Giovanna
Giordano è nata a Milano e vive a Catania.
È scrittrice e giornalista. Con il primo romanzo
Cina cara io ti canto è stata finalista
al Premio Calvino 1991. Ha pubblicato tre romanzi.
Trentaseimila giorni (Marsilio, 1996, Premio
Racalmare Sciascia), Un volo magico (Marsilio,
1998, tradotto in Germania da Lübbe) e Il
mistero di Lithian (Marsilio, 2004, Premio Sciascia
e presentato al Premio Strega 2005). Nel 2017 vince
il Premio Internazionale di Giornalismo Taormina Media
Award André Gide. È stata candidata
al Premio Nobel per la letteratura 2020.
"Molti venti hanno soffiato sulla mia testa:
il vento della forza e quello della debolezza, quello
del dolore e poi del piacere."
"La notte in cui sono arrivato in Africa
è stata la più bella che avevo mai vissuto.
Era una notte verde, una di quelle notti in cui la
felicità è quasi insopportabile. Ero
pazzo di vita, pazzo di aria, pazzo di vento e di
sole. Dentro un silenzio stupefacente cera il
profumo dellestate. Volavo libero nel cielo,
cabravo nella corrente calda, galleggiavo in discesa
e le lucide stelle africane saltavano sul pianeta.
Pilotavo Vita Nuova, il mio Caproni 133. Era il 24
giugno 1935. Destinazione: Eritrea. Missione: segreta.
Non sapevo altro del mio viaggio."
"Fai di te stesso un'sola. Non pensare ai
giorni tristi che hai vissuto ma a quelli felici che
ancora non conosci. Prendi la tua forza e vai lontano.
Cerca Lithian, di più non posso dire."
È con queste parole che Giovanna Giordano
affascina chi si appresta a conoscere la sua anima.
Una sintesi di ciò che nasconde la sensibilità
della sua scrittura, profonda e infinita come il mare
che circonda la Terra in cui ha scelto di vivere.
Abel Wakaam: Ciao Giovanna. Come se i libri
non bastassero, hai scritto centinaia di articoli,
reportage di viaggi, cronache di luoghi estremi, recensioni
di libri e di mostre, interviste, cronache di costume,
racconti. Il dono della scrittura sembra tatuato sui
polpastrelli delle tue dita. Da dove arriva questa
capacità di tramutare in parole ciò
che i tuoi occhi hanno fissato nella mente?
Giovanna Giordano: Che bella frase il
dono della scrittura sembra tatuato sui polpastrelli
delle tue dita, bella davvero. Mi fai venire
in mente un ricordo da bambina. Ero con mio nonno
in campagna e non riuscivano le mie piccole mani a
spillare il vino dalla botte, mentre lui sì,
gli bastava un gesto. Ero dispiaciuta e mi veniva
da piangere Nonno, non ci riesco con le mie
mani No, non ti preoccupare, le tue mani
sono i libri, mi ha detto lui. Ecco che così
mio nonno ha segnato il mio futuro, le mie mani sono
i libri. Mi sembra di trasformare tutto quello che
mi passa davanti e sentimenti e misteri e stupori
in parole scritte, quasi sempre a mano, con una penna
Bic blu a scatto o con la stilografica Aurora che
mi ha regalato Fernanda Pivano. Tu poi mi chiedi da
dove mi arriva questa capacità di tramutare
in parole quello che gli occhi hanno fissato.
Goethe scriveva nelle Affinità elettive:
Sogno per non cessar di vedere. E
così stupefacente contemplare il mondo nelle
sue bellezze come nelle sue miserie, che ogni uomo
sogna per non cessar di vedere. La vita è come
un sogno perenne con qualche incubo qua e là.
Abel Wakaam: Nel tuo primo libro racconti
la storia di una donna che vive cento anni, 36.000
giorni, e lascia la Sicilia per gli Stati Uniti con
una capra e un bambino. Nel secondo quella dell'aviatore
Giulio Giamò, che lascia Stromboli per lEtiopia
nel 1935 e lì fa il postino. Non butta bombe,
ma consegna lettere ai soldati. Nel terzo parli di
Samuel Horen. Arriva naufrago in una notte destate
a Katania, da Gerusalemme, e lì incontra Giovanna.
Spinti dalle profezie del cabalista Abulafia, scoprono
Stromboli, Palermo, Mozia, isole fantastiche perdute
nella corrente, e poi Gibellina, Tunizia, il deserto
dei tuareg, Paros e finalmente Israele, che sembra
la luna, e infine il Mar Rosso, Betlemme, Hebron e
il mare di Galilea. Essere anche una viaggiatrice
porta nuova linfa alla tua scrittura, oppure è
la passione per scoprire nuove trame che ti ha trascinata
a scoprire luoghi fuori dal tempo?
Giovanna Giordano: Gli occhi come il cuore
come la pelle come tutto vanno rinnovati. Se si resta
sempre a contemplare la parete di casa con la vecchia
carta da parati, sempre quella, si può anche
impazzire di noia. Luomo contemporaneo si è
inventato il web per uscire fuori di casa e per cercare
avventure, ma non è la stessa cosa. Il viaggio
vero con il vento e il cielo diverso, rinnova la testa,
il proprio modo di guardare il mondo, accende lentusiasmo.
Senza la novità ogni uomo muore, muore dentro.
Il viaggio è la medicina migliore. Poi se il
viaggio è avventuroso e in continenti nuovi,
allora è una rivoluzione. Tutti i personaggi
dei miei romanzi hanno il fuoco del viaggio nelle
vene, la stessa inquietudine di Ulisse che sarebbe
morto di noia a stare a palazzo con la sua affezionata
Penelope.
