"I
have a dream", ripeteva Martin Luther King Jr. il 28 agosto 1963
davanti al Lincoln Memorial di Washington. Pronunciò questo discorso
al termine di una marcia di protesta per i diritti civili, nota come la
marcia su Washington per il lavoro e la libertà.
"Io ho un sogno" è parte integrante della speranza
di ognuno di noi, perché senza sogni resteremmo schiavi delle convenzioni.
E non importa quanto sia piccolo o grande un sogno, la questione basilare
è non arrendersi mai.
Anch'io ho un sogno, al pari di tutti coloro che nascondono una penna
sotto il cuscino e che, ogni notte, imbastiscono le trame delle loro storie
fantastiche.
Diceva Martin Luther King: "Io ho un sogno, che i miei quattro
figli piccoli vivranno un giorno in una nazione dove non saranno giudicati
per il colore della loro pelle, ma per ciò che la loro persona
contiene. Io ho un sogno oggi!"
Anch'io ho un sogno, vorrei che tutti gli autori esordienti potessero
un giorno essere giudicati per la loro capacità di raccontare una
storia e che non siano trattati come polli da spennare. Vorrei che il
giudizio sulle loro opere fosse decretato dal popolo dei lettori e non
da un critico di parte, che si nasconde dietro una cattedra su cui si
è insediato da solo.
Vorrei che non ci fosse un esercito di "sedicenti editor" che
nella loro assoluta convinzione, definiscano "spazzatura" tutto
ciò che non passa tra le loro mani. Vorrei semplicemente che non
ci fosse una guerra tra poveri, una sorta di assurda battaglia tra chi
arranca nell'accqua torbida delle rete, sollevando il proprio libro con
entrambe le mani. E soprattutto, vorrei che non ci fossero commercianti
di sogni a pagamento, pronti a elargire una soluzione su misura per chi
ha la smania di vedere le proprie parole stampate sulla carta, magari
in bella mostra sullo scaffale di una libreria.
Non è un mistero che io spinga da sempre ogni scrittore a mettersi
in gioco in una partita in cui ci sia davvero un arbitro imparziale, e
il lettore di certo lo è. Ritengo che, oggi più che mai,
il self publishing sia un'arma potente quanto spietata, ma senza coraggio
non c'è alcuna speranza di scalare una montagna... e a volte una
sconfitta insegna più di mille vittorie. In questo faticoso percorso
vorrei anche mettervi in guardia su un rischio ricorrente: non accettate
le mele che vi vengono offerte come se fossero la panacea per ogni male.
Nessuno può trasformare in un capolavoro il vostro testo, se non
voi stessi.
In molti definiscono il primo tentativo di pubbicazione in self un vero
e proprio spreco. Io credo che sia invece un atto di pura follia creativa,
una forma di spregiudicatezza artistica che debba assolutamente essere
sperimentata. È in questo modo che si può davvero comprendere
quanto siamo in grado di attrarre il pubblico con le nostre idee, col
nostro stile e con la nostra capacità di tessere una trama viva
e convincente. Avremo modo di affinare la tecnica nei testi successivi,
ma se ci manca l'estro creativo che serve per conquistare il lettore,
dobbamo guardarci allo specchio e decidere se sia davvero questo il sogno
che vogliamo esaudire.
Ho già spiegato quali siano i pro e i contro della pubblicazione
in self su Amazon KDP in questo articolo,
quindi vi basterà leggerlo per avere ulteriori informazioni in
merito.
Questo non significa che non dobbiate sperimentare altre strade, non significa
che tutto il mondo dell'editoria sia da scartare a priori. Ci sono Case
Editrici serie e oneste con cui vale la pena di confrontarsi. Dimenticate
però la figura dell'editor che avete visto nei film americani.
È una figura professionale che in Italia non esiste, o meglio,
è decisamente rara. Prendete nella giusta considerazione le offerte
che arrivano dai Social, perché non è detto che coloro che
si propongono di giudicare e aggiustare i vostri testi siano davvero esenti
da interessi privati e, soprattutto, all'altezza del compito affidato.
Considerate il vostro primo libro una specie di test, al pari dei primi
passi ciondolanti di quanto eravate bambini. Tenetelo sulla scrivania
come se fosse un'istantanea della vostra crescita, ben sapendo che nel
rileggerlo, tra qualche anno, vi sfuggirà un sorriso.
Per finire... questo il mio punto di vista e, come tanti altri, confutabile
dai fatti. Lungi da me volervi insegnare qualcosa, perché la mia
esperienza in rete ha un valore reale solo per me stesso e magari non
è applicabile agli altri. Immaganizzate nella vostra memoria le
parole di questo articolo e sovrapponetele a quelle di molti altri. Il
collage vi servirà a valutare meglio le proposte che riceverete
e, lo spero vivamente, a migliorare la qualità dei vostri sogni.
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