La moglie del gioielliere
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(John Parker - nono episodio)
«È stata una bellissima serata» dice Norah, seduta in macchina. «Sì; meravigliosa!» replica Parker, al posto di guida della vettura. «Si è fatto tardi, domani dovrai alzarti presto ... sarai assillato da impegni di lavoro. E poi, mi sembra di aver capito, c'è il cugino di tua madre, con i suoi problemi esistenziali.» «Già! Non posso trascurarlo; lo vedo messo male, ma non è il caso di pensarci ora ... » «Dalla tua espressione presumo che tu non voglia andare a letto.» «Non certo per dormire ... » risponde sornione il detective. «Il tuo cos'è un invito?» «Sì, a meno che, tu non sia talmente stanca ... » «Ti sembro così sfiancata?» «No.» «Bene. Credo che stiamo perdendo tempo; vieni a bere un Martini a casa mia?» «Ben volentieri.»
***
La serata si è protratta fino a notte inoltrata, ma Parker non ha certamente da lamentarsi se è dovuto andare a letto nelle prime ore del mattino; ne è valsa la pena. Il giorno dopo, inevitabilmente, si alza più tardi del solito. Ha l'aria assonnata, quando entra in cucina. «Buongiorno.» « ... ciao.» «Hai fatto tardi ieri sera!» dice la signora Parker. «Già» risponde il detective, sedutosi al tavolo. «Potevi startene ancora a letto.» «No, non sono abituato a dormire fino a tardi, mi sveglierei ancora più intontito. Una buona tazza di caffè mi rimetterà in sesto» risponde l'uomo, prendendo in mano la tazza e sorseggiando la bevanda scura. «Lavori tanto, dovresti riposarti di tanto in tanto» dice la madre, seduta dinanzi, mentre da un bicchiere beve del latte. «Se ti riferisci a ieri sera, non si è trattato di lavoro, ma di una piacevole pausa.» «Ho capito; provo a indovinare: sei uscito con Norah.» «Esatto! Sai come vanno queste cose, non guardi mai l'orologio ... » «Ci credo» osserva, con un simpatico sorriso, la donna. «Kate?» chiede il detective, quando in cucina entra la ragazza. «Ciao Nonna, papà.» «Ciao piccola. Non vai a scuola?» «Sì, ma oggi entriamo un'ora dopo» risponde Kate, sedutasi al tavolo. «Tu piuttosto, è strano che sei ancora a casa; è difficile incontrarci la mattina.» «Hai ragione, stamattina facevo fatica ad alzarmi dal letto.» «Allora perché non ci rimanevi ancora un po'?» «Perché avrei sentito il rimorso di coscienza.» «Per così poco?» «Già. Lo capirai quando sarai più grande.» «Se è così, preferisco non crescere» dice la ragazza, spalmando su una fetta di pane della marmellata. «Ti capisco perfettamente» replica l'uomo. La ragazza riceve un messaggio sul suo cellulare. «Be', io vado» dice Kate, dopo aver bevuto di gran fretta il suo bicchiere di latte e avvolto in un tovagliolo di carta le due fette di pane con la marmellata. «Perché non finisci di fare colazione?» le chiede la nonna. «Lo faccio dopo; devo incontrare la mia amica.» «Stai attenta.» «Ok. Ciao» la ragazza dà un bacio ai suoi familiari e va via. «Lei ti somiglia sempre di più» osserva la signora Parker. «Davvero?» «Sì; siete sempre in continuo movimento. A volte faccio una gran fatica perfino ad organizzare le cose più semplici.» «Mi dispiace ... » «Non fa niente, ormai mi sono abituata. Novità su Zachary?» «Mi ha chiamato ieri sera al telefono, gli ho detto che ero impegnato, ma che ci saremmo risentiti. Cercherò di dedicargli più tempo, di aiutarlo se posso.» «Mi farebbe piacere; ha bisogno di molto conforto. Siamo per lui un punto di riferimento importante, a cui si sta aggrappando con tutte le sue forze.» «Farò di tutto per non deludere le sue attese.» ***
In verità, a parte il conforto, che gli darebbe di tanto in tanto, non sa proprio cosa potrebbe fare per aiutare il cugino della madre. A suo avviso ci vorrebbe una persona costantemente vicino, che lo seguisse con dedizione; il suo è un caso delicato che richiede un'attenzione particolare e Parker non può permettersi di trascurare il suo lavoro. A iniziare dalla rapina in casa di un noto gioielliere della città, con relativo stupro nei confronti della moglie.
