Lorenzo
Marone. Autore di successo, ha pubblicato La
tentazione di essere felici (Longanesi, 2015),
18 edizioni in Italia, Premio Stresa 2015, Premio
Scrivere per amore 2015, Premio Caffè Corretto
Città di Cave 2016, che ha ispirato
un film, La tenerezza, con regia di Gianni
Amelio, La tristezza ha il sonno leggero (Longanesi,
2016), Premio Città di Como 2016, Magari
domani resto (Feltrinelli, 2017), 8 edizioni,
Premio Selezione Bancarella 2017, Un ragazzo normale
(Feltrinelli 2018), Premio Giancarlo Siani, la raccolta
Cara Napoli (Feltrinelli, 2018), due edizioni,
Tutto sarà perfetto (Feltrinelli 2019),
il saggio per Einaudi Inventario di un cuore in
allarme (2020), e La donna degli alberi
(Feltrinelli 2020). È tradotto in 17 paesi,
ha una rubrica domenicale (I Granelli) su La
Repubblica di Napoli, collabora con TuttoLibri
de La Stampa e Il Venerdì di Repubblica. Dal
2018 è direttore artistico della fiera del
libro di Napoli Ricomincio dai libri.
Vive a Napoli con la moglie Flavia, il figlio Riccardo
e la bassotta Greta, il suo Cane Superiore.
Il suoi ultimi libri sono "La donna degli
alberi" (Feltrinelli) e "Inventario
di un cuore in allarme" (Einaudi).
La
donna degli Alberi. La donna è sola, inquieta,
in fuga: non vuole restare dove non c'è amore.
Ha lasciato la città, nella quale tutto è
frenetico e in vendita, ed è tornata nella
vecchia baita dell'infanzia, sul Monte. Qui vive senza
passato, aspetta che la neve seppellisca i ricordi
e segue il ritmo della natura. C'è un inverno
da attraversare, il freddo da combattere, la solitudine
da farsi amica. Ci sono i rumori e le creature del
bosco, una volpe curiosa e un gufo reale che bubola
sotto un pergolato. E c'è l'uomo dal giaccone
rosso, che arriva e che va, come il vento. A valle
lo chiamano lo Straniero: vuole risistemare il rifugio
e piantare abeti sul versante nord della montagna,
per aiutarla a resistere e a tornare fertile. Una
notte terribile riporta la paura, ma la donna si accorge
che ci sono persone che vegliano su di lei: la Guaritrice,
muta dalla nascita, che comprende il linguaggio delle
piante e fa nascere i bambini; la Rossa, che gestisce
la locanda del paese; la Benefattrice, che la nutre
di cibo e premure. Donne che sanno dare riparo alle
anime rotte, e che come lei cercano di vivere pienamente
nel loro angolo di mondo. Mentre la montagna si prepara
al disgelo e a rifiorire, anche la donna si rimette
in cammino. Arriverà un altro inverno, ma ora
il Monte la chiama.
Inventario
di un cuore in allarme. Per un ipocondriaco che
vuole smettere di tormentare chi gli sta accanto con
le proprie ossessioni, trovare una valvola di sfogo
è una questione vitale. Ma come si impara ad
affrontare la paura da soli? Forse raccontandosi.
E quello che fa Lorenzo Marone, senza timore di mostrarsi
vulnerabile, con una voce che all'ansia preferisce
lo stupore e il divertimento. Scorrendo l'inventario
delle sue fobie ognuno può incontrare un pezzo
di sé e partecipare all'affannosa, autoironica
ricerca di una via di fuga in discipline e pratiche
disparate: dalla medicina alla fisica all'astronomia,
dalla psicologia alla religione, dai tarocchi all'astrologia.
Alla fine, se esorcizzare del tutto l'angoscia resta
un miraggio, possiamo comunque reagire alla fragilità
ammettendola. E magari accogliere, con un po' di leggerezza,
le imperfezioni che ci rendono unici. Le confessioni
comiche, poetiche, paradossali di un «cuore
in allarme». Che prende in giro sé stesso
mettendo in scena quello che, da Molière a
Woody Allen, è sempre stato il più irresistibile
dei personaggi tragici.
Abel Wakaam: Ciao Lorenzo, hai cominciato
con lo scrivere dei racconti, vincendo numerosi premi
ai concorsi di inediti, e questo ti ha dato la convinzione
di poter fare altrettanto coi romanzi. Ma come è
avvenuto il passaggio nel mondo dei grandi? Chi ti
ha scoperto?
Lorenzo Marone: Mi ha scoperto in primis edizioni
La Gru, al quale avevo mandato Daria, il mio primo
manoscritto. Chi però mi ha portato tra i grandi
è stata Silvia Meucci, tuttora la mia agente,
che s'innamorò di Cesare Annunziata (La tentazione
di essere felici) e fece leggere il romanzo a Longanesi.
Abel Wakaam: Ti sei messo a nudo nel tuo romanzo
"Inventario di un cuore in allarme"
raccontando delle tue paure e analizzando profondamente
la difficoltà di creare empatia con le persone
che ci circondano. Hai messo in luce in modo schietto
ciò che per molti rappresenta il timore di
vivere. È così diverso dal terrore della
morte?
