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Mi sono laureata in Lingue e Letterature Straniere a Trieste. Ho lavorato come assistente di volo, interprete e traduttrice in fiere, congressi e aziende. Attualmente insegno Lingua e Letteratura Inglese nella scuola superiore. Ho pubblicato Un Angelo dalle Ali Scarlatte, Bookabook, luglio 2022; I Custodi della Mente, Giovane Holden Edizioni, settembre 2022, Magia Verde, Giovane Holden Edizioni, settembre 2023, romanzo con cui mi sono classificata terza al Premio Letterario Nazionale Streghe Vampiri & Co., 2022. Con la versione inedita del romanzo Oltre l'Ultima Stazione ho vinto il Premio Speciale Giovane Holden XVII ed., settembre 2023. Amo la scrittura simbolica, il mondo onirico e le fantasie distopiche. Non so vivere senza il mare, un bagno di foresta e la magia di un libro.
Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la letteratura?
Irene Dilillo : Da sempre amo leggere e scrivere, in particolare la letteratura inglese che insegno in un liceo artistico, ma anche gli scrittori latino americani. Mi appassionano il realismo magico e la fantascienza.
Writer Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?
Irene Dilillo: Nell'Antro dell'Alchimista di Angela Carter. Adoro il suo mondo fiabesco, la sua scrittura intensa, onirica, eccessiva, raffinata, talvolta ermetica.
Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?
Irene Dilillo: Bookabook. Hanno deciso di pubblicarlo. Poi ho avuto dei riconoscimenti letterari nazionali e ho pubblicato due romanzi con Giovane Holden editore.
Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?
Irene Dilillo: sì
Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?
Irene Dilillo: Oltre l'Ultima Stazione. Una società del futuro, sorretta da un rigido regime schiavista che, nel nome di un gelido progresso tecnologico, ha bandito la natura. Kya è la schiava di un sorvegliante spietato e conduce un'esistenza sfibrante e rassegnata. In un mondo deteriorato in cui non cresce più nemmeno un filo d'erba, la scoperta del cadavere di un bianco con un iris viola stretto in pugno accende in lei una speranza di libertà e il forte desiderio di risalire l'abisso della sua dignità violata, poiché l'esistenza di un passaggio verso un'altra dimensione non appare più una semplice teoria cospirazionista, ma diviene realtà. Sul treno verso la salvezza, di stazione in stazione, Kya scopre che la realtà in cui ha vissuto fino a quel momento è molto diversa da ciò che ha sempre creduto. Sulla strada tortuosa della sua fuga verso un anello di congiunzione col mondo parallelo, si agitano in modo febbrile shamani, prostitute, donne di medicina depositarie di tradizioni ancestrali e sofisticati androidi in una lotta che intreccia il destarsi di passioni e alleanze inusuali. Provocatoria e ribelle, l'indomita venere nera, reclama il suo diritto di esistere.
Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?
Irene Dilillo: Scrivo d'istinto, talvolta per ispirazione improvvisa dopo un sogno, un dialogo udito per caso, una lettura insolita, un evento che spezza il normale corso del flusso quotidiano.
Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?
Irene Dilillo : un'idea completamente diversa: una storia d'amore e passione che sboccia fra un'artista russo e una studentessa universitaria italiana che porta i protagonisti a contatto col mondo indigeno del Messico.
Writer Officina: cosa hai voluto dire con la tua storia?
Irene Dilillo : Oltre l'Ultima Stazione è una riflessione, assieme onirica e nitida, sul tema dell'apparenza e della realtà, nonché delle varianti dell'esistenza come conseguenza di scelte personali e collettive che possono precipitare l'essere umano nel baratro di una umanità malata o permettere di elevarsi nella travolgente energia di un'esistenza più genuina. Il viaggio della fuggitiva è anche una faticosa, sofferente iniziazione alla ricerca di se stessa: il senso del suo percorso è il cambiamento che le impedisce di essere inghiottita dal buio. La sua è una storia di catene reali e simboliche, la smorfia di un dolore struggente che lotta per mutare in un sorriso carico di speranza.
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