***
Si apre il grande cancello automatico, mentre Parker entra con la sua berlina nella grande villa, parcheggiando la vettura nello spiazzo dinanzi alla casa. «Grazie di essere venuto» dice l'uomo, dopo aver fatto accomodare il detective nel luminoso ed elegante salone. «Rispetto sempre gli appuntamenti.» Sopraggiunge la moglie del gioielliere, un'avvenente quarantenne. «Qualcosa da bere?» chiede l'uomo. «Sì, grazie.» «C'è di tutto; ha delle preferenze?» «Nessuna preferenza, faccia lei.» «Si metta comodo. Cara, per te?» «Ho già bevuto un bicchiere poco fa insieme alla nostra amica Sadie e preferirei non andare oltre.» Il gioielliere ritorna con due bicchieri di Martini, porgendone uno a Parker. «Grazie per aver accettato l'incarico.» «Non ho detto di aver accettato l'incarico» risponde il detective, seduto su una poltrona del salotto. «Mi sembrava ... » «Sono venuto per parlarne.» «Giusto. Immagino che conosca la storia.» «Sì, in linea di massima; ho seguito la cronaca attraverso i mass media e qualcosa mi ha accennato lei per telefono.» «Bene; posso sapere che idea si è fatto?» «A dire il vero, non ho avuto modo di rifletterci su, ma le assicuro che a volte mi basta poco per avere il quadro chiaro della situazione.» «Capisco; le racconterò tutti i dettagli ... » dice l'uomo, seduto nell'altra poltrona, mentre la moglie si è accomodata sul divano. «Credevo che fosse un caso chiuso» replica Parker, sorseggiando il Martini. «Forse per la polizia, ma non per noi» interviene la donna. «Io voglio vederli in faccia quei due, prima che muoiano in una lenta agonia.» «Non è detto che si riesca a trovarli.» «Se ci siamo rivolti a lei ci sarà pure un motivo, non crede? Non c'è un criminale che con lei riesca a farla franca.» «Troppo gentili, ma non sempre è così» risponde Parker, pensando evidentemente all'enigmatico Brent. «Ci basta che lei se ne occupi.» «È più forte di me; una cosa a cui non riesco a dire di no, è il lavoro. Qualsiasi esso sia.» «Bene! Quindi accetta l'incarico» dice il gioielliere. «Sì, non ha senso portarla per le lunghe, si spreca del tempo inutilmente.» «Ottimo!» esclama l'uomo. «Saremo a sua totale disposizione per qualsiasi cosa voglia chiederci.» «Su questo non ho dubbi» replica, accennando un sorriso rassicurante, il detective. ***
Parker ha ragione, non riesce mai a dire di no. Non sta mai a guardare le sfaccettature o la complessità di ogni singolo caso; anzi, più complicati e difficili sembrano e più lo esaltano, quasi a farne una questione personale. I suoi collaboratori, conoscendolo, non battono ciglia. «È come cercare un ago in un pagliaio; in questo momento potrebbero trovarsi in un altro paese, in capo al mondo, o forse saranno morti» dice Ted. «È probabile» risponde Parker, seduto dietro alla sua scrivania. «Una cosa è sicura: non è per la refurtiva rubata che la coppia desidera che i due vengano acciuffati e puniti a dovere, ma per lo stupro alla donna» interviene Jennie. Il detective avvicina la tazza alle labbra e beve il caffè. «Sì, anche questo è più che probabile.» «Certo, potevano risparmiarselo, visto che ormai avevano quello che cercavano; questi atteggiamenti non li digerisco» continua la segretaria. «Voi non l'avete vista ... è una donna seducente» afferma Parker. «Dovrebbe essere un dono della natura e non una condanna.» «Sì, certo, hai ragione; ma abbiamo a che fare sicuramente con una coppia di balordi, priva di ogni forma di sensibilità.» «Delle belve!» «Nel nostro lavoro abbiamo a che fare con questa categoria, nulla di eccezionale, anche se capisco che ogni volta viene il voltastomaco.» «Sappiamo poco di questa vicenda» dice Ted. «Faremo tutte le ricerche possibili.» «Mi sono data da fare per trovare qualcosa di utile ... » dice Jennie. «Quando?» chiede Parker. «Mentre preparavo il caffè.» «Cristo! Sei impareggiabile! Mi chiedo cosa ne sarebbe l'agenzia senza di te.» «Soprattutto senza il mio caffè.» «Be', ci manchereste entrambi.» «La cronaca parla di una rapina compiuta da professionisti ... » «Da professionisti?» replica Ted. «Da quando in qua si preferisce rapinare pochi gioielli e una mangiata di soldi, quando potevano studiare un piano per entrare nella gioielleria e ripulirla da capo a fondo.» «Anche tu ti sei dato da fare ... » «Ho voluto dare una sbirciatina al computer mentre attendevo l'aroma inebriante del caffè.» «Che squadra formidabile! Be', se è così, lascia un po' perplessi. A meno che non siano dei dilettanti incapaci di fare il salto di qualità.» «Questo è poco ma sicuro.» «Quella povera donna è stata violentata a turno da entrambi, sotto gli occhi del marito» dice Jennie. «Immagino che sia stato orribile» osserva il detective. «Solo per questo vanno acciuffati e puniti.» «E tu sapresti in che modo farlo, non è vero?» «Ci puoi scommettere!» «Ok. Allora, diamoci da fare a scovare quelle belve!»
Salvatore Scalisi
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