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Autore: Giada Bianco
La magia del Natale
Fantasy Per bambini
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La magia del Natale
"Nella notte di Natale, un buon signore e sua moglie con la loro slitta, mentre attraversavano il bosco vennero sorpresi da una bufera che li bloccò in mezzo alla neve. In quella stessa notte nel bosco passeggiavano tre folletti.
Gioiosi e coraggiosi decisero di salvarli. Salvandoli, li porteranno a Natuqra la loro fredda terra a nord
dei regni magici di Halya.
Il buon signore e sua moglie, grazie ai folletti
conosceranno la magia e i folletti scopriranno l'amore
di una madre e di padre.
Insieme il buon signore con la moglie e i folletti, uniranno la magia con il Natale per creare qualcosa di grandioso
per i bambini di tutte le terre: Babbo Natale."

1.Il buon signore
Questa storia ha inizio in una lontana terra del nord, in una fredda notte, nel piccolo paesino di Acqua Scura.
Ad Acqua Scura viveva un buon signore di nome Klaus, molto alto e robusto il giusto per aver l'aria da bonaccione. Aveva una lunga barba, occhi piccoli neri e il naso a patata.
Klaus viveva in una casa, semplice e felice per le piccole cose, condivise con sua moglie la signora Anabel. Anabel, era una paffuta signora con lineamenti dolci, con un'adorabile naso all'insù, aveva grandi occhi azzurri e la testa piena di ricci color grano.
In casa avevano un laboratorio, pieno di ceppi di legno, trucioli e segatura sparsa ovunque. Lui era un abile falegname, conosciuto e rispettato in tutta la terra del nord. Dall'altro lato Il laboratorio si trovano: fili, aghi, stoffe pregiate e bobine colorate. Anabel era una esperta sarta, famosa tanto quanto il marito, l'unica in tutto il villaggio di Acqua Scura con la macchina da cucire.
Quella sera lentamente iniziò a cadere la neve, Klaus era seduto su uno sgabello intanto a intagliare un cavallino di legno, Anabel invece cuciva un grazioso vestitino rosa tanto piccolo che non poteva essere di una bambina. Nel loro tempo libero Klaus intagliava animali di legno, navi e trenini
mentre Anabel creava bambole e orsi di pezza. Costruirono negli anni numerosi balocchi riposti su lunghe mensole o dentro a vecchi bauli. I due signori per anni avevano desiderato un bambino, da amare e tramandare il loro
sapere e abilità... Ma purtroppo, il loro desiderio non si realizzò mai.
- Sono tempi duri, e l'inverno è arrivato prima quest'anno. - borbottò Klaus
- Tutta questa povertà rende tutti tristi e purtroppo anche i piccoli bambini. Basterebbe trovare qualcosa che li renda
felici. - rispose Anabel che vestì una bambola di pezza con l'abito rosa.
- Klaus si guardò intorno e vide le numerose bambole, orsacchiotti, animali, navi e trenini di legno, erano su quelle mensole da anni e ricoperte di polvere.
- Moglie mia, ho un'idea! - esclamò allegramente, - Per anni invano abbiamo atteso e sperato l'arrivo di un bambino, abbiamo collezionato tanti giochi che stanno invecchiando e prendendo polvere. La mia idea è che potremmo consegnare i giochi ai bambini del nostro villaggio e anche a quelli dei paesi vicini. Abbiamo tanto amore e gioia da dare ai bambini. - Anais sorrise, poi abbracciò il marito entusiasta.
- È una meravigliosa idea. Sì! Facciamolo! -

