
(John Parker – ventesimo episodio).
Corrono come dei dannati, senza una meta ben precisa e nemmeno la benché minima idea di cosa li attenda. Continua a piovere sangue. - Dove stiamo andando? – dice Ted - Non lo so – risponde Parker. - Sicuro che non si tratti di un brutto sogno? – - No. Credo proprio di no. In ogni caso, lo verificheremo a suo tempo ... se avremo modo di raccontarlo. – - Che storia interessante! – esclama Ted. – Non so fin quando potrò resistere, le gambe iniziano a cedere ... forse ci conviene fermarci, riprendere fiato ... - - Ok – risponde il detective, decidendo di concedersi un momento di pausa. - ... è proprio sangue, o acqua colorata? – si interroga Ted, guardando le sue mani e i suoi vestiti bagnati dal liquido color rosso sangue. - Sembrerebbe sangue – dice Parker. - Ma com'è possibile? – - Non chiedermelo, perché non lo so. Ne abbiamo già parlato, in questa storia c'è la firma del diavolo. – - Non dirai sul serio? – - Sai darmi qualche altra spiegazione? – - Sai, al giorno d'oggi è possibile creare ogni sorta di diavoleria – dice Ted, cercando di alleviare la situazione. - Già, è possibile – replica Parker. A un tratto, rimbomba nell'aria un lamento simile a un ululato. - ... sono gli effetti sonori – tiene a precisare Ted, accennando un tiepido sorriso. - Già – risponde il detective. – Credo che ci siamo riposati abbastanza. – - Sì, sono d'accordo – replica l'amico. In un batter d'occhio, la coppia di investigatori riprende la folle corsa. ***
A un certo punto, non si sa come, forse aiutati da un benevolo destino, si ritrovano all'interno della berlina, che sfreccia ad alta velocità, nonostante le quattro ruote a terra, sulla strada di campagna. La pioggia di sangue si fa più incessante. Parker aziona i tergicristalli. - Cristo! Da dove arriva tutto questo sangue? – dice Ted. - Dall'inferno! – esclama il detective, al volante della berlina. - La cosa è poco confortante. – - Non erano queste le mie intenzioni. – - Credi che ... sì, insomma, che le forze del male abbiano conquistato l'intero pianeta? – - Lo sapremo presto. – Probabilmente non lo ammetteranno mai, ma c'è da scommettere che i due amici abbiano pregato intensamente le forze celesti affinché spazzassero via le manifestazioni demoniache. Infatti, la pioggia inizia a diminuire, fino a cessare del tutto, come se la vettura fosse uscita dal tunnel dell'orrore. Finalmente, si respira un'aria più distesa. - Siamo usciti dall'inferno – dice Ted, mentre tira un sospiro di sollievo. - Lo puoi ben dire – replica Parker. - Credo che d'ora in avanti porterò con me un crocifisso. – - Ottima idea. – - Il bene vince sempre. – - Già. – ***
Parker è disteso a letto, in uno stato di dormiveglia, quando avverte una strana presenza all'interno della stanza. Schiude lentamente gli occhi, cercando di mettere a fuoco la sagoma che ha dinanzi. A un tratto, sobbalza, ergendosi sul busto. - Cristo! – esclama il detective. – Cosa ci fai tu qui? – dice, rivolgendosi al gigantesco insetto, dalle sembianze di una mosca ma enorme quanto un toro, dall'aspetto inquietante, fermo ai piedi del letto. - ... no, è uno dei miei soliti incubi. Uno stramaledetto incubo; non ho nulla da temere. – Parker si distende nuovamente a letto, rassicurandosi che al suo fianco ci sia Norah. – Dormi, mio dolce angelo, nessuno ti disturberà. – L'uomo prova a riaddormentarsi. Non è per nulla facile, il pensiero va a quel orripilante mostro, la cui presenza, incubo o no, è alquanto indesiderata. Esiste un'unica soluzione. Parker, con rapidità, apre il cassetto del comodino, afferra la sua semiautomatica e, girandosi di scatto, spara alcuni colpi a ripetizione, centrando in pieno il mostruoso insetto, che nel frattempo si era spostato sul lato del letto in cui è distesa la donna, spappolandogli la testa. Norah, nonostante il rumore, continua a dormire beatamente. - A volte sono necessarie le maniere forti – dice tra sé e sé, Parker, mentre adagia il capo sul morbido guanciale, riconquistando il sonno perduto. ***
