Il male più subdolo è quello che cammina al tuo fianco.
Tornato alla spiaggia dalla figlia e dagli amici, Tarantini provò anche a riportarsi con la testa in vacanza. Non gli risultò facile, perché ormai il suo istinto di investigatore si era rimesso in moto e continuava a girare sotto la superficie dei pensieri coscienti anche quando cercava di dedicarsi ad altro. Pian piano però, la piacevole routine delle giornate di mare prese il sopravvento e, tra bagni e improbabili partite a bocce sui ciottoli con grandi e piccini, arrivò senza accorgersene all'ora di rientrare a casa. I bambini erano in bagno a fare la doccia, mentre Mario e Gianna preparavano la cena. Marcello era come un leone in gabbia, ma i padroni di casa non volevano saperne di farsi aiutare in alcun modo. - Rilassati, Marcello. Guarda la tv, vai in terrazza, leggi, goditi il panorama, insomma fa' un po' quello che ti pare, ma non insistere. Qui ci pensiamo noi - gli disse Gianna. Si rassegnò e andò a sedersi sul divano accendendo controvoglia il televisore. Premendo un bottone a caso si sintonizzò su MareBello TV. Riconobbe subito l'intervistatrice, che definire giornalista gli pareva fuori luogo. Aveva il microfono in mano e alle sue spalle campeggiava una fortezza che Tarantini non ebbe difficoltà a identificare con il penitenziario di Porto Azzurro. - Sembra che le indagini per l'omicidio efferato delle due ragazze abbiano finalmente subìto una svolta. Lungi da noi attribuire etichette di colpevolezza quando non ci sono ancora tutti gli elementi per farlo, ma dobbiamo attenerci a quanto deciso dalla Polizia. Sono i fatti quelli che ci interessano e sottrarci al dovere di cronaca sarebbe un'imperdonabile mancanza di rispetto soprattutto per voi che ci seguite da casa e che siete gli unici destinatari di tutti i nostri sforzi. - - Cazzo! - esclamò Tarantini - questa è proprio da prendere a schiaffi! Madonna che faccia da culo... ma la sentite? - Sia Mario che Gianna si voltarono all'istante, attirati dalle parole di Marcello. - Quindi, restando ai fatti, abbiamo l'obbligo morale di riportare quanto successo nelle ultime ore. Questa mattina è stato arrestato Richard Newell, accusato dell'omicidio di Anna Beltrami, la prima delle due ragazze brutalmente assassinate. - Una foto di Richard apparve sullo schermo per alcuni secondi. Tarantini si voltò verso Mario. - Io vorrei sapere come cazzo fanno ad avere sempre le notizie in tempo reale. Anche a Castellammare succede la stessa identica cosa. - - Ma noi vogliamo senz'altro scoprire qualcosa di più su questo individuo, che forse è affrettato classificare come mostro, ma di sicuro possiamo definire losco e poco trasparente, che dite? Rimanete con noi, ne vedrete delle belle! - Lo stacco pubblicitario arrivò puntuale a far crescere la tensione e l'attesa del pubblico. Nel frattempo, nella casa di Mario e Gianna, i bambini erano usciti dal bagno e tutti erano pronti per mettersi a tavola. Marcello si alzò dal divano bestemmiando a voce alta senza timore di farsi sentire da grandi e piccini. - Quando si dice che l'informazione in Italia fa schifo, si commette un grosso errore di valutazione. - Gianna e Mario si scambiarono un'occhiata, poi quest'ultimo, che sedeva accanto a Marcello, gli mise una mano sulla spalla. - Non ti seguo. In ogni caso, fossi in te, eviterei il vino per stasera. - - Mi sa che sono stato frainteso. Voglio dire che per arrivare a fare schifo dovrebbe migliorare moltissimo! - - Ah, ok. Ma cosa ti aspettavi... la qualità dell'informazione non è un granché sulla tv nazionale, dove i mezzi non mancano, figurati in quella locale di livello infimo come MareBello TV. - Dopo un paio di minuti la voce eccitata e squillante di Sara Banchelli invase di nuovo le case dell'Elba. Era un altro servizio registrato, ma questa volta, anziché davanti al carcere di Porto Azzurro, la reporter d'assalto si trovava a Portoferraio. - Eccoci davanti all'abitazione del biologo Richard Newell. Vi ricordiamo che al momento è l'unico sospettato degli omicidi delle due giovani donne. Fonti molto attendibili ci riportano che sarebbe accusato solo del primo delitto, ma tutto ci induce a ipotizzare che l'assassino nei due casi sia lo stesso. Vi sembra probabile che due bestie brutali possano darsi appuntamento per movimentare la fine dell'estate all'isola d'Elba? Siamo più che certi che altre prove spunteranno nei prossimi giorni a rendere evidente questa ipotesi ragionevolissima. Sta prendendo corpo l'idea, per niente simpatica, di avere un serial killer sulla nostra splendida isola. Linea allo studio. - Tarantini era seduto in modo scomposto, con il busto in avanti e i gomiti appoggiati sulle ginocchia. Scuoteva continuamente la testa. - Ma questi son briachi ragazzi... o peggio, dei veri delinquenti. Hanno