Abel Wakaam: È questa la magica pozione
di curiosità ed esperienza che ti ha condotta
alla Candidatura del Premio Nobel per la letteratura
2020? Come ti fa sentire?
Giovanna Giordano: Cè nei miei
romanzi una qualità che ha interessato gli
studiosi di Stoccolma. E scritto nello statuto
del Premio Nobel e recita così, viene premiato
o candidato un autore che si sia maggiormente
distinto nelle sue opere in una direzione ideale.
Questa è la pozione magica come dici tu. Sono
galvanizzata da questa candidatura e ho progetti letterari
da riempire tre vite. Anche in Italia sono stata e
sono apprezzata. Giulio Ferroni, per esempio, nella
sua Letteratura Italiana, inserisce il mio nome nel
gruppo di scrittori di rilievo di fine Novecento.
E poi i miei amati lettori, per i quali scrivo e ai
quali dedico il mio pensiero.
Abel Wakaam: Hai scritto e scrivi tuttora
per i grandi giornali italiani, dimostrando di essere
una giornalista eclettica e nel medesimo tempo attenta
e sempre credibile. Questo tuo nuovo lavoro ti ha
allontanata in qualche modo dalla stesura di nuovi
romanzi?
Giovanna Giordano: Quello che tu dici è
saggio. Il lavoro giornalistico che dura un giorno
e che ogni giorno è nuovo, allontana dallinvenzione
di storie e di romanzi. Ogni giorno cè
un avvenimento diverso da raccontare, è come
avere davanti un ruscello che poi va al fiume e poi
va al mare della storia. La letteratura invece è
come il mare, qualcosa di immenso. Ma scrivere per
un quotidiano è un ottimo allenamento per uno
scrittore, la penna impara a essere veloce, diretta,
senza fronzoli e lacrimucce.
Abel Wakaam: So che stai lavorando a un nuovo
romanzo. Puoi regalarci qualche indiscrezione al proposito?
Giovanna Giordano: Una storia di mare che
parte dal porto di Messina, ambientata negli anni
Venti, un secolo fa, dunque. Cè nel protagonista
una voglia di mantenere il suo sguardo buono e stupefatto
malgrado tutto quello che gli succede. Lui ha ventanni
e avere ventanni è già una cosa
magnifica.
Abel Wakaam: In un certo momento della vita
si raggiungono i traguardi che si sognavano da bambini.
È proprio questo che volevi fare "da grande"?
Giovanna Giordano: Da bambina volevo scoprire
Atlantide e fare la scrittrice. Come vedi il secondo
sogno si è realizzato. Non so quanti anni avrò
ancora per realizzare il primo, scoprire Atlantide
chissà, chissà, nel pianeta e nella
vita di ciascuno può succedere lincredibile.
Abel Wakaam: Potresti svelarci la formula
magica che trasforma uno scrittore emergente in un
autore di successo?
Giovanna Giordano: Ti posso rispondere con
Padre Dante, nel canto ventiquattro dellInferno:
Seggendo in piuma in fama non si vien, né
sotto coltre. Se si sta seduti sulle piume e
peggio sotto le coperte, non si raggiunge la fama.
Tutti i nostri successi sono fatica, lavoro e dedizione
e le piume e le coperte solo ogni tanto. Dante non
usa la parola successo, è una parola
nuova e pure insulsa. La fama resta, il successo passa.
Abel Wakaam: Il suo ultimo libro, in libreria
nei primi giorni di ottobre 2021, è Il profumo
della libertà dove, con una voce unica
nel panorama italiano e una lingua maestosa, solenne
eppure lieve, profumata di salsedine e fiori darancio,
Giovanna Giordano ci racconta una storia che
ha l'impianto e il passo dei grandi racconti di gesta
e l'incanto di affreschi fiabeschi. Un romanzo che
è una navicella lanciata nello spazio di una
stellata libertà.
Il
profumo della libertà. Un giovane eroe
gentile viaggia su una nave. Si chiama Antonio Grillo
e ha ventanni quando nel 1923 lascia la Sicilia
per gli Stati Uniti. Ama Gesso, il suo paese natale,
ma il richiamo dellignoto è troppo forte,
impellente mettere le ali alla propria libertà.
In valigia porta pezzi della sua isola: la pietra
pomice per la leggerezza, lo zolfo per lenergia
e una federa con ricamata la scritta siate sempre
felici. Molti sono i miraggi e gli incontri
nel turbine del viaggio di mare: Aurora la cavalla
bella e saggia, due oche magiche, un gorilla in gabbia,
una scimmia allegra e balene blu in foga damore.
E poi gli amici: De Gubernatis che ama la calma sopra
ogni cosa, Elide la donna vestita di luce o Lucilla
archeologa negli abissi. Ovunque Antonio cerca e trova
la saggezza, più forte degli eserciti che marciano
sul mondo, e prova tenerezza verso uomini e animali,
da sempre leali compagni degli eroi. Fra vulcani che
affiorano dalle profondità delloceano,
piratesse e brigantesse, una donna gigante amata da
un certo Polifemo e molte isole e lune incrociate
per mare, pagina dopo pagina leroe gentile affila
le armi per affrontare la sua giovane esistenza. Avrò
ventanni per sempre? si domanda. Forse
sì, se gli riesce di mantenere la sua candida
visione.
Abel Wakaam
Photo by
Carmelo Buongiorno
© Writer Officina
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