«Hai proprio deciso?» dice la donna, una cinquantacinquenne dall'aspetto curato. «Prova a indovinare, se la tua perspicacia non ti aiuta» risponde la figlia Simona, in piedi nella sua stanza intenta a chiudere, con del nastro adesivo, le ultime scatole di cartone con dentro oggetti personali. «Abbiamo passato momenti difficili, superandoli bene, mi sembra.» «Già! Troppi. Comunque, non mi va di parlarne; almeno una volta cerca di rispettare una mia decisione. Ti prego!» replica la giovane donna, mentre sulla soglia della porta appare un uomo. «Lasciala andare, vedrai che ritornerà.» Dall'espressione del suo volto, Simona, non sembra gradire quelle parole, si gira lentamente e si dirige verso l'intruso. «Credi di avere sempre ragione, non è così? Bene e se io ti dicessi ... vaffanculo!» esclama la giovane, sbattendogli con irruenza la porta in faccia. «Simona, cosa hai fatto! Chiedigli subito scusa» interviene la madre. «Ti prego, mamma, esci anche tu» le risponde risoluta la giovane. «Perché ti comporti così?» «E me lo chiedi? Non fai altro che dargli ragione su tutto ciò che dice, senza riflettere che, almeno una volta, possa avere torto. Io non ce la faccio più a sopportarvi ... sì, ce l'ho anche con te.» «Io non ti farei mai del male ... » «Ok. Ma desidero allontanarmi un po', per poter respirare; chiedo troppo?» ***
Dalla stanza esce un simpatico omaccione con tre scatole di cartone sulle braccia, uno sopra l'altro, da portare via. Simona lo segue con una valigia in mano. I due scendono la rampa di scale per giungere a piano terra, dove ad attenderli ci sono la madre della giovane donna e il suo compagno. «Non ti prendo a schiaffi per rispetto verso tua madre. Ti ho cresciuta come una figlia, cosa che non ha fatto tuo padre, scappando via da casa.» «Non nominarlo neanche, non sei degno di lui.» «Certo. Non capisco come fai a difenderlo. Ci vuole un bel coraggio!» «Chiudi quella merdaccia di bocca!» «Mi fai semplicemente pena» l'uomo si rivela uno sprovveduto, tanto da esporsi alla dura reazione da parte di Simona che arriva puntuale con una violenta ginocchiata in direzione dei testicoli e un pugno sulla mascella che lo scaraventa a terra, tra lo stupore della madre. «Mamma, come fai a starci vicino?!» ***
Simona esce dall'abitazione e sale nella cabina di guida del furgone, sul cui volante c'è il simpatico omaccione che l'accoglie con un sorriso. «Enzo, possiamo partire.» «Tutto ok?» «Sì, finalmente mi sono sfogata. Questo momento lo desideravo da molto tempo. È stato meraviglioso!» «Cosa hai fatto?» «Non riesci a immaginarlo?» risponde sorniona la giovane. « ... Cristo! Sei terribile!» «Sono semplicemente incazzata!» ***
Simona e il suo amico autista, giunti nel nuovo appartamento ammobiliato, poggiano le scatole di cartone e le valigie nel centro della stanza che funge da ingresso e piccolo salone. «Non è male» dice l'uomo. «Davvero?» «Si. È piccola, ma ... mi sembra molto intima; insomma, è carina.» «Si, hai ragione» replica Simona, dimostrando di aver apprezzato la sincera opinione di Enzo. «Puoi venirmi a trovare tutte le volte che lo desideri.» «Vedi che lo farò davvero!» «Perché usi quel tono, pensi che non mi faccia piacere?» «Sì, lo so, stavo scherzando.» «Posso associarmi a voi due? Io aggiungerei anche che è molto solare, come il sorriso della nuova inquilina.» interviene un uomo sui quarantacinque anni, appena