già processato e condannato Richard non solo per il primo omicidio, dove ci sono alcuni flebili indizi, ma anche per il secondo, per il quale non mi risulta ci sia la benché minima traccia. Il bello è che la maggior parte della gente si è abituata a questa merda e ne è diventata ingorda. Più gliene dai e più ne vorrebbe. - - Non credo siano tutti degli idioti, Marcello - osservò Mario. - Certo che no. Ma ce ne sono parecchi, purtroppo. E anche le persone abituate a ragionare con la propria testa alla lunga vengono influenzate. Non è la prima volta che mi imbatto in questa gentaglia senza scrupoli. - - Sì, ma a parte un paio di scoop, cosa gliene viene nel portare avanti una causa basata sul nulla? - - Hanno addentato l'osso e non lo molleranno tanto facilmente. Più va avanti la carcerazione più ascolti fanno. Hanno tutto l'interesse nel far passare Richard come un mostro. Sanno che non è facile risolvere un caso come questo e non si preoccupano se viene arrestato un innocente né, peggio ancora, se un assassino rimane a piede libero. Nulla di personale con Richard, solo che stavolta è toccato a lui. Processo già eseguito e verdetto di colpevolezza emesso senza appello. - - Secondo me stai esagerando - concluse Mario. - Anche questa volta ci rimettiamo al giudizio della gente. Come dice anche la nostra Costituzione, la sovranità appartiene al popolo. - - Siamo alla follia pura. Questa sta delirando. Un mix di populismo becero, di giustizialismo e citazioni istituzionali completamente fuori contesto. Una cosa pericolosissima - osservò Tarantini mentre inveiva verso il televisore. - Sentiamo il parere di questa signora. Cosa pensa dei delitti dell'ammazzafemmine? - - Oddio, gli ha già affibbiato anche un soprannome! - osservò Tarantini, sempre più preoccupato dalla piega che stava prendendo. L'anziana donna non si fece pregare. - Spero che lo prendano e che lo ammazzino dalle botte senza tanti discorsi. Io non voglio pagargli neanche un giorno di prigione, con i miei soldi. - - Un'ammissione un po' forte, ma noi apprezziamo sempre la sincerità senza filtri. Ha saputo che hanno arrestato Richard Newell, sospettato di essere l'assassino? Abita qui, al numero trentasette, lei lo conosce? - - No, ma con quel nome deve essere straniero. Spero che non facciano come sempre... prima li arrestano e dopo qualche giorno li ributtano per la strada. - - Le ricordo che ancora deve svolgersi il processo. - - Ma quanto può andare avanti questo teatrino infame? Adesso recita la parte della garantista... incredibile. - - Ecco un'altra signora. Questa volta un po' più giovane. Ha sentito dell'arresto del biologo Newell in seno all'indagine per i delitti delle due donne? - - Sì, certo. Ci sono rimasta malissimo. - - Perché, lo conosce forse? - - Piuttosto bene. Sono amica della sua ex moglie e per almeno un anno siamo stati spesso a cena con loro due insieme a mio marito, sia a casa nostra che a casa loro. Ci siamo frequentati come delle normalissime coppie di amici. - - Era davvero tutto così... normale? - - Vipera, strega maledetta! - urlò Tarantini. Anche Mario e Gianna avevano assunto espressioni sempre più stranite. - Litigavano spesso, ma questo è abbastanza comune nelle coppie. Io però ho sempre avuto dei sospetti su Richard. - - Che genere di sospetti? - - Non so se è il caso di dirlo... è solo una mia idea, una supposizione del tutto personale. - - Non deve aver paura. Non stiamo facendo alcun processo. Ogni minimo particolare, ogni dettaglio che a lei può sembrare insignificante può essere utile per aiutare gli spettatori a farsi un quadro completo della vicenda. Non abbiamo nessuna intenzione di sostituirci alla Giustizia. - - Questa donna mi fa sempre più schifo - . Un'espressione di disgusto si era appiccicata come una maschera sul volto di Tarantini. - Una sera vidi Serena, la moglie di Richard, un po' turbata. Le chiesi cosa fosse successo e lei mi disse che avevano litigato, niente di più. Ma mi sembrò scossa e durante tutta la cena si toccò spesso una spalla, come se fosse dolorante. - - Ci sta forse dicendo che Richard picchiava sua moglie? - - Non lo so. Magari durante un litigio un po' più acceso si erano spintonati, può succedere nell'alterazione del momento. Ma si tratta solo di una mia impressione. - - Mai sottovalutare le impressioni, come diceva quello scrittore famoso. Anche se non può esserne certa e con tutti i dubbi del caso, è un comportamento che si sarebbe aspettata da quell'uomo? - - In parte sì, perché Richard, per come l'ho conosciuto io, è una persona molto tranquilla e silenziosa, uno riservato al limite dell'asocialità. Però, proprio per questo, ho sempre pensato che nascondesse qualcosa, che potesse avere una seconda personalità latente ma potenzialmente pericolosa. - - Grazie per