Ventiquattresimo episodio di Parker.
Una giovane donna, distesa nuda supina sul letto, emette dei gemiti di piacere ad ogni spinta del bacino dell'uomo, anch'esso giovane, sulla quarantina, avvinghiato sopra di lei. Contemporaneamente, fuori, davanti alla porta d'ingresso, una mano inserisce un grimaldello nel buco della serratura, mentre un'altra persona assiste all'operazione.
- Pensavo che non dovesse mai succedere – osserva la donna, semicoperta da un lenzuolo di colore rosa pallido. - A cosa ti riferisci? – le chiede l'uomo, disteso al suo fianco. - Di innamorarmi, non l'avevi capito? – - Sì, mi piace sentirtelo dire. – - Tu non lo dici mai. – - Cosa? – - Di essere innamorato. – - Certo che lo sono. – - Ma non lo dici mai. – - Sì, può darsi, ma cerco di fartelo capire. – - E in che modo? Facendo sesso? – - No, non solo; sì, è vero, è una cosa che piace a entrambi, questo è chiaro, ma c'è dell'altro. – - Sarebbe? – - Be', stiamo bene insieme, questo significa tanto. A volte le parole servono a poco. – - Devo fidarmi? – - Tu cosa dici? – - Che sei terribile! Hai sempre ragione tu. È stato bello. È sempre bello - afferma la donna. - Già – replica l'uomo. - In momenti come questo ci si dimentica di tutto, come se non esistesse nient'altro, se non solo noi. È meraviglioso! Vorrei che durasse all'infinito. – - Mi stai per caso accusando di essere troppo veloce? - dice l'uomo con tono ironico. - No, sei fantastico, lo sai che non mi riferisco a questo – risponde lei. - Stavo scherzando. – - Lo so. – - Be', possiamo continuare a farlo. – - Che cosa? – - Non pensare a nulla, se non a noi. – - Sì, possiamo farlo, chi può impedircelo – afferma la donna col sorriso sulle labbra. - Nessuno, siamo liberi come l'aria – replica l'uomo. - È una bella sensazione – ammette lei. - Sì, è meraviglioso. –
Entrambi socchiudono gli occhi. A un tratto, la canna di una pistola col silenziatore si avvicina sul viso dell'uomo e, di lì a poco, esplode un colpo. Il sibilo dello sparo allerta la donna, che apre gli occhi, ma dall'arma parte un altro colpo che la raggiunge al petto, senza lasciarle scampo.
***
- Quando è successo? – chiede Parker, seduto dietro alla sua scrivania. - Quasi un anno fa – risponde Jennie, seduta dinanzi. - La polizia non è venuta a capo di nulla. – - Sembrerebbe di no. – - Delle indagini non se n'è occupato Golden. - - Esatto. – - Hai detto nulla di impegnativo. - - Sì, è vero. – - Normale amministrazione. – - Sì, diciamo così. Abbiamo avuto a che fare con casi molto più rognosi – dice Jennie. - Sì, hai ragione, in confronto dovrebbe essere una passeggiata – replica il detective. - Già. – - Per me cosa hai riserbato? – interviene Ted, accomodato a fianco della donna. - Non vedo perché dovrei separarvi; gli farai compagnia – risponde lei. - Intendi ... - - Sì, lavorerete insieme sullo stesso caso. – - Questo fa supporre ... - - Cosa? – - Che non si tratti di una passeggiata. – - È come immaginavo – osserva Parker. - Spero che non vi abbia messo in crisi – dice Jennie. - No, ci sarà da divertirsi – replica il detective, dopo aver mandato giù l'ultimo sorso di caffè. - Sì, come al solito – aggiunge Ted, strappando un sorriso alla bella e dolcissima Jennie.
***
- So a cosa stai pensando – dice Parker, seduto al volante della sua berlina. - È passato un anno senza che la polizia sia riuscita a sbrogliare la matassa – replica Ted, seduto sul lato passeggero della vettura. - Lo sai come vanno queste cose, non c'è da stupirsi. E non gli si può rimproverare nulla. – - Già, la gran mole di lavoro da svolgere, senza contare le implicite difficoltà che ogni caso richiede. – - Giusto. – - Meno male che ci siamo noi. – - Anche questo è vero – afferma col ghigno sorridente, Parker. - Comunque, mi fa piacere ... di poterti dare una mano. – - Il piacere è reciproco. – - In due non ci si annoia. – - Già, questo è poco ma sicuro. Bene, mettiamoci al lavoro. –
***
- Buongiorno. Signor Perry? – chiede Parker. - Buongiorno. Sì, lei è il signor Parker, immagino – risponde l'uomo, quarantacinquenne, al cimitero dinanzi a una tomba sulla cui lapide è inciso il nome della defunta: Keira Diaz. - Sì; lui è il mio socio – dice il detective, riferendosi a Ted. I due si scambiano un saluto. - Mi dispiace aver scelto questo luogo per l'appuntamento – tiene a precisare l'uomo. - Avrà i suoi buoni motivi per farlo – risponde Parker. - Proprio così. Se n'è andata che era ancora molto giovane e in modo ... orribile – continua l'uomo, osservando tristemente la lapide. – Chi ha spezzato la sua vita non ha avuto nessuna pietà e per questo desidero che marcisca al più presto all'inferno. – - Ogni desiderio va esaudito – osserva Parker. - Sì, per questo mi sono rivolto a voi. Il tempo scorre via rapidamente e il criminale è ancora libero, a godersi la sua vita. Non è così che dovrebbero andare le