Venticinquesimo episodio di Parker.
L'ultimo caso chiuso ha turbato non poco Parker, ma ancor di più, Norah, la quale, in un momento di relax, seduta sul divano insieme al suo uomo, esprime tutto il suo disappunto su certi valori, come la fedeltà, che vanno a perdersi. - Per carità, non dico che abbia fatto bene, tantomeno di schierarmi dalla sua parte. – - Ti riferisci a lei, a Zelda King? – chiede il detective. - Sì – risponde Norah. – È stata presa in giro nel modo più crudele, nei sentimenti, e ha perso la testa. Se ci fosse più onestà ... - - Vivremmo in un mondo migliore. – - Sì. – - Ma non è così e probabilmente non lo sarà mai, questa è la cruda realtà. A meno che ... con uno sforzo non indifferente non lo si costruisca mentalmente. – - Ed è quello che facciamo. – - Esatto! – - Il nostro mondo. – - Già. – - Allora, godiamocelo – dice con aria sorniona la donna. - Sono d'accordo – replica Parker, stringendosi a lei in un caloroso abbraccio.
***
Parker è all'interno della sua berlina, ferma a un semaforo, quando poco più avanti scorge un uomo e una donna che discutono animatamente. Scatta il verde. Invece di proseguire il suo percorso, si accosta ai bordi della strada, non molto distante dalla coppia. Non sa esattamente cosa l'ha spinto a fermarsi; forse, è dovuto a un'analogia con il suo ultimo caso. Ammesso che sia così, cosa può fare? Di certo non può restituire il lume della ragione all'umanità. Comunque, è lì, e attraverso lo specchietto laterale osserva lo squallido spettacolo.
- Senti, stiamo dando spettacolo – dice l'uomo. - Già, ti preoccupi che la gente ci veda e ci ascolti, è bene che certe cose rimangono tra noi, giusto? – replica la donna. - Esatto! - Non vuoi che nessuno lo sappia ... ti vergogni. – - Perché, tu no? – - Non ho nulla di cui vergognarmi. Certo, tu non sei d'accordo, chi vuoi che creda a una pazza come me? I tipi come te se escono invece sempre puliti, questo è il guaio. Sono stanca delle tue menzogne e di subire passivamente. – - Ti sembra il luogo adatto di discutere di certe cose? – - Sì, se potessi organizzerei qualcosa di megagalattico. – - Sei fuori di testa! – - Su questo ci puoi scommettere e ne vado fiera. Signore e signori, siamo giunti a una svolta – dice la donna con voce alta, girandosi e guardandosi attorno. – Dichiaro a tutti voi che sto per lasciare definitivamente la persona che mi sta dinanzi per infedeltà cronica, soprusi, etc. – Lo spettacolo attira l'attenzione di molti passanti, sia all'interno dei veicoli, bloccatesi come per incanto, e sia a piedi. - Ne ho viste veramente tante di cose non belle. Credo che sia giunto il momento di darci un taglio. Tutto qui. Desideravo condividere con voi questa bella notizia. – - Brava! – replica una donna alla guida di una macchina. - Sei una grande! – dice un giovane fermatosi lì vicino. – - Hai fatto bene! – aggiunge una donna sulla sessantina. - Grazie! – risponde lei. – Il vostro conforto mi riempie di gioia; sì, mi sento felice. Grazie! Già, è ora di voltare pagina ... - continua la donna, incamminandosi da sola, lasciando attonito il suo ex compagno.
L'uomo mestamente si avvia, quando, passando accanto alla berlina, incrocia lo sguardo sorridente di Parker. - Cos'hai da ridere? – gli chiede. - No, nulla ... pensavo – risponde il detective. - Pensavi? – - Già. – - Che cazzo pensavi! – - Questi sono affari miei; anzi no, mi sono goduto lo spettacolo. – - Cosa? – - Sì, è stato esilarante. – - L'hai trovato divertente? – - Be', non so di preciso cosa ho provato, ma posso dirti che ... l'ho trovato alquanto interessante, e non capita mica tutti i giorni. E poi, è andata bene. Il che non è affatto trascurabile. – - Cosa vuoi dire? – - Che è andata bene, non ci è scappato il morto. – - Ma che cazzo dici! – - I fatti di sangue all'interno di una coppia sono all'ordine del giorno, dovresti saperlo. Quindi, ritieniti fortunato e goditi la vita. – - Per caso, sei qui per lei? – - Ti riferisci ... alla tua ex compagna? Ci risiamo! Finisce sempre così, basta un nonnulla per accendere la miccia. – - Ma cosa vai blaterando? – - Senti, chiudiamola qui, non è successo nulla, ok? - - Troppo comodo. Ora scendi dalla macchina e prova a ripetere tutto quello che hai da dire. – - Sei sicuro di quello che mi chiedi? – - Al cento per cento! – - Se è così ... - dice Parker, scendendo dalla vettura. - Hai un bel coraggio – replica l'uomo. - Lo ammetto, non è mai stato un problema. – - Hai la lingua troppo lunga. – L'uomo fa partire un pugno, schivato prontamente dal detective, il quale risponde con un diretto in pieno volto scaraventandolo pesantemente a terra. - Figlio di puttana! Mi hai rotto il naso! – Parker gli sferra con un calcio al costato. L'uomo urla e si contorce dal dolore. - Non ammetto che si usi un certo linguaggio. L'hai voluto tu, potevo starmene tranquillamente seduto in macchina. Be', forse non poteva esserci epilogo migliore – dice il detective con un'espressione compiaciuta, salendo sulla sua berlina.