- Dormito bene? – dice Norah, seduta in cucina, intenta a bere un bicchiere di spremuta d'arancia. - Sì. Perché me lo chiedi? – risponde Parker, mentre dà un morso al toast con marmellata di ciliegia. - Ti agitavi durante il sonno, come se ... - - Fossi in preda ai miei incubi? In effetti è così. Stanotte abbiamo avuto un ospite indesiderato. – - L'hai fatto fuori? – gli chiede la donna, accennando un sorriso. - Sì, ma mi sa che ritornerà, lui o qualcun altro della stessa specie. Si rigenerano, cambiano aspetto, non si riesce a eliminarli del tutto. Sono una brutta specie. – - Importante è non arrendersi mai. – - Già. – - Mi dispiace non poter esserti d'aiuto. – - No, è una questione mia, nessuno può aiutarmi, a parte ... sì, lo strizzacervelli. Ma, in questo caso, preferisco tenermi i miei mostri – afferma Parker, col sorriso sulle labbra. ***
Dopo l'ultimo caso, dai risvolti orrorifici, i due investigatori sentono il bisogno, come si suol dire, di mettere i piedi per terra. Certo, non mancano le occasioni. Ci si ritrova in ufficio per fare il punto della situazione. - Non vi nascondo che, dopo quello che ho passato, qualsiasi impegno mi andrebbe bene, anche pedinare un marito infedele – ammette Ted, seduto davanti alla scrivania, con a fianco Jennie. - Appunto, dopo quello che avete passato, dovreste prendervi un periodo di riposo. Le ferite sono ancora fresche – dice la donna. - Non ci crederai, ma si sono rimarginate. – - Ci credo. Visto che sei in gran forma, ho qualcosa per te – dice Jennie. - Non mi dire? – risponde Ted. - Sì. Magari è un po' fuori dalle regole. – - Fuori dalle regole? – - Sì, sciocchezze. – - Potresti essere più chiara? – - Lui, il fedifrago, è un arzillo settantacinquenne. – - E avrebbe una relazione extraconiugale? – - Secondo la moglie, sua coetanea, una donna simpaticissima, sì. – - Sbalorditivo! – esclama l'uomo. - Ci sarà da divertirsi – commenta Parker, seduto dietro alla sua scrivania. - Se vuoi, il caso lo passo a te – dice l'amico. - No, non mi sembra giusto privarti di cotanto piacere. – - Sei un amico. – - Ci puoi giurare. Qual è la patata bollente che mi hai riservato? – dice Parker, rivolgendosi a Jennie. - Un lavoretto da nulla – risponde lei. - Sei carinissima. – - Figurati. – - Ok. Ti ascolto. – La donna lo guarda negli occhi. - Cosa c'è? – le chiede il detective. - Ecco ... - Jennie, tergiversa. - Il tuo silenzio non è di buono auspicio. Dai, liberati, ti prometto che accetterò di buon grado qualsiasi cosa bolle in pentola. Mi sembra di essermi già trovato in un'atmosfera simile ... Brent? – - Già. – - Si è rifatto vivo? Cosa ha fatto questa volta? – - Hai un invito a pranzo da parte sua. – - Cosa? – - Un invito con tutti gli onori – Jennie gli porge un bigliettino. Parker accenna un sorriso sarcastico dopo averlo letto. - È completamente fuori di testa! – esclama il detective. - L'invito è per oggi – tiene a precisare la donna. - È uno scherzo di cattivo gusto. – - Magari avrà intenzione di redimersi – interviene con tono ironico, Ted. - Non lo farà nemmeno sul punto di morte – replica Parker. - Non credo che abbia cattive intenzioni – dice Jennie. - No, probabilmente no, ma con certi individui non si è mai sicuri. – - Pensi di andarci da solo? – gli chiede Ted. - E chi l'ha detto che ci andrò? – risponde il detective. - Il mio sesto senso – replica l'amico.
Salvatore Scalisi
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