Riccardo
Bruni ha pubblicato i suoi primi racconti negli anni Novanta, su un
sito internet che aveva creato con un pc 486 e un modem che viaggiava
a 56k. Le prime collaborazioni sono state con riviste indipendenti, giornali
locali e piccoli editori. Poi cè stata la stagione delle
autoproduzioni, che lo hanno portato di nuovo nel mondo delleditoria
digitale, fino ad approdare ad Amazon Publishing.
Ha partecipato a vari progetti collettivi, tra cui YouCrime di Rizzoli,
in collaborazione con il Corriere della Sera. Scrive sul quotidiano La
Nazione, su Giallorama.it, di cui è uno dei fondatori, e collabora
con varie realtà del web, tra cui Toscanalibri.it. Ha tenuto seminari
e masterclass sulla scrittura in vari contesti tra cui la Scuola di fumetto
e scrittura di Siena e LabScrittore.it.
Con La notte delle falene (prima Amazon Publishing, poi La nave di Teseo)
è stato presentato al Premio Strega. I suoi romanzi sono stati
tradotti allestero, alcuni sono diventati audiolibri e sono tutti
disponibili sia in edizione digitale sia in edizione di carta.
Scrive storie tra noir, giallo, mystery, thriller. Contaminazioni letterarie,
con un po di blues. Variazioni sul tema del lato oscuro.
Leo
Berni ha una personale collezione di pessime abitudini e un rapporto precario
con la legge. Ed è un avvocato. Vive a Siena e difende dufficio
furfanti e spacciatori. Un giorno si rivolge a lui una vecchia conoscenza,
Saverio. Sua moglie è scomparsa, gli inquirenti sospettano di lui
e per questo chiede aiuto a Berni, che decide di accettare per un unico
motivo: quella donna, Gabri, un tempo era la sua ragazza. Prima di svanire
nel nulla, stava allestendo una mostra dedicata alle opere di Duccio di
Portaluce, un misterioso artista che ha dipinto diciassette ritratti del
diavolo. Affiancato da Claudia Perrone, una cronista appena arrivata nella
Città del Palio, e dagli amici storici che vivono tra giochi di
ruolo e serate alcoliche, Leo avvia la sua indagine nel corso della quale
si troverà a fare i conti con il proprio passato, in un visionario
viaggio a puntate, causato dalla strana marijuana ricevuta da un suo cliente
e accompagnato dalla musica dei Pink Floyd.
Una
sedicenne volata giù da un ponte e unindagine chiusa con
troppa fretta. Lavvocato Leo Berni ha il compito di far riaprire
il caso alla procura e rendere così giustizia alla giovane Arianna,
la cui madre non riesce a credere che si tratti davvero di suicidio. Cè
infatti una lettera anonima in cui si parla di strani intrighi nella scuola
della ragazza, un esclusivo istituto privato sulle colline tra Siena e
Firenze. E un quaderno con dei racconti fantasy che pare contenere indizi
importanti. E poi cè Berni: la solita vita sregolata, lironia
tagliente e la nostalgia, la banda di improbabili personaggi e quasi delinquenti
che lo affianca fedelmente. Sulle tracce di testimoni nascosti e trame
segrete di poteri occulti, tra rocamboleschi inseguimenti ed esilaranti
colpi di scena, Berni percorre la Toscana per risolvere il caso e... perché
no, per recuperare anche un po di quellerba portentosa del
mitico Botanico di Livorno. E un nuovo viaggio lisergico, tra Pink Floyd,
Guerre stellari, giochi di ruolo e un passato doloroso e dimenticato,
sarà forse il passo decisivo per scoprire la verità su Arianna
e su sé stesso.
Un
nuovo caso, per Leo Berni. La storia di Samira, una giovane madre di origini
somale, accusata delluccisione del patrigno. A chiedere laiuto
dellavvocato è una sua vecchia amica, Ilaria, responsabile
di una cooperativa che si occupa di immigrati. Le due donne custodiscono
un segreto, che potrebbe aiutare a far emergere la verità. Ma non
può essere rivelato. Ed ecco che Berni si trova nuovamente catapultato
in un casino più grande di lui, stavolta alle prese con pericolosi
criminali, in una storia che, ancora una volta, presto si rivela ben diversa
da quello che sembrava. Leo si lancia nellimpresa con il suo personale
senso di giustizia e con i soliti compagni di viaggio, una banda di personaggi
tra amici di sempre, clienti affezionati e nuove entrate. Al suo fianco,
anche Achille, il vecchio avvocato che lo ha iniziato al mestiere e che
è sempre pronto a maledirlo, e Claudia, la giornalista a caccia
di storie alla quale è sempre più legato. Nel corso di questa
nuova indagine, Berni trova un inatteso riavvicinamento con sua figlia
Nora e unaltra puntata del suo viaggio onirico alla ricerca di sé:
lerba del Botanico lo trascinerà infatti in un sogno lisergico,
tra chitarre e strade perdute, sulle note di una vecchia canzone. Un giro
di blues, di tanti anni fa.