2.I balocchi
I giorni passarono. Anabel, tolse la polvere delle bambole, restaurò i malconci pupazzi, a qualche bambola le cambiò i capelli ad altre i vestiti. La signora riuscì anche a cucire nuovi pupazzi di tela e stoffa. Klaus, lucido i suoi vecchi animali e trenini, creandone anche alcuni nuovi. Quando tutti i giochi erano pronti Anabel abbellì i doni con fiocchi di stoffa rossa.
Tre giorni prima della vigilia di Natale Anabel decise di preparare un gustoso regalo per gli adulti. Preparò e cucinò tanti gustosi biscotti al burro, considerati di lusso in quei tempi, perché costava molto.
In un batter baleno giunse la vigilia di natale.
Klaus passò tutta la giornata nella stalla per sistemare la sua vecchia slitta, a Cometa la loro renna, diede cibo e coccole, preparandola per il lungo tragitto che quella notte avrebbe percorso. Infine caricò tutti i doni sulla slitta, protetti da una coperta verde per proteggerli da ogni intemperia o imprevisto. In quella terra del nord il tempo cambiava velocemente e con molta facilità e saggiamente, Klaus e Anabel non volevano farsi trovare impreparati.
Partirono sotto un cielo limpido coperto da infinite stelle. Al piccolo villaggio consegnarono i doni, da casa in casa, da famiglia a famiglia, a ogni bambino o bambina. I bambini e bambine erano contenti dei doni, mentre i genitori commossi per il gran cuore di Klaus e Anabel. I bambini avevano un nuovo gioco e gli adulti avevano in bocca il buon sapore dei
biscotti al burro. Nessun bambino, bambina, uomo, donna, anziano o anziana rimasero a mani vuote.
Finito di consegnare i doni si misero in viaggio verso i piccoli villaggi vicini, l'ospedale e l'orfanotrofio.
Era tardi, ma non troppo tardi, mancava solamente un ultimo villaggio per portare a termine il loro buon gesto.
Improvvisamente però, vennero sorpresi da una bufera di neve. Cometa iniziò a essere molto stanca.
La bufera era violenta, come forse non si era mai vista. Cadeva tanta neve che era impossibile vedere un palmo dal proprio naso. La povera Cometa si perse, Klaus si guardò intorno ma non c'era nulla. Il freddo pungente, iniziò a farsi sentire anche sotto le pellicce e dentro le ossa, il freddo portò a loro un improvviso sonno, che lentamente li fece addormentare.
3.I tre folletti
Intanto, nel bosco si udiva una simpatica canzoncina, tanto allegra che sembrava ignorare la bufera.

Neve, neve, neve tanta neve
dolce candida e lieve.
C'è molto bianco e molto freddo
e tra poco la strada di casa io prendo.
Canto, corro e ballo nella natura
con sciarpa, cappello e cintura.
Guardo intorno e vedo animali,
grandi, piccoli e speciali.
Ci divertiamo e cantiamo anche se è sera
tanto tra poco useremo la nostra sfera.
Con allegria e ironia,
portiamo con noi la nostra magia.

Cantavano tre piccoli adorabili e felici folletti, che indossavano graziosi vestiti. I folletti sembravano bambini! Avevano visi furbi, sorrisi dolci, guance rosse come le mele e ovviamente avevano le scarpe e le orecchie a punta.
Il primo era Fidy, con capelli neri e occhi verdi, indossava un completo verde pieno di luccicanti brillantini. Il secondo era Matisse, il più basso e cicciottello, aveva capelli e occhi marroni, indossava un abito tutto rosso che lo faceva assomigliare a una grande fragola. Il terzo folletto Arturo era
il più alto e magro, con occhi chiari e capelli biondi, indossava un vestito dorato.Davanti al loro cammino c'era una pallina rossa che fluttuava nell'aria, ricoperta di peli e con grandi occhi. L'insolita pallina o animale, brillava, tanto come un faro.
Camminando, rimasero turbati quanto trovarono in mezzo al nulla la slitta, e impauriti si nascosero. Non potevano farsi vedere, però incuriositi guardarono la slitta con i due umani, a debita distanza, ovviamente.
- Dobbiamo aiutarli o moriranno! - disse Fidy
- Non possiamo lasciarli qui. Portiamoli a Natuqra, con noi! - propose Matisse
- Siete pazzi per caso? Non possiamo farci vedere. Cosa direbbe la Fata dell'Inverno? - mormorò Arturo.
- Lei vuole che aiutiamo chi ha bisogno - rispose Fidy.
Nali (la pallina rossa) volò da Cometa, seguita da Fidy e Matisse senza alcun timore.
- Venite qua! - li rimproverò Arturo.
- Tranquillo, stanno dormendo. - rispose Matisse guardandoli da vicino aggiunse - Il grande freddo li sta portando via. - Arturo timoroso raggiunse i suoi amici.
- Avete ragione. Beh forse per una volta possiamo fare uno strappo alle regole. - salirono tutti sulla slitta guardandosi intorno come piccole vedette.
- Qui andrà bene. - Arturo tolse dalla tasca una sfera di cristallo con dentro una poltiglia blu con brillantini luccicanti viola. I tre folletti dissero in coro...

