtrata e arriva a penetrare con forza nella litosfera. Il magma diventa molto instabile e viscoso e vi si attivano moti convettivi molto intenso. I vulcani, che funzionano similmente a centraline elettriche , sono attraversati da una forte onda elettromagnetica esterna , la quale va a destabilizzare la camera magmatica. Questo, unito alla forte spinta del magma ora instabile nel mantello, va a produrre intense e diffuse eruzioni vulcaniche. Come vedremo meglio nei capitoli successivi statistici, ad ogni incremento di tempeste solari e' sempre coinciso un aumento vulcanica, inducendo fasi Enso positive .
In sostanza, e' molto probabile attendersi tempeste solari molto forti tra il 2023 ed il 2024, in un contesto generale di attività solare bassa almeno fino il 2035.

Alessio Russo

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