Abel Wakaam: Ciao Riccardo, cominciamo dall'inizio. Raccontami
com'è maturata la tua esperienza di scrittore online, dal modem
56k alla presentazione del Premio Strega.
Riccardo Bruni: Il modem a 56k è stato il mio primo strumento
di pubblicazione. Anni Novanta, scrivevo racconti e per farli leggere
agli amici realizzai un sito, sul quale li caricai in versione pdf. Alla
fine, non li lessero solo gli amici. Se vogliamo, è stata una prima
esperienza di self publishing. Ecco perché quando il Kindle Store
è arrivato anche dalle nostre parti ho colto al volo loccasione
con un paio di titoli. Avevo già pubblicato le prime cose con piccoli
editori, ma il passaggio al Kindle Direct Publishing mi ha portato bene.
È da lì che è nato linteresse di Amazon per
il mio lavoro. Quando poi è nata la sezione italiana di Amazon
Publishing, la casa editrice del multiverso amazoniano, mi hanno contattato
per propormi di collaborare. Il primo titolo che ho pubblicato con loro
è stato proprio La notte delle falene, che qualche
mese dopo si è fatto un giro dalle parti del Premio Strega. Ma
non sono un tipo da premi, in generale. Non mi coinvolge più di
tanto lidea di libri in competizione. Il premio che preferisco è
quello che arriva dai lettori che apprezzano le mie storie.
Abel Wakaam: Per molti versi la pensiamo nel medesimo modo, privilegiando
il contatto diretto col lettore, senza di fatto nessun intermediario che
non sia lo store di Amazon. Questa scelta però in parte ci preclude
altre possibilità materiali, come quelle di comparire nelle scintillanti
vetrine delle librerie più quotate. La ritieni un'opportunità
persa, oppure sei davvero soddisfatto delle tue scelte?
Riccardo Bruni: La risposta non riguarda solo me. In generale,
penso che leditoria tutta abbia bisogno di far funzionare insieme
questi due mondi. Gli ebook e la distribuzione digitale non possono essere
visti come alternative ai libri di carta e alle librerie. Dovranno diventare
alleati, per restituire al libro il suo spazio, oggi sempre più
conteso da altre forme di intrattenimento alle quali puoi accedere con
il telefono che hai perennemente in mano. Da parte mia, cerco di muovermi
sempre in modo anfibio. Ho libri pubblicati anche da editori tradizionali,
proprio come "La notte delle falene" di cui parlavo sopra,
uscito prima per Amazon Publishing e poi per La nave di Teseo. E mi piace
presentarli in libreria, in biblioteca e ovunque ci sia spazio per farlo
e un pubblico che ha voglia di storie.
Abel Wakaam: Come si evolve un tuo libro, dal momento della prima
idea, alla stesura e poi alla pubblicazione finale? Hai dei beta reader,
degli editor fidati, oppure curi personalmente ogni parte del testo?
Riccardo Bruni: Ogni libro parte da una scintilla, che può
essere unimmagine, un personaggio, una scena, una canzone. Di tutto.
A quel punto cerco di strutturare una storia e poi inizio a scrivere.
In genere, già la prima stesura è molto diversa dal progetto
iniziale. Le storie si sviluppano mentre le maneggi, i personaggi prendono
vita e quando succede devi saperli ascoltare. Poi faccio riposare il tutto
per un po e mi dedico ad altro. Quando il manoscritto ha fermentato
il tempo giusto, passo alla seconda stesura, quella che in genere faccio
leggere a chi mi affiancherà nella seconda parte del lavoro, cioè
quella che arriva alla pubblicazione. Qui il discorso cambia un po,
apparentemente. Quando ho lavorato come self publisher è stato
per me un momento di grande sperimentazione, quindi non avevo una rotta
già tracciata da seguire. Però tra beta reader, editor ingaggiati
per loccasione, lettori che frequentavano il blog sul quale al tempo
mi occupavo proprio di editoria digitale, in un certo senso ho riunito
una redazione liquida che mi ha accompagnato nella produzione. Quei libri
poi sono stati ripubblicati da editori e ognuno di loro ha preso di nuovo
la sua strada. Lesperienza di questi anni con Amazon Publishing
è stata differente, perché in questo caso si tratta di un
editore in tutto e per tutto. Ci sono editor, grafici, cè
chi si occupa della promozione e tutto il resto. In generale, comunque,
sia in modalità self sia con un editore, hai sempre bisogno di
qualcuno che ti aiuti a guardare il tuo testo con gli occhi di un lettore.