varcata la porta d'ingresso rimasta aperta. «Corrado ... questa poi!» esclama la giovane per l'inaspettata sorpresa. «Forse non mi crederai, ma questa notte non ho chiuso occhio. Pensavo a te; be', alla giornata che dovevi affrontare, all'allontanamento da tua madre, al trasloco delle tue cose personali, alla sistemazione nella nuova casa, e poi, all'impatto con una nuova realtà che non è mai facile» dice l'uomo, mentre lentamente si avvicina a Simona. «Hai finito?» gli chiede lei. «Può darsi che abbia dimenticato qualcosa ...» risponde l'uomo. «Non credo, ma se dovesse succedere puoi aggiungerla alla lista in qualsiasi momento.» «Allora, io vado via ...» dice Enzo. «Così presto? Non rimani ancora un po'?» «Ho un altro impegno.» «Sicuro?» «Sicuro.» «Ok. Ci vediamo presto. Grazie Enzo, sei un vero amico.» «È stato un piacere. A presto. Ciao Corrado.» «Ciao. Stammi bene.» Il conducente del furgone annuisce con un sorriso, mentre va via. «Cosa aspettiamo a brindare!» Corrado esce dal salone per sparire nel pianerottolo e rientrarvi qualche secondo dopo con una bottiglia di spumante e due calici. «Li avevi lasciati fuori?» dice Simona. «Sì, per la sorpresa.» «Ci sei riuscito.» «È una vecchia usanza di famiglia. Mio padre sembrava divertirsi ogni qualvolta che cambiavamo casa» afferma l'uomo, mentre toglie il tappo di sughero dalla bottiglia, trattenendolo con la mano prima che la pressione lo scagli come un proiettile. «Auguri» continua Corrado. I due calici si toccano sotto lo sguardo compiaciuto di Simona. «Sei molto gentile.» «Ti riferisci allo spumante?» «Al pensiero.» «Non è stata una gran fatica» risponde, col sorriso sulle labbra, Corrado. «È stato ugualmente ammirevole.» «Se starai pensando come ringraziarmi, desidero aiutarti, offrendomi a un tuo caloroso bacio.» La donna non si fa pregare, così si presta al gioco, baciandolo sulla guancia. «Soddisfatto?» « ... sì, non male. Anche se pensavo ...» «Cosa?» «No, nulla, spesso mi capita di lasciarmi prendere dalla fantasia ... » «Ti ho riportato sulla terra?» «Già. Devo farmene una ragione.» «Se non altro per non allontanarsi dalla realtà» replica, con un dolce sorriso, Simona. ***
È una moderna, grande officina. Ivan si avvicina a uno dei tre meccanici, intento a lavorare nel suo banco. «Hai voluto che dessi un'occhiata, giusto?» Dice l'uomo. «Giusto!» Risponde laconico Ivan, mentre insieme al suo interlocutore si sposta di circa cinque metri per portarsi dinanzi a una fiammante moto di grossa cilindrata. «Motivo?» chiede il meccanico. «Così. Desideravo che la provassi.» «Sei un ipocrita incallito; cosa hai fatto a questa moto? Non mi riferisco alla meccanica, perché l'avrei capito senza il tuo aiuto» Dice l'uomo, puntando lo sguardo prima sulla moto, poi su Ivan. «Mi sono passate tra le mani tutte le migliori marche in circolazione, e nessuna, dico nessuna, che abbia avuto un'anima come questa. Ti dico che è stregata.» Continua il meccanico. «Stai esagerando, ma, devo ammettere che è veramente speciale» Replica, con contenuto entusiasmo, Ivan. «Mi gioco l'officina se incontri in strada una moto che possa superarla.» «Ti farò sapere.» «Cosa pensi di fare?» «Cosa vuoi dire?» «Questa non è una moto per la città.» «Mi allontanerò un po', se ciò ti fa piacere.» «Lei necessità di valide antagoniste.» «Non sono un corridore.» «Ce l'hai nel sangue, non puoi negarlo. Comunque, sarà lei a guidarti.» «Ed io, in quel caso, non mi opporrò.» «Stai attento, è una selvaggia.» «Be', spero che non morda.» ***
