Storia di lavorativa follia.
Mi chiamo Fausto. Oggi un bel giorno per morire. Sono arrivato un po' tardi al lavoro stamattina, sono le 8.20 (di solito inizio alle 8.00). Il mio calendario segna venerdì 4 dicembre, questo significa che faremo un bel ponte fino a martedì 8. Ho già trovato il mio PC acceso (un grazie a Ivan che lo accende ogni mattina). Dunque, come da routine apro i file degli arrivi/ritiro merci e la posta. Cavolo, ci sono già due mail, una di Jack e l'altra di Sofia. Jack Zechender, italianissimo nonostante il cognome è l'ultimo arrivato, assunto con contratto biennale da apprendista. Un bravo ragazzo, molto silenzioso e un po' strano, appassionato di pugilato e di macchine, intese come automobili. Un ragazzo tutto d'un pezzo, forse troppo per la sua età. Sofia invece lavora in azienda da 15 anni e oggi è il suo compleanno. Purtroppo, è da un po' di giorni che ha il morale sotto i tacchi. Infatti, il suo compagno, Maurizio, è via per lavoro da due settimane e non tornerà per festeggiare insieme a lei. Sofia, mi ha confessato che aveva organizzato un fine settimana alle terme che, “paradossalmente, mi disse, piacciono più a lui che a me”. Tornati avrebbero passato un lunedì e martedì a base di sesso, droga e rock'n ‘ roll. A dire la verità, solo sesso e rock'n'roll. Leggo prima la mail di Jack: “Ciao a tutti, ieri il capo mi ha dato una buona notizia e voglio festeggiare. Ho preso una torta e del vino. Oggi verso le 16.30 ci troveremo in magazzino 1. Ho organizzato una festa. Saluti, Jack.” “Bravo” rispondo “grazie, a dopo ciao”. Vediamo quella di Sofia: “Ciao a tutti, oggi è il mio compleanno, festeggeremo la settimana prossima quando ci saranno tutti. Ciao”. Già da questa mail capisco che Sofia ha proprio le balle girate. Noto che Sofia ha inviato la mail a tutti, mentre Jack solo a quelli presenti oggi. Infatti, il capo, suo figlio e il responsabile ufficio acquisti sono in Germania per una fiera di settore, mentre Valerio e Sante sono in ferie, Enrico è ad un corso di aggiornamento, infine Otello è a casa con il covid. La giornata sta passando in fretta, sono già le 12.00 e fra mezzoretta andrò in pausa. Devo ammettere che quando non c'è il capo, l'atmosfera è diversa. Logicamente si lavora come tutti gli altri giorni, ma si respira sempre un senso di rilassatezza mentale. La nostra (o meglio, quella del capo) è una piccola-media azienda: due magazzini, uno spogliatoio, un ripostiglio e un bagno per uomini a pianoterra. Al secondo piano l'ufficio del boss, due bagni, un ufficio piccolino per i commerciali e un open space per le vendite e acquisti. Il pomeriggio è più corto, infatti verso le 16.15 iniziamo a spostarci nel magazzino 1 dove si prepara il materiale da spedire ai clienti. Abbiamo sempre apparecchiato il tavolone di Ivan ogni qualvolta che si festeggia un compleanno. Anche oggi sarà così. Ivan è il responsabile del magazzino 1. Un bravo ragazzo di 35 anni, convivente con due figli. Tifoso dell'Inter e soprannominato “bigolone”. Il perché' è facile da intuire. Insieme stendiamo una tovaglietta, prepariamo i bicchieri, i piatti e le posate. Tutto di plastica. Alla faccia del riciclo bio-sostenibile. Ci aiuta Demetrio, il braccio destro di Ivan. Ventiquattro anni, il classico tipo che sa fare tutto: elettricista, giardiniere e anche muratore. Lui però dice che la cosa che sa fare meglio è trombare. Molto simpatico ma con un bel caratterino. Riuscirebbe a fare una rissa anche in una stanza vuota. Dagli uffici scendono Stanislao detto Stani, mago dei computer e amante dell'Asia. Più che altro delle asiatiche e di tutto ciò che ha gli occhi a mandorla. Con lui c'è Luciano vecchio amico di Stani. È quello che abita più lontano.
Dopo un attimo scende anche Mino ex venditore di materassi alla Mastrota. Bravissimo ragazzo che purtroppo soffre di emicrania. Però sono alcuni giorni che sta bene grazie a delle pastiglie, come dice lui, miracolose che ha comprato su internet. L'unico effetto collaterale è che non vanno prese insieme ad alcol o vino, dice, altrimenti ti possono mandare in coma. Esagerato! Per ultime, come è logico attendersi da una regola non scritta, arrivano Samanta e Renata. La prima lavora alle vendite, la seconda al commerciale. Renata è una ragazza bella e vanitosa. Ma un vanitoso simpatico e semplice. Neolaureata e campionessa mondiale di “clicca mento mouse”. Samanta invece è un personaggio: esperta di Pokemon e calcio. L'ho soprannominata “l'alternativa”. Ogni volta che parliamo mi fa morire dalle risate. Per ultima ecco Sofia. Ore 16.25 Siamo tutti davanti al tavolone di Ivan ma manca la guest star, colui che ha organizzato questa bella festa. Appena il tempo di pensarlo ed ecco Jack che arriva. Ha in mano una bella torta. Le bottiglie sono state già messe sul tavolo dieci minuti fa, le ha portate Ivan. “Ne ho a casa mille, non posso berne una al giorno.” Questa è stata la sua giustificazione. Grande Ivan! Apro subito una bottiglia di vino per gli uomini. Le donne preferiscono coca-cola o acqua. Sofia inizia a tagliare la torta e dire qualche battuta. Ma, conoscendola da quindici anni, noto che ha gli occhi tristi. L'assenza del compagno in questi gironi di ponte lavorativo sarà molto pesante. “Allora” chiede Renata rivolgendosi a Jack” si può sapere il motivo di questa festa?” “Certo!” risponde sorridendo.” allora, sentite tutti: ieri sera il capo è venuto a casa mia. L'ho fatto entrare e una volta seduti sul divano mi ha detto che purtroppo non poteva rinnovarmi il contratto. Ha tirato fuori, com'è nel suo stile, mille discorsi: la guerra, la crisi energetica, i mercati asiatici e via dicendo. Alla fine, ha aggiunto che oggi sarebbe stato il mio ultimo giorno di lavoro. Mi ha detto di passare in ditta il dieci del prossimo mese per ritirare l'ultimo stipendio e un premio produzione. “Ma io non ne sapevo niente” interviene una stupita Sofia “E' il capo, lo conosciamo. Non avvisa mai le persone che dovrebbe avvisare”, commenta Stani “Vabbè scusa Jack “chiedo, “ma cosa c'è da festeggiare allora?”. “Bella domanda Fausto. Voglio festeggiare con i colleghi simpatici il mio ultimo giorno di lavoro. Degli altri e del capo non me ne frega niente”. “Dai allora incominciamo, alle cinque e mezza devo scappare.” commenta Ivan mentre si appresta a stappare un'altra delle sue costose bottiglie. L'atmosfera si fa più rilassante. Ci buttiamo, soprattutto noi maschi, sulla torta al cioccolato comprata in pasticceria da Jack. Mi avvicino a Sofia, voglio farla ridere un po'. Sarà un'ardua impresa. “Allora come va? Ti piace la torta?” “Abbastanza” risponde scazzata. Con la mente sta viaggiando sull'autostrada Milano-Genova direzione Francia dove si trova Maurizio. “Vorrei che fosse qui” mi dice parafrasando i grandi Pink Floyd. “Chi?” rispondo ridendo. “Come chi? Maurizio! Ma sei scemo, hai bevuto?” risponde piccata Sofia. La festa continua, osservo i miei colleghi e penso che, come dice Jack, sono tutti simpatici. Logicamente in sedici anni qualche screzio c'è stato ma ormai è acqua passata e devo dire che l'ambiente in magazzino, da circa un anno è molto migliorato. Da quando il “Minchione” (un collega che non voglio neanche nominare) è andato in pensione, si lavora molto meglio. ORE 16.50 “Oh Jack” chiede Luciano “ma il capo non ti ha regalato niente?”. “È vero, mi ero scordato. Vado a prenderlo, l'ho lasciato nell'armadietto.” Risponde sorridendo Jack. “Arrivo ma non sono sicuro che vi piacerà”. “Beh, l'importante che piaccia a te” faccio io. “A me piace moltissimo, a voi non penso”, ribadisce Jack. Intanto che aspettiamo il suo ritorno, scatta il toto-regalo. Io dico che è un abbonamento annuale in palestra, per Sofia è uno smart-phone, opinione condivisa da quasi tutti, mentre Ivan opta per un PC. Conclude il toto-regalo Demetrio pronosticando una bambola gonfiabile. Tutti ridono. Demetrio è il numero uno! Finalmente arriva Jack. Ha in mano un borsone militare dal quale tira fuori delle corde, un martello e una bottiglia di vino. “Questo è il mio preferito, un Muller Thurgau ghiacciato che mi scolerò da solo”, commenta. “Ma scusa “interviene Renata “sarebbe questo il regalo del capo? Una bottiglia di vino, un martello e delle corde?” “Ma che cacchio dici, questo è il regalo”. Jack infila la mano nel borsone e tira fuori una pistola con silenziatore. “Ma ti ha regalato una pistola giocattolo? Ahahah...” dice ridendo Luciano. “No!” ...Stunf! Cazzo, Luciano cade a terra come un sacco di patate a pancia in giù .Da sotto il suo corpo inizia a uscire del sangue che si allarga velocemente sul pavimento.
Fausto Schiavo
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