Le avventure di Gatto Manno
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- Guarda Giovanni, c'è un quadrifoglio enorme sotto la coda di Patrizio! - disse Nilde la pecora, che era stata pervasa improvvisamente da una voglia matta di fare scherzi. - Ma non dirmelo! Dov'è? Dov'è? - chiese Giovanni, che si era ringalluzzito alla notizia della presenza di un quadrifoglio. L'ariete era goloso di quadrifogli e diventava quasi pazzo per quelli di dimensioni giganti. - È là, sotto la coda di Patrizio, non lo vedi....Oh mannaggia! Patrizio lo sta per calpestare - disse la pecora. Giovanni non ci vide più, partì alla carica a testa bassa e con le sue corna colpì il didietro del Pavone Sbang! Splashhhhh.... - Per mille bottiglie di califù! Chi ha osato tanto? - si chiese il pavone dopo essere piombato in acqua. Girandosi, vide Giovanni con la testa bassa intento a cercare qualcosa. Non aveva la più pallida idea che l'ariete stesse cercando disperatamente il quadrifoglio “notato” da Nilde. - Grazie per il bagno gratuito - disse compiaciuto Aldo, dopo essere stato investito dall'acqua. Una bella rinfrescata era quello che ci voleva, soprattutto se gratuita e senza muovere alcuna piuma. - Wow! Super onde gigantesche in arrivo!! - disse un affannatissimo Trampolius, che aveva raggiunto Gargàntula e Bagnante vicino alla posizione dove Falonda e Tonaldo attendevano la perturbazione acquifera. - Tonaldo, preparati che queste sono super super - disse Falonda al ditisco. - Super figo. Andiamo un po' incontro per prendere l'abbrivio - rispose Tonaldo. - Sì, andiamo - rispose la ditisca, la cui adrenalina stava salendo rapidamente. - Arrivaaaaaa! - strillò Trampolius, che vedendo giungere l'imponente massa d'acqua era passato da un tono euforico ad uno quasi terrorizzato. - Non prenderla di petto, mettiti in diagonale con il sedere verso l'onda e non irrigidire le zampine. Quando sei sull'onda mettiti diritto per farti trasportare meglio - gli gridò Gargàntula, che aveva colto l'inquietudine nella voce del ragnetto d'acqua. Per fortuna il ragno riuscì a sentire le parole della rana, e, soprattutto, a metterle in pratica. L'onda arrivò, con Tonaldo e Falonda che la stavano cavalcando come dei veri surfisti professionisti. Trampolius seguì alla lettera le indicazioni ricevute da Gargàntula e riuscì a non farsi travolgere dall'onda. Capito il meccanismo, il ragno d'acqua si lasciò scivolare indietro per prendere l'onda successiva. La stazza del pavone, molto più grande di quella del tacchino, aveva generato quattro grandi onde, una ravvicinata all'altra. Una volta trovatosi sulla cresta della prima onda, Trampolius aveva preferito non rischiare e aveva deciso di farsi scivolare verso la seconda. - Wow! Ho capito adesso come si fa. Con la prossima cavalcherò l'onda con i ditischi - disse il ragno d'acqua, passando davanti a Natrixia, che nel frattempo era arrivata nei pressi di Gargàntula e Bagnante. - Pensa a goderti questa, come se non ce ne fosse un'altra - gli consigliò Natrixia. - Attento all'onda di ritorno, quando il pavone uscirà dall'acqua - aggiunse Gargàntula. - Va beeeeneee - rispose Trampolius che stava incominciando a pattinare sull'onda. - Giovanni! Mannaggia! - esclamò ad alta voce il pavone; l'ariete infatti, troppo concentrato a cercare il quadrifoglio inesistente, non aveva degnato di uno sguardo il povero Patrizio finito in acqua. - Non disturbarmi Patrizio, sono troppo intento a trovare il meraviglioso quadrifoglio che giaceva sotto le tue zampe; speriamo che tu non abbia compiuto lo scempio di averlo strappato dalla terra - rispose Giovanni. - Farneticante! Sei un ariete farneticante! - ripeté più volte il pavone con voce alterata, mentre usciva dal ruscello dalla parte opposta a quella in cui si trovava Giovanni. - Giuanin, vieni qui dai. Non troverai niente - disse la pecora in dialetto pecorese, in modo tale che Patrizio non potesse cogliere nulla. Giovanni, sentendo le parole della sua amata, interruppe la ricerca e tornò da Nilde. - Come! Non c'è niente? - chiese Giovanni molto deluso. L'ariete era un super amante dei quadrifogli e il fatto di averne mancato uno non lo rendeva