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Autore: Gennaro La Vecchia
I misteri del Palazzo Catalano
Horror
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I misteri del Palazzo Catalano
Diario di Howard Klifford.

Ma la loro determinazione superava la paura dell'ignoto e quindi si avviarono verso il centro della sala dove si intravedeva una scalinata. Inaspettatamente e di colpo il grande portone si chiuse alle loro spalle e i due finirono in un luogo angusto che pareva un passaggio segreto. Spaventati e sanguinanti per aver rasentato le pareti, proseguirono impavidi. Si trovarono davanti scale impervie che salirono circospetti e con il fiato in gola. La stanza che si aprì alla loro vista dopo un lungo incedere era buia, vuota e silenziosa. Michael, camminando, sembrò pestare qualcosa di umido insieme ad un cappello di lana. Jack si fece coraggio e lo raccolse da terra. Guardando meglio nel cappuccio di lana il ragazzo trovò degli occhi, sembravano rosicchiati. Proseguendo calpestarono altre cose e tristemente si accorsero che erano dei corpi umani, forse di ladri. Ma quale mostro aveva potuto fare una cosa simile?
Incamminandosi sempre di più si sentirono dei colpi secchi e fragorosi come di quando un macellaio taglia a pezzi la carne. All'improvviso Jack inciampò in qualcosa di affilato e si tagliò. Quella lama sembrava essere di una spada.Improvvise delle urla agghiaccianti spaventarono i ragazzi che si misero a correre, ma ben presto si accorsero che stavano andando nella direzione opposta e anziché evitare il pericolo ci stavano proprio di fronte. Si ritrovarono davanti un'armatura piena di sangue e parti amputate e umane forse appartenenti ai corpi dei ladri. Michael e Jack non avevano paura di un'armatura, ma di quel che accadde subito dopo si, a un certo punto furono scaraventati contro il muro. La spada per fortuna non li colpì ma si accorsero che l'armatura era viva. L'armatura in movimento, come un morto vivente, sfondava al suo passare muri e porte, correndo e urlando sospinse i ragazzi verso la cappella privata, dove trovarono qualcosa che avrebbe potuto contrastare l'incedere dell'armatura. Michael la colpì con un pesante calice in bronzo massiccio e riuscì momentaneamente a stordirla. Ma non avevano idea che si trattasse di un fantasma.
Dopo essere uscito dall'armatura i due ragazzi non poterono colpire il fantasma finché Jack, quasi ad invocare una protezione, gli schizzò dell'acqua santa addosso. Il fantasma iniziò a bruciare finché i due ragazzi decisero di ucciderlo. Presero un fazzoletto e lo bagnarono con l'acqua santa. Purtroppo, Michael restò ferito e Jack, ricordandosi del tovagliolo fatto da suo nonno che gestiva “La Vecchia Tendaggi”, lo scagliò contro il fantasma. Michael rialzandosi prese la spada, la bagnò e dirigendosi verso lo spettro lo tagliò in due. Entrambi si ritrovarono allora ricoperti da una strana melma. I due scapparono, ma malauguratamente il fantasma ritornò e li rincorse con un martello dalla potenza inaudita, capace di distruggere ogni cosa. Lo spirito pareva impazzito, Michael e Jack ormai erano destinati ad una tragica fine.I ragazzi scagliando tutto quello che incontravano contro il mostro furono colpiti, ma il martello li mancò per un soffio e venne fortunosamente scagliato su un tavolo vicino a loro. Così i due lo presero e tornarono alla cappella e brandendo il colpo mortale finalmente uccisero il fantasma. Si fermarono poi in cappella, dove sembravano essere al sicuro. Lì si premunirono di una scorta di acqua santa per eventuali scontri. Ma come poteva spiegarsi il fatto insolito ed inquietante che un fantasma mangiasse le persone? Perché li seguiva? E perché si trovava nel palazzo? Michael e Jack furono costretti a passare la notte lì. La mattina i due si risvegliarono, da una finestra a malapena filtrava e si scorgeva un po' di luce. Fecero una colazione con ostie avariate e si incamminarono verso quello che sembrava essere il corridoio giusto, adornato da stupendi affreschi, orrendamente pavimentato da scie di sangue che portavano in una stanza il cui portone appariva degradato dal tempo. Dopo un lungo sospiro carico di terrore e ansia, i due ragazzi trovarono il coraggio di entrare.Entrarono nella prima stanza, era un'aula di musica dove regnava ovunque una polvere antica che ricopriva ogni cosa. La loro attenzione andò ai molti leggii, spartiti, qualche contrabbasso e un