***
Non c'è un attimo di pausa, ed eccoli alle prese con un altro caso spinoso. Fino a che punto non è possibile sapere, fin quando non ci si addentra. - Sono convinto che Jennie quando affida lo stesso caso a entrambi ... è perché lo ritiene particolarmente rognoso – osserva Ted, seduto sul lato passeggero della berlina. - Non credo, non è stato sempre così – replica Parker, alla guida della vettura. - Sì, non sempre è stato così, ma da quando lei ... - - Ha preso nota che sono fin troppo individualista; già, immagino che volessi dire questo. – - Be', lo sai ... - - Non c'è modo per farvi ricredere; se a volte mi lascio prendere la mano è perché evidentemente ritengo di potermelo permettere. – - Già, ma è strano che sia tu a dirlo, perché sappiamo benissimo che ogni caso apparentemente facile può riservare delle brutte sorprese. Stai cercando di arrampicarti sugli specchi. – - Ok, ne prendo atto, ma non è sempre così, almeno questo dovete concedermelo. – - Va bene, se la cosa ti fa piacere. – - Grazie. Ora direi di concentrarci su questo caso; cosa sappiamo? Chiede il detective. - Sembrerebbe una brutta rogna – risponde Ted. - Ci avrei scommesso; nulla di nuovo. – - Di quelli che fanno venire il voltastomaco. – - Ti prego! – - Sto scherzando. In verità ne so quanto te. – - Cioè, nulla. E non possiamo prendercela con Jennie, perché nemmeno lei ne sa molto. Il cliente per telefono non ha voluto aprirsi più di tanto, facendo solo capire che il caso è estremamente delicato. – - La cliente, vorrai dire. – - Già. Lei, la nostra Jennie, ha intuito per certe cose. Bene, andiamo a scoprire di cosa si tratta. –
***
- Grazie per essere venuti – dice la bella donna sulla sessantina d'anni, nel soggiorno di casa. - È il nostro lavoro – replica Parker. - Sì, è vero, ma intendo ugualmente ringraziarvi. Il mio nome è Marsha, come ho già detto alla vostra collaboratrice. – - Io sono Parker, John Parker, lui è Ted. – - Prego, accomodatevi. – - Grazie. – - Posso offrirvi qualcosa da bere, un caffè? – - Sì, grazie, il caffè va bene. – I due investigatori si siedono su due poltrone, mentre la donna si allontana e di lì a poco giunge con il vassoio col caffè, invitando i suoi ospiti a prendere la rispettiva tazza, dopodiché, presa la sua, appoggia il vassoio sul tavolinetto e si siede sul divano. - In verità mi aspettavo che venisse solo una persona, lei, signor Parker – afferma la donna. - Sì, di solito è così, altre volte invece preferiamo presentarci dal cliente insieme; per lei è un problema? – risponde il detective. - No, era una semplice osservazione. Probabilmente seguendo questa linea avrete dei vantaggi. – - Sì, l'intento è proprio questo. – - Vi trovate a vostro agio? – - Sì, perché non dovremmo esserlo? – - Non lo so, a volte ho la sensazione che chiunque mi stia davanti non goda di questo privilegio. – - Parla sul serio? – - Sì. – - Non so cosa risponderle, posso solo assicurarle che da parte nostra non c'è nessun problema. – - Sì, credo che abbia ragione. – - Sicuro? – - Certo, non saprei come mettervi paura. – - Metterci paura? – - Già. Capisco che ciò può sembrare assurdo, ma è la pura verità. Un tempo ero alquanto spietata. – - Si spieghi meglio – dice Parker, poggiando la tazza sul tavolinetto. - Sì, una volta avevo una pessima reputazione – risponde la donna. - Davvero? – - Già. Per via del mio carattere. - - Capisco. Ed era questo il motivo per cui metteva paura alla gente – osserva il detective, senza scomporsi più di tanto. - Sì, chiunque se la faceva sotto dalla paura. – - Davvero notevole per una donna. – - Già. – - Non capisco il nesso con la nostra presenza. – - Giusto. Infatti non c'è nessun nesso. Perdonatemi, mi sono lasciata andare ... - - Capita, è nell'essere umano sfogarsi con i propri simili. – - Sì, deve essere così. Ecco, tornando a noi ... vorrei che mi aiutaste a trovare una persona. – - Sarebbe? – - Una bambina ... era una bambina, ora sarà una graziosa giovane donna. – - Una giovane? – - Sì. Vorrei rivederla e, perché no, se è possibile anche poterle parlare ... pensavo di averla rimossa dalla mia mente, ma da un paio d'anni è il mio pensiero fisso, il mio incubo ... - - Cos'è successo, ha perso la sua intraprendenza? Mi perdoni, per questa uscita infelice. – - No, ha ragione, con l'età ci si intenerisce, e non so se è un bene. – - Ora mi sembra fin troppo severa con se stessa. – - Non mi sto inventando nulla, se è vero che sto qui a scervellarmi per questo stupido problema. – - Evidentemente non è così stupido se per risolverlo ha dovuto contattare un'agenzia investigativa. – - Appunto, di male in peggio, non crede? Ma è un mio desiderio e farò qualsiasi cosa pur di esaudirlo. – - Capisco. Cercheremo di fare il possibile perché il suo sogno si realizzi. Le chiediamo soltanto di fornirci quante più informazioni possiede sulla giovane. – - Di lei non so molto, a parte che ... mi capitava di vederla di tanto in tanto quando passavo sotto casa sua e ... in quella triste circostanza. Avrà avuto otto, nove anni. –
Salvatore Scalisi
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