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Autore: Sergio Bertoni
L'Intruso
Narrativa
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L'Intruso
Il robot.

C'era una volta... un Re, diranno subito i miei fedeli lettori. No, amici, avete sbagliato! C'era una volta un robot. Non era un robot comune, facile a distinguersi come quelli che magari usate per pulire i pavimenti. Era un robot particolare, che nessuno sarebbe mai stato in grado di distinguere da un essere umano. La sua similpelle era morbida e tiepida, in pratica, del tutto identica alla pelle di uno qualsiasi dei vostri conoscenti. Ogni ruga era perfetta, i capelli candidi e un poco stempiati, dietro le lenti dei finti occhiali, lo sguardo falsamente affabile nascondeva con abilità le resine e i policarbonati che componevano i suoi occhi.
Corporatura asciutta e signorile, altezza non troppo superiore alla media, di nome Mario, era il prodotto più straordinario e segreto dei laboratori più progrediti nella cibernetica che esistessero al mondo. Scienziati di altissimo livello e provenienti da diversi paesi avevano progettato e costruito quel capolavoro d'ingegneria che sembrava realizzare il sogno dei più fantasiosi scrittori di fantascienza. Come successiva precauzione era stato costruito anche un altro piccolo robot, di nome Elsa, con sembianze femminili, che affiancava e supportava quello principale.
L'unico difetto, riscontrabile in quest'ultima meravigliosa opera dell'ingegno dei suoi creatori, era quello di essere pronta a lacrimare nei momenti in cui sembrava necessario commuovere i presenti. Tuttavia, quella che all'inizio era sembrata una meravigliosa trovata, adatta a un robot femminile, si rivelò, allatto pratico, controproducente e fu necessario eliminare del tutto l'inopportuna lacrimazione. Il progetto era costato cifre iperboliche, ma, alla fine, il ristrettissimo e super-segreto nucleo di banchieri, finanzieri e multimiliardari che lo avevano ideato, era certo che i risultati sarebbero stati favolosi e che i guadagni avrebbero superato ogni più rosea previsione.
Naturalmente tutto il personale che aveva partecipato alla realizzazione dei robot fu, ad opera ultimata, o eliminato o sottoposto a un accurato e definitivo lavaggio del cervello che cancellò dalla loro memoria ogni particolare della loro attività.
Raggirata con abilità, e senza eccessive difficoltà, una classe politica dalla scarsa fantasia e spesso insipiente e corrotta, il robot fu messo a capo del governo di una nazione che, per la sua scarsa compattezza, unita a un indice di litigiosità altissimo, sembrava il terreno ideale per iniziare l'esperimento.
Occorreva, innanzi tutto, eliminare il potere acquisito negli anni d'oro dai sindacati, cosa che non si rivelò particolarmente difficile poiché ormai, anche tra di loro, si era inserita una vasta area d'incompetenza e di corruzione. Poi si passò all'impoverimento di quello che un tempo si chiamava il terzo stato, ossia di coloro che, pur non appartenendo al mondo dell'alta finanza e del clero, avevano ormai da molti anni rialzato la testa pretendendo orari di lavoro e retribuzioni a misura d'uomo, scuole efficienti, una struttura sanitaria di buon livello e, addirittura, raggiunti i sessant'anni, una dignitosa pensione.
Uno dei membri del potente nucleo dirigente, impegnato da qualche tempo nel settore delle automobili, aveva già cercato di introdurre nel suo settore dei contratti di lavoro capestro, sperando che non sarebbero stati accettati dai lavoratori, consentendogli, così, di trasferire l'attività in altri paesi dove la manodopera aveva un costo ancora minore. Innervosito per il parziale insuccesso, fece programmare altre istruzioni da inserire nel cervello positronico del loro emissario affinché si procedesse a un'ulteriore stretta di freni insinuando tra la manodopera il terrore di perdere il posto.
Con fare compassato e impeccabile, il robot, coadiuvato dalla sua compagna, che aveva ormai smesso di lacrimare, introdusse e fece approvare una serie di provvedimenti che, insieme con altissime imposte, da infliggere soltanto ai meno abbienti, risparmiando le ricchezze dei grandi capitalisti, avrebbero riportato il terzo stato al suo giusto grado di servile sudditanza e sottomissione.
