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Autore: Caterina Alagna
L'Odore Dell'Anima
Poesia
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L'Odore Dell'Anima
Poesie


L'anima lacerata

Lacerata l'anima
e strappata a brandelli
si unisce alla vita con labile respiro,
carnale impulso d'una vana esistenza.
Trafitta da pensieri scorticanti,
debole si muove tra tortuosi sentieri
in cerca di una fonte di segreta conoscenza,
unico movente ossessionante
che intrecci fili per rimarginare
gli squarci di lacrime sgorganti.


Una lacrima

Scende una lacrima
a solcarmi il cuore.
Non s'ode che un rumore:
la mia anima trapanata
dal dolore.


Tu non sai

Tu non sai, amore
che sognavo di te
ogni notte,
che le mie membra
scarne, affamate
di carnale passione,
giacevano straziate
su d'un talamo bianco
disidratate d'amore.

Tu non sai
che giungevo da te
sotto spoglie di Eva
per saziarmi dei frutti
del tuo corpo proibito,
per rinnegare Dio
e l'onore nel cuor mio.

Tu non sai, amore
che alla luce del giorno
il sogno cessava.
Lì, nel letto giacenti
le mie membra scarne
ancora affamate
del tuo amore mancante.


I ricordi

Affluiscono nell'anima
ricordi di antichi dolori,
un groviglio di serpenti
mi strangola il pensiero.

Riemergono sovente
vicende del passato,
le mie affannose lotte
per gli attimi di vita
sfuggiti e rinnegati.

Queste serpi velenose
paralizzano la mente
e un pianto amaro inonda
le sponde del mio cuore
che annega solo privo
d'ogni senso d'amore.


Certi amori

Certi amori non sono carne
ma vicende immaginarie del pensiero.
Non conoscono il caldo piacere
in cui s'avvolgono i corpi infiammati,
né si nutrono di quei sospiri
tesi a sconquassare il cielo.
Sono pianto e sofferenza,
negati alla vita dalla vita stessa,
eppure son desti negli abissi del cuore,
vegliando in silenzio nel buio della luce.


Sentieri

Migliaia al mondo
a me ignoti
i sentieri consumati
su cui vanno rincorrendosi
orme di masse ignoranti.

Pullula l'aria
di bacilli di vita comune
respirati dalla gente a gran getti
a cui da sempre sono immune.

Uno scopo perenne vige nel mio cuore:
la scelta di un sentiero diverso
che mi renda aliena tra le genti
e mi distingua dagli ignavi comuni.


Morte in vita

Entrò la morte nelle assolate stanze
del mio cuore, accarezzato pria
da una sottile brezza primaverile
che impollinava di gioia
i giorni del mio vivere.

La fiamma che alimentava il vitale fuoco
pian piano si spense.
Il mortale gelo percorse la mia anima
penetrando fin nelle mie vene.

Ogni allegra campana tacque,
ogni sogno fu sottratto all'esistenza,
ogni amore della divina essenza.
Il pensiero muto e addolorato,
privo di florida speme,
giaceva attanagliato
tra le cruenti morse della rassegnazione.

Eppure oltre gli angoscianti abissi del cuore,
un pallido lume illuminava fievolmente
con una candida luce.
Una speranza di resurrezione:
l'arrivo di una nuova primavera
germogliante d'amore.


Nell'ombra

Passai molti anni
nell'ombra
perché la luce brulicava
di coglioni.


La vita vuota

A volte la vita ti dava
un bel da fare,
altre volte rimanevi fermo
ad aspettare,
e non passava un'ora
trascorsa a non pensare!

Pensavi al senso vuoto
delle cose,
ai giorni sacrificati e
dolorosi.

Quei giorni tristi
dal retrogusto amaro,
che brancolavi nel buio
e non trovavi la tua strada.

Forse la strada non c'era.
Un giorno era inverno,
e l'altro primavera.


A mia nonna

Cadono giù,
gravi e copiose,
queste lacrime amare
intrise di te.
Scorrono lentamente
sul mio corpo spossato
che brama annusare
ancora una volta
quel calore materno
che emanava un tuo
abbraccio.

Alla mia coscienza,
trapuntata di giorni felici
ormai andati,
tu appari, oh sogno incandescente!
E illumini di eterno l'universo,
riempiendo d'amore
la mia scialba esistenza.

Così la mia anima
resta in silenzio
a rimembrarti
e mi par di rimirarti ancora
quando, come allora,
fiorente e felice
mi abbracciavi.
Io avvolta dal tuo amore
e i nostri lucenti spiriti
stretti in un unico calore.


Autunno del cuore

Resta sola con sé
con il cuore costellato di spine
e l'anima in pena.

Nessuno la sente.
Nessuno comprende.

La vita è un vuoto di senso di vita,
è un vuoto di senso di dolore,
un vuoto di senso d'amore.

E resta sola nell'attesa
d'una carezza calda e profonda.
Una carezza di Dio,
una carezza di un uomo col cuore pulito
che risollevi il suo umore
da quel ruvido autunno del cuore.

P
L'odore del mattino

L'odore tiepido del sole
del mattino soffia sul
mio candido cuore bambino.
La mente, premurosa
e silente, muove i suoi passi
su una riva clemente,
assaporando il terreno
di quel sapere fecondo
che ancora si perde
tra i meandri del mondo.


