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Vincenzo Adamo

Vivo a Catania, sono uno psicologo e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, specialista in sostegno per la scuola secondaria di secondo grado. Docente nel progetto formativo “La comunicazione in emergenza: aspetti tecnico operativi, relazionali e personali”. Attività formativa inserita nel Progetto Obiettivo del Piano Sanitario Nazionale: Linea 1 “Interventi per il riassetto organizzativo e strutturale della rete dei servizi di Assistenza Ospedaliera e Territoriale” diretta dall'Assessorato della Salute-Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico Area Interdipartimentale 7 della regione Sicilia. Esperto in progettazione e gestione d'interventi per l'inserimento socio lavorativo, sviluppo del benessere psicofisico e promozione culturale e territoriale. Per in.edit edizioni ho già pubblicato il saggio, nella collana iPocket psicologia “Cani, ragni, topi, serpenti. Comprendere e vincere le zoofobie” (2018). Sono l'autore del saggio "Effetti di vita quotidiana:.

Writer Officina: Qual è stato il principale fattore d'ispirazione per la scrittura di questo saggio e come hai scelto i temi specifici da trattare?

Vincenzo Adamo: Prendiamo in media 35.000 decisioni al giorno. Alcune sono poco importanti come decidere quale piatto scegliere in un ristorante o in quale sedia sedersi in una sala d'attesa. Altre scelte sono molto più importanti per la nostra vita. Sarebbe impossibile fare scelte razionali per ognuna di queste decisioni che prendiamo quotidianamente. Impiegheremo giorni interi o settimane per valutare i vantaggi e gli svantaggi di ogni scelta. Per questo motivo interviene il nostro cervello applicando delle strategie per velocizzare ogni scelta. Queste strategie prendono il nome di euristiche mentali. Sono delle scorciatoie che intervengono per aiutarci ad effettuare scelte rapide. Le euristiche non sono né positive né negative, sono necessarie per prendere decisioni. Ad esempio, prenotiamo un tavolo in quella pizzeria perché ha sempre una grande affluenza di persone. Le euristiche sono difficili da evitare. I bias cognitivi sono delle euristiche inefficaci che ci portano a commettere errori cognitivi nella valutazione e influenzano la vita quotidiana.
All'interno del saggio che ho pubblicato descrivo i bias più comuni in modo che il lettore possa riconoscersi in alcuni di questi errori che ha commesso in passato in modo da fare scelte più ponderate in futuro, riducendo in questo modo il margine di errore.

Writer Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?

Vincenzo Adamo: Sono stato influenzato dalla lettura del saggio “Pensieri lenti e veloci” dello psicologo israeliano Daniel Kahneman, premio Nobel per l'economia nel 2002. All'interno di questo saggio Kahneman approfondisce il funzionamento della mente e dei processi decisionali.

Writer Officina: Puoi fornire un esempio concreto di come un bias cognitivo o un'euristica possa influenzare le decisioni quotidiane delle persone nella loro vita personale o professionale?

Vincenzo Adamo: Tra i più comuni bias cognitivi possiamo citare l'effetto conferma che ci fa porre attenzione solo verso le informazioni che confermano le nostre convinzioni. Se penso di essere un fallito, nella mia quotidianità andrò a porre più attenzione alle dinamiche che rafforzano questa mia idea ignorando i miei successi.

Writer Officina: In che modo pensi che la consapevolezza dei bias cognitivi possa migliorare le nostre interazioni sociali o le decisioni aziendali?

Vincenzo Adamo: Siamo in una società dinamica e per velocizzare le nostre scelte facciamo affidamento, ad esempio, agli stereotipi. L'effetto stereotipo è un bias cognitivo molto diffuso. Ci fa già immaginare una conseguenza di una scelta fatta o casa aspettarci da una determinata categoria. Negli anni '70 mio padre lavorando a Brescia mi raccontava che in alcuni condomini c'era scritto “Affittasi ma non a meridionali”. Una ragazza pugliese che voleva lavorare a Milano nel 2019 ha riscontrato le stesse difficoltà. L'effetto stereotipo è tra i più difficili da sabotare.

Writer Officina: Quali sono i bias cognitivi più comuni che le persone tendono a ignorare nella loro vita quotidiana e quali conseguenze possono avere?

Vincenzo Adamo: Tra i bias più comuni possiamo ricordare l'effetto spettatore. A volte possiamo assistere ad una scena di violenza ma nessuno chiama le forze dell'ordine, pur avendo in mano il telefonino per filmare la scena, perché tutti pensano che ci sarà un'altra persona ad avvisare dell'accaduto. Con l'effetto framing, detto anche effetto cornice, siamo influenzati da come riceviamo le informazioni. Ad esempio: tra un intervento chirurgico con una riuscita ottimale del 90% dei casi e un intervento con complicanze per il 10% dei casi, i pazienti saranno più propensi a farsi operare con la prima metodica, anche se in realtà non cambia nulla.
In caso di effetto nocebo, se il medico durante la prescrizione di un farmaco pone più attenzione agli effetti collaterali dopo la somministrazione, i pazienti saranno più attenti agli aspetti negativi.

Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?

Vincenzo Adamo: Per scrivere questo saggio ho fatto riferimento a numerose ricerche ma ho voluto arricchire ogni capitolo con esempi tratti dal mondo dello sport, della politica, della medicina e dalla normale vita quotidiana in modo che ogni lettore possa riconoscersi tra gli esempi che troverà tra le pagine.

Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?

Vincenzo Adamo: Si, in questo periodo sto iniziando a scrivere un nuovo saggio che approfondisce la tematica delle famiglie disfunzionali e delle conseguenze a breve e a lungo termine sui figli.

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