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Autore: Loredana Zino
Io canto lo spirito libero e l'eros
Romanzo Formazione
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Io canto lo spirito libero e l'eros
Li chiamano angeli custodi. Tutti amano pensare di averne uno. In molti sono certi di averlo incontrato, io appartengo a questa schiera. Il mio angelo è un'entità maschile di nome Sami, anche se lui preferisce definirsi guida spirituale. Sono venuta a conoscenza dell'esistenza di Sami tramite Margherita, una channeller di Torino. Grazie all'apertura del suo canale spirituale, Margherita può mettersi disponibile a canalizzare i messaggi provenienti da queste entità. Essendo spiriti evoluti, si esprimono attraverso concetti profondi che a volte richiedono tempo, per essere compresi appieno. Del resto, questa è la missione delle entità: assisterci, mandarci dei segnali, ma poi lo sforzo decisivo è nostro. Non ci sarebbe amore da parte loro se non ci permettessero di esercitare il libero arbitrio, di vivere la vita attraverso la nostra pancia. Quello che segue è il succo del primo incontro.
Il primo incontro di Laura e Sami: Rispetto e Valorosità.
- Nel significato della mia presenza, di un atto d'amore, hai da accogliere il senso di una maggiore valorosità che possa aiutarti a determinare il tuo vissuto. Amata, è importante che ci siano dei momenti dove ricapitoli la tua vita, dove riconosci quello che hai trasformato, e quello che è stato necessario abbandonare. Così Sami si presenta a te. Così o mia amata mi riconosco sul tuo cammino e su quanto vorrai scoprire. Sono energia maschile. Dimmi-
Laura - Sami...sono qui perché vorrei comprendere il senso di quello che mi è successo-
Sami - E' importante che tali eventi ti portino a mettere più ordine nelle tue forme sentimentali. Intanto per rendere nitido e rispettoso il tuo modo di amare, e determinando poi chi è parte del tuo universo di affetti. È imparare a non essere più vittima della tua sensibilità. È importante che ti identifichi nell'Amore, senza forme di dipendenza. Agisci con forme di meditazione, ma anche in quelle pratiche dove impari a conoscere il tuo Io, vuoi sia psicodramma, bioenergetica, biodanza, o altre forme, ma ti prego di mantenere il senso dove l'Io ed il Se' procedono parallelamente -
L. - Vorrei provare la strada del teatro -
S. - Sarebbe interessante se facessi un lavoro nell'espressività teatrale ma con una base di ricerca. Lo psicodramma o certe forme di arteterapia avranno da essere un buon supporto. L'utilizzo delle emozioni e del corpo sono un ottimo veicolo, che ti si adatta perfettamente -
L. - Si è creato un legame molto bello con i componenti delle Pleiadi, e vorrei proseguire -
S. - Va benissimo. Ciò non toglie che tu possa avere un buon rapporto con loro, però permettendo di scegliere quanto ritieni più consono a te. Quanto intendo è l'espremibilità teatrale o della scrittura: se non ha una base di ricerca, non credo che ti si renda soddisfacente -
L. - Ho capito ciò che intendi come ricerca, però siccome mi sono sentita spensierata frequentando queste donne.....-
S. - Come dicevamo, quest'esperienza ti dà un grosso supporto. È un poco come se avessi imparato ad aprirti di più, ad aver meno timore di esporti -
L. - Ho bisogno di essere costantemente innamorata -
S. - Fino a che non scoprirai che l'Amore è uno stato d'essere. Ora credi che l'Amore venga vissuto attraverso una reattività, che ti viene data da un legame d'amore: l'oggetto d'amore che ti consente di vibrare. Ben venga. Sappi che il compito che hai è di far emergere questo Amore. Dove scopri che ogni atto che compi è un atto d'Amore. Dove non vi è il bisogno di sentirsi provocati dall'Amore perché questo sia tale. Diremmo piuttosto che, dato che non presenti ancora la completezza del tuo mondo femminile, vi è l'attrazione ad un equilibrio col maschile. È dunque questo lo sprone, che però appunto, vale la pena lo riconosci come tale, e non vai confondendolo con il poter disporre dell'Amore che c'è in te -
L. - Mi rendo conto che la mia femminilità è incompleta -
S. - E diviene importante che vai attraendo chi può essere significativo al tuo percorso di femmina, però aggiungiamo l'attenzione, a non far sì che tale elemento divenga una condizione indispensabile, altrimenti parti nelle relazioni - e ne sai qualcosa - come se tu fossi già fin dall'inizio sottomessa -
L. - Francesco potrebbe essere giusta come persona? -
S. - Quanto è di voi, esiste un potenziale, e non voglio io, o amata, caricare questa situazione di una responsabilità dove sembri, e già è un rischio da parte tua, il centro della tua vita. È una fetta solamente della tua esistenza. Dunque ritengo che qualunque incontro tu abbia, e il richiamo sia reciproco, e ti vivi la tua femminilità, la tua sessualità, io lo ritengo significativo per il cammino di crescita della tua identità. È importante che non vi siano dinamiche dove rischi di sentirti sottomessa -
L. - Il ragazzo che avevo prima, una volta provocò la mia femminilità, nel senso che mi sentii punta sul vivo per alcuni complessi che ho riguardo la mia sessualità -
S. - Potrebbe esserti accaduto di aver attratto uomini che non ti hanno saputo far vivere la tua vera sessualità, e tu hai creduto in una tua anomalia, quando l'anomalia è provocata da ciò che ti è dato dall'esterno -
L. - C'è un episodio con un uomo che mi ha molestata. Ti domando se ho reagito troppo male o... -
S. - Dovevi difenderti, certo sì. Diciamo che ti sei fatta persin troppo ferire e toccare dentro -
L. - Per ultima una domanda importante. Ecco, se puoi spiegarmi com'è la dimensione in cui sei tu -
S. - O amata, non vi sono spazi vuoti fra la Terra e il cielo -

