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Autore: Tonino Cantelmi Valeria Carpino
Amore Tecnoliquido
Psicologia
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Amore Tecnoliquido
L'evoluzione dei rapporti interpersonali tra social, cybersex e intelligenza artificiale.

Sono passati tre lustri, quindici anni dalla pubblicazione del nostro testo Tradimento on line. Limite reale e virtuale dell'amore1 e sentivamo la necessità di revisionarlo alla luce di tutto quello che è mutato in questi anni. Sono così iniziate le nostre riflessioni. Il libro è stato scritto in epoca moderna, non con la macchina da scrivere ma al pc, ma su quale supporto lo avevamo salvato? È stato spontaneo cercare tra i CD, ma non abbiamo trovato nulla. Con nostra sorpresa, lo abbiamo trovato in un floppy disk... e questo ci ha dato la netta sensazione di quanto tempo sia passato senza che ce ne rendessimo conto! Quando scrivemmo il testo, pubblicato nel 2005, c'erano i siti di incontro dedicati all'amore, non si parlava di tradimento, non esistevano i siti sul tradimento, così ne abbiamo parlato noi. Ci si iscriveva su siti di chat-line, si chattava, si conoscevano persone che diventavano conoscenti, amici, si intessevano rapporti virtuali intimi, spesso solo di dialogo personale,
ci si innamorava, pur avendo una relazione nella vita quotidiana. Si stavano introducendo le webcam, ma in pochi la usavano. C'era una demarcazione tra reale e virtuale, anche se già dicevamo che al di là dello schermo c'era una persona reale, con una vita emotiva, più ruoli sociali, con attività lavorative. Lo schermo era protettivo se la comunicazione diveniva fastidiosa, ci si disconnetteva e si tornava in rete con un nuovo nickname, quasi a mettersi in relazione con una nuova identità. C'era chi poteva comunicare per mesi senza sapere come fosse l'interlocutore al di là dello schermo, molti lasciavano la relazione nel web, protetti e celati, apparentemente liberi di esprimersi e agire le parti di sé taciute nella quotidianità. Altri, dopo un periodo di comunicazioni in rete, decidevano di incontrarsi, ma non sempre era semplice far coincidere la corporeità reale con quella percepita nei mesi di dialogo, con quella immaginata, fantasticata, idealizzata. Già parlavamo di - caos del quotidiano - ma era ancora nulla rispetto alla velocità vorticosa di oggi. Sottolineavamo la necessità umana di raccontarsi, di dialogare, di essere ascoltati per come si è veramente senza le maschere di terracotta con espressione tragica o comica che utilizzavano gli attori nelle rappresentazioni teatrali greche. Ci chiedevamo cosa spingesse le persone, che vivevano una relazione stabile, a cercare altro in rete, se fosse per noia, solitudine, mistero o fascino della novità. Se fosse per la necessità di provare nuove sensazioni elettrizzanti, la voglia di rivivere le inebrianti sensazioni dell'innamoramento o un disagio personale. Parlavamo di una scissione tra mente e corpo nel tentativo di liberare un'interiorità negata o non esplicitata. Rifugi della mente a volte rischiosi che portavano ad estraniarsi dalla realtà vivendo una realtà parallela, dissociativa, fino ad arrivare a disturbi psicopatologici.
In quegli anni, la sentenza n. 9472 del 1999 della Corte di Cassazione, anche se non parlava di - adulterio online - ma di - tradimento platonico - , aveva stabilito di addebitare la separazione, l'adulterio apparente considerandolo alla stregua del tradimento autentico. Parlavamo di incontro, di attrazione, di innamoramento, di intimità tra le persone ma anche di senso di abbandono, di terrore nel separarsi dall'altro, di bisogno di stare con l'altro, di rimanere fedeli a sé come individui che si realizzano nella vita. Abbiamo così introdotto il concetto di - dipendenza dall'uso patologico della rete - , rifacendoci agli studi di quel periodo in America e in Italia. Ma cosa è cambiato dal 2005 ad oggi? Come è cambiata la rete in una società tecnoliquida, quale quella in cui siamo immersi? Ne siamo consapevoli? E siamo consapevoli di noi? Come è la nostra mente oggi? Come è il nostro sistema socioaffettivo? Come sono le nostre relazioni interpersonali? Come esprimiamo l'amicizia e l'amore? Come viviamo la sessualità? L'amore è tangibile, mentalizzato, idealizzato, fantasticato? Gli umanoidi sono con noi? Nel futuro ci sorpasseranno? Ci sarà una guerra tra noi e loro, ne saremo annientati o saranno nostri alleati in una convivenza pacifica e collaborativa? Ricorreremo agli umanoidi per farci aiutare nella praticità quotidiana o intesseremo con loro rapporti di intimità mentale e fisica? Su questi e altri interrogativi rifletteremo in questo testo.

1. La rivoluzione digitale e la postmodernità tecnoliquida

Negli ultimi quindici anni lo scenario multimediale si è completamente trasformato, davanti agli occhi, dentro, intorno, tra le mani dell'uomo e della donna di questa epoca cangiante e incessantemente mutevole. Come ha detto Papa Francesco nel 2015,

Non viviamo in un'epoca di cambiamento, viviamo un cambiamento d'epoca.

