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Autore: Irma Kurti
Briciole di gioia
Poesie
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Briciole di gioia
Branko Miljković, un rinomato poeta serbo che ha lasciato anche un segno indelebile nel panorama letterario dell'ex Jugoslavia e dei Balcani degli anni '50, da una figura di grande rilievo e coraggio nella lontana epoca comunista, scrisse nella sua poesia-manifesto Tutti scriveranno poesia: ...ma un giorno / là dov'era il cuore spunterà il sole / ed il linguaggio non avrà più parole / cui la poesia possa rinunciare / tutti diventeranno poeti. Il poeta si riferiva, maggiormente, alla purezza di emozioni insieme ad una elevata consapevolezza delle nostre azioni che dovrebbero segnare l'anima e il cuore degli esseri umani liberati dai propri limiti egoistici.
Quasi settant'anni dopo Irma Kurti, poetessa e scrittrice italo - albanese, esprime nel modo più bello, ovvero con la sua nuova raccolta poetica, la verità di questi versi in quanto il suo cuore poetico risplende come un vero sole. E poi compie un passo avanti perché con i suoi versi belli e sinceri, che vanno direttamente al cuore del lettore, risponde pure alla domanda se è possibile scrivere e poetare in una lingua diversa dalla propria lingua madre. Un argomento delicato come lo è anche lo stesso tentativo poetico, ma ben riuscito nel caso di Kurti. La sua è una poesia pura, semplice e bella nella sua sincerità, talmente persuasiva che tocca immediatamente le corde del cuore con una certa “ingenuità”, proprio quella che possiedono solamente i bambini ed i poeti.
Infatti, nella raccolta di Kurti, che consta di sessantacinque poesie su vari temi e argomenti, tutto sembra liscio e facile, ma poetare in un'altra lingua è una fatica da Ercole che a volte sembra pure quella di Sisifo. Un lavoro difficile, struggente, mai apprezzato abbastanza da qualche madrelingua, eppure un modo prezioso di arricchire sia la propria anima d'origine che “quella culturale” che ci appartiene con la scelta, il destino, la vita e chi sa con che cos'altro.

Vesna Andrejević
Scrittrice e Traduttrice


È amaro il caffè


È amaro il caffè che sto bevendo
con te, in un bar della periferia,
le strade assonnate si svegliano
e respirano a fatica.

Le macchine passano in fretta,
la città non sembra più minuta,
i pensieri non ci abbandonano
come una nuvola.

Le nostre parole vestite di furia
voglio annegare in questo caffè,
lasciare alle spalle la notte buia
e fare pace con te.

Ma è difficile. Può essere la fine
della storia la calma assordante
e noi due che non ci guardiamo,
ma fissiamo un punto distante?

È amaro il caffè con e... senza te.


Raccontami

Raccontami, papà, la storia della tua vita
di cui hai parlato poco e hai taciuto tanto,
per non lasciare insonne e non rattristare
questa figlia con cuore fragile e infranto.

Raccontami la storia triste del bambino
orfano e scalzo, immerso nell'afflizione,
l'anima gli gocciolava lacrime, mentre lui
seguiva con persistenza la luce e l'amore.

Hai cercato il sole anche nel giorno grigio,
nelle trappole che trovavi sulla tua strada,
hai cercato la bontà, il bello e la gentilezza
anche nelle persone meschine, senz'anima.

Raccontami, papà, adesso, tutta la tua storia.
In che viottolo tu hai incontrato l'affetto?
Come hai fatto a trovare il dolce sorriso?
Oggi, fragile ma soprattutto forte ti vedo.

Prendo tra le mani le tue rughe, le decifro.
È il difficile viaggio che chiamano “vita”
e noi due fermi in un immenso abbraccio
di questa stazione fatiscente e anonima.


Fragilità

Un giorno sicuramente riderò
con le fragilità di questi mesi,
la preoccupazione, i tormenti,
i pensieri che non mi lasciano
chiudere occhio nelle tenebre.

Un giorno sicuramente riderò
di questa bambina così gracile,
sola, disorientata e impaurita,
perché ha smarrito se stessa
davanti a un grande crocevia.

Ma quel giorno sembra lontano.


I battiti del cuore


C'è sempre un attimo nel quale
tutti i rumori si spengono piano,
la tristezza mi invade, mamma,
il vuoto dentro me diventa ampio.