Presto sfera portaci via
tutti quanti con la tua magia.
Portaci via attraverso lo spazio e il tempo
questo è il nostro momento.
Portaci a Natuqra.

Dentro alla sfera iniziarono ad alzarsi i brillantini e un piccolo uragano comparve in mezzo alla poltiglia. La sfera si spaccò e vennero risucchiati in essa del piccolo uragano.

4.Il dolce risveglio
Klaus e Anabel si svegliarono in una stanza grande tutta colorata e molto calda. Si trovarono sdraiati su ben sei letti! Tanto piccoli e attaccati uno con l'altro, tra coperte e cuscini colorati.
- Cosa è successo? - chiese Anabel.
- Non lo sò, non mi ricordo. - rispose Klaus.
- Buon pomeriggio! - esclamò felice Matisse, uscendo da dietro il letto.
- Matisse, così spaventi i nostri ospiti. - disse Fidy saltando sul letto, dopo essere sbucato da chissà dove (forse da sotto il letto?). Arturo fu l'unico che non li spaventò.
- Io sono Arturo. Loro due sono Fidy e Matisse. Siamo dei folletti. -
- Io sono Klaus, lei è mia moglie Anabel. - rispose confuso grattandosi la testa.
- Vi abbiamo trovato nel bosco su una slitta rotta, eravate congelanti e noi vi abbiamo salvato. -
- Dove siamo? - domandò Anabel
- Siete a Natuqra, l'isola più a nord di tutte le terre di Halya. - esclamò con gioia Fidy. Klaus e Anabel si guardarono confusi.
- Le terre di Halya? Natuqra? - domandò Klaus, i tre folletti fecero sì con la testa.
- Non compare in nessuna delle vostre comune mappe, parche questa è una terra magica, lontana e separata dalla vostra.>
- Forse stiamo sognando Anabel? - bisbigliò Klaus all'orecchio della moglie
- No, no, no... certo che no. Non state sognando. - rispose Matisse mettendosi a ridere di gusto.
- Questa è solo magia! - rassicurò Arturo - Semplice e pura magia, niente di più e niente di meno. -
- Se non fosse stato merito della magia, come facevamo a portarvi qui? -
Marito e moglie si guardarono, c'erano solo due valide spiegazioni: o stavano facendo lo stesso sogno, oppure era davvero magia. Improvvisamente sentirono i ritocchi squillanti e assordanti di una campanella.
- SI MANGIA! - esultarono i tre piccoli folletti. Saltavano sul letto e dopo una capriola rotolarono a terra - Venite con noi, vi presenteremo tutti gli altri folletti. -
Prendendoli per mano, lasciarono la stanza e percorsero i lunghi corridoi colorati, incasinati, con tante finestre e disegni vivaci appesi come quadri. I tre folletti, saltellavano e correvano per i corridoi profumanti di cibo, Klaus e Anabel si fecero trasportare dall'euforia che i piccoletti furono tanto bravi a donare.
Quella non era la casa dei folletti, loro vivevano in piccoli adorabili dormitori simili a casette sparse qua e là nel loro villaggio. Quel luogo, più che altro era il loro “punto”: ritrovo, gioco, mensa, insomma posto per fare tante cose.