Poi le decisioni spettano sempre e comunque a te, ma è un confronto
prezioso per un autore.
Abel Wakaam: Puoi spiegare ai lettori di Writer Officina come
funziona Amazon Publishing e qual è la differenza con Amazon KDP?
Riccardo Bruni: Facciamo chiarezza. Il Kdp è una piattaforma
per chi si pubblica per conto proprio, il cosiddetto "self publishing".
Lautore che segue questo percorso diventa editore di se stesso e
si occupa di tutti gli aspetti della pubblicazione. Amazon Publishing,
invece, è una casa editrice, che pubblica libri e paga gli autori
con i classici diritti. Cè chi seleziona i libri da pubblicare,
ci sono gli editor che seguono gli autori, i grafici che pensano alle
copertine, chi si occupa della promozione e tutto il resto. Come qualsiasi
altro editore.
Abel Wakaam: Dal self fino ad arrivare alla presentazione del
Premio Strega c'è la stessa distanza che per molti autori equivale
a quella che separa la Terra dalla Luna. La tua capacità di scrittura
si è rapidamente trasformata da esperimento letterario degli anni
novanta in una realtà indiscutibile. C'è un segreto in tutto
questo?
Riccardo Bruni: La scrittura è sempre stata il mio mestiere.
Come giornalista e poi come scrittore, per me è una dimensione
naturale. È il mio strumento. Scrivere mi aiuta a capire le cose,
a guardarmi intorno e anche, più semplicemente, a divertirmi. È
un modo di essere e di vivere. Non è detto che sia il migliore,
ma è lunico che conosco. Ed è totalizzante, perché
chi scrive divide il suo tempo tra quello che trascorre a scrivere e quello
in cui pensa a cosa scrivere. Come si dice sempre in questi casi, la parte
più difficile è far capire agli altri che quando te ne stai
immobile a fissare una parete, in realtà, stai lavorando. Ma è
esattamente così. Dietro la scrittura cè un lavoro
invisibile di ricerca e riflessione che è indispensabile per dare
profondità a quello che racconti. Per me, almeno, è sempre
stato così.
Abel Wakaam: E adesso arriviamo agli ultimi tuoi libri. Chi è
Leo Berni: una trasposizione di ciò che saresti voluto essere,
un amico che hai conosciuto in Maremma, oppure una sorta di Frankenstein,
costruito direttamente con la pelle che hai mutato in questi trent'anni?
Riccardo Bruni: Volevo scrivere una serie. Anzi, una trilogia.
Avevo bisogno di un personaggio e volevo qualcuno che avesse frequentazioni
con il crimine. E siccome per un certo periodo sono stato un cronista
di giudiziaria e ho frequentato un po i tribunali, mi venne lidea
di un avvocato. Pensavo di dover costruire un personaggio sulla base della
mia esperienza, ma un istante dopo si è presentato Berni. Era già
tutto lì. Scrivendo, è diventato un po il mio alter
ego. In lui ho trasferito il mio punto di vista. Abbiamo sicuramente tanto
in comune, ma sotto certi aspetti siamo invece molto diversi. Di certo,
attraverso Berni ho raccontato molto di me e del mio modo di vedere le
cose. E storia dopo storia, abbiamo imparato a essere ottimi amici.
Abel Wakaam: La tua scrittura si inerpica su piani diversi, su
tracce parallele che sembrano impossibii da far congiungere. Eppure ogni
stralcio di mondo sovrapposto finisce per cadere esattamente dove non
ci si aspetta, sorprendendo ogni volta il lettore. Da dove nasce questa
abilità di intrufolarsi dentro un labirinto, col coraggio di attendere
la fine per accendere la torcia.
Riccardo Bruni: È una bellissima domanda. Vorrei avere
una risposta adeguata. Purtroppo, non ce lho. Ma limmagine
di un labirinto da percorrere con una torcia spenta in mano è strepitosa.
Credo che la scrittura sia in buona parte questo. Avere il coraggio di
percorrere quellombra. Anche, e forse soprattutto, attraverso piani
diversi, perché le storie non sono mai una superficie liscia, ma
piuttosto un luogo da esplorare in profondità.
Abel Wakaam: Per finire, che consigli ti senti di dare agli autori
emergenti di Writer Officina?
Riccardo Bruni: I due nemici peggiori quando ti metti a scrivere
sono la ricerca di consenso e lauto compiacimento. Se scrivere una
storia è come mettersi in viaggio, questi due sono come Scilla
e Cariddi. Se imparerai a tenerti lontano da entrambi, forse riuscirai
a prendere il largo
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