Solo pochi appassionati di fantascienza, ascoltando parlare il robot, scoprirono il suo unico difetto che, soltanto a un attento osservare, avrebbe potuto sollevare qualche dubbio sulla sua appartenenza al genere umano: pur con accento grave e tranquillo, il robot manteneva l'imperfezione di esprimersi in un certo modo meccanico e di fare una breve pausa tra ogni parola pronunciata. Ciò era purtroppo tecnicamente inevitabile ed era dovuto alla necessità che il suo cervello positronico elaborasse con estrema cura ogni termine esistente nel suo multilingue vocabolario. Il sospetto di quei pochi perspicaci appassionati fu purtroppo subito scoperto da super specializzati agenti segreti che, in brevissimo tempo provvidero alla loro definitiva eliminazione.
Il ristrettissimo e anonimo nucleo di banchieri, finanzieri e multimiliardari, che subdolamente condizionava il mondo, e che aveva fatto in gran segretezza costruire i robot governatori, non era del tutto soddisfatto dei risultati. Occorreva fare di più, molto di più. Le cose procedevano troppo lentamente e i guadagni stentavano a raggiungere le dimensioni previste. Alla riunione periodica, durante la quale si valutavano i risultati raggiunti, il più anziano di loro che presiedeva l'assemblea, uomo esperto e tetragono a ogni sentimentalismo, s'incazzò di brutto con uno dei suoi colleghi.
- Tu, con quel tuo maledetto Decreto Legge hai costretto alcuni di noi, che, per fortuna, solo in pochi fanno parte del nostro gruppo, e vivono in Italia, a versare, per ben tre anni, un disgustoso contributo di solidarietà su chi percepisce somme che superano i 300.000 euro annui. Questo contrasta con tutti i nostri principi e con le regole che ci siamo date. Come ti è venuto in mente? -
- Non t'innervosire, - rispose ridendo, pacioso, il suo grasso interlocutore, mentre, in conseguenza di quella risata, la pappagorgia gli sobbalzava tremolante sul collo della camicia firmata Armani, - ho previsto tutto e ho predisposto le cose in modo tale che quelle cifre, che messe insieme costituiranno una bella sommetta, ritorneranno tutte, e maggiorate, solo nelle tasche del nostro gruppo. Inoltre, quel contributo, ben reclamizzato, serve a dare fumo negli occhi a quella massa sottosviluppata d'imbecilli, appartenenti alla media borghesia, agli operai e ai pensionati che così s'illude che solo i ricchi paghino, mentre proprio loro dovranno versare somme complessivamente ben maggiori e non per soli tre anni, bensì per sei! -
Parzialmente rabbonito, l'anziano lo squadrò, con una leggera smorfia d'incredulità, al di sopra dei suoi occhiali marcati Dior, poi borbottò:
- Spiegati meglio. -
- Semplice, con la legge 127 del 2007 ho stabilito che dal primo gennaio 2012 e fino al 31 dicembre del 2017, e quindi per ben sei anni, tutti i pensionati con un reddito d'importo superiore a cinque volte il trattamento minimo dovranno versare un contributo di solidarietà, e, maggiore sarà la loro anzianità contributiva, più alta sarà l'aliquota del contributo! -
- E quale sarebbe l'importo di questo trattamento minimo? -
Ahahahah, sghignazzò il ciccione ridendo a crepapelle.
- Il minimo vitale è già stato stabilito in 481 euro, quindi la trattenuta sarà effettuata a tutti quei parassiti che percepiscono qualcosa in più dell'enorme somma di 2.405 euro, ovviamente lorde, che corrispondono a circa 1.000 1.200 euro netti mensili! -
- Bene, bene, questa è una buona notizia. - sogghignò il vecchio, - È ovvio che questi soldi poi torneranno a noi? -
- Ovvio; e non solo, tra IMU, addizionali regionali e comunali, aumento delle accise, dei bolli e altre sciocchezzuole del genere, questa massa di pecoroni sarà, ben presto, costretta a cercare il cibo nei cassonetti! -
- Non basta! - tuonò il segretario della riunione, un vecchietto segaligno e bavoso, che doveva la sua fama e il suo patrimonio ai suoi studi di economia che lo avevano portato a essere consigliere di amministrazione in una cinquantina di banche e di multinazionali, - Non basta! C'è un problema ancora più grave che dobbiamo risolvere. Avete preso in considerazione quanto sia enorme questa massa di pensionati e d'invalidi che campano a ufo sulle nostre spalle e che non si decidono mai a schiattare? -
Un mormorio di assenso percorse la sala, mentre i convenuti, alcuni dei quali levarono le braccia al cielo in segno di disperazione scrollando il capo, confermarono con forza le preoccupazioni espresse dal segretario.