È avvenuto in modo naturale, quasi inconsapevole, ci si è trovati ad utilizzare strumenti che sono parsi, all'inizio, utili, poi necessari, e che erano impensabili trent'anni fa. Ma non sono solo oggetti ultramoderni: è la mente dell'uomo che è cambiata, come sono cambiate le sue percezioni, le sue sensazioni, le sue relazioni. Una rivoluzione incessante, che ha modificato la gestualità quotidiana. Sono cambiate le priorità la percezione dell'esperienza. Si sono modificati i limiti corporei, l'uomo si è espanso, ampliato, l'umanità è aumentata oltre il perimetro del sé tangibile, a volte in un gigantismo grottesco, in un equilibrismo camaleontico depersonalizzante, narcisistico, ambiguo, irreale. Diventa difficilissimo riuscire a mantenere un minimo di privacy, ogni atto o movimento è tracciato, che lo si voglia o meno. L'uomo è nell'era post-moderna tecnoliquida co-protagonista di una rivoluzione digitale della quale non conosce totalmente l'origine né la meta. Inizio e fine sulle quali si possono fare supposizioni o ideare previsioni. Una civiltà festaiola e giocosa che fatica a gestire e sostenere i volta-faccia della sorte in un'egoistica autoreferenzialità scevra dalla considerazione dell'altro. La realtà diventa liquida, sfumata, inconsistente, vorticosa, brillante, smart, ma meno umanizzata se l'uomo non si ferma a riflettere su tutto questo incessante divenire. Il passaggio dall'analogico al digitale ha portato a una vera rivoluzione tecnologica che ha condotto a mutazioni nella mente e nei comportamenti umani. Digitale è tutto ciò che attiene alle dita e con esse l'uomo, da tempo immemore, conta. Il digitale è una rappresentazione numerica, in forma binaria 0 e 1, dell'informazione. Il passaggio dall'analogico al digitale ha convertito gli elementi in un insieme che sia numerabile. Negli anni '70 i dati venivano conservati nella modalità analogica; oggi c'è il digitale. Quello che si trasforma non è banalmente analizzabile solo in base a degli strumenti e dispositivi innovativi, quello che è cambiato sono un insieme di pratiche e tratti culturali: è mutata la mente. Il paesaggio della rete odierna è l'innovazione perché i nuovi media si creano, si dissolvono, vengono utilizzati, adattati, inghiottiti nella cultura a un ritmo vertiginoso e incessante. Con internet tutto sembra irresistibile, non fosse altro per il fatto che è a portata di mano. Nel tempo si sono succedute mutazioni nel mondo della comunicazione: il passaggio dal racconto orale a quello scritto, l'emergere dell'assetto socioculturale della stampa, il palesarsi dei nuovi mass media alla fine del Ventesimo e agli inizi del Ventunesimo secolo: sono tutti cambiamenti di paradigma importanti nel modo di esprimere le proprie idee. Prima i cambiamenti tecnologici e poi un periodo di utilizzo e di assestamento. L'era postmoderna ha dato una nuova veste a tutte le modalità di espressione artistica e ha attivato una serie di conseguenze intellettuali, sociologiche, psicologiche i cui effetti sono tangibili. La rete e i social possono creare una frattura rispetto all'ambiente nel quale l'uomo vive, portandolo ad isolarsi dalle persone che sono accanto a lui e fino a dargli la sensazione di essere provvisorio, traballante, precario rispetto alle relazioni nel mondo reale che possono essere bypassate da richieste che arrivano dalla rete. L'uomo è catturato dalle immagini e dai suoni, e offline comunica sempre di più utilizzando i contenuti presi in prestito dai media a discapito delle parole, del racconto di sé e della condivisione dell'altro. Giovani e adulti mandano un messaggio o un WhatsApp il cui contenuto è una canzone o un'immagine, senza nessuna parola che li accompagni. I giovani si inviano - collage di immagini per esprimere come vedono se stessi - 3. Le loro pagine, - le loro storie - su Instagram o il loro - stato - su WhatsApp sono l'equivalente multimediale del diario di una volta, un intrico di racconto personale incollato al materiale carpito da altri che, eventualmente, viene arricchito e ampliato. Nel 2002, l'avvento del web e l'introduzione del digitale alle tecnologie hanno traghettato tutti verso quella che definiamo - rivoluzione digitale e mentale - . La mente acuta di alcuni ha indotto la rivoluzione tecnologica digitale; la mente collettiva è stata pronta ad accogliere il cambiamento. È l'uomo che ha progettato gli strumenti tecnologici e impostato il loro funzionamento e non il contrario. La comunicazione si manifesta attraverso un oggetto, sia esso uno smartphone o un computer, che sono mezzi che rappresentano un groviglio di relazioni sociali che si intrecciano con le caratteristiche di una nuova tecnologia. Si palesa un inedito tipo di società che è connotata da complesse reti interattive di comunicazione.

Tonino Cantelmi Valeria Carpino

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