la testimonianza importante e per averci fornito particolari preziosi per delineare la figura del sospettato unico. Vox populi vox dei. - Il servizio terminò così. Tarantini rimase senza parole. Rivolse lo sguardo sbigottito ai due amici, scosse la testa e iniziò a mangiare. - Babbo, ti suona il telefono - disse Valeria. - Sicura? Non lo sento. Chissà dove l'avrò seminato. - Si alzò per andare a cercarlo. Facendosi guidare dal suono lo trovò in camera, appoggiato sul letto. Guardò subito il display, era Serena. - Ciao Marcello, non sai cosa hanno mandato in onda a MareBello TV. - - E invece purtroppo lo so. L'ho visto anch'io. - - Ma non è possibile fare niente contro questa gente? Non dirmi che è così perché non ci credo! - - E cosa vorresti fare? - - Dimmelo tu che sei commissario. Una bella denuncia, per esempio. Per le motivazioni c'è l'imbarazzo della scelta: calunnia, circonvenzione d'incapace... dove l'incapace sarebbe il telespettatore medio. - - Sì, questo lo avevo capito anche senza bisogno della didascalia. No guarda, mi dispiace, ma non c'è proprio margine per procedere in tal senso. Ci provai una volta tanti anni fa, quando ero alle prime armi, ignorando i consigli di chi la sapeva più lunga di me. E puntualmente ci battei il muso. Venne tirata in ballo la libertà d'informazione, il sacrosanto diritto di seguire il corso delle indagini e altre puttanate che ti risparmio. Quando escono servizi come questo, è perché sanno di avere le spalle coperte e mi fermo qui. - - Comunque è una vergogna. - - D'accordissimo. Anche se la vergogna più grande è stata la dichiarazione della tua amica. - - Amica? Mariafranca Simoni mia amica? - - Perché, non la conosci? - - E certo che ci conosciamo, ma non siamo mai state amiche. Ci siamo viste diverse volte insieme ad altri e solo in due occasioni siamo stati a cena noi quattro da soli. Una volta a casa nostra e una da loro. Che fosse falsa e invidiosa me n'ero accorta fin dalla prima volta che ci avevo parlato. - - Ma la scena che ha descritto riferita alla tua spalla, è esistita o si tratta di un parto della sua fantasia? - - Non esiste assolutamente nulla! Mi ha fatto incazzare tantissimo. Non la chiamo perché non si merita questa soddisfazione, ma ti giuro che avrei una gran voglia di vomitarle addosso dieci minuti di insulti consecutivi. - - Allora sarebbe lei quella da denunciare, ma lasciamo perdere, che è meglio. Però che stronza... - - Da non credere. Non ho ancora capito cosa gliene venga. - - Io un'idea ce l'avrei. L'hanno pagata, è usuale anche questo. Ma naturalmente non si può dimostrare. Comunque, la cosa più importante è occuparsi di Richard. Ci sono anche delle buone notizie. - - Davvero? - - Non chiedermi come ho fatto, ma alla fine, dopo una prevedibile reticenza iniziale e un mio tentativo di fuga quasi riuscito, il commissario Lupi mi ha lasciato intendere di poter collaborare. - - È una notizia bellissima! - urlò Serena in preda all'euforia - Non so come ringraziarti. - - Il modo si trova, dai. - - Non vedo l'ora di impegnarmi a scovare tutti i modi possibili - rispose Serena con voce bassa e sensuale. Marcello si vergognò un po', perché la situazione non avrebbe dovuto consentirlo, ma sentì salire l'eccitazione dal basso ventre alla testa in meno di un secondo. - Domani ci vediamo. Così, tra le altre cose, ti aggiorno. - - Tra molte altre cose - disse Serena. - Aspetta - aggiunse poi, - quasi dimenticavo. Magari non è importante, io non posso saperlo... - - Che cosa? - - Ma no, è una cosa che ho scoperto oggi pomeriggio. - - Insomma, non ricominciare con il tuo tira e molla. Dimmela e basta! - - Negli ultimi anni mi sono interessata alla cronaca nera, a partire dai casi più famosi del secolo scorso. - - Vuoi rubarmi il lavoro? - - No, non preoccuparti, l'indagine non fa per me. È solo una piccola curiosità morbosa. Facendo una rapida ricerca ho scoperto che sette anni fa Carmine Favorito, allora quarantenne e residente a Sant'Andrea, è stato condannato per violenza sessuale ai danni di una ragazza di ventisette anni. - - E questo cosa potrebbe comportare? - - Credo che sia compito vostro capirlo. Io ti dico solo che un simile individuo si aggira indisturbato per l'isola. Ha scontato la pena che tra condizionale e altre riduzioni è durata appena cinque anni. Tra l'altro era già stato denunciato più volte in precedenza dalla ex moglie per violenze domestiche. - - Mi sembra strano che non sia già stato preso in considerazione dalla Polizia di Portoferraio. E in tal caso, ci sarà un motivo più che valido. - - Fa' come credi. Non voglio certo insegnarti il mestiere. Mi sembrava giusto metterti al corrente. - - Hai fatto benissimo. Domani mi informo. Ciao. - - 'Notte. -
Filippo Mammoli
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