cose. – - Ha detto bene, ma sappiamo benissimo che è così che va la vita. – - Sì, e a me non va bene; quel figlio di puttana voglio vederlo seppellito in una fogna. – - La capisco. – - Davvero? – - Sì. – - Allora, è già un buon punto di partenza. – - La strada è lunga, signor Perry, ma con questo non voglio infrangere il suo sogno. – - Da quel che mi risulta, voi non lasciate mai dei casi irrisolti. – - Di solito è così, ma ogni caso ha una storia a sé. – - Certo – l'uomo s'incammina in compagnia dei due investigatori. - Posso chiederle che legami aveva con la vittima? – dice Parker. - Lei era mia moglie – risponde l'uomo. – Sì, lo so, tutto ciò le sembrerà strano. – - E perché mai dovrebbe? – - Perché lei mi tradiva, e qualsiasi uomo al mio posto direbbe che se l'è meritata, piuttosto che ingaggiare degli investigatori privati per scoprire chi l'abbia uccisa. – - Immagino che sia stato tra i maggiori indiziati dei due omicidi. – - Già, mi hanno tartassato di domande fino a sfinirmi. In fondo, facevano il loro dovere, non potevo mica dargli torto. Forse, hanno speso troppe energie su di me, trascurando altre piste. – - Non è stata uccisa solo sua moglie. – - Sì, lo so, ma io penso solo a lei, di quell'altro non mi interessa. – - Ai fini dell'indagine non è un elemento da trascurare. – - Può darsi; capisco anche che la morte di entrambi facciano di me il primo sospettato. – - Esatto. – - Non l'avrei mai uccisa, su questo deve credermi. Se fosse il contrario non mi sarei rivolto a voi, mi sembra chiaro. – - Non deve prendersela a male, ma sa benissimo che la mente umana è capace di qualsiasi orrore pur di raggiungere i propri intenti e, se possibile, farla franca. – - Non è da me. – - Certo. Ne era a conoscenza della loro storia? – - Sì. – - Come l'ha saputo? – - Me l'ha detto lei. Da un po' di tempo il nostro rapporto era cambiato, per me non provava più nulla, - - Ancora prima che conoscesse quell'uomo? – - Sì. Dopo essersi frequentati, volle informarmi della sua nuova storia, chiedendomi il divorzio. – - Glielo avrebbe concesso? – - All'inizio, no, ma ... era quello che desiderava, quindi non aveva senso oppormi. – - Sua moglie ne era al corrente? – - Sì. L'avrei fatto, pur di renderla felice. – - E lo era? – gli chiede Parker. - La vedevo diversa, come se ... fosse rinata. Ma sapevo che non era per merito mio, dovevo farmene una ragione. Ero uscito dalla sua vita, nulla sarebbe tornato come prima, di questo ne ero sicuro – risponde Perry. - Cosa sa dirmi di lui? – - Non lo conoscevo, l'avrò visto un paio di volte. – - Insieme a sua moglie? – - Sì. Casualmente, non l'ho mai pedinata, se è questo che vuole sapere. – - Si è fatto un'idea chi può essere stato a ucciderli? – - No, almeno per quanto riguarda mia moglie. Non aveva nemici o persone che la odiassero, era voluta bene da tutti. Secondo me, quello che è successo ha a che fare con lui. – - Chiunque sia stato ha voluto punire entrambi, su questo non ci sono dubbi – Interviene Ted, fino a quel momento rimasto in silenzio. - Capisco che certi dettagli possono essere importanti per le vostre indagini, a me interessa che scopriate quel lurido assassino. Sono fiducioso, so che ci riuscirete. – - Faremo del nostro meglio – dice Parker.
***
- Certe parole fanno piacere – dice Ted, seduto sul lato passeggero della Berlina. - Immagino che ti riferisca alla sua encomiabile fiducia nei nostri confronti – replica Parker al volante. - Sì. Per noi una responsabilità non indifferente. – - Non abbiamo bisogno di ulteriori stimoli per far bene il nostro lavoro. – - Già. Che impressione ti ha fatto? – gli chiede Ted. - Il marito? – risponde Parker. - Sì. – - Sembrava sincero. – - All'inizio è sempre così. – - Già, era sottinteso. – - A noi l'arduo compito di scoprire la verità. – - Nulla di nuovo. – - Guai a sbagliare. – - Il trend di successi è dalla nostra parte. –
***
- Due amanti uccisi contemporaneamente, dopo aver fatto l'amore, fa una certa impressione – osserva Norah, distesa supina sul letto. - Sì, devo ammettere che lascia un po' di sconcerto – replica Parker, disteso al suo fianco. - Magari si amavano. – - Sì, è probabile. – - È orribile! – - Scusami, te ne ho parlato nel momento meno opportuno. – - Un momento vale l'altro. L'umanità sta perdendo il lume della ragione, è questo che mi fa stare male. – - Sì, viviamo in una specie di giungla, in cui la vita non ha nessun valore, pronti ad azzannarci l'un l'altro. – - Forse è questo che ci meritiamo ... non siamo così intelligenti come vogliamo far credere. – - Ognuno fa la sua parte, ma non tutti si adoperano per il bene comune, questo è il vero problema. La società è malata e non c'è cura che tenga. – - Quindi, dobbiamo rassegnarci. – - No, è sufficiente non pensarci, almeno per questa sera. –
Salvatore Scalisi
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