Lorenzo Marone: Sono due facce della stessa
medaglia, per paura si rinuncia spesso a vivere, ci
si rifugia nella propria zona di comfort, non ci si
allunga a vedere al di fuori, ci si illude in tal
modo di stare al sicuro e di tenere sotto controllo
le cose. Invece al sicuro non si è mai.
Abel Wakaam: Nei tuoi romanzi c'è molto
di Napoli, sembra quasi che i muri della città
vecchia trasudino delle tue storie, oppure è
il contrario? Sei tu che assorbi dalle voci dei vicoli
e restituisci il maltolto sotto forma di parole?
Lorenzo Marone: Napoli mi ha formato come
persona e come scrittore, anche oggi, che sento di
doverla raccontare meno, che sento d'avere un conflitto
con la città, con le metropoli in genere, mi
accorgo di non riuscire ad allontanarmi davvero. In
un modo o nell'altro Napoli torna da me, pretende
attenzione, entra nella mia scrittura ogni volta.
Abel Wakaam: Renato Cerpentieri ha vinto nel
2018 il David di Donatello col film "La Tenerezza"
di Gianni Amelio, liberamente tratto dal tuo romanzo
"La Tentazione di essere felici"
(il trailer qui a lato). Hai in qualche modo collaborato
alla sceneggiatura e sei stato pienamente soddisfatto
del connubio artistico?
Lorenzo Marone: Non ho collaborato, sono felice
del risultato, di aver conosciuto Amelio, e di esserne
diventato amico, ma il film non lo sento mio, non
potrei sentirlo, è altra cosa rispetto al libro.
Abel Wakaam: In "La donna degli alberi"
hai scritto: Sono stata donna in fuga. In
me cera linquietudine della partenza,
la vulnerabilità del sopravvissuto, camminavo
con il passo spezzato. Mi costruivo le ritirate che
non ho preso, ho accettato gli allontanamenti che
non ho scelto, ho accolto chi è entrato nella
mia vita per evadere dalla sua, sono stata fuggiasca
e non vincitrice, rincorsa ma perdente. Ora inseguo
lamor proprio, coltivo il piccolo ambizioso
progetto di non restare dove non cè amore.
Mi ritaglio lo spazio per ripassare le mie mancanze,
e mi affanno a farmi trovare preparata spettatrice
del minuscolo che accade. Mi propongo di mantenere
inviolata la fame di vivere pienamente. In armonia
con quello che cè, con chi cè.
Cerco la fede senza fede. Lascio la mia vita, per
costruire un nuovo pezzetto di terra da abitare, da
seminare e far fiorire. Imparo a stare, senza rimpianti,
senza voler essere continuamente altrove. Questo è
il mio onesto patto da onorare. Il mio piccolo contributo.
Non è mai facile immedesimarsi nel pensiero
femminile, ma in questo libro sei riuscito a estraniarti
dal tuo contesto di uomo per vestire i panni disperati
della protagonista. Conosci così a fondo le
donne?
Lorenzo Marone: No, credo di poter dire di
avere la fortuna (o forse dovrei dire sventura) di
comprendere le sfaccettature dell'essere umano, di
raccogliere quello che è il sentire comune,
sia del maschile, sia del femminile.
Abel Wakaam: Tratto da "Inventario
di un cuore in allarme": "Adoriamo
sentirci vittime, e siamo tutti, chi più chi
meno, un tantino paranoici, esseri incapaci di discernere
la realtà dalla finzione, di pensare con la
nostra testa, seguiamo il pensiero comune o quello
alternativo, ci affidiamo a chi dice le cose nel modo
giusto, a chi dimostra di crederci fino in fondo,
a tutti i costi. Non è quel che si dice, ma
come lo si dice. I fanatici sono piú motivanti,
hanno maggiore capacità di coinvolgere rispetto
a chi accetta senza storie una verità acclarata".
Non hai mai pensato che con la scusa di sentirsi vittime,
si possa diventare carnefici?
Lorenzo Marone: Certamente, la maggior parte
di quelli che dicono di essere vittime, sono i peggiori
carnefici.
Abel Wakaam: Puoi anticipare ai lettori di
Writer Officina qual è il prossimo libro a
cui stai lavorando?
Lorenzo Marone: Non posso dire molto, ma sarà
per la prima volta narrato in terza persona.
Abel Wakaam: Sulla base della tua esperienza,
è possibile nei tempi odierni vivere di scrittura,
oppure bisogna integrare questa passione con un altro
mestiere?
Lorenzo Marone: Io oggi, dopo anni di doppio
lavoro, vivo di scrittura, ma so di essere un privilegiato,
siamo in pochi, tanti non riescono. Non è certamente
facile.
Abel Wakaam: Che consigli ti senti di dare
a chi si avvicina oggi alla scrittura?
Lorenzo Marone: Leggere e scrivere tanto,
rileggersi, essere autocritici, umili, ma, allo stesso
tempo, credere in sé stessi. Sono fermamente
convinto che l'editoria è un campo nel quale
se hai una voce unica, originale, se hai talento,
alla fine emergi, qualcuno ti nota. Occorre però
pazienza, ostinazione, tenacia, come per riuscire
in ogni cosa.
Abel Wakaam
© Writer Officina
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