Il presidente fece un bieco sorriso e si alzò in piedi (pochi se ne resero conto perché la sua statura rimase uguale), poi invitando con un cenno tutti i presenti ad avvicinarsi sussurrò:
- Ho già predisposto un piano grandioso e ho messo al lavoro tutti i nostri tecnici e i nostri migliori chimici. Ascoltate... -
La conclusione del suo discorso fu accolta da un silenzioso attimo di stupore cui segui un fragoroso applauso mentre i presenti, lieti in volto, si scambiavano calorose strette di mano e grandi pacche sulle spalle.
Strombazzato da tutti i giornali e le TV come il più benevolo e straordinario decreto legge, finalizzato a ristabilire un'atmosfera di fiducia e di ottimismo tra la moltitudine degli anziani e degli invalidi, titolari di pensione, fu deciso che in tutti gli stadi di ogni città si sarebbero tenuti i - concerti dei bei tempi della giovinezza - .
Ogni sera, per tre sere di seguito, cantanti e attori del passato, perfettamente e realisticamente presenti sia come androidi, sia in accurate riproduzioni olografiche, avrebbero riproposto le loro famose canzoni e le loro migliori interpretazioni.
La partecipazione all'evento era gratuita ma obbligatoria. Ogni trasgressione sarebbe stata punita con la massima severità. Una quantità enorme di vecchi prese posto negli stadi; alcuni con la sedia a rotelle, altri in barella, molti appoggiandosi a bastoni e treppiedi. I più riluttanti furono trascinati a forza dalle loro case, dagli ospizi e persino dagli ospedali. Le rappresentazioni ebbero inizio tra lo sfavillare delle luci e il suono di decine di casse acustiche.
Sul palco si susseguirono senza posa perfetti androidi, indistinguibili dai defunti personaggi originari. che si esibirono nelle migliori interpretazioni di Nilla Pizzi, Claudio Villa, Achille Togliani, Luigi Tenco e molti altri. Seguirono divertentissime scenette interpretate dai vari simil-Totò, Macario, Peppino De Filippo, Franco e Ciccio, Gino Bramieri, Renato Rascel...
Tra la folla, accaldata, sudata, stremata, si aggiravano senza posa splendide ragazze in minigonna, recando carrelli dai quali distribuivano gratuitamente bottigliette di acqua minerale e di bibite varie che erano richieste e accolte con sollievo dalla stragrande maggioranza del pubblico.
Alla successiva riunione, il presidente era raggiante e propose un brindisi.
- La nostra iniziativa ha avuto un enorme successo! - dichiarò. - Ai concerti, volenti o nolenti, hanno partecipato quasi diciassette milioni di quei vecchi rimbambiti. Quasi l'80% di loro ha gustato le nostre - bevande - .
In quest'ultimo anno i decessi, scaglionati nel tempo per effetto dei diversi veleni selezionati dai nostri chimici, hanno già eliminato quasi tredici milioni di quegli esseri inutili, dannosi e... costosi. Tutte le cause di questa eccezionale mortalità sono state addebitate a infarto, ictus fulminanti e altre cause naturali.
È ovvio che, data l'accurata non rintracciabilità delle sostanze sintetizzate nei nostri laboratori, non abbiamo corso alcun rischio, e abbiamo ottenuto, eccezionali risultati e molto consistenti guadagni! -
- Evviva! Complimenti per l'ottimo successo! Alla nostra salute! - gridarono soddisfatti in coro tutti i presenti, levando in alto i loro calici di prezioso cristallo di Boemia ripieni di Perrier Jouet Belle Epoque, del costo di 1000 euro la bottiglia.

Sergio Bertoni

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