per nulla felice. - Non hai capito che volevo fare uno scherzo a Patrizio. E direi che è venuto decisamente bene - parlò sottovoce la pecora. - Ahh! Mattacchiona. Hai rispolverato il tuo vecchio spirito scherzoso. E hai utilizzato questa brillante scusa per far sì che il pavone finisse a farsi un bagnetto - realizzò Giovanni. - Esatto! Ora hai colto - rispose la pecora. - Bene, ora che ti sei divertita è tempo di andare a bere - disse l'ariete. - Sì. Per sicurezza guardiamoci dietro; non si sa mai che qualche altro burlone, e nella compagnia ce ne sono diversi, possa farci uno scherzetto - aggiunse Nilde. Guardandosi le spalle i due belanti arrivarono al ruscello e si misero a bere. Uno dopo l'altro, gli animali si avvicinarono alla riva del ruscello per dissetarsi. Il bue Oreste, la mucca Carolina e il micio Zio Zil rimasero ad attendere l'arrivo di Gatto Manno e di Oscar, il cui passo, sebbene lento, era diventato costante. I bovini desideravano andare a bere insieme all'asino e al Capo della Cascina. - Aldo, mi raccomando, non addormentarti lì - disse il cane Cucio avvicinandosi al ruscello. - Tranquillo, ora mi alzo e mi sposto all'interno del prato. Non si sa mai che mi facciano fare un secondo bagno. Uno va bene, ma due sono troppi: poi mi viene il raffreddore - rispose il papero. - Bravo! Evita di prenderti il raffreddore; ti ricordo che l'ultima volta non ti passava più - concordò Picio, mentre si allineava a Cucio per bere. - Quanto è durato l'ultima volta, Aldo? - chiese Minipicio, fingendosi smemorato. - Tre settimane di calendario anatide - rispose prontamente il papero. - Mmmm. Tradotto in settimane canine, sono due. Se poi vogliamo tradurle in settimane normali, direi una e un quarto - replicò Minipicio, che era quello più portato per la matematica e per le conversioni tra i vari calendari. - Già - rispose serio Aldo, facendo credere di aver capito qualcosa dei calcoli del cagnolino. L'onda di ritorno, generata dall'uscita dall'acqua di Patrizio era di portata inferiore a quella che i ditischi e Trampolius avrebbero desiderato. Passato l'effetto dell'onda, Trampolius, Tonaldo e Falonda erano ritornati nei pressi di Gargàntula, Bagnante e Natrixia. Gli altri animali bevvero senza causare particolari moti ondosi. La voglia di trovare un po' d'acqua mossa era talmente grande che i ditischi e il ragno d'acqua iniziarono a muoversi verso gli animali, sperando che qualcuno riuscisse a creare un movimento d'acqua consistente. - Bagnante, io cambio sponda, ed esco un po' dall'acqua - disse Gargàntula. - Buona idea, ti seguo. Devo dare il segnale a Giosualda, Rantricchia, Bedulinda e Palmazio? - chiese Bagnante che non voleva abbandonare la rana. - Sì, dì loro che ci spostiamo. Non si sa mai che poi ci cerchino senza trovarci - rispose Gargàntula. - Cra...., Cra.... Cra, Cra, Cra...... Cra - fu il messaggio che Bagnante mandò alle altre quattro compagne, utilizzando il linguaggio delle rane. - Guarda che potevi comunicarcelo anche normalmente; sei proprio un fenomeno! - esclamò Giosualda al compagno. - Anche perché quando tu parli in ranesco, ti mangi le parole, per cui si fa veramente fatica a capire quello che vuoi dire - osservò Palmazio. - Comunque, grazie per averci avvisati. Penso che noi ci muoveremo verso monte. Siamo stati già troppo in ammollo e abbiamo intenzione di andare a prendere il sole lontano dal baccano che si sta manifestando qui - aggiunse Bedulinda. - Andiamo amici! - disse Bedulinda muovendosi nell'acqua. Giosualda, Rantricchia e Palmazio si misero a nuotare e in pochi istanti furono lontano dalla vista di Bagnante e Gargàntula. - Scommettiamo che uno dei tre amigos, che si stanno spingendo vicino agli animali della Cascina, vivrà un'esperienza indimenticabile? - disse Gargàntula a Bagnante, dopo che quest'ultimo aveva raggiunto la compagna sulla riva opposta. - Se lo dici tu, ci credo; tu azzecchi sempre le previsioni, per cui è inutile che io scommetta con te - rispose il ranocchio. - Sì, anche io non scommetterei. Quello che suppone Gargàntula si avvererà di sicuro - constatò Natrixia.
Pier Luigi Coz
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