vecchio pianoforte bianco un po' usurato dal tempo. Le pareti erano graffiate e per terra c'era, abbandonato, un papillon. Uno stridio si sentiva vicino a un piccolo armadietto, Jack si avvicinò per aprirlo. Tentò svariate volte, ma dovette chiedere aiuto a Michael, che però era impegnato a suonare il pianoforte. Jack lasciò perdere l'idea. Stava per alzarsi quando si sentì strangolare da un archetto. Michael corse subito in suo aiuto, ma le sue mani erano bloccate. Gli strumenti iniziarono a suonare una strana, tetra melodia. Il balcone, gli scuri e il pianoforte con il vento iniziarono a sbattere in quella luce livida e spettrale. Michael riuscì a liberarsi e quindi corse da Jack. Voleva recuperare il controllo sull'archetto per liberarlo, ma fatalmente non si trovò più le mani che erano rimaste nel pianoforte. Una figura luminosa uscì dal pianoforte, la testa era ricoperta da spartiti e le mani ricoperte da guanti. Tolse i guanti e mangiò le mani di Michael. Sembrava aver acquisito la vitalità e il movimento delle sue mani, le aveva assorbite. L'archetto cominciò a stringere ancora di più, Michael cercò invano di romperlo, ma fu ipnotizzato dalla musica che suonava e si avviò quasi in stato di trance verso il pianoforte.Jack prese il suo fazzoletto portafortuna e lo avvolse all'archetto che cadde subito a terra. Jack al posto del pianoforte vedeva la bocca di un mostro che,con denti aguzzi, stava masticando un ladro dopo l'altro. Allora chiamò Jack, ma non gli rispose nemmeno una volta. A Jack iniziò a girare la testa, quella musica era strana, generata da un malefico spartito, il fantasma sembrava essere un maestro di musica. Prese un leggio e cercò di spaccare il vetro del balcone che però gli sfuggiva, era sempre più lontano. Jack iniziò a sputare sangue. Nel fondo della stanza vedeva una ragazza tra le grinfie di quel mostro che sembrava comandare tutto quello che stava intorno a lui con il potere della mente. Il mostro era l'Hollow Night, un personaggio di “Best Dimension” un semplice gioco da tavolo. A Jack sembrava di essere in un'altra dimensione, quella dei fantasmi, delle anime dannate e dell'Hollow Night. All'improvviso la stanza ritornò nel suo consueto ordine. Per fortuna a Michael non era successo niente, tranne che le sue mani che erano scomparse, ed era inquietante. Jack aiutò l'amico e gli sostituì le mani con pezzi di legno, come protesi posticce. Senza una meta precisa e sputando sangue svennero nel corridoio, uscendo dalla stanza che adesso era improvvisamente vuota. Si risvegliarono e Jack parlò a Michael di quello che aveva visto. Raccontò di una bambina della loro età che sembrava essere vestita da nobile. Col desiderio di trovare una via d'uscita i due entrarono nella seconda stanza.Era una stanza buia senza un filo di luce. I due ragazzi entrarono, ma si accorsero che il balcone era chiuso, serrato da strani e contorti rovi. Michael e Jack si accorsero che la porta si era chiusa dietro di loro. Jack si girò per cercare di capire meglio. Un urlo agghiacciante tagliò l'aria e rimbombò lugubre in tutta la stanza. Si accorse con uno sguardo atterrito che Michael era scomparso. Era una stanza molto grande, ma sembrava che i rovi avessero preso il sopravvento. Una figura strana si aggirava nella stanza. Jack vide una sagoma nera, si diresse nella sua direzione e si accorse che la figura aveva una coda e dei denti aguzzi con una cresta lunghissima sulla testa. In bocca aveva il braccio di Jack che stava ancora masticando. La figura si svegliò e Jack cominciò a correre, ma gli arbusti lo fermarono e lo attaccarono come un rampicante al muro. Jack svegliatosi vide che a fianco a lui c'era Michael. Degli strani animali si aggiravano nella stanza e gli arbusti sembravano essere penetrati nelle loro bocche, fino a toglier loro il respiro. Jack si sentì penetrare qualcosa nella schiena, forse era solo una atroce fitta di dolore. Egli si liberò e all'improvviso la stanza ruotò. Jack liberò anche Michael che sembrava in gravi condizioni. All'improvviso caddero dal tetto e si schiacciarono inermi sul pavimento. Tutte le creature iniziarono a correre verso di loro. Jack e Michael attraversarono la stanza rasentando il muro che intanto le creature iniziarono a spaccare con brutalità. Il caos incombeva nella stanza, ma all'improvviso scese di colpo un silenzio tombale.

Gennaro La Vecchia

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