Giunsero alla mensa, dove intorno a un grande tavolo basso e a ferro di cavallo erano seduti tutti i folletti, maschi e femmine. - Amici - disse Fidy - I nostri ospiti si sono svegliati. Presto...mettetevi tutti in fila, vi presentiamo a loro. -
I folletti ascoltando si misero in fila.
- Lei è Anais, poi ci sono Bianca, Billy, Briciola, Chiara,Cat. Cesare, Chicco, Charlie, Darwin, Età, Etnia, Etino, Fagiolino, Fagiolina, Fagottino, Ghismo, Gidif, Gigio, Gum, Janet, Julian, Jim, Laica, Lilly, Lino, Lova, Luk. Lucky, Luna, Marino, Milka,Minù,Moore, Olivia, Paco, Pam, Pitto, Pitta, Poul, Romeo, Rudy, Rui, Rufy, Sem, Senil, Simba, Stella, Timmy, Tino, Teodor, Trudi, Trudina, Valentina, Valentino e infine Ziggy. - i folletti li salutarono Klaus e Anabel poi tornarono al loro posto.
- Lui è Furfantino il nostro guardia renne. -
- Tanto piacere. - disse Furfantino con i vestiti pieni di fieno, stringendo le loro mani - La vostra renna, Cometa è con le mie renne.. -
- Grazie Furfantino, grazie davvero di cuore. - ringraziò Klaus.
Klaus e Anabel si accomodarono su delle piccole sedie accanto Fidy, Arturo e Matisse.
La porta della mensa si aprì, e uscirono dieci pupazzi di neve scivolando sul pavimento pattinando. Ogni pupazzo di neve, portava due vassoi pieni di dolci leccornie. La cena era davvero dolce come una abbondante colazione a base di: latte, tè, cioccolata calda, biscotti, pasticcini,
muffin, ciambelle, pane, gelatine, budini, meringhe, gelati, zucchero, miele, burro, fette biscottate, cereali.
- Mmmm... Latte e biscotti, la mia cena preferita! - disse Klaus leccandosi i baffi - Incredibile! Ci sono pupazzi di neve, che vi fanno cenare con latte e biscotti. -
- Sono i nostri tuttofare: Bottone, Carota, Cappello, Fiocco, Freddo, Neve, Pallina, Sciarpa, Scarpetta e Sasso.>
- Quanti nomi! - esclamò Anabel, mentre spalmava del burro su del pane ricoprendolo poi con lo zucchero.
- Siamo in sessanta folletti e dieci pupazzi di neve, più i nostri amici animali. - spiego Matisse con la bocca sporca di cioccolato e di piccoli marshmallow rosa di una ciambella.
- Latte, biscotti, Folletti, allegria, spensieratezza e magia, non mi dispiacerebbe restare qui per sempre. - disse Klaus con la barba sporca di zucchero e briciole.

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Erri De Luca Erri De Luca. Nato a Napoli nel 1950, ha scritto narrativa, teatro, traduzioni, poesia. Il nome, Erri, è la versione italiana di Harry, il nome dello zio. Il suo primo romanzo, “Non ora, non qui”, è stato pubblicato in Italia nel 1989. I suoi libri sono stati tradotti in oltre 30 lingue. Autodidatta in inglese, francese, swahili, russo, yiddish e ebraico antico, ha tradotto con metodo letterale alcune parti dell’Antico Testamento. Vive nella campagna romana dove ha piantato e continua a piantare alberi. Il suo ultimo libro è "A grandezza naturale", edito da Feltrinelli.
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