Scorrono i nomi sul mio telefono,
con le dita che tremano ti cerco,
fisso il tuo numero, senza riuscire
a trovare a tutto questo un senso.

Se il giorno è grigio o soleggiato
e le foglie giacciono pallide o no,
io ti chiamo. I battiti del cuore
aspettano di sentire la tua voce
così tenera, che non arriva mai.

Dimentico che non sei qui ma là,
dove le chiamate non ti destano,
il pensiero rifiuta di portarmi,
l'anima non vuole raggiungerti
e il sole non ti può accarezzare.

Dimentico quello che è successo,
le tue lunghe e dolorose assenze,
le lacrime che ho versato per te,
l'abisso nell'anima e le angosce,
persa, senza il tuo grande amore,
in una pozzanghera di solitudine.


Ci è sfuggita quest'estate

Ci è sfuggita quest'estate, è scivolata
dalle mani come le briciole di sabbia,
senza una passeggiata al crepuscolo,
senza le anatre che nuotano nel lago,
senza il tramonto rosso infiammato,
senza gli sguardi limpidi e sognanti.

Ci è sfuggita quest'estate senza baci,
le parole che ti riscaldano come sole,
quelle grida spensierate dei bambini
che inseguono nel cielo un aquilone.

Se n'è andata d'improvviso l'estate,
in un insolito silenzio, senza noi due.


Quando non ci sarai più

Il mondo mi sembrerà deserto,
vestito di color grigio, il mutare
delle stagioni non mi susciterà
più gioia, i colori di primavera
non mi desteranno come allora.

Questa vita, la fiera della vanità,
mi soffocherà con le menzogne
e niente avrà più lo stesso senso
quando tu non ci sarai più, papà.


Un pugno di stelle

Il mio viso stanco e pallido si riflette
sullo stagno; è lì, dove nasce e muore
l'immagine di un giorno che se ne va
e scivola come serpente.

Non riconosco quella visione e agito
l'acqua, il ritratto trema, si spaventa.
Adesso i capelli, gli occhi e le labbra
svaniscono, non c'è più nulla, tranne
un pugno di stelle.


L'equilibro

L'equilibro si rompe in un attimo
e il cielo non sembra più azzurro,
il mondo perde subito il fascino,
non scorgi i colori e le sfumature.

L'equilibro si rompe in un attimo,
il giorno diventa notte e la notte
infinita, il male cresce, un albero
selvaggio; mille gocce di pioggia
scivolano da tutte le sue foglie.


Non temo le parole

Devo scegliere le parole a una a una
e non essere spontanea, perché ho
vicino a me persone che prendono
le mie frasi nelle mani: le spezzano
in sillabe e lettere, si fermano sulla
virgola o su un punto di domanda,
mettono in dubbio anche le nuance
della mia voce, scoprendo che lì c'è
qualcosa che non va. Lanciano su di
di me collera, rancore. Io non temo
le frasi che pronuncio, né le parole,
le loro sfumature ma... le persone.


Illusione

Fai durare ancora un po'
questo nostro abbraccio,
sulle palpebre abbassate
un raggio di sole giace.

Finché l'anima si calmi,
finché tutti i miei incubi
si spengono a uno a uno
come fiammelle nel buio.

Fai durare ancora un po'
l'abbraccio o l'illusione:
nel tuo cerchio d'affetto
sarò protetta per sempre.


Verso l'abisso

Non sarò mai pronta
a pronunciare “addio”
ad una parte d'anima
in cui io custodisco te,
uno stagno di lacrime
che non si asciugherà
da un migliaio di soli.

Questo tempo gocciola
dolore, tanta nostalgia,
mentre vedo impotente
che una vita scivola via,
verso un abisso da cui
pochi passi la dividono.

Il mio cuore dimentica
i battiti, vuole soltanto
seguirla e si aggrappa
con le unghie a salvarla,
ma l'amore non basta.
Adesso tutto è invano,
sulle dita, pochi stralci
di memorie rimangono.


Due viaggiatori

Non è rimasto
niente da dire:
parole, sguardi
sono svaniti,
sorrisi, scherzi
hanno trovato
un loro posto
nell'oblio. Non
c'è niente da
dare: un bacio
tenero e dolce
o un abbraccio
appassionato.

Siamo rimasti
soltanto io e te
in un'esistenza
tiepida, come
il sole quando
riscalda dietro
le nuvole. Due
viaggiatori che
per caso hanno
preso insieme
lo stesso treno
chiamato vita.

Irma Kurti

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