Donna Peppina

Beatrice ha invitato a raggiungerci all'agriturismo una compagnia di teatranti che dalla settimana scorsa si sta esibendo nell'Orfeo. Dalia e Milo sono entusiasti e non vedono l'ora di conoscerli.
Donna Peppina, la regista quarantenne siciliana della compagnia Sceneggiate Scomposte, era una bisessuale dichiarata, alta e mal fatta, con occhi verdi da strega, capelli neri acconciati come Hitler e un ambiguo accenno di peluria sopra il labbro. Non sapevi se ti attraeva più di quanto ti ripugnasse, ma bastava che lei si interessasse a te, che ti posasse gli occhi addosso, per distrazione o altro, ed eri fatto. Parlava allargando a dismisura le vocali, contorcendo il viso in smorfie terrorizzanti, un po' per deformazione professionale a furia di insegnare agli attori a scandire bene le parole, e in parte indubbiamente per sadismo e terrorismo psicologico. Venne a cena da Bea dopo la replica a Montepulciano, accompagnata da due assistenti, Aidano e Karina, completamente succubi, legati a lei da un rapporto di chiaro sadomasochismo e tra loro da evidente competizione.
“Aidano è il responsabile dei laboratori teatrali per i dilettanti”; ce li presentò tra un tiro e l'altro di Gauloises senza filtro, fregandosene del nostro tossire e gettando disinvoltamente la cenere nel palmo della mano, dopo il caffè nel salottino, finchè Beatrice, con l'incazzatura in gola e dimenando il culo più che mai, si alzò per procurarle un posacenere. Aidano era un generoso omone tra i 55 e i 60, un tempo gran bel tipo, attore piuttosto famoso a Roma, ora recuperato da Donna Peppina con cui aveva stipulato un patto del diavolo: tu mi prepari i dilettanti, io prendo i soldi da Provincia e Comune per gli spettacoli a scopo sociale, e quando faccio uno spettacolo serio, con attori veri e stipendiati e la tourneè, ti dò una parte. Aidano non toglieva mai gli occhiali scuri, e nonostante la prestanza fisica, la sua altezza e la chioma platino, era afflitto da un fastidioso tic alle palpebre, su cui stendeva un velo di ombretto grigio, secondo la scuola del grande De Sica. Karina: siciliana grintosa ma piccola di statura, sui 45/50, capelli viola tagliati anni '20, sguardo da lussuriosa e voce annoiata, corpicino ben coltivato. Formavano uno strano ed inquietante trio. Quella sera Donna Peppina mise gli occhi proprio su Malintzi, nonostante le lusinghe di Dalia e gli sguardi adoranti del biondo e abbronzatissimo croato.

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Erri De Luca Erri De Luca. Nato a Napoli nel 1950, ha scritto narrativa, teatro, traduzioni, poesia. Il nome, Erri, è la versione italiana di Harry, il nome dello zio. Il suo primo romanzo, “Non ora, non qui”, è stato pubblicato in Italia nel 1989. I suoi libri sono stati tradotti in oltre 30 lingue. Autodidatta in inglese, francese, swahili, russo, yiddish e ebraico antico, ha tradotto con metodo letterale alcune parti dell’Antico Testamento. Vive nella campagna romana dove ha piantato e continua a piantare alberi. Il suo ultimo libro è "A grandezza naturale", edito da Feltrinelli.
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Lisa Ginzburg Lisa Ginzburg, figlia di Carlo Ginzburg e Anna Rossi-Doria, si è laureata in Filosofia presso la Sapienza di Roma e perfezionata alla Normale di Pisa. Nipote d'arte, tra i suoi lavori come traduttrice emerge L'imperatore Giuliano e l'arte della scrittura di Alexandre Kojève, e Pene d'amor perdute di William Shakespeare. Ha collaborato a giornali e riviste quali "Il Messaggero" e "Domus". Ha curato, con Cesare Garboli È difficile parlare di sé, conversazione a più voci condotta da Marino Sinibaldi. Il suo ultimo libro è Cara pace ed è tra i 12 finalisti del Premio Strega 2021.
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