La corsa motociclistica è davvero mozzafiato. Il ragazzo, dodicenne, si diverte un mondo davanti ai videogiochi, riuscendo a portare la sua moto, non senza difficoltà, davanti a tutte le altre. «Sei davvero bravo» dice Ivan, appena entrato in casa. «Ciao zio. Quella nera è difficile da superare, ma alla fine ci sono riuscito» risponde il ragazzo. «Si, lo so. È una brutta rogna. Dov'è la mamma?» «È in cucina, sta preparando la salsiccia al forno che piace tanto a te.» «Ottimo!» «Piace anche a me.» «Lo so; dopo, se ti va, possiamo sfidarci in una partita di calcio.» «Ho capito zio, vuoi la rivincita di ieri.» Il giovane accenna un sorriso, prima che il suo istinto olfattivo prenda il sopravvento e lo conduca in cucina. «Ciao Rita.» «Ciao Ivan.» «Che odorino ... » «Cosa fai, mi prendi in giro? Lo so anch'io che non posso competere con quello che cucinava la mamma; aveva un sapore ... io faccio del mio meglio, non sono mai stata una brava cuoca» dice la donna. «Sarà, ma io non vedo l'ora di sedermi a tavola. Stamattina ho incontrato Gaetano» continua Ivan, mentre versa un po' di vino in due bicchieri. «Era insieme a quella poco di buono?» chiede la donna, sorseggiando del buon vino rosato. - ... è ottimo questo vino. Sì, era insieme a lei.» «Cosa ti ha detto?» «Niente, ci siamo solamente salutati. Andavano di corsa ... anch'io veramente. Senti la sua mancanza?» chiede il giovane. «Non più. È una storia finita. Il problema è Mattia, è molto attaccato a suo padre. Oggi ho visto una casa; era troppo malandata e troppo costosa.» «Perché questa premura di andare via. Qui è grande a sufficienza, potete rimanere tutto il tempo che volete, nessun disturbo per me, anzi, mi fate compagnia; io e Mattia andiamo molto d'accordo. Siamo fratello e sorella, o l'hai dimenticato?» Rita, l'ascolta con il sorriso sulle labbra. «Certo che non l'ho dimenticato. Ma non mi sembra giusto approfittarne.» «Ma cosa dici! Quando parli così mi verrebbe di strangolarti, ma poi penso al povero Mattia ... » «Non perché non avrà più la sua mamma, ma perché perderebbe la tua complicità.» «Detto così sembrerebbe che sia una piccola peste.» «Non lo è?» «No.» «Da buon zio lo difendi. È giusto.» «E tu perdi facilmente la pazienza.» «Può darsi che tu abbia ragione. Come sei combinato a donne?» «Non sei cambiata affatto» risponde con simpatia Ivan, sedendosi su una sedia della cucina, continuando a sorseggiare il vino. «Lo sai anche tu, non ho mai avuto fortuna con il gentil sesso. Probabilmente non ci so fare. Ognuno ha le sue doti; io sono bravo a guidare una moto e una frana nell'abbordare una donna. È semplice come bere un bicchiere di vino.» «Conoscendoti, so che il tuo pensiero in questi giorni che ti sono stata vicino non è rivolto alla tua fiammante moto, ma a una donna, e deve essere veramente speciale per entrare nella tua bella testolina.» La sorella gli parla mentre esce la salsiccia fumante dal forno. Ivan accompagna i suoi gesti con uno sguardo che sembra annuire a quelle parole appena pronunciate. «Non ti sfugge nulla!» «Noi donne abbiamo una spiccata capacità nel percepire certe cose.» «Al momento ho poco da dire ... » «Ti capisco. Ogni cosa a suo tempo.»
Salvatore Scalisi
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