Occhi rubino

Sospira l'anima
pensando ai tuoi occhi rubino,
gemma preziosa che tange la
curva del mio cammino.

Due occhi sfuggenti,
baciano la beltà del mio
pensiero che un tempo,
troppo ingenuo, non s'accorse
che il tuo desiderio intesseva
per me trame d'amore.


L'inquietudine

L'inquietudine
ansimante e leggiadra
si diffonde nell'aria, mentre fiera
una nuova alba accenna
un pallido sorriso di malva.
Una flebile sembianza di piacere
semina frammenti di ombre,
tracce di ataviche paure
a cui temo di soccombere.
La fragilità della vita s'inerpica
su fusti di cristallo
e come esili foglie d'autunno
precipitano i pensieri notturni negli abissi
di un mare di paure senza sponde.


Ombre

Sulle increspature del mare
s'appoggiano disciolte
le ombre diradate
di corpi saturi di vino
e di catrame.

Stanchi, assorti, disperati,
si muovono a zonzo per le strade.
Agli occhi dei più son trasparenti,
scialbe vite inesistenti
che si distendono sull'arco dei giorni
esposti alle tormente dei ricordi.

Ricordi di tempi consunti
fatti di vuoti e sogni bisunti
che scordarono la bellezza,
quella vuota apparenza
che adorna di flaccida essenza
la flebile corda dell'esistenza.


La mia voce

Incompreso restò
il parlar della mia voce
che defluiva gaudente
come un fiume alla sua foce.
Seminava parole rade e desuete
su tappeti di sguardi veloci
che non penetrano mai
i fondali del cielo.
Gai, s'accontentano di restare
in superficie,
lambendo tacite rive
senza metter mai radici.


I poeti

Spesso i poeti
bevono alla fonte del silenzio
che brucia nell'anima
come lacrime d'assenzio.
Si risvegliano così
trasognate meraviglie
che s'intrecciano assopite
in un gomitolo intessuto
d'indecifrabili rime.


Libertà

Non so dove nasca
la libertà, quel desiderio
scalmanato di spezzare
le catene, quella voglia
irrefrenabile che pulsa
nelle vene.

Non piegarsi.
Non adattarsi.

Ma so dove muore.

Muore nei cuori egoisti,
negli impulsi qualunquisti,
nelle mani degli usurpatori
che la rubano come un
pirata fa di un tesoro.

La libertà non è infinita
e non procede a senso unico.
Non pretende di fare
ciò che vuole
perché la libertà è di tutte
le persone,
altrimenti chiamatela
sopraffazione.


Simulacri di paglia

Certi amori s'innalzano
su simulacri di paglia
e parole vuote.
Una sola scintilla
arde in fretta e lascia
incompiuta ogni promessa.
Spesso rimpiazzano
una solitudine aliena
che come un macigno
pesa sulla schiena,
affidandosi ai passi impauriti
di anime che son solo di passaggio.
Senza nemmeno lambire il cuore,
dipingono solo il miraggio
d'un dolce sogno d'amore.


Aculei e margherite

Camminiamo su distese
di aculei e margherite,
punte di picche
che scalfiscono la pelle,
ma tra le fenditure
s'insinua il profumo dei fiori.

Così imparai all'apice
della perdizione
che la bellezza delle cose
si riflette nello specchio del dolore.


Nei miei sogni

Nei miei sogni
il mondo tace
e il silenzio danza
sugli spalti dell'anima.


Ci sono giorni

Ci sono giorni
che non conoscono il tramonto,
che non conoscono il candore
della luna, che non muoiono
in un bosco di stelle.

Ci sono giorni
che brillano per sempre,
che non tremano quando
il cielo preannuncia la
tempesta.

Ci sono giorni che non
conoscono la guerra.

Sono giorni che non cedono
al peso delle catene,
volano liberi e delicati
come falene.
Invisibili e trasparenti,
spesso non sorgono
perché la loro esistenza
dipende da te
e dalla forza dei tuoi sogni.


Rivoli di canto

Rivoli di canto
sgorgano dalle mie corde,
s'effondono e liquefanno
sordidi macigni d'amianto,
figli d'un'ignorante ideologia
che trasuda pioggia di follia.

Il mio è un canto di passione
sordo e silenzioso
che non avverte lo scurire della mente,
non sente il buio sulla pelle.
Un soffice fiorire di note deliziose
rende mellifluo il sapore delle parole.
Parole che risuonano d'affetto,
da cui esalano sinceri brividi
di sentimento.

Caterina Alagna

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Erri De Luca Erri De Luca. Nato a Napoli nel 1950, ha scritto narrativa, teatro, traduzioni, poesia. Il nome, Erri, è la versione italiana di Harry, il nome dello zio. Il suo primo romanzo, “Non ora, non qui”, è stato pubblicato in Italia nel 1989. I suoi libri sono stati tradotti in oltre 30 lingue. Autodidatta in inglese, francese, swahili, russo, yiddish e ebraico antico, ha tradotto con metodo letterale alcune parti dell’Antico Testamento. Vive nella campagna romana dove ha piantato e continua a piantare alberi. Il suo ultimo libro è "A grandezza